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Il corteggiamento creativo, tra gene e genio – Idee 8

Durante il corteggiamento il maschio manifesta complessi comportamenti stereotipati… no, non stiamo parlando del qualcuno che forse vi è venuto in mente, ma dei moscerini della frutta maschi, nel cervello dei quali l’attività del corteggiare attiva una ventina di neuroni. Che, per un moscerino della frutta, tutto sommato non sono mica poco.

UNA FACCENDA DI EVOLUZIONE. Sta di fatto che il corteggiamento ha una importante funzione evoluzionistica grazie al doppio meccanismo di selezione sessuale già individuato da Darwin: da una parte c’è la furiosa esibizione che caratterizza la competizione tra maschi, dall’altra c’è la scelta del più prestante fra i competitori, che viene operata dalle femmine. Insomma: i maschi si mettono in mostra (in altre parole: si pavoneggiano) e le femmine scelgono il migliore del gruppo.
Per alcuni evoluzionisti radicali non solo l’ingombrante coda del pavone, ma buona parte della produzione artistica propria degli esseri umani, della musica, dello humour e perfino dei comportamenti di consumo ha la seduzione come obiettivo ultimo, e la furiosa esibizione di cui sopra come mezzo.

Per prendere le distanze dai comportamenti stereotipati, emergere tra i concorrenti e guadagnarsi il successo, gli appartenenti alla specie Homo sapiens devono (o, almeno, dovrebbero) investire qualche neurone in più di quelli investiti dalle drosofile e attivare un comportamento creativo. Mettendo in atto, magari, un corteggiamento creativo, tutto da inventare.

UN GIOCO COMPLICATO. Insomma, per gli esseri umani l’intera faccenda del corteggiamento creativo sembra più complicata che per i moscerini della frutta. Più appassionante, più sfidante, più incerta e, a volte, più rischiosa.
C’è però da dire che alle nuove generazioni il corteggiamento, tra social media e relazioni più informali tra i sessi, può apparire come un’arte obsoleta e dimenticata. Forse non è proprio così: ma sta di fatto che, per esempio, tutta l’importantissima parte non verbale del corteggiamento non è così semplice da replicare in rete.

TUTTO CAMBIA. ANCHE IL MODO DI CORTEGGIARE. Del resto la specie homo sapiens non è l’unica ad adeguare i propri rituali di corteggiamento alle mutate condizioni ambientali e sociali. Un gruppo di ricercatori dell’università di Stanford ha scoperto di recente che anche i ciclidi, una specie di pescetti che si trovano nel lago Malawi, cambiano modo di corteggiarsi in relazione all’ambiente in cui si trovano.

Questo articolo è stato aggiornato nel 2016. Se vi è piaciuto, potreste leggere anche:
La creatività, tra perseveranza, ostinazione e resilienza

17 risposte

  1. Sempre avuto il sospetto che il nostro presidente del consiglio si comportasse da drosofila. Chiara

  2. Che fosse un evasore lo sapevo. Che fosse un ipocrita lo sapevo. Che fosse un furbo di tre cotte lo sapevo. Che fosse un provocatore lo sapevo. Che fosse un puttaniere lo sapevo. Ma che fosse anche una drosofila credo sia la goccia che fa traboccare il vaso…

  3. @ Chiara e Graziano: beh, in effetti… Però: e voi, esemplari di Sapiens più evoluti, come ve la cavate col corteggiamento? Vi siete mai inventati qualcosa di stravagante? Se sì, con successo? E la storia della competizione maschile e della selezione femminile, secondo voi, sta ancora in piedi? Sì? No? Forse?

  4. Ho letto con attenzione il tuo start di discussione, Annamaria ma non è che ci abbia capito molto… (e non per colpa tua ma, sai, noi manager non è che siamo profondissimi…) Posso solo, per vivacizzare il dibattito (ma perchè la gente è così poco generosa e si da così poco? non mi si venga a dire che non si ha tempo…) dire un pensiero, sul corteggiamento, che mi accompagna da quasi quarant’anni. Corteggiare una donna è sempre stata una delle attività che ho preferito sopra tutte le altre. Con un problema enorme, però. Il fatto che io, a differenza di, praticamente, tutte le altre attività del mio pensiero, su questo aspetto sono monogamo di testa: c’è mia moglie e c’è solo lei. So, però, come Wilde, di poter resistere a tutto tranne che alle tentazioni. E, alloro, corteggio (molto e sempre) ma mi fermo molto (molto) lontano dalla meta. Forse questa autocensura è quella che mi spinge, sugli altri fronti, ad essere continuamente alla ricerca di nuove idee e attività e a stancarmi (non è il verbo giusto ma rende bene l’idea) rapidissimamente di ogni cosa che inizio. Ma è anche chiaro che, qui, ci vorrebbe un po’ di analisi (ma mi ha già stancato solo a citarla…)

