Bufale sul cervello

Non credete a queste bufale sul cervello – Idee 120

L’emisfero destro creativo? Non è vero. Il fatto che usiamo solo il dieci  per cento del nostro cervello? Una sciocchezza. Compiuti i tre anni di età i giochi neurali sono fatti, e quindi conviene sovrastimolare i bambini piccoli perché diventino più intelligenti? Una frottola. Insomma: le bufale sul cervello esistono.

Fino a una manciata di decenni fa nessuno aveva la più pallida idea di quello che succede nel cervello umano, “il singolo oggetto fisico più complesso dell’universo” secondo il neuroscienziato Gerald Edelman. Adesso i ricercatori cominciano ad averne di più precise, e anche il grande pubblico, cioè tutti noi.
Peccato che si tratti spesso di bufale sul cervello di “tutti noi”, a cui “tutti noi” finiamo per credere: nient’altro che neuro-miti, idee infondate o distorte, diffuse però in tutto il mondo. Che vanno sfatate perché, per esempio, a partire da queste, a scuola si attivano pratiche educative inefficaci. O perché, aggiungo io, sempre a partire da queste si diffondono idee esoteriche, e ugualmente inefficaci, sulla creatività. Qui di seguito vi ricordo tre bufale sul cervello nei quali, con buona probabilità, ci siamo imbattuti tutti quanti.

Bufale sul cervello

Il mito del 10%. Nessuno sa bene com’è nato questo mito sul quale, tra l’altro, si fonda la storia raccontata in Lucy, il film di Luc Besson: quella di una ragazza poco intelligente che, per una serie di motivi che non sto a raccontarvi qui, riesce ad accedere a “tutte” le proprie facoltà cerebrali. Eppure circa una persona su due, insegnanti compresi, crede che questo sia un fatto vero. In realtà l’intero cervello funziona sempre, perfino quando dormiamo. E quando il neuroimaging ci mostra tutte quelle belle isole colorate in campo nero, sta solo evidenziando che esistono tra area e area livelli di attivazione diversi e variabili, secondo i compiti e i momenti.
Questo non significa che il cervello non possa, come ogni altro organo, migliorare le proprie prestazioni attraverso l’esercizio. Anzi: è proprio grazie all’esercizio che i percorsi neurali si consolidano e le facoltà cognitive migliorano.  Questo non succede perché attiviamo aree che non abbiamo mai usato ma, per dirla semplice, perché il cervello è plastico, cioè può modificarsi: più lo facciamo funzionare, più lo aiutiamo a funzionare meglio. Se volete approfondire qui c’è un buon articolo, in italiano. Leggetelo, e poi depennate l’idea del 10% dal vostro elenco di bufale sul cervello.

Bufale sul cervello

II mito dell’emisfero razionale e dell’emisfero creativo. Su NeU ne abbiamo già parlato un bel po’ di tempo fa, ma vale la pena di riprendere l’argomento. È vero che i due emisferi non sono uno la replica dell’altro e che certe funzioni sono lateralizzate (per esempio, il linguaggio fa capo all’emisfero sinistro, mentre l’emisfero destro è più implicato nei processi emozionali). Ma è anche vero che i due emisferi cooperano costantemente e si scambiano informazioni attraverso il corpo calloso che li unisce (il corpo calloso è “il George Washington Bridge del cervello”, come dice il dottor House).
Il lavoro creativo stesso, di qualsiasi tipo sia, coinvolge ragione, emozione, riflessione, memoria, sensi, linguaggio: insomma, l’intero apparato, con tutte le sue risorse e i suoi strumenti. Perché, allora, tra le bufale sul cervello, questa sembra la più diffusa?
Possiamo considerarla una metafora vivida che rappresenta due diversi modi di pensare, ma nulla più. Dunque, non credete a quelli (e sono molti) che vi promettono sistemi miracolosi per “esaltare le facoltà creative del vostro emisfero destro”. Piuttosto, leggete un libro, ascoltate musica, fatevi una passeggiata, dormite: è tutta roba che fa benissimo alla creatività. E a entrambi gli emisferi.

Bufale sul cervello

Il mito dei tre anni: è falso che la maggior parte del potenziale umano si decida nel periodo da zero a tre anni, e che a partire da allora la traiettoria dello sviluppo cognitivo sia già ampiamente stabilita. Questa, tra le bufale sul cervello, è la più pericolosa, perché sembra implicare una rinuncia a educare i ragazzini.
È invece vero che, dalla primissima infanzia all’età adulta, ci sono momenti specifici in cui certe parti del sistema neurale si sviluppano. Ed è vero che bambini svantaggiati da piccolissimi poi hanno maggiori difficoltà di apprendimento. Ma non è vero che queste siano sempre irreversibili, e non è vero che, al contrario, sovrastimolare bambini piccolissimi li renda più intelligenti. Lasciateli giocare, invece, che è meglio.

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Idee 21: quanto lavora il cervello che sogna 

3 risposte

  1. Aggiungo che il cervello è un organo molto delicato e il surriscaldamento è un problema fondamentale.
    Quindi è vero, usiamo una percentuale ridotta delle connessioni neurali in ogni dato momento – e per fortuna!
    Se usassimo “il 100%” del cervello in un dato momento probabilmente si surriscalderebbe e addio.

    (cit. needed, ma da qualche parte si dovrebbero trovare supporti alla teoria)

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