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Parole e immagini: gli intrecci di sempre e le nuove frontiere sul web

Un sacco di anni fa, nel 1988, ho scritto un libro intitolato La parola immaginata. Tesi di fondo: intrecciando parole e immagini in un meccanismo di comunicazione costruito a dovere, è possibile ottenere messaggi (pubblicitari, ma non solo) il cui senso è molto più ricco sia di quello espresso della parole, sia di quello espresso dalle immagini.
Poi, nel 2004, ho scritto un altro libro, intitolato Le vie del senso – come dire cose opposte con le stesse parole. Tesi di fondo: il senso di una singola affermazione può essere modificato enne volte, e in modo anche radicale, grazie all’aggiunta di enne elementi di contesto (immagini e grafica, prima di tutto, ma non solo).
Tutto questo per dirvi che sugli intrecci creativi tra parole e immagini sto ragionando non da ieri. E, oggi, mi piacerebbe ragionarne con voi a partire da tre spunti.

Il primo è il Punto di vista che Alfredo Accatino pubblica su Not Newsmagazine: venti anni fa si vaticinava la scomparsa prossima ventura della parola scritta, e invece oggi, sul web, assistiamo al contemporaneo fiorire di nuove forme testuali e nuove forme visive (e, aggiungerei, di nuovi modi per mettere assieme parole e immagini costruendo storie: sto pensando, per esempio, a cowbird).

Il secondo spunto è costituito da writewithimages: un sito – ancora in fase sperimentale – che traduce affermazioni in sequenze di immagini, e lo fa semplicemente sostituendo ogni parola con la prima immagine che Google Images mostra digitando quella parola. Qui una Gallery di risultati che, come dice il sito medesimo, will always be surprising, sometimes shocking and often stupid.
Se il meccanismo riesce a evolversi, e se il sito impara a scegliere ciascuna immagine tenendo conto di tutte le altre che sta scegliendo (cosa che ora, evidentemente, non fa. Mentre noi, parlando o scrivendo, scegliamo ciascuna parola in relazione alle altre) i risultati potrebbero diventare più sorprendenti. E di sicuro meno stupidi.

Il terzo spunto è costituito dal bel video, che esplora i possibili contenuti visivi di una singola parola astratta: Symmetry. E, facendolo, apre interi universi di narrazione. È uno dei video vincitori del Vimeo Award. Se avete un po’ di tempo, date un’occhiata anche agli altri: meritano.

7 risposte

  1. Sono convinto che – a fronte di ogni nuova tecnologia che ci fa risparmiare lavoro cerebrale – occorra valutare gli effetti collaterali sulle possibili modificande facoltà dello stesso cervello. Con queste nuove sensibilità, diventa possibile – a volte molto semplice – fare esercizi per mantenere i nostri cervelli efficienti. Che ne dite? Grazie per i preziosi riferimenti. Ugo Sgrosso

  2. Rai5 sta trasmettendo alcune puntate di un programma di viaggi fatti da una ragazza cieca. La cosa che “salta agli occhi” è che in quasi tutte le frasi dei dialoghi, pronunciate anche dalla protagonista, ci sono riferimenti al vedere. Il mio apprendimento infantile del mondo è stato tramite oggetti reali, così l’erba, la formica o l’ape li ho visti prima dal vero e poi in immagine. La mia nipotina di poco meno di due anni sta conoscendo il mondo tramite le immagini, per poi scoprirne l’esistenza reale. (Il bombo sui fiori di lavanda che somiglia a quello disegnato sulla maglietta, uauh!). Quando studierà l’inglese sarà facile: il gatto, il tavolo, la sedia, la finestra…, ma con il greco? La saggezza, la giustizia, il coraggio… Può darsi che l’arte, e quindi anche le immagini-linguaggio, si evolvano verso un astratto comprensibile ai suoi contemporanei, così com’è stato per un lungo periodo della preistoria, per poi ritornare alle immagini realistiche di Lascaux. Ancora una volta la nostra ospite ha messo in evidenza una tendenza molto interessante ed in evoluzione. Certo è che, nell’affollamento dei messaggi, l’incertezza interpretativa data dalle sole immagini non aiuta, già facciamo fatica a comprendere il senso della parola scritta, anche se scritta bene. Comunque davvero un bello stimolo. ps: in perfetta sincronia con la pubblicazione di questo bel tema, ho inserito un commento al precedente Metodo 25, che non trovo e che ha qualche relazione con questo nuovo tema.

  3. @ guyderbord: il commento a Metodo 25, almeno mentre ti scrivo, c’è. E spero che rimanga lì dov’è adesso. Prima o poi il cms diNeU ci farà impazzire… :(( Ogni tanto sparisce qualcosa (anche interi post, che siamo andate a recuperare), che poi rispunta sotto altra forma. Un’ipotesi è che il sistema, dopo quattro anni spesi a parlare di creatività, cominci ad animarsi di vita propria. Appunto: le parole si decodificano e le immagini si interpretano. Ma il video Symmetry usa le immagini per decodificare la parola andando ben al di là di qualsiasi definizione verbale. Un bel ribaltamento. E… bello, l’esempio della ragazza cieca. @ ugo.sgrosso. Mah… credo che pensare, osservare le facce in metropolitana immaginando le storie che ci sono dietro, inventare una rima o ricordare una poesia siano tutti begli esercizi. Ho anche il sospetto che le tecnologie, più che farci risparmiare lavoro cerebrale (meccanico) ci permettano di fare più lavoro più in fretta, o più lavori contemporaneamente. E qui sotto c’è una certa percentuale di fregatura.

  4. Scusate l’off topic, posso chiedervi di rallentare un po’ le immagini del gesto creativo? La frenesia della successione le schiaccia una sull’altra e non riesco a seguirne nessuna con il pensiero. È forse una rappresentazione del nostro modo di guardarci intorno? 🙂 Emanuela

  5. Gesto creativo: è un altro scherzo del CMS. All’inizio le dissolvenze erano più lente… vedremo che si può fare.

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