Si parla spesso di metterci la faccia e perdere la faccia, e anche di facce di bronzo, di tolla (il termine milanese per “latta”) e di altri, più o meno nobili, materiali. Vi propongo una serie di suggestioni, tutte sul tema. A voi il piacere di rimescolarle in un’interpretazione creativa.
Dunque: il nostro cervello è attrezzato per riconoscere automaticamente una faccia, perfino quando non c’è. Volete sapere come mai succede questo, e scoprire come funziona la pareidolia (la propensione a configurare segni casuali in forme che significano qualcosa)? Guardatevi questo post bellissimo e istruttivo (qualità rare da tenere assieme) su didatticarte.it.
Volete sapere invece che parti di una faccia osservate voi per riconoscerla in un battibaleno? Scopritelo qui.
Insegnare al computer a riconoscere facce è una delle nuove frontiere della tecnologia, e sembra che i computer stiano diventando più bravi e affidabili di noi (anche) in questo. E, per esempio: vi siete resi conto che già ora Facebook è in grado di riconoscere facce con una precisione di oltre il 97 per cento?Ma, si domanda The Atlantic, che cosa succede se diventano capaci di riconoscere anche l’evoluzione di un volto negli anni?
Sul modo in cui cambia una faccia negli anni la fotografa Irina Werning ha realizzato il sorprendente progetto Back to the future. Se invece volete guardare uno dei migliori face morphing su youtube (ma ce n’è un’infinità), e se non lo conoscete ancora, eccovi 500 Years of Female Portraits.
Coi caratteri (typafaces) si possono stampare facce (type faces). Le espressioni facciali trasmettono emozioni: il primo a occuparsene è stato Charles Darwin, e se volete verificare la vostra capacità di riconoscere le espressioni, eccovi il test proposto dal Guardian, a partire da una ricerca svolta dall’Università dell’Ohio.
Se sentite il bisogno di orientarvi meglio, vi soccorre questa bella infografica che mappa le emozioni. Che faccia fare è il titolo di un libro di Lella Costa: una consistente anteprima è su GoogleBooks.
Ciao a tutti, apro le danze dicendo che il test mi ha messo un po’ in difficoltà: sembra semplice ma non lo è per nulla. Me la sono cavata con dignità, però: 76%. La diagnosi è che scambio perplessità per vergogna e riconosco bene le espressioni per sedurre. Se vi intriga l’argomento, vi consiglio la serie tv Lie to me basata sugli studi dello psicologo Paul Ekman, esperto di microespressioni e linguaggi del corpo. Da prendere con le pinze, ma qualche trucchetto per scoprire chi mente credo funzioni. Ilaria
Cazzo, 40%!!! Ghe un quaicoss che va no! Ma nel test o in me?
Io ho fatto 72 ma sinceramente anche dopo aver letto le risposte corrette credo che commetterei gli stessi errori :o( Rosanna.
ahah, i test acchiappano sempre. Il difficile è trovarne di affidabili in rete. E comunque si può sempre ripassare dando un’occhiata alla mappa delle emozioni. L’altro dato interessante è che le principali espressioni facciali delle emozioni sono comuni a tutte le culture. E anche chi è cieco dalla nascita, e non ha mai visto un volto umano, nemmeno il proprio, esprime le emozioni sostanzialmente in quella maniera lì. …possibile che nessuno sia rimasto colpito dalla Werning, invece?
“Back to the future” in effetti mi ha lasciata a bocca aperta per la meticolosa e sorprendente ricostruzione del contesto originale e mi ha lasciato anche un certo senso di malinconia. Il tempo sembra essersi fermato mentre i soggetti, immobili, sono invecchiati intorno alla loro espressività. Sembrano fotografie “vive”.
sul tema “facce” vi segnalo il progetto “Faces of Meth”, dell’ufficio di polizia di una contea Usa. Le foto sono state riportate su repubblica a questo indirizzo: http://www.repubblica.it/persone/2011/02/25/foto/droga-12888628/1/?ref=HRESS-11 Sono le foto segnaletiche di tossicodipendenti, prese a distanza di pochi mesi o al massimo un paio d’anni. Trovo siano una fantastica campagna anti-droga… Valeria
Scoprite la vostra personalità nascosta.
Duplicate specularmente Prima la parte destra e successivamente la parte sinistra e… stupitevi !!! 😮
Ecco come fare: http://alesatoredivirgole.wordpress.com/2012/07/18/fisiognomica-e-design-il-volto-nascosto-degli-oggetti-e-di-noi-stessi/
L’infografica e’ interessante e mi ricorda i trattati cinquecenteschi sull’espressioni facciali delle persone e che venivano collegati allo stato d’animo. I pittori usavano questi trattati per ispirarsi alle proprie opere.