Mode giovanili giapponesi

Mode giapponesi: Lolite, gemelle e impeccabili signore

Me ne vado a caccia di mode giapponesi in giro per Tokyo, osservando le persone come se fossero un paesaggio. La gente che lavora negli uffici si veste di bianco, grigio e nero. Camicie bianche, abito e cravatta nera per gli uomini. Camicetta o maglia bianca e gonna o tailleur nero o grigio scuro per le donne. Se no, sono colori pallidi: celestini, rosa cipria, sabbia. È bianca e grigia o nera o, al massimo, blu scuro anche la maggior parte delle uniformi scolastiche delle studentesse (molti colletti alla marinara e le onnipresenti calzette nere). Per questo, a un primo sguardo, la folla che si muove per le strade o in metropolitana appare, anche sotto il profilo cromatico, ordinata e silenziosa.
Rubo qualche immagine per fissare le ricorrenze che mi sembrano più evidenti.
La prima cosa che noto è una quantità di righe orizzontali. Ovviamente bianche e nere.

Mode giovanili giapponesi

E, se non sono righe, sono quadretti.

Mode giovanili giapponesi
Il quartiere di Shibuya è il posto migliore per intercettare le mode giapponesi giovanili, note e meno note. È conosciuto per diversi motivi. C’è – lo vedete nella foto di apertura ­–- l’incrocio più affollato del mondo (che alla sottoscritta, la quale nelle ore di punta spesso sgomita per piazza Cadorna a Milano, non sembra poi così affollato). C’è la statua del cane Hachikō che nel primo dopoguerra ha commosso l’intero paese aspettando ogni giorno, per dieci anni, l’impossibile ritorno del proprio padrone davanti alla stazione. E, per strada, c’è da divertirsi: l’omogeneità della folla si frantuma ed è facile incrociare ragazze vestite secondo stili davvero peculiari.
Per coglierne alcuni basta guardarsi attorno, anche senza entrare nel dettaglio delle 20 mode giapponesi giovanili che esprimono altrettante sottoculture attraverso scelte, anche estreme, di abbigliamento.

Mode giovanili giapponesi
Lo stile Lolita è la più nota delle mode giapponesi. Si è diffuso a fine anni Ottanta. Ormai ne esistono mille varianti: sweet, country, classic, princess, gothic (la versione tutta in nero), shiro (la versione tutta in bianco). È una festa di pizzi, trine, ombrellini, fiocchi, cestini, tacchetti, fragole e fiorellini, dettagli vittoriani o rococò o fiabeschi. Le ragazze abbigliate in questa maniera sembrano bambolone di porcellana e camminano proprio come se fossero fragili: solenni e composte come piccole regine. Se ne vedono tante. Sono quasi sempre da sole. Se due di loro si incrociano, non si degnano di uno sguardo. Nel caso vi fosse venuta voglia di dare un’occhiata al guardaroba di una Lolita, cliccate qui. Se volete avere un’idea del trucco, lenti a contatto per ingrandire gli occhi comprese, guardate qui.
Ma una dose di vezzosità si trova anche in molte ragazze abbigliate in modo più regolare: non ho mai visto tante gonne di tulle, chiffon e pizzo tutte assieme.

Mode giovanili giapponesi

Avete notato le due gonne gialle di tulle nella sequenza qui sopra? E, ancora prima, le due ragazze che passeggiano insieme indossando il medesimo abito a quadretti? Rappresentano un’altra tendenza assai curiosa, e recentissima: vestirsi, qualsiasi sia lo stile scelto, come gemelle. La tendenza si chiama futago koude. In rete se ne trovano poche tracce, tutte risalenti a fine 2014, e pochissime foto, sempre le stesse. Quindi sono abbastanza felice delle nuove immagini che riesco a mostrarvi.

Mode giovanili giapponesi
Trovate due ulteriori gemelline anche nella prossima sequenza, dedicata alle scarpe. Anzi, alle suole delle scarpe. E vabbè, tacchi quindici, zeppe e plateau vertiginosi ormai si trovano dappertutto, ma non è così frequente vederli indossati di giorno, da ragazzine così giovani, e interpretati in chiave pop.

Mode giovanili giapponesi
Eppure – sarà anche perché sono una signora di maggiore età che si veste in modo piuttosto sgangherato – alla faccia delle mode giapponesi giovanili, la scoperta più incantevole riguarda l’eleganza delle tante signore di maggiore età, o decisamente anziane, che si concedono cappellini e sofisticate fantasie, accessori ricercati e squisiti accostamenti cromatici. Che spesso girano perfettamente truccate. Che mantengono una classe impeccabile anche in metropolitana e perfino mentre con assoluta disinvoltura (seconda foto da destra) si tolgono una scarpa per dare aria ai piedi. Meravigliose, davvero, tutte quante.

Mode giovanili giapponesi

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3 risposte

  1. Volo, treno superveloce, metropolitana, stabilimento di grande multinazionale, ritorno. Ma ci sarò stato davvero? Non lo saprò mai.
    Che invidia! Con l’avvento degli smartphone si scattano miliardi di foto al giorno, nella stragrande maggioranza dei casi assolutamente insignificanti. La fotografia è uno strumento per selezionare, per includere ed escludere, e solo un’intenzione precisa può fare emergere un discorso, un percorso logico a tesi. Grazie Annamaria per avermi fatto vedere con chiarezza ciò che nei tunnel delle notti e nei nonluoghi industriali non ho avuto l’opportunità o capacità di vedere.

  2. Attraverso questo splendido reportage credo emergano differenze tra le culture individualiste (principalmente occidentali) e quelle collettivistiche (principalmente orientali).

    Nelle culture individualiste l’unità di base sono i singoli individui, focalizzati al successo personale e all’autonomia.
    In queste culture la distinzione principale è tra il Sé e il non Sé (l’altro).

    Al contrario, nelle culture collettivistiche, l’unità di base è il gruppo sociale di appartenenza, l’individuo mantiene e rispetta le regole comuni del proprio gruppo.
    In queste culture la distinzione principale è tra in-group (il proprio gruppo) e out-group (gli altri gruppi).

    Ovviamente non sono regole fisse ma sono tendenze generalizzate, anche nelle società occidentali gli individui possono identificarsi in gruppi (es. nel lavoro, nello sport, nella società, nella politica, ecc), così come nelle culture orientali gli individui possono ambire al successo personale.

    Interessante osservare le differenze tra le due culture che emergono dalle immagini riportate qui.
    Non ricordo di avere visto molti “gemelli” o così tante persone vestite allo stesso modo per le vie delle città italiane, se non durante manifestazioni o iniziative particolari.

    In alternativa a i mercoledì rosa e alle notti bianche, potrebbe essere interessante organizzare giornate/serate a tema: “giornata del rigato”, “giornata del giallo (lei) e azzurro (lui)”, “giornata del corto o del lungo”, “giornata della polo“, “giornata del mocassino o dell’infradito o della scarpa sportiva” piuttosto che “giornata del cotone o del lino”, tutto ovviamente proposto con conseguenti sconti per tutti gli “abiti/accessori del giorno”.

    E prechè no, vivendo in una società commerciale … “giornate di Marca”, es: “giornata All-Star piuttosto che Nike, Adidas o Birkenstock”.

    Durante queste occasioni sarebbe interessante osservare, nella nostra società individualista, l’abilità del singolo individuo di emergere e differenziarsi dal resto gruppo …

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