Difficile insegnare la creatività. Esercizi, istruzioni, metodi rischiano di tradursi nell’ingiunzione paradossale “sii creativo”, la variante insidiosa del tragico “sii spontaneo”.
Facile, invece, imparare qualcosa a partire da singoli esempi virtuosi. Per questo segnalo alcune belle storie di creatività. Cinestoria: un gruppo di ragazzi tra Veneto e Friuli gira un film di 70 minuti, pieno di effetti speciali, con poco più di 5000 euro e l’aiuto della rete. Tecnostoria: dodici giovani sviluppatori italiani inventano (per caso, gioco, passione) alcune tra le più scaricate e redditizie applicazioni per IPhone. Robostoria: i passanti newyorchesi, noti per il loro cinismo, aiutano il robottino dell’artista Kacie Kinzer a trovare la retta via tra le insidie di Washington Square Park. Archistoria: Santo Stefano di Sessanio, uno dei 100 borghi più belli del mondo, rinasce grazie all’intuizione dell’italo-svedese Daniele Kihlger. Una miniera di ecostorie è 100 people under the sun.
Il discorso di Maltempi è condivisibile ma avrei voluto un approfondimento sui temi dei lavori creativi. Se fai un lavoro cosiddetto creativo qualsiasi cliente ti espone all’ingiunzione “sii creativo” perché ti paga per avere un prodotto della tua creatività. Maltempi non indica una via d’uscita. Portando il discorso alle estreme conseguenze bisognerebbe cambiare lavoro per essere creativi solo nel tempo libero. Ma senza sentirsi obbligati. Che stress, ragazzi!!! Ciao Federico