Sfumature di colore

Sfumature di colore: sapete coglierle? – Idee 131

È sempre questione di sfumature. Qualche giorno fa succede che, in agenzia, ci ritroviamo a discutere di scale di grigio. “Questi due grigi sono praticamente uguali!”, dice il cliente. “Ma no, guarda bene, sono diversissimi”, dice l’art director, squadernando tutto il campionario delle prove a conferma, catalogo Pantone in primis.
In realtà, so che i grigi sono effettivamente diversi. Ma so due altre cose: non è facile cogliere le sfumature se non si attiva un’attenzione specifica. E, soprattutto, non tutti colgono le sfumature alla stessa maniera.
Il vantaggio è che da tutto ciò nasce questo articolo.

Quante sfumature di grigio? La cultura mitteleuropea ha ben 114 termini per distinguere le sfumature di grigio, quella Maori ne ha uno, scrive Paola Santagostino ne Il colore in casa.
Ora, e lasciando perdere il fortunato best seller pornosoft pubblicato nel 2011: quante sfumature di grigio riusciamo effettivamente a vedere con i nostri occhi? Focus dice che possiamo percepirne una trentina.
Qui ci sono cinquanta sfumature chiaramente distinguibili, con tanto di codice Pantone, ma secondo me l’autrice bara un po’: da qualche parte, mi sembra, andiamo sul verde oliva, da qualche altra sul tortora (e le tortore si distinguono dai piccioni anche perché, suvvia, non sono grigie). Meglio l’intera, onestissima scala del cool grey Pantone. E sì, le varianti sono proprio 50. Mi viene il dubbio che l’autrice del fortunato best seller, per ispirarsi, oltre che nei negozietti a luci rosse del quartiere sia passata anche dal colorificio sotto casa.

Cogliere le sfumature

Sapete distinguere le sfumature? Se siete convinti di saper distinguere le sfumature, mettetevi alla prova con l’Online Color Challenge di Pantone. Occhio (qui è proprio il caso di dirlo)! È assai meno facile di quel che sembra. Piccolo trucco: ricostruite le scale e poi osservate il risultato sia da vicino, sia allontanandovi dallo schermo.

Ombre e sfumature. In inglese, shade significa sia “sfumatura” sia “ombra”. Se volete capire la differenza tra shade e shadow, leggete qui. In effetti tutti i colori hanno intensità e sfumature diverse in differenti condizioni di luce. È l’illusione ottica dell’ombra: scoprite a questa pagina come funziona.

Costanza del colore. È il vostro magnifico cervello a fare tutte le elaborazioni necessarie a correggere la percezione del colore nelle diverse condizioni di luce, e a farvi capire che il vostro maglione verde preferito resta dello stesso verde nella luce fredda di un giorno di pioggia e nella luce dorata di uno splendido tramonto. Il fenomeno si chiama costanza del colore.

Sembrano diversi, sono uguali. A causa della percezione della costanza del colore (le tavole pubblicate sul New York Times lo mostrano benissimo) si è scatenato qualche tempo fa il dibattito virale sul colore del vestito bianco e oro o nero e blu. Un’illusione ottica ancora più sorprendente è a questa pagina: per coglierne l’intensità vi basta appoggiare un dito sullo schermo.

Cogliere le sfumature

Il colore non esiste. O meglio: il colore è il modo in cui l’occhio percepisce la diversa frequenza delle onde luminose: questo video di tre minuti vi spiega quel che succede. Ma non è tutto: la percezione del colore cambia…

Sfumature al femminile. Sembra accertato, e lo racconta National Geoghaphic: le donne percepiscono mediamente meglio degli uomini le sfumature di colore, specie quelle al centro dello spettro (verde, giallo e blu). In compenso, gli uomini hanno mediamente una migliore percezione del movimento. È anche più facile che gli uomini soffrano di daltonismo, infrequente nelle donne. Ma ora, grazie a occhiali speciali, anche le persone daltoniche possono vedere i colori.

Quanti colori può vedere l’occhio umano? Circa un milione di diverse sfumature. Volete sapere quante sfumature di colore vedete voi? Provate a fare questo test (cliccate sull’immagine per ingrandirla).

