futuro robotizzato

Un futuro robotizzato è ormai prossimo. Siamo pronti? – Idee 156

Il futuro robotizzato continua a sembrarci roba da film di fantascienza. Eppure.
Oggi c’è un robot giapponese che scrive romanzi. O meglio: un robot co-autore, insieme a un essere umano, di un romanzo che riesce a entrare nella selezione di un concorso letterario, anche se non ce la fa a vincere perché “la storia è ben strutturata ma descrizione dei caratteri dei personaggi è migliorabile”.

Il romanzo si intitola Il giorno in cui un computer scrive un romanzo. È un dettaglio gustoso, che da una parte suggerisce l’origine algoritmica del risultato, ma dall’altra – proprio per la sua autoriale autoreferenzialità – lo rende ancora più “umano”.
A raccontare questa storia è il Los Angeles Times. Si tratta della medesima testata che pubblica per prima, il 24 marzo 2014, un pezzo interamente scritto da un robot: la cronaca un terremoto. Il robot non solo recupera tutti i dati e li mette assieme in un testo plausibile, ma riesce a pubblicare la notizia sul sito del quotidiano a tre soli minuti dal verificarsi dell’evento.
In futuro, l’intelligenza artificiale potrebbe non essere relegata solo a ruoli di assistenza personale o elaborazione dati: potrebbe anche produrre arte, commenta lo Smithsonian, sottolineando il fatto che scrivere un romanzo è qualcosa di strutturalmente diverso dal risolvere quesiti che hanno risposte (o problemi che hanno soluzioni). Anche se si tratta di problemi intricatissimi, come quelli di recente affrontati da AlphaGo per sconfiggere Lee Se-dol, il campione mondiale del gioco del Go.

ROBOT PIÙ UMANI. IN TUTTI I SENSI. Alla rapida e stupefacente umanizzazione delle prestazioni dei robot in termini di versatilità e complessità si affianca un’altrettanto stupefacente umanizzazione in termini di aspetto. Guardatevi, per esempio, le espressioni di un prodotto della Hanson Robotics, Sofia, nel video che vedete qui sotto. Osservatelo senza dimenticare che, poiché nella nostra percezione di interlocutori una espressione facciale altrui esprime uno stato d’animo, per scegliere le espressioni “giuste” Sofia deve essere in grado, se non di provare l’emozione, almeno di scegliere di volta in volta le espressioni più appropriate. Cioè quelle che produrrebbe se provasse emozioni.

Il mercato della robotica conoscerà a breve un boom senza precedenti. La data prevista è il 2020,
scrive la Repubblica. E i robot non saranno solo nelle fabbriche, ma entreranno nelle case.

UN FUTURO ROBOTIZZATO. La prospettiva di vivere in un futuro robotizzato potrebbe esaltarci. O terrorizzarci. Dovrebbe, in ogni caso, scatenare un acceso dibattito a livello globale. O, almeno, dovrebbe riempirci di curiosità. Invece le notizie riguardanti i robot continuano a restare, mi sembra, confinate alle pagine e ai canali di tecnologia.
Ogni tanto, l’interesse collettivo si accende attorno a un fatto suggestivo, e poi torna a spegnersi. Francamente, non so se questo succede perché non riusciamo a renderci conto dell’enormità del cambiamento. O perché stiamo rimuovendo il problema. O perché ci illudiamo che il problema medesimo si risolverà da solo. O perché pensiamo che sia troppo complesso da affrontare.

Tra i tecno-entusiasti c’è Paul Mason, l’autore di Postcapitalismo, una guida al nostro futuro. Mason sostiene che l’intelligenza artificiale farà saltare l’intero sistema economico oggi basato su capitale e lavoro. Che la rivoluzione dell’informazione produrrà abbondanza e prodotti gratis. Che, poiché l’avvento dei robot cancellerà il 47 per cento dei posti di lavoro nel giro di vent’anni, nel lungo termine i salari spariranno e verremo pagati in servizi. Ma sarà necessario prevedere un periodo di transizione, con un reddito di cittadinanza universale garantito dallo stato.
Mason aggiunge che la sinistra politica non sta capendo nulla di quanto sta succedendo. Su questo almeno ci sono pochi dubbi.

CINQUE DOMANDE SU UN FUTURO ROBOTIZZATO. A me, che comunque dai robot sono più incuriosita che spaventata e sogno un’auto che si guida da sola, continua tuttavia a frullare in testa una lunga serie di domande. Qui sotto vi elenco le prime cinque.

