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Oziare, pensare, immaginare – Metodo 3

I periodi di pausa sono ideali per riflettere, coltivare pensieri differenti e cercare prospettive non ovvie, e per oziare un po’: è il saggio uso dell’ozio di cui parla Bertrand Russell (qui il testo originale, in video). Ed è l’ozio creativo teorizzato da Domenico De Masi. Entrambi gli autori arrivano a proporre una riduzione dei tempi di lavoro che, in un momento come questo, può sembrare inopportuna. Eppure la (apparente) inattività può essere fertile se aiuta ad elaborare materiali raccolti in precedenza e se si traduce in incubazione, il periodo di elaborazione spesso inconscia fondamentale in ogni processo creativo. Tra le molte risorse segnalate da NeU che possono aiutarvi a viaggiare con la mente, vi ricordo moodstream, le belle immagini di visionaire, le mille suggestioni di we make money, not art (girovagando per “categories”, in verde a sinistra, si può passare un intero pomeriggio), la scienza per tutti di New Scientist o di Wired Science. O, se volete seguire il mood di una parola, l’ipnotico Visuwords. Tra pochi giorni vi propongo un po’ di letture riguardanti la creatività e un tema appassionante per agosto. Così vi fate venire, con calma, qualche idea. Che è il modo più soddisfacente di oziare.

8 risposte

  1. Sulle prime bisogna salvare il vocabolo otium dalle accezioni negative. Otium/nec-otium (da cui negotium) indicano la semplice contrapposizione tra attività/inattività, priva di attenzione moralistica. Non è che i pragmatici romani perdonassero i fannulloni, anzi per il loro vizio coniarono una molteplicità di parole: otiositas, accidia, pigritia, inertia, fatigatio animi. Ma non è l’otium. Cicerone, un gran traffichino, nel De otio scrive: Quid est autem dulcius otio litterato? L’ozio, nell’accezione giusta, è legato all’immaginare, dice bene Annamaria. E’ l’inattività del corpo e l’attività della mente. E’ il salto nell’iperspazio, che ora il Mit di Boston intravede possibile. Oggi, dopo la lettura del topic, il “viaggio della mente” mi ha portato a esaminare i perché sallustiani dell’incrudelire di Marcantonio sui resti del già decapitato Cicerone ( una vendetta postuma di Catilina, il più brillante giovane debosciato e blasé della noblesse romana, socio silente delle trame di Cesare e amato da molti?). “Vacanza” per l’etimologico del Devoto è “libertà per divertimento” dalla radice indeuropea va-, che è la stessa di “vastità”.

  2. Grazie, Annamaria, ma non è merito mio. E’ che quando parli dell’immaginare usi i toni giusti.

  3. ANCORA SU NAPOLI Anch’io mi ricordo di una storiella raccontata da un amico napoletano, forse una variante su tema di quella raccontata da B.Russel: _Il solito miliardario americano scende dal piroscafo e vede un tipo stravaccato sul cordame a godersela e a prendere il sole; lo esorta a darsi da fare, lavorare, ingegnarsi, fare soldi, e il tipo gli chiede a che pro?, lui risponde che così farebbe ancora più soldi e potrebbe fare altre cose e via dicendo (qui potete allungare il brodo quanto volete) Poi alla fine della fiera, il tipo chiede ancora, a che pro? e li miliardario gli dice che così potrà starsene finalmente in panciolle a prendere il sole…- Quindi l’ozio come propulsore alle dinamiche delle idee e dell’immaginario è spazio vitale e virtuoso, l’inattività per mancanza di mezzi od opportunità viene nella nostra società condannata come fallimento personale che ti rilega nella marginalità sociale. Paradossi del sistema globale, dove le contraddizioni ci fanno a pezzi, e il coltivare proprie passioni senza secondi fini immediati potrebbe diventare, quando è possibile, uno spazio sacro da difendere gelosamente (magari anche da condividere) walter

  4. Cara Annamaria, grazie per questi spunti preziosi e per la passione, per l’esattezza con cui esprimi idee e sensazioni che condivido profondamente. Venerdì andrò in vacanza per incubare le esperienze di questo lungo inverno, mi porto dietro la tua Trama Lucente, con il tuo invito esplicito alla militanza del sapere. Scrivi: “Forse è il momento giusto perché ciascuna persona di buone risorse e buona volontà si proponga si scambiare attivamente conoscenza con quanti le stanno attorno. E, possibilmente, non solo coloro che sente affini. Di fare la sua parte con l’obiettivo di costruire, sul territorio e nel web, una rete informale, amichevole e accessibile, empatica (ricordiamoci delle competenze linguistiche se vogliamo parlare a molti) di trasmissione della conoscenza. E’, forse, anche il momento giusto perché ciascuno di noi, oltre a diffondere ciò che sa, si proponga di imparare ogni giorno qualcosa di quello che non sa, connettendo dati nuovi per produrre nuove idee.” Hai Ragione. È il momento. Io ci sto provando e le tue parole sono come una pacca sulla spalla. Grazie.

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