  5. … avevo una vignetta da inserire sull’argomento ma non mi pare si possa postare, si può? Geoffrey Miller e le riflessioni sullo “sperpero sessuale” è un argomento curioso ed interessante. A me piace essere corteggiata e piace pure corteggiare ma quando il messaggio viene tradotto in richiamo sessuale diretto esclusivamente all’amplesso in un contesto non privato mi sento in difficoltà. Sedurre diventa: sono pronta ad accoppiarmi mentre in realtà si è entusiasti di un’idea, si desidera mostrare qualcosa, si cerca comprensione. Sta ancora in piedi la storia della competizione maschile e della selezione femminile? Altro che! I ruoli possono anche ribaltarsi (competizione femminile e selezione maschile) ma non escono dall’ambito per così dire, “riproduttivo” del gioco di coppia… Laura

  6. @ laura – la vignetta: non si può postare- il cms non consente di inserire immagini- ma, se è da qualche parte, puoi linkarla. – sì, l’argomentazione di Miller è davvero brillante. Anche se non sono proprio d’accordo su tutto (per esempio, sul fatto che anche l’evoluzione di una coscienza di sé abbia una funzione essenzialmente competitiva. Forse serve anche a qualcos’altro). – il corteggiamento. Forse una sintesi sbrigativa, e al limite della genericità, potrebbe essere questa: le donne tendono a corteggiare l’”uomo”, mentre i maschi tendono a corteggiare la “femmina”. Ma forse è vero che i ruoli si ribaltano sempre più spesso, le categorie tendono a confondersi e tutto diventa più sbrigativo. Peccato, no?

  7. Seminario e kgb Un’amarcord di qualche anno fa a proposito di corteggiamenti stravaganti: Ad una vernice di un pittore, mentre gironzolavo con la mia ragazza, ho incrociato una tipa a cui ho raccontato di essere un sopravvissuto (e redento) seminarista, lei è rimasta molto colpita, anche se per motivi contingenti non ho potuto verificare effettivamente quanto. Qualche anno dopo, in un locale dell’est village di n.y. ho conquistato una bellezza Iralndese spacciandomi per una spia del kgb, (cosa che le vere spie evitano di fare) lei che è stata al gioco, toccandomi i palmi delle mani, mi ha risposto che non poteva sapere se lo fossi veramente, ma almeno di una cosa era certa, che non ero un muratore dei cantieri edili della città.

  8. ahahah… fantastico wc. Io ci sto pensando, ma temo di aver fatto meno cose stravaganti di quanto avrei… dovuto? …voluto? L’unica che mi viene in mente è un’antichissima lettera fatta come un fotoromanzo. Ai tempi non c’erano le macchine digitali e scattare, stampare e poi mettere tutto assieme è stato mica facile. Ma forse il guaio è che se mi metto a fare cose stravaganti mi sembra di lavorare. E allora, almeno nella vita privata, sto sul classico.

  9. @ Annamaria, concordo sulla tua puntualizzazione rispetto l’articolo di Miller, la competizione (sessuale) la vedo come contributo fondamentale di un valore culturale e di una coscienza collettiva e non come fondamento di una coscienza di sé. Anche la teoria dello spreco di energia del pavone versus quella dell’uomo con la Porsche non ha per me un’accezione assoluta ma è un interessante punto di vista. Il corteggiamento sbrigativo esiste ed è un vero peccato perché sommario nei contenuti più che veloce nel tempo. Quanto mi piace il corteggiamento di WALL-E nell’omonimo cartone! È bellissimo il tentativo del robot di fare conoscere la sua personale visione del mondo. Non ricordo cose particolarmente stravaganti nella mia seduzione, forse le cartoline disegnate di mia mano e inviate per posta. Quando mio marito partì per il servizio militare nell’Arma gliene spedii una con un fumetto ironico e uno scambio di battute fra lui e un maresciallo. La cartolina tardò ad arrivare ed io pensai l’avessero intercettata e censurata… mi vedevo già agli arresti domiciliari!