Le foto (dettagli) che illustrano questo articolo sono di Kim Keever. Se vi è piaciuto questo articolo potreste leggere anche:
Idee 117: di ogni colore
Idee 20: sinestesia, una passeggiata tra colori e suoni

15 risposte

  1. Se non ricodo male il grigio, come il nero e il bianco, è definito acromatico.
    Per croma (o saturazione) si intende l’intensità del colore che restituisce il grado di “pienezza” di una tinta (es. sbiadita piuttosto che intensa).
    Ma anche il grigio può essere più “sbiadito” o più “intenso” …

    Curiosità: variando la temperatura della “luce ambiente” con differenti lampade (5500 °Kelvin è quella della luce solare), la differenza dei due grigi sarebbe stata percepita meglio anche dal vostro cliente?

    Scusandomi per eventuali inesattezze riportate sopra, propongo un esercizio molto semplice, alla portata di tutti e fattibile in Word, PowerPoint, Photoshop, altro (anche con fogli e cartoncini):

    1. Fase 1:
    o Preparate una pagina a sfondo bianco.
    o disegnate un cerchio al centro della pagina.
    o riempite il cerchio di un grigio “medio”.
    o osservate il contrasto cerchio-grigio/sfondo-bianco.

    2. Fase 2:
    o Riutilizzate il cerchio precedente o createne uno nuovo uguale, con il medesimo grigio “medio”.
    o Cambiate lo sfondo da bianco a nero.
    o Osservate il contrasto cerchio-grigio/sfondo-nero.

    3. Fase 3:
    o Confrontate i dei due cerchi con i rispettivi sfondi bianco/nero.
    o Vedete ancora due cerchi con “grigio “medio” o vedete un cerchio con un grigio “chiaro” ed un cerchio con un grigio “scuro”?

    PS: potete ripetere l’esercizio sostituendo il cerchio grande con tanti cerchi più piccoli.

  2. L’aspetto tonale dell’esperienza visiva è composta da tinta, saturazione, luminosità. La tinta, quella che chiamiamo genericamente colore, è data dall’eccitazione delle cellule dette coni, i quali sono sensibili a tre aree differenti dello spettro. La luminosità appartiene alla dimensione bianco-nero e deriva dall’eccitazione delle cellule dette bastoncelli. Quando si passa dalla sensazione alla percezione, cioè dagli organi di senso al cervello, è quest’ultimo che elabora e compone le informazioni multiple sul fenomeno colore. La saturazione è un valore duale, somma della tinta e della luminosità. Quando coni e bastoncelli sono quasi totalmente eccitati oppure lo sono minimamente, abbiamo gli “intorni ” bianchi o gli “intorni” neri (secondo la terminologia del Sistema Munsell, che ha compiuto cento anni lo scorso anno ma proprio non li dimostra. Per parlare di grigi e di scala di grigi dovemmo avere assenza di tristimolo dei coni, quindi assenza di tinta, e avere invece solo luminosità, dal nero totale al bianco totale.
    Le cinquanta sfumature di Mark Catley sono degli intorni, anzi, gran parte di essi sono tinte attenuate chiare o scure con una forte dominante di croma che nulla hanno a che fare coi grigi. La stessa scala cool grey Pantone presenta, tranne che per i cool grey 1 e 3, una leggera dominante polare visibile (tramite il monitor rgb) da un occhio allenato.
    C’è da aggiungere che lo spettro visibile dato dalla luce solare è molto più ampio di quello riproducibile in rgb coi monitor e che ancora più influenti nella sensazione e percezione dei colori sono il contrasto simultaneo (complementarietà, saturazione, quantità, chiarezza, caldo-freddo), il contrasto successivo (fondo neutro o colorato), la diffusione e la dimensione.

    I primi termocolorimetri tristimolo e gli spettrofotometri industriali, costosissimi, di una trentina di anni fa, avevano una precisione inferiore a quella dell’occhio allenato. Per poter fare la comparazione di due colori molto simili (delta <3) occorre avere una buona fonte luminosa senza dominanti e un periodo di adattamento di circa 10 minuti, per prima cosa si cerca di determinare la tinta –anche se presenta un valore minimo– poi la luminosità (chi volesse provare può farlo proprio con i 50 shades of grey pantone: di che colore sono?).
    Da tutto questo un invito: non discutere di colore, e innanzitutto di grigio, col cliente. Normalmente non ne capisce nulla.
    Piccolo vanto: online color challenge: 54", zero errori per le 4 transizioni.

