ANTICHITÀ: si può scrivere all’infinito sul valore delle biblioteche nel passato. Ad evocarlo, bastano forse i gesti simmetrici di Connery-Guglielmo da Baskerville che scappa dal rogo della biblioteca del convento portandosi via una bracciata di libri. Fa la stessa cosa con le pergamene Ipazia, in Agorà. Bene… e da noi, nel presente?
DENARI: in Italia gli investimenti pubblici per le 46 biblioteche statali sono passati, dal 2005 al 2009, da 30 a 17 milioni di euro.
DOMANDE: in un recente, accorato appello pubblicato sul blog di Minimum Fax, alcuni quesiti sulla condizione e sui finanziamenti delle biblioteche italiane. Per esempio: “e perché i soldi che la Biblioteca Nazionale ha in dotazione sono un milione e trecentomila euro l’anno mentre, sempre per dire, alla British Library – pur con i tagli di Cameron – lo stato dà l’equivalente di 150 milioni di euro l’anno e alla Bibliotèque Nationale de France – pur con i tagli di Sarkozy – 200 milioni di euro l’anno?”
INGHILTERRA: è tutto un altro mondo, a cominciare dagli orari. E dagli scaffali aperti. Ma non solo. Lo racconta una ricercatrice italiana, Anna Pegoretti: la British Library è una casa editrice, un centro di sviluppo di startup e organizza incontri su come scrivere un business plan. «Che c’entra una biblioteca con tutto questo? C’entra. Perché lì c’è la world’s knowledge, come recita il loro slogan»
PUBLIC LIBRARIES AMERICANE: il cuore delle comunità, un pezzetto di stato sociale, un elemento fondamentale del welfare. Lo spiega il sole 24Ore con un articolo intitolato Homeless in biblioteca. Il clima amichevole è evocato da questo video un po’ naif ma tenero della Biblioteca di Salt Lake City.
QUATTRO PROPOSTE buone e giuste: le fa Stefano Parise, presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche.
SINDACI: idealmente rivolto a loro il pamphlet di Antonella Agnoli, che mette in prospettiva i numeri italiani. «Finanziare una biblioteca conviene: nel 2010 gli utenti di Sala Borsa a Bologna sono stati due volte e mezza più degli spettatori delle partite di calcio.»
URCA (!): come (non) organizzare una biblioteca pubblica. Un esilarante articolo di Umberto Eco, scritto nel 1981 e pubblicato in Secondo Diario Minimo. Certo, l’informatica ha cambiato le cose. Ma… ha cambiato proprio tutto?
UTOPIA (?): uscire dalla crisi investendo in cultura e sviluppando la creatività è possibile. Ne abbiamo già parlato anche su NeU, con una serie di clamorosi dati UE.
suggerisco la lettura di Schiffrin, Denaro e parole, a proposito della crisi della carta stampata e del ruolo delle biblioteche (in Francia per esempio) nel sostegno della lettura e dei libri mw
Perle ai porci, Annamaria (o vox clamantis, che è la stessa cosa, più o meno…). Siamo troppo occupati dai taxisti, ora!
– @ Marco W. Grazie! – @ Graziano. NeU ha un buon numero di lettori, diversi dei quali davvero affezionati. Ma oggi, su questa homepage che parla di biblioteche – argomento importantissimo ma non esattamente, e purtroppo, al centro della cronaca attuale – ha registrato quasi mille accessi in poche ore. Forse qualcuno (grazie!) ci ha ripreso, e il deserto non è così deserto. O forse c’è anche voglia di guardare un po’ oltre la contingenza. O forse molte persone si informano sulla condizione delle biblioteche mentre aspettano un taxi.
L’autrice del libro si chiama Agnoli e non Gnoli. g.lunati
@ g.lunati. Grazie per aver segnalato il refuso. Che, per fortuna, riguarda un link, cliccando il quale è possibile risalire al corretto nome dell’autrice. Comunque, correggo subito. Aggiungo che sono felice della segnalazione, indizio di una lettura attenta e non frettolosa: il sogno di chiunque scriva, e specie sul web. 🙂
Perchè mai nessuno pensa alla cultura?
BENEDETTE OBLATE A Firenze un ex convento a 200 metri dalla cupola del Brunelleschi è stato trasformato in una splendida biblioteca comunale, su più piani, che gira intorno ad un chiostro rinascimentale per culminare in una terrazza a loggia coperta che si affaccia sui tetti di Firenze. Quì si possono prendere molti libri in prestito, in consultazione diretta dagli scaffali, andarseli a leggere su una comoda poltrona di Le Corbusier o sbirciarli nel terrazzo accompagnati da un pasticcino e un caffè caldo fornito dall’ottimo bar ristorante al piano. C’è un piano per i bambini con cuscinoni morbidi e allettanti, si possono visionare film e leggere giornali e riviste internazionali, si può avere accesso alla rete con computer della biblioteca o tramite portatili personali. Unica pecca se vi scappa un bisognino fisiologico, allora, come a scuola, dovete chiedere il permesso agli addetti che vi consegneranno la preziosa chiave solo dopo che in cambio avete lasciato un vostro documento di identità. Ma se avete la vescica forte è perfetto!