1) A proposito di perdita di posti di lavoro: siamo certi che l’opinione pubblica e gli stati siano pronti ad adottare serenamente l’idea di un salario universale? Se questo non fosse vero, qual è il Piano B?
E comunque…
2) …se i lavori ripetitivi andranno ai robot, non varrebbe la pena di cominciare subito a proteggere e a valorizzare il lavoro intellettuale e creativo invece che svenderlo (anche in rete) come si sta facendo adesso?
Però…
3) …in una società robotizzata avremo abbastanza lavori qualificati da far svolgere agli esseri umani? Nella Cina manifatturiera (e progressivamente robotizzata) questo è un problema di adesso. Del resto, il Nobel Paul Krugman già nel 2011 scrive che “andare all’università non offre più la garanzia automatica di ottenere un buon lavoro”.
Oltretutto…
4) …nel futuro robotizzato non vivranno i nostri pronipoti, ma i ragazzini che oggi vanno in prima elementare. Tra qualche anno avranno insegnanti-robot? E che cosa è opportuno insegnare ai ragazzini, di nuovo o di antico? A comporre stringhe di codice e a interagire con le macchine? A gestire grandi quantità di tempo libero senza uscire di testa? A capire che cosa rende “umano” un essere umano? A conoscere la Storia e ad apprezzare la poesia? A non fare la guerra?
E, a proposito di guerra…
5) … alcuni signori non qualunque come Noam Chomsky, Stephen Hawking, Steve Wozniak e Elon Musk si dichiarano preoccupati per il proliferare di armi guidate dall’intelligenza artificiale, per la loro possibile diffusione sul mercato nero e per il fatto che possano finire nelle mani dei terroristi, accrescendo enormemente l’instabilità globale.

Di fatto, le prospettive aperte dalla diffusione dei robot e il prossimo futuro robotizzato nel quale ci troveremo a vivere sono intricate e in larga parte inesplorate: appunto, varrebbe la pena di discuterne.

13 risposte

  1. come al solito il tema trattato è molto interessante, e il punto di vista acuto e lungimirante.
    Complimenti!

    Ho solo un paio di considerazioni su alcuni concetti.
    Non sono sicuro sulle tempistiche: il progresso, soprattutto in Italia, non si diffonde mai in maniera esplosiva. Forse il figlio di UNO dei bambini che sono oggi alle elementari conoscerà un insegnante robotico, poi, con calma, forse nel decennio successivo si faranno sperimentazioni, polemiche, reazioni, e alla fine anche i nostri nipotini vivranno la stessa esperienza.
    Questo non toglie che dobbiamo pensare in anticipo ai problemi e alle opportunità di questa trasformazione.

    poi, l’economica moderna è una brutta matrigna: tutti gli ottimisti hanno già pensato che con la rivoluzione industriale avremmo avuto tutti condizioni di vita migliori, più tempo libero; non è stato così.
    Gli stessi ottimisti hanno pensato la stessa cosa per la rivoluzione informatica – smentiti per la seconda volta.

    Posso schierarmi con gli apocalittici e predire invece un futuro di larghissime disoccupazioni e polarizzazioni sociali?
    Chi avrà tempo libero non avrà i mezzi per goderselo nè per evitare di andare fuori di testa.
    Chi invece manterrà l’occupazione dovrà vivere un inferno per non perdere il posto, e gli unici che avranno i mezzi per godersi un sacco di tempo libero saranno i pochissimi appartenenti alla elite irraggiungibile.

  2. Sicuramente più semplice ipotizzare un futuro apocalittico con questi nuovi “attori sociali” che produrranno conflitti di vario tipo:
    – uomo Vs robot
    – uomo Vs uomcostruttoredirobot
    – robot Vs robot
    – ecc.
    Attualmente i robot sostituiscono l’uomo in diverse attività e domani altri robot sostituiranno ulteriori e sempre maggiori forze lavoro.
    In un mondo ideale i robot lavoreranno gratis mentre gli uomini si godranno il loro tempo e le proprie passioni.
    In un mondo reale i robot troveranno ampio spazio in ambito bellico-militare oltre che in molti settori e spazi quotidiani.
    Oggi compriamo pc e tablet, domani compreremo un “amicosempreconnesso” che ci darà ogni risposta in tempo reale, un amico in grado di soddisfare molte delle nostre richieste, dalle più edificanti alle più becere che dovremo ricaricare di tanto in tanto (almeno per i primi “modelli”).
    Potremo farli assemblare e costruire a nostro piacimento, con le nostre stesse sembianze, con quelle di un parente lontano, di altre persone o di un proprio idolo.
    A quel punto potrebbero esserci diversi problemi di Copyright “personale” (inteso come “della propria persona”); immaginiamoci ad esempio un migliaia di robot prodotti in serie con le fattezze di attori o personaggi più o meno famosi…
    E poi? Più in là, molto più in là? L’apocalisse? No, però potremmo ipotizzare uno scenario robotico e non più umano:
    – non ci saranno ospedali ma centri di riparazione con potenti antivirus,
    – non ci saranno scuole ma stazioni di aggiornamento software,
    – non ci saranno allevamenti di animali… i robot non mangiano,
    – non ci saranno problemi di inquinamento… i robot non respirano,
    – non ci saranno prati, piante e frutti…,
    – non ci saranno auto, aerei, treni… i robot potranno volare, correre veloci,
    – non ci saranno uomini… robot costruiranno altri robot ed elimineranno coloro che on avranno “tempi di lavoro e caratteristiche” robot,
    – non ci saranno diritti umani e alla fine… non ci saranno nemmeno più robot: arrugginiti, svalvolati, fusi o semplicemente “rimasti al buio” e scarichi…
    … ma come sappiamo: la realtà supera sempre la fantasia.

