ambienti della creatività

Gli ambienti della creatività – Idee 34

Quanto contano gli ambienti della creatività per chi fa un lavoro creativo? Sappiamo che la produzione creativa è sempre il frutto dell’interazione tra individuo e ambiente, inteso sia come contesto socioculturale sia come luogo fisico. Di quest’ultimo tema si occupa uno studio del 2009 pubblicato su Science: pareti rosse migliorano la concentrazione, azzurre accendono la creatività. Di tinte e soffitti (la creatività li vorrebbe alti) si occupa perfino il Wall Street Journal. Può esserci del vero, ma secondo me la fanno troppo facile.
Alla qualità dei luoghi fisici sembrano curiosamente sensibili le aziende che lavorano con il virtuale. Gli uffici di Facebook sono pieni di gadget, e Googleplex (la sede centrale di Google) somiglia a un parco giochi. Ma credo che a garantire risultati creativi valgano di più la pressione individuale sui risultati e, nel caso di Google, quel 20% di tempo lasciato libero per sviluppare progetti in autonomia: gli ambienti della creatività hanno, soprattutto, caratteristiche immateriali e sono fatti anche di relazioni e di un senso di libertà che non si ottiene solo ridipingendo i muri.
Più convincente il rapporto tra musica e architettura, così come lo racconta David Byrne, musicista e leader dei Talking Heads, in un TED Talk: i brani di Mozart sono elaborati e intricati perché lui suona in stanze piccole, con poco riverbero, mentre Wagner fa addirittura costruire un teatro adatto alle sue opere.
Il Guardian raccoglie oltre 100 descrizioni di stanze di scrittori, non solo contemporanei, da Roald Dahl a Jonathan Safran Foer a JG Ballard a Charlotte Bronte (e verrebbe voglia di comparare l’altezza dei soffitti con quella delle opere). Immagini degli ambienti della creatività di alcuni scrittori italiani si trovano invece sul blog Archivio Caltari.
E voi siete sensibili agli ambienti in cui lavorate? Alla luce? All’ora? Ai colori? Ai rumori? L’altezza del soffitto vi influenza? O avete magari bisogno di un oggetto scaramantico?

12 risposte

  1. Pochi giorni fa è uscita la notizia che in India è stata chiusa l’ultima fabbrica di macchine da scrivere. Anche se oramai da anni uso il PC ho provato una certa nostalgia. Marinella

  2. Le rondini non si sono ancora viste, ma qualche zanzara, qui a Milano, sì. Ammetto che ne ho appena spiaccicata una sullo schermo del Mac. Ho tolto accuratamente le spoglie, però. E così mi sono resa conto che ho sempre usato lo stesso fondo grigio-azzurrino per tutti i computer che ho avuto da quando gli schermi sono a colori. Che l’ho messo automaticamente anche sul portatile, e che l’idea di lavorare, per esempio, con un background fotografico, o anche solo con un altro colore, non mi ha mai nemmeno sfiorato.

  3. Ho lavorato in una agenzia con le pareti verniciate di arancione acceso, infelice idea… Tutti erano sempre molto nervosi e quando strizzavi gli occhi apparivano macchie luminescenti simili a quando si è abbacinati. Meglio colori chiari, tenui e la regola che il pavimento debba essere più scuro delle pareti e il soffitto più chiaro. Infine le pareti alte a mio avviso più che elevare i pensieri consentono un ricambio di aria maggiore, cosa importante negli open space con molte persone e molti computer che scaldano troppo l’ambiente. Luca M

  4. ho tappezzato la mia scrivania marroncina dell’asettico open space con foto del mare e cartoncini a4 gialli rossi e arancioni..ma non sono solo i colori, a volte anche la posizione influisce sulla creatività. a volte le idee migliori vengono fuori seduti per terra o in piedi, camminando per strada a milano in pausa pranzo. e con musica nelle orecchie.

  5. Il soffitto a cui sono affezionata è quello spiovente della mia mansarda. Da bambina le piccole finestre intorno alla stanza mi sembravano oblò, ed io sognavo di viaggiare in questa grande nave che chissà dove mi avrebbe condotta…non mi annoiavo nemmeno un po’.

  6. Ciao, sono Jacopo. Ho cancellato i due commenti doppi. E – già che ci sono – aggiungo anche le mie piccole abitudini. Per pensare non c’è niente di meglio che camminare all’aperto con la musica (solo ed esclusivamente strumentale) nelle orecchie. Per scrivere invece ultimamente è diventato d’obbligo il generatore di rumore bianco segnalato nella scorsa homepage. Aiuta parecchio a concentrarsi. Provate.

  7. Background del mac obbligatoriamente grigio, leggermente scuro. Ambiente chiaro, soffitto alto e silenzio, soprattutto silenzio o, almeno, un rumoro di fondo leggero, sopportabile. Un buon luogo per pensare, a parte il mio studio, può essere la mia auto (finestrini chiusi) o il treno. A volte l’aereo (ma nonostante il mio passato di mancato ingegnere aerospaziale, il volo mi preoccupa sempre un po’). La barca al largo, in navigazione. Insomma, tranquillità. Non sono sensibile alle ore, né ho bisogno di oggetti scaramantici. In passato, l’idea per un progetto per immagini, è arrivata anche dopo la lettura di un libro o da citazioni che in un qualche modo si sono fatte strada e, dopo l’abituale periodo di sedimentazione, sono sfociate in una idea (per me) interessante.

  8. A proposito di scrivere, è disponibile una versione gratuita di questo elementare software di scrittura. Io l’ho trovato interessante http://www.ommwriter.com/ Non genera rumore bianco ma una musichetta di sottofondo che, volendo, può essere eliminata con un comando. Bello il background che elimina del tutto la scrivania e lascia chi scrive in una atmosfera sospesa.

  9. le pareti della mia stanza sono lilla. e le idee creative mi vengono nei momenti più bizzarri, ma solitamente quando sono rilassata, in armonia con me e quello che mi circonda.

    la musica fa sognare, illumina la mente e accende il cuore. poi la speranza prende il volo e la fiducia gli da la giusta direzione.
    la creatività è ascolto, è lasciar parlare il nostro bambino interiore, dargli spazio, nutrirlo.
    E’ importante per realizzare una vita appagante.

    I luoghi che favoriscono la creatività sono pieni di luce; l’aria ci accarezza il viso e un dettaglio ci colpisce, perché si distingue. è carico di significati simbolici, inconsci. e ci apre una connessione interiore o mentale: un bagliore di luce, prima assopito. la nostra idea geniale.

    Anche la notte, le stelle, la luna mi aiutano molto. questa sensazione di immenso, di infinito, di abbraccio materno.

    e la natura, e i campi aperti, e il rumore dei treni e degli occhi che si incontrano lungo un binario, dentro una stazione.
    le piazze, germoglio dell’unità sociale. e una biblioteca, e i tuoi vent’anni.

    è il ritmo del cuore che mi guida: mi fa notare la meraviglia di un’istante.
    dolcemente l’emozione si dischiude, qualcosa è pronto per sbocciare.

  10. Segnalo La stanza del traduttore uno spazio che “raccoglie spaccati di vita, ricordi, frammenti del quotidiano di chi lavora dietro le quinte di un libro: il traduttore, l’autore invisibile per eccellenza”.

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