tempi bui

I tempi bui e l’immaginazione

Si dispone ai sensi degli artt.453 e segg. cpp giudizio immediato a carico dell’on. Silvio Berlusconi, per i reati di cui agli artt. 317, 61 n.2 cp. e 81 cpv., 600bis co.2 cp. avanti al Tribunale di Milano sezione quarta penale in composizione collegiale per l’udienza del 6 aprile 2011 ore 9.30». La nota è firmata dal presidente dell’Ufficio Gip, Gabriella Manfrin.
Basta un nanosecondo perché la notizia rimbalzi in rete scatenando una più che comprensibile tempesta di reazioni emotive. Ci aspettano tempi bui, caotici e spaesati.
Tutti noi che amiamo questo paese abbiamo la responsabilità di coltivare e diffondere una visione costruttiva del futuro. Non è facile. Ma è necessario: se non sappiamo immaginare, e condividere ciò che immaginiamo, non riusciremo mai a realizzarlo. Ci sono anche persone perbene tra coloro che fino a oggi hanno sostenuto il premier affermando che “non ci sono alternative”. La sfida è proporre alternative convincenti: donne, uomini, progetti. Spiegare. Condividere. Tutto questo riguarda la creatività e la comunicazione. E quando, se non ora?

Un aggiornamento scritto anni dopo, nel 2016
Cinquantamila giorni, il progetto storico online di Giorgio dell’Arti, dà conto dello sviluppo della vicenda, del susseguirsi di notizie e del clima del paese nel periodo del declino berlusconiano. Una rilettura delle vicende svoltesi tra 2010 e 2013 può essere interessante sia per recuperare prospettiva storica, sia per sviluppare uno sguardo più equilibrato sulla contemporaneità.

10 risposte

  1. la pars construens è sempre più difficile della pars destruens, ma è fondamentale. o rischiamo che dalle macerie risorga il peggio di ciò che ci siamo lasciati alle spalle. certo che è difficile, se tv e stampa sono ormai piegati alla logica del brutto e del gridato. su Facebook un mio “amico” si ostina a postare brani musicali del 1971, proprio per disseminare di “bello” l’oceano di brutture giornalistiche e politiche che ha sommerso il web. io in primavera riorganizzerò la Festa dei Vicini di casa, per il condominio di 72 famiglie dove abito. Non ci piacciamo più di tanto, ma quel giorno tutti, ma proprio tutti partecipano con qualcosa da mangiare, un cd di musica, le decorazioni, un set di seggioline pieghevoli. Si deve ripartire da un senso di comunità, di civitas, in quest’Italia egoista e frammentata. Per questo motivo invito tutti a realizzare anche a casa propria la Festa dei Vicini di casa. Valeria

  2. Condivido l’appello alla responsabilità. Sono anche convinto che dobbiamo anche comunicare “normalità”. Per questo mi confortano le parole di Napolitano: “la costituzione già prevede il giusto processo e lo tutela”. Berlusconi ha tutto l’interesse a far passare come sproporzionato e incredibile qualcosa che è invece assolutamente normale: se commmetti un reato la comunità in cui vivi ha previsto dei meccanismi per tutelarsi e tutelare le vittime dei tuoi atti; se non l’hai commesso meglio per te. Per cui vigiliamo, comunichiamo in maniera la più etica possibile, ma non seguiamo Berlusconi e i suoi in questo tranello. Anzi, reclamiamo con forza il diritto ad una destra “normale” !! PS nella carrellata di volti creativi non ho visto Wilhelm Reich e neppure Noam Chomsky, svista mia o proprio non ci sono ? Mi piacerebbe che ci fossero, grazie! Damiano

  3. Secondo ‘incontrovertibile teoria dell’iceberg, se vediamo una montagna di ghiaccio in mezzo al mare, siamo sicuri che sotto la superficie di ghiaccio ce n’è sette volte tanto. Cominciamo, per immaginare più fruttuosamente, ad assumere le certezze che ci sono, abbandonando (solo di poco!) la troppa disponibilità al dialogo e alla comprensione. Siamo a bordo del Titanic, non serve illudersi. Questo paese, così com’è, è condannato. Per re-inventarne un altro, prima ci liberiamo dalla metastasi meglio sarà. oscar

  4. Ciao Oscar. Quello che distingue il pensiero creativo da altre rispettabilissime forme di pensiero – il pensiero critico, per esempio – è proprio la sua vocazione ad andare oltre. E a mettere in discussione l’esistente per proporre strutture, organizzazioni, soluzioni nuove e più appropriate. Che, però, vanno immaginate. E per farlo ci vogliono energia, dignità, coraggio e speranza. Usi una metafora cruda: “liberarsi dalla metastasi”. Ma, sempre per restare in metafora, la speranza di guarigione passa solo attraverso il progetto di ricostruzione e risanamento di un corpo (un corpo sociale ed economico in questo caso) che non può non avvenire per atti positivi, piccoli e grandi. In questa logica, la Festa dei vicini di casa è fertile, più della Lite coi vicini di casa. Essere disponibili al dialogo e alla comprensione è, non dimentichiamolo, il primo passo per riuscire a persuadere l’interlocutore della bontà delle proprie idee. Per questo la sfida che questi giorni propongono è, anche, una sfida di comunicazione. Fra l’altro: un milione e mezzo di anni di lenta civilizzazione ci hanno regalato cervelli in grado di pensare, e un linguaggio che traduce il pensiero in discorso. Ogni volte che ce ne dimentichiamo, riportiamo noi stessi ai tempi oscuri dell’urlo e della clava.