  3. Secondo me nuovi posti di lavoro sostituiranno quelli che i robot occuperanno. Esempio: prima dei social network, praticamente, non esistevano agenzie di comunicazione che si occupassero di gestire i profili facebook, twitter eccetera di un’azienda. Non saprei predire quantità e qualità dei posti di lavoro che nascerebbero in seguito alla diffusione ancora più massicia di robot (manutenzione, ricerca), ma potrebbe trattarsi comunque di mestieri specializzati. Non credo comunque che l’apocalisse sia uno scenario plausbile 😀 negli anni ’60 si diceva, provocatoriamente, che nel 2000 avremmo mangiato pillole, invece attorno al cibo si sono sviluppati nuovi interessi (cucina genuina, cibo bio e co.) e soprattutto l’industria dell’intrattenimento televisivo!

  4. Ciao Annamaria
    il sogno dell’auto che va da sola: ho viaggiato su una TESLA e ho preso paura! Esiste già ed è distruptiva (come si dice in italiano?), va velocissima, la ripresa ti incolla al sedile e le casse dello stereo funzionano benissimo con il Bluetooth (per cui non ci saranno più nemmeno le autoradio).
    (In Svizzera e Nordeuropa si arriva ovunque con la Tesla, in Italia sotto Napoli… hic sunt leones).
    Quando perderò il mio lavoro di traduttore, poiché sostituito da un robot, farò il meccanico Tesla.

  5. “Arte” è una parola inflazionata. Un giorno un tale sarà chiamato razzista, ma perché dovrebbero suonarlo i robot il pianoforte, o svolgere qualunque altro lavoro che abbia un lato creativo molto forte, e uno produttivo di per sé nullo, mentre si sfruttano uomini per le raccolte stagionali? Tutti vogliono vedere l’arte, e la si vuol vedere dappertutto, che in un certo senso va anche bene – possiamo fare qualunque cosa “sapientemente” – ma tali virtuosismi mi stomacano.

  6. “Arte” è una parola inflazionata.
    Un giorno chi lo dirà sarà chiamato razzista, ma, ecco, perché dovrebbero suonarlo i robot il pianoforte, o svolgere qualunque altro lavoro che abbia un lato creativo molto forte, e uno produttivo di per sé nullo, mentre si sfruttano uomini per le raccolte stagionali? Tutti vogliono vedere l’arte, e la si vuol vedere dappertutto, che in un certo senso va anche bene – possiamo fare qualunque cosa “sapientemente” – ma tali virtuosismi mi stomacano.

  7. Pardon; un robot segretario farà al caso mio per inviare correttamente qualche commento… 😀

  8. Articolo molto interessante. Sono l’autore del libro “Robot. La Nuova Era – vivere, lavorare, investire nella società robotica di domani” e sono molto contento che finalmente anche l’Italia si stia muovendo. Come scrivo nel capitolo dedicato al lavoro bisogna scindere gli effetti di breve termine da quelli di lungo termine. Nel breve termine le tecnologie esponenziali stanno creando lavoro ben retribuito e anche ben distribuito sul territorio nazionale. Spesso è lavoro altamente qualificato(ingegneri robotici, programmatori artificial intelligence, ecc.) ma non sempre (ad esempio i rivenditori di robotica consumer). Nel lungo termine proprio la caratteristiche di esponenzialità avranno effetti devastanti sull’occupazione sia di tipo cognitivo che di tipo non routinario e manuale con centinaia di milioni di disoccupati in ogni settore economico. Anche molti lavori nati con la robotica di nuova generazione spariranno tra qualche anno. Pensiamo ai piloti di droni. Ieri non c’erano, oggi ci sono a causa della regolamentazione aeronautica che vieta il volo autonomo, tra 5 anni spariranno perché l’EASA sta lavorando all’integrazione dei droni a guida autonoma nello spazio aereo entro il 2020.Altri lavori nasceranno in futuro e non sappiamo ancora quali ad oggi… Per chi volesse leggere le prime 30 pagine gratis del mio libro https://www.amazon.it/Andrea-Forni/e/B013RF6JAE

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