  10. @ graziano Graziano con il suo intervento mi ha pungolato su almeno tre punti – Mi è piaciuta la sua dichiarazione di monogamia mentale per come l’ha inquadrata suggerendomi l’immagine di un uomo attratto sì dal “primo approccio”, ma – visione rara – consapevolmente impegnato nel “consolidamento”. Se così non fosse, l’illusione comunque ci illumina. – Mi sono sentita colpita, in modo quasi infantile, dall’osservazione sulla generosità: vengo qui, leggo, attingo dagli strumenti, arraffo qua e là e non dico neppure grazie. – La pista politica che spesso ci propone sta influenzando le mie meditazioni su questo argomento. Ora rumino il pensiero, più tardi lo scrivo. elisabetta

  11. Vago a briglie sciolte attorno ai comportamenti che hanno la seduzione come obiettivo ultimo. Etimologicamente “sedurre” è composto da SE indicante separazione e da DUCERE condurre quindi separare l’altro da se stesso condurlo fuori dal retto cammino ossia, e qui divago, allontanarlo dalla strada per lui più proficua. Se diamo un’occhiata a certi temi della nostra storia, prendo ad esempio le vicende sindacali dal dopoguerra ad oggi, mi sembra si possa intercettare molta opera di seduzione etimologicamente intesa. O il mio vagar divagando mi sta portando fuori argomento? elisabetta

  12. Graziano, su un altro computer e “dismentegandotosi” di email e pwd… Grazie Elisabetta, del tuo primo commento al mio post. Sono contento di esserti di pungolo anche se, poi, il tuo “ruminio” (si dice così?) ha prodotto un commento del quale sembra tu ti sia stancata tropppo presto… e, almeno a me, l’hai reso quasi incomprensibile. Colpa mia, senza dubbio ma…che cosa volevi dire? E perchè condurre a se ha, come significato ultimo, il portare fuori l’altro dalla strada per lui più proficua? Se seduco qualcuno, per prima cosa, significa che a lui/lei tengo. E se ci tengo è, almeno per me, perchè ho il desiderio che lui/lei faccia un pezzo di strada (più proficua per tutti e due…) insieme; perchè io, pur geniale, da solo valgo “solo” 0,75 mentre, insieme ad un altro valgo, “almeno” 2,50!

  13. APERTO PER CONTRIBUTI @Graziano, Elisabetta e tutti: due righe giusto per ricordare che, anche se domani la homepage di NeU cambia, questo filo di discussione resta aperto ed è possibile – come su tutti gli altri fili di discussione – continuare a intervenire. Così Elisabetta ha l’occasione, se vuole, di specificare il suo pensiero. Ed altri, se lo vogliono, di dire la propria sulle dinamiche del corteggiare. Argomento assai meno frivolo di come sembra.

  14. Gli argomenti qui trattati spesso mi sollecitano ad intervenire. Poi vengo colta da una specie di pudore nell’utilizzare uno spazio altrui e sintetizzo fino ad essere incomprensibile. Alla base c’è comunque l’abitudine a divagare liberamente su una traccia, lasciandosi portare anche lontano. Chiedo scusa. In questo caso, come spesso mi accade, sono partita dall’etimologia ed ho trovato interessante il fatto che sedurre abbia in origine il significato di condurre fuori da sé, fuori dalla retta via. A me non sembra così strano. Chi seduce può avere tutte le migliori intenzioni, avere onesto interesse verso la persona oggetto della sua attenzione. Il significato non è centrato su chi seduce, ma su chi è sedotto. A questo punto ci ho giocato un po’ su ed ho lanciato la pista politica a graziano, ma quando mi riferisco al panorama della storia sindacale, dalle proposte di riconversione industriale delle aziende IRI nel primo dopoguerra, alle ultime sconfitte (posso chiamarle così?) del sindacato sono convinta che se mi mettessi a studiare per approfondire l’argomento troverei che esiste un’arma seduttiva intesa proprio nel condurre fuori dal proprio reale interesse, per esempio l’appello al senso di responsabilità individuale per fini immediati e spesso imprecisi, in nome dei quali si sono trascurati, senza neppure cercare un’alternativa, valori a lungo termine più importanti, come la tutela del paesaggio o della salute. E’ solo un cenno limitato, un vagar divagando, non sarei in grado in questo momento di fare un’analisi appena appena seria. Ma mi sono spiegata ora? elisabetta

  15. Quante ne ho fatte. Sì perché l’innamoramento ti squinterna e cerchi inconsapevolmente la via più efficace per conquistare l’amato bene. Una volta presi spunto da una promozione di Fedrigoni. La cartiera aveva preparato una serie di carte da lettera intestate a personaggi famosi,per dimostrare il diverso carattere delle diverse carte. Iniziai a scrivere e scrivere e scrivere, firmandomi come Montanelli, Remarque, D’Annunzio, Platone, Shakespeare, Heminqway, Van Gogh, De Sade e molti altri, ovviamente imitando per quanto possibile lo stile dello pseudofirmatario e proseguendo nel realizzare finte carte da lettera. Mi divertii molto e colpii nel segno. Peccato che alcuni anni più tardi, la storia finì e la signora buttò via tutte le mie lettere. Queste e altre…

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