  5. Vorrei esprimere, se riesco, il mio disagio in questi giorni. Le piazze soleggiate, colorate, piene di gente allegra che canta e balla sono sempre belle; ma questa manifestazione delle donne non mi è piaciuta. Scrivi: quando, se non ora? Inverti una frase che potrebbe se no, rimandare a titoli e connotazioni precisi. La butto così, senza troppa finezza: ho la sensazione che ancora una volta, le donne, si siano fatte strumentalizzare. Perchè invece di condividere, di avere un immaginario condiviso sulle prospettive future, siano volute partire da una divisione, e di genere, quanto di più vecchio potesse esistere in circolazione. Ma perchè ora? Ci siamo accorte all’ improvviso che esiste la prostituzione? Che il potere corrompe? Che esistono vizi di ogni genere? Che la televisione non è la realtà? Ci siamo fatte strumentalizzare perchè siamo scese in piazza proprio ora, sull’onda dei fatti di cronaca.Io mi sono sentita a disagio. Ma è possibile che ci siamo ridotte a questo? Il paese ha bisogno di condivisione, soprattutto quando si parla di futuro. Non di divisioni, men che meno di genere. Lina

  6. Ciao. Obiettivo del millennio #3: promuovere la parità dei sessi. In teoria ne hanno bisogno i paesi del terzo mondo, ma farlo anche qui non sarebbe male. Segnalo allora http://www.girleffect.org/ e poi auspico l’apertura di un canale video su youtube, fatto di video spontanei che lo dicano chiaramente: questo è il momento giusto, in Italia, per invocare un premier donna.

  7. Ci sono le idee, ci sono le energie, ci sono le intelligenze e ci sono le persone per aprire una stagione nuova, in questo nostro Paese spappolato da 17 anni di Berlusconi, di berlusconismo e di antiberlusconismo senza progetti. Probabilmente non basteranno i vecchi o i nuovi partiti (ma serviranno) le vecchie e nuove associazioni o circoli (ma serviranno), le vecchie e nuove parole d’ordine (ma serviranno). La politica deve di nuovo incontrare “la cultura”, per proporre una visione del nostro futuro agibile e concreta. La cultura deve entrare sempre più in rete, per accendere e collegare in ogno angolo le energie diffuse e disponibili. Dobbiamo cambiare perchè quello che vediamo oggi, la comunità che siamo diventati, è una cosa pericolosa, superficiale, vecchia e senza futuro La rete deve funzionare come un intellettuale collettivo, generatore di visioni, passioni e progetti. Buon lavoro a tutti. antonio

  8. Ogni tanto torno a lavorare nell’ossario comunale. Il cimitero è quello di una grande e antica città italiana. Fa parte del mio lavoro. Ci vado perchè molti defunti smettono di avere diritto ad una sepoltura individuale e vengono accolti nel grande gruppo detto, appunto, comune. Rovescio cassettine nella vasca. I teschi rotolano alla base mentre le altre ossa formano un allto mucchio appuntito: resti fra noi. Mi è sembrato che animali e vegetali ci comportiamo come gas: in espansione fino a che qualcosa non ci limita. Per rendere l’idea ho costruito Lina. Una bambola di gas. La bamboLINA. Il mio contributo creativo per conciliare tendenze naturali utili e limiti necessari. Carto LINA > http://www.politicamentecorretto.com/index.php?mode=print&news=31093 > http://www.informazione.it/c/F78CDBD9-6F23-4B7D-A982-D7D6E2E32E07/ANDREA-BERTOTTI-NIENTE-SCONTI-AGLI-ONOREVOLI

  9. E SE ESISTESSE VERAMENTE? Con questa domanda inizia una bellissima vignetta di Andrea Pazienza, in cui si vede l’ex Papa Wojtyla che scruta il cielo stellato, con indosso un accappatoio damascato e un cocktail in mano, pensieroso sul bordo di una piscina con balaustre in travertino nei giardini vaticani, che per un secondo ha questo dubbio, per poi riprendersi e concludere “Ma che cosa vado a pensare!” E SE FOSSE TUTTO VERO? Così come tutta questa appiccicosa marmellata che ci viene spalmata da anni è diventata insopportabile, una sostanza irreale, impossibile da digerire, ed ogni giorno vengono aumentate le dosi, la cattiveria di questo mondo di plastica distrugge psicologicamente ogni accenno di critica, o solo di timido dubbio, per difendere il partito dell’amore che dispensa odio a chiunque osi non prostrarsi al verbo del principe. Impossibile quindi dubitare delle verità del sultano, perchè se anche una sola sua affermazione dovesse rivelarsi falsa, il pericolo del crollo totale e travolgente finirebbe per distruggere e inghiottire nelle tenebra tutti quanti, dai più devoti credenti fino ai più scaltri opportunisti. Non ho idea di quando e come questo castello potrà cadere, e della fatica che tutti dovremmo fare per costruire un orizzonte possibile da queste macerie, e ci vorrà tutto l’amore verso il genere umano per dialogare con coloro che ti considerano un nemico mortale piuttosto che un avversario con cui confrontarsi e costruire qualcosa insieme.

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