    1. Grazie Emanuela !

      Sarebbe bello identificare le varie sfumature Pantone della Rabbia e della Infelicità e ricoprirlo con diversi strati di Pantone della Serenità …
      In questo modo anche il grigio che ci avvolge sempre più potrebbe assumere nuove sfumature.

    2. Grazie! Un ottimo articolo. Mentre Munsell o NCS hanno una base scientifica e gli intervalli fra i colori campionati sono uniformi, il sistema Pantone nasce da esigenze tipografiche. All’inizio la composizione dei colori campione era basata sul peso e sulla percentuale di pigmento primario, nonché sulla densità dei retini cmyk della sintesi sottrattiva, con il risultato di salti cromatici irregolari e di una gamma di colori limitata agli intensi.
      Le numerose mazzette campione Pantone continuano ad ignorare gli intorni, i molto chiari e i molto scuri, cioè i più difficili da riprodurre e valutare. Interessanti invece la scala dei grigi e le puntuali ricerche sulle tendenze cromatiche.
      I colori RAL costituiscono una gamma molto povera e ancora più limitata di tinte, normalmente facenti riferimento a norme ISO e a standard industriali o per la segnaletica e l’identificazione, ad esempio, di condutture. La rispondenza delle mazzette e delle vernici è normalmente eccellente, cosa che non si può dire di quelle Pantone, anche se ben conservate. Chi ricorda le carte colorate 50×70 del sistema Pantone sa bene che ogni partita, e spesso ogni foglio, erano visibilmente diverse una dall’altra.
      Per chi, come me, ha studiato il colore con i mezzi allora esistenti, cioè il bianco e nero, la disponibilità di programmi come https://color.adobe.com/it o http://paletton.com è una manna dal cielo.

  3. NERO:
    #000000
    R=0 G=0 B=0
    Opacità 50%

    Impostando questi valori all’occhio appare un grigio.
    Quanto sopra deve quindi essere definito:
    – NERO Opaco ?
    – GRIGIO ?
    – Entrambi ?

    Per risalire al GRIGIO corrispondente nei vari sistemi (PANTONE; Munsell, RAL, ecc) dovremo effettuare quindi un confronto visivo dal vero con i diversi GRIGI delle rispettive mazzette ?

    PS: probabilmente il valore del GRIGIO relativo al NERO-50% che ho preso ad esempio è un valore ampiamente conosciuto e riportato sulle varie mazzette.
    Proprio questa mattina l’ho trovato in un manuale di immagine coordinata.

    1. Gli spettri cromatici riproducibili in sintesi sottrattiva coi pigmenti degli inchiostri da stampa o quelli ottenibili con la sintesi additiva dei pixel dei monitor sono molto, ma molto meno estesi di quello percepibile dall’occhio umano.
      Quindi il nero, in colore pieno e piatto, risulterà sempre un intorno-nero e mai un nero assoluto. Proprio le tinte prossime al nero o al bianco sono le più difficili da identificare, e l’esempio delle cinquanta sfumature ne è un esempio. (Fatto da un grafico ignorante ma col senso del commercio).
      Dato che i bastoncelli sono sensibili anche a un solo fotone, la possibilità di vedere (quindi di non vedere) il nero ma-proprio-nero è alquanto improbabile. Dato l’inquinamento luminoso e l’invadenza dell’illuminazione artificiale notturna, è sempre più complesso ottenere il buio artificiale.
      È dal passaggio dalla sensazione (dall’occhio al cervello) alla percezione (dal cervello alla coscienza), dal contrasto fra il colore in esame e il contesto, che quel nero molto approssimativo viene identificato come tale.
      Se prendi i neri di diverse mazzette, ritagli di stampe, campioni di vernici ecc. e li confronti, vedrai diffondersi da essi quel misteriosissimo oggetto analizzato scientificamente per primo da Alhazen che è l’arcobaleno.

  4. Your score: 14
    Gender: Female
    Age range: 30-39
    Best score for your gender and age range: 0
    Highest score for your gender and age range: 1520

    Non capisco. Immagino che sia abbastanza buono, vero?

    1. Ciao Eleonora.
      sì, è buono, direi: 0 indica una perfetta percezione del colore, 99 una bassa percezione del colore.

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