Domenico Rucano Riace inevid

Domenico Lucano, i migranti e la forza delle piccole soluzioni

È davvero emblematico il caso di Domenico Lucano, ignoto in Italia e  ripetutamente celebrato all’estero per la sua coraggiosa scelta  di integrare i migranti nel paesino di Riace, di cui è sindaco.
Ma, si sa, nessuno è profeta in patria. Specie se si tratta di una patria dedita a coltivare il potente, conveniente, autoassolutorio (e deleterio) sport che Claudio Magris definisce “disfattismo all’italiana”.

UN MODELLO DI INTEGRAZIONE STUDIATO NEL MONDO. Di Domenico Lucano parla Massimo Gramellini sulla Stampa, e per una volta non linko l’articolo ma vi trascrivo il testo intero: per il settimanale americano «Fortune» c’è un solo italiano nella lista delle personalità che stanno cambiando il pianeta. Come è ovvio il suo nome comincia per M, ma inopinatamente si tratta di un Mimmo. Mimmo Lucano, detto U Curdu. Quando ne divenne sindaco, Riace era un paesino esausto della Locride abitato da quattrocento anziani a cui avevano tolto tutto, persino i Bronzi. Ma un giorno sbarcò un veliero di curdi e il sindaco ebbe l’idea balzana di ospitarli nelle case abbandonate del centro.
Dopo 15 anni di cura-Mimmo, oggi Riace si ritrova duemila residenti, un quarto dei quali sono stranieri che hanno riaperto le botteghe artigiane di tessuti e ceramiche. Un modello di integrazione studiato in tutto il mondo.

IL SILENZIO DELLA POLITICA. In Rete i connazionali di Mimmo hanno salutato il riconoscimento internazionale con la generosità consueta. I più moderati gli rinfacciano di avere confezionato il miracolo grazie ai soldi pubblici (avrebbe fatto meglio a sperperarli come certi suoi colleghi?).
Altri sostengono che il plauso di «Fortune» è la prova di un complotto mondialista per garantirsi manodopera a basso costo a spese della popolazione locale (che a Riace era emigrata ben prima dell’arrivo dei profughi). Ma la reazione più appassionante è stata quella della politica. Silenzio assoluto, tranne Boldrini. Dagli altri Palazzi nemmeno un tweet.
Anche il governatore della Calabria ha ritenuto più educato tacere. E non solo ieri. E non solo lui. Perché in questo Paese che spende miliardi in consulenze di ogni risma, nessuno si è mai degnato di chiedere un parere sul problema degli immigrati all’unico che parrebbe averlo risolto.

Wim Wenders a Riace durante le riprese del Volo

IL DOCUMENTARIO DI WIM WENDERS. Della segnalazione di Fortune parla anche il Sole24Ore, ricordando che proprio a Riace, e attorno all’esperienza di Domenico Lucano, Wim Wenders ha girato il documentario Il volo. Presentandolo a Berlino, Wenders dichiara che in Calabria cadono muri ancora più importanti di quello abbattuto 27 anni fa in Germania.
Ma il Sole non ricorda un altro fatto notevole: già nel 2010 Domenico Lucano, per la sua apertura ai migranti, arriva terzo al World Mayor Prize, che premia i migliori sindaci del mondo per la visione, la passione e la competenza grazie alla quale rendono le proprie città posti incredibili in cui abitare e lavorare, o da visitare.
Se ne accorge, già nel 2011, la BBC (ma non la Rai). E la BBC scrive che Lucano è riuscito simultaneamente a creare lavoro, fermare un esodo di massa dal suo paesino e trovare una soluzione al controverso problema dei richiedenti asilo.
Beh, è quello che la politica dovrebbe saper fare, no?

“UN PO’ TROPPO PER UN SINDACO DI PROVINCIA”? Anche nel 2015 Domenico Lucano ottiene un riconoscimento all’estero: riceve il premio della Fondazione per la libertà e i diritti umani di Berna. Nel nostro paese, e in tempi in cui in ogni telegiornale, in ogni talk show, per radio e in rete la discussione sui migranti è accesissima (e, purtroppo, segnata da una quantità di idee bizzarre e pareri a capocchia) di questo fatto parla solo una singola testata locale.
Invece il giornalista che finalmente a fine marzo 2016, e solo per via della segnalazione di Fortune, realizza un servizio Rai su Riace non riesce ad astenersi dal commentare che il riconoscimento è “forse un po’ troppo per un sindaco di provincia”.
Santa polenta. Al 41esimo posto nella lista di Fortune, subito dopo Domenico Lucano, c’è Melinda Gates. Al secondo posto c’è Angela Merkel. Al quarto c’è papa Francesco. Al quattordicesimo c’è Bono Vox. Per una volta, non potremmo capire quanto è meraviglioso che un bravo funzionario pubblico italiano, capace di inventarsi con buonsenso e dedizione un modello di sviluppo interessante ed efficace, riceva un inatteso riconoscimento internazionale, alla faccia dei convegni, degli esperti, degli addetti ai lavori, dei polemisti da talk show, dei malavitosi?

