questione di ritmo

Tutta questione di ritmo – Idee 90

Provate a pensarci: dopotutto, “ritmo” non è altro che il nostro modo di nuotare in avanti nel flusso del tempo, scandendo ogni segmento di tempo che passa e ordinando la sequenza degli eventi in modo tale da poterla leggere e ricordare, si tratti di una successione di suoni, di parole, di atti, di interazioni. Guardate la bella voce “ritmo” del vocabolario Treccani.

C’è un ritmo nella scrittura, e non solo nella scrittura poetica. Pause e accelerazioni nel flusso delle parole, che si addensano in modo variabile fino a ricostruire un pensiero, proprio quello lì. E poi si fermano. E poi inanellano un secondo pensiero. Tutta e solo una questione di punteggiatura? Sì e no: prima viene la forma del pensiero, esattamente così come l’ha formulato, nel modo speciale che appartiene solo a lui, chi scrive e nella scrittura lascia una propria impronta riconoscibile.

C’è un ritmo nel gesto pittorico. Questo è Jackson Pollock in azione. Questo è Salvador Dali in azione. Qui c’è un raro frammento di Lucian Freud. Qui c’è Alberto Giacometti. Qui c’è Pablo Picasso. Qui c’è Henri Matisse. Qui c’è Wassily Kandinsky. E, devo dirvelo, in queste tre righe sta raccolta una galleria piuttosto sorprendente.

C’è un ritmo che guida l’invenzione. Un articolo uscito su Scientific American e intitolato The Real Neuroscience of Creativity fa il punto sulle più recenti indagini riguardanti le dinamiche tipiche dei processi creativi. Sembra che sia tutta una questione di interazione tra grandi reti neurali: qualcosa di assai meno schematico del dialogo tra emisfero destro creativo ed emisfero sinistro logico-razionale di cui si parlava fino a poco tempo fa. Il fatto notevole è che diversi stadi del processo creativo sembrano caratterizzati da stati diversi di attivazione o disattivazione delle reti neurali. Ancora una volta: vuoti e pieni. Intermittenze. Ritmo, insomma.

Naturalmente c’è un ritmo nella musica. Anzi, la musica “è” una questione di ritmo: qui c’è un Ted Talk che, per una volta non ha bisogno di traduzione. E naturalmente c’è un ritmo nel movimento, nella danza, perfino nei sogni.
Il padre di tutti i ritmi forse è il battito cardiaco. Ma forse viene ancor prima il ritmo circadiano che è nel nostro corpo. Non solo un orologio biologico che regola sonno e veglia e le maggiori funzioni metaboliche, ma un meccanismo presente nelle forme di vita terrestre dalla notte dei tempi.
Pensateci, eh, la prossima volta che tamburellate nervosi con le dita. Perfino quel suono lì fa parte del grande pulsare, della somma di ritmi del tutto.

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5 risposte

  1. C’è un ritmo nello shiatsu, nelle pressioni che le mie mani, i miei pollici, esercitano sulla persona che riceve un trattamento. C’è un ritmo nel respiro, il mio e quello della persona che tratto, e molto spesso -senza accorgercene – il ritmo si unisce, i battiti si fondono ed esiste un’unico movimento di respiri e di pressioni, di appoggi e di sostegni.
    Lo shiatsu è relazione, incontro, respiro e movimento, in una parola sola è ritmo vitale.
    Buona giornata
    Daniela

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