cervello

Cervello. Il prossimo universo da scoprire – Idee 89

Girovagando in rete ho trovato un post divertente e in italiano che elenca 101 curiosità sul cervello. “Divertente, in italiano, cervello” mi sembrano tre buoni motivi per riproporvelo.
Sono più dei due che mi porterebbero a non farlo: il primo riguarda le poche fonti citate (e un link a una fonte non costa niente e permette a chiunque lo voglia di approfondire o verificare. Dunque, perché non metterlo?).
Il secondo riguarda l’impiego dei termini “mente” e “cervello” come intercambiabili nelle righe introduttive. Un post sul sito della Treccani ci dice che da un punto di vista lessicale i termini cervello e mente sono considerati quasi sinonimi. Eppure, se il significato del primo è immediatamente individuabile nell’organo fisico posto nella cavità cranica, la parola mente manca di un correlato oggettivo univoco e si riferisce all’insieme delle attività cognitive di ogni essere vivente.
Ho smesso di usare “cervello” e “mente” come sinonimi dopo essermi imbattuta per la prima volta alcuni anni fa in un lungo, affascinante discorso su mente, cervello e anima, sugli intrecci che uniscono l’entità materiale e le due immateriali e su ciò che le separa, grazie a un bel libro di Edoardo Boncinelli intitolato, appunto Il cervello, la mente e l’anima.

Il punto 15 dei 101 parla del cervello di Einstein: in realtà, nemmeno “uguale a tutti gli altri” ma un po’ sottodimensionato rispetto alla media. E, però, “sorprendentemente paffuto”. Non tutti sanno che è stato rubato, tenuto per oltre vent’anni nascosto in due barattoli e, finalmente, restituito agli scienziati. Se volete saperne di più (questa è una di quelle storie vere che superano qualsiasi fiction) leggetevi questo articolo di Elena Dusi.

Intanto, a febbraio di quest’anno Obama ha annunciato che gli Usa stanno mettendo a punto un piano per mappare l’attività cerebrale: un progetto ambizioso quanto l’Apollo Program di Kennedy. Sembrava che i repubblicani potessero mettere i bastoni tra le ruote (avventurarsi nel cervello non è meno costoso che avventurarsi nello spazio) e invece no, ad aprile il Brain Activity Map Project (BAM per gli amici) è stato effettivamente varato.
Anche l’Europa si sta dando da fare con lo Human Brain Project e un finanziamento da oltre un miliardo di euro in dieci anni. Questo video vi dice di che si tratta.
Insomma: se fossi uno studente talentuoso che ha appena finito il liceo e deve scegliere oggi che cosa fare del proprio futuro, farei un pensierino sulle neuroscienze, la bioingegneria e tutte le discipline collegate.

6 risposte

  1. il cervello è lo strumento di un essere vivente nel quale avviene l’incontro delle molecole che creano, l’eiaculazione prima viene elaborata nel cervello e poi trasmesso agli organi esecutori.Nel cervello di Einstein questo avvenne e avviene in tutti i cervelli, cervelli forti e cervelli deboli.Il mio cervello ha scoperto come fanno le ascospore a portarsi sulla vegetazione per parassitizzarla. Elaborando un sistema di produrre uva biologica senza trattare con veleni e pesticidi.

  2. L’amica Ornella Pesenti segnala tramite Facebook un interessante articolo neuroscientifico (in realtà una recensione ) del Guardian

    http://ow.ly/nerJb

    Oltre a rinviare ovviamente al percorso proposto da Nuovo e Utile (chissà i filologi del futuro come dipaneranno le fitte trame delle nostre condivisioni) ho commentato evidenziando l’approccio fortemente critico dell’articolo nei confronti di quella che potremmo definire come “vulgata delle neuroscienze.” Mi permetto di riprendere ed ampliare qui la mia noticina:

    Abbiamo una scienza quasi tutta da plasmare, e forse la più affascinante, e già dobbiamo affannarci a deprecarne le semplificazioni fuorvianti e a guardarci da “Neuromania”, “neurohubris” “neurohype” “neuro-bollocks” e chissà cosa altro. Grande paradosso della diffusione della cultura, che crea uno spazio libero, accanto alla scienza faticosamente coltivata nella sua forma più pura, anche alle interpretazioni meno rigorose di una dottrina vincente o magari solo promettente. Pericolo della divulgazione? Banalizzazione fomentata dalla Rete? Rischi forse connaturati a un “concetto di cultura” – giusto per rinviare a un altro tema mica tanto impegnativo proposto da questo sito – tipico della nostra epoca, che per sua fortuna non accetta di confinare la conoscenza negli ambiti ristretti degli studiosi di professione, ma poi paventa i pericoli determinati dalla sua apertura al “grande pubblico.” Una soluzione deve esserci, o meglio sta a noi trovarla, ovvio. Intanto facciamo nostro l’invito ai giovani “neo maturati” a dedicarsi in tanti e sul serio allo studio delle neuroscienze; se poi qualcuno di loro riterrà un giorno che sia giunto il tempo di mettere mano a una Summa Neuroscientifica per pagani con tanto di imprimatur epistemologico io ne sarò, dal mondo dei più, appassionato lettore.

  3. Mi viene in mente il ciclo delle fondazioni di Isaac Asimov…dove alcuni uomini hanno affinato “l’arte della mentalica”, riuscendo a comunicare tra loro trascendendo l’uso della parola. Trasmettendo pensieri ed emozioni semplicemente con una sorta di proiezione. A volte Asimov ci ha azzeccato nelle sue predizioni 🙂

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