PICCOLE SOLUZIONI SEMPLICI. Il Pentagono sostiene che la crisi dei migranti rappresenta “un enorme problema” e che dovremo farci i conti per i prossimi vent’anni. Ho il sospetto che il problema sia talmente intricato e gigantesco da non poter essere risolto grazie a una singola soluzione che sia grande e complessa abbastanza.
Forse, invece, il modo giusto per affrontarlo è predisporre tante piccole soluzioni parziali, ma semplici ed efficaci. Vista in questa prospettiva, i risultati ottenuti a Riace e segnalati da Fortune acquistano un nuovo rilievo.
Scrivo di tutto questo per tre motivi. Il primo è che si tratta di una storia di problemi e soluzioni, e NeU parla spesso di questi temi. Il secondo è che si tratta di una bella storia italiana, e di belle storie e di esempi virtuosi c’è bisogno. Il terzo motivo è che, come rileva Gramellini, e anche in rete, dell’esperimento di Riace in Italia si è parlato davvero troppo poco, e male. Beh, questo è il contributo di NeU. Se vi va, fate girare.

Una versione più breve esce anche su internazionale.it. Questo articolo è il primo di una serie dedicata alle buone notizie. Se l’argomento, come mi auguro, vi interessa, potete leggere anche:
Buone notizie e cattive strategie di pensiero

15 risposte

  1. Sono venuta a conoscenza dell’opera virtuosa del sindaco di Riace già un anno fa, perché vivo a Marsiglia e faccio parte dell’associazione organizzatrice del festival “Film Femmes Méditerranée” , che l’anno scorso ha invitato i realizzatori del documentario “un village en calabre” – Shu Aiello e Catherine Catella , insieme al sindaco stesso , per parlare di questa esperienza toccante ed esemplare. Chissà se vivendo in italia l’avrei saputo ugualmente…

  2. Grazie, Annamaria. Conoscevo un pochino questa eccellenza, tu l’hai circostranziata alla perfezione.

    La condivido in tutte le situazioni che conosco *_*

  3. Mi domando come mai Bruno Vespa che sta sempre “sul pezzo” invece di invitare Salvatore Riina non abbia invitato Domenico Lucano…….Sarebbe da chiederglielo!!
    Quando il Lucano non è …amaro

  4. Conoscevo la storia -esemplare- ma ti ringrazio
    per averla ricordata e arricchita di particolari inediti.

  5. E tanto per tenerci questo tesoro, nascosto tutto per noi (nel senso che il resto del mondo lo conosce tranne noi) il film che aveva prodotto la Rai con Beppe Fiorello che verrà trasmesso. Evviva! Campioni di meritocrazia..

  6. Condivido l’articolo, vivo da quelle parti e conosco la realtà di RIACE. Grande esempio di civiltà e di positività. Dissento solamente e totalmente da una informazione errata contenuta nell’articolo, che riguarda il presidente della regione Calabria, Oliverio. Il quale, contrariamente a quanto si afferma nel testo. È stato sempre vicino ed ha solidarizzato con Lucano in ogni occasione. Da ultimo, qualche settimana ha tenuto insieme a Lucano una conferenza stampa a difesa di Lucano, per gli attacchi ricevuti da Salvini. Anche adesso, in questa circostanza. Ha dichiarato ufficialmente che: non conosco le carte processuali, ma conosco Lucano come persona onesta e per bene, e dice di essergli vicino. Perché questa affermazione errata circa il silenzio di Oliverio. Quando addirittura Oliverio ha sostenuto RIACE anche con fondi regionali, quando i fondi nazionali son venuti meno. Infornatevi bene prima di fare certe affermazioni errate.

  7. Gentile Teodoro,
    questo articolo cita testualmente (parole in corsivo) un passo di Massimo Gramellini. Ed è stato pubblicato (c’è sotto la data, e la può vedere) nel lontano 2016.

    Ha valore oggi proprio perché è uscito in un periodo in cui, di Mimmo Lucano, si parlava assai di più all’estero che in Italia, e ovviamente fa riferimento a quei momenti.

    Se cerco con Google “Oliverio + Domenico Lucano” nel periodo che va dal primo gennaio al 4 aprile 2016, giorno di uscita dell’articolo, trovo questo:
    https://www.repubblica.it/cronaca/2016/03/30/news/il_sindaco_calabrese_tra_i_potenti_della_terra-136548526/

    Le scrivo specificando tutto ciò senza nessuna intenzione polemica, felice che Lucano trovi appoggio anche in Regione, e giusto perché lei mi invita in modo assai diretto a “informarmi bene prima di fare affermazioni errate”.
    Un saluto cordiale, at

  8. Ho avuto modo di seguire tutta la vicenda e di conoscere personalmente Mimmo Lucano e ancora non riesco a spiegarmi come sia stato possibile ignorarlo, boicottarlo, arrestarlo ingiustamente e perfino mandarlo a processo. Ma Riace non si arresta con buonapace della politica Italiana.

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