Prendersi cura

Prendersi cura di quel che è più caro – Idee 138

Torno a parlarvi di manutenzione: una pratica fondamentale, ma considerata noiosa, faticosa, antiquata e per nulla prestigiosa, e ampiamente sottovalutata nel nostro paese.
Sono convinta che sia più che necessario rivalutarla.

IL TEMPO CHE PASSA. Una cosa interessante della manutenzione è che si tratta anche di un negoziato col tempo che passa. Lo è sempre, qualsiasi ne sia l’oggetto: una parola i cui significati si possono modificare con il cambiare degli usi e dei costumi. O un giardino in cui il crescere degli alberi altera i rapporti d’ombra e di luce (e poi sì, il cambiamento climatico ci mette del suo). O una città che deve fare i conti con trasformazioni sociali, economiche, demografiche.

Poiché si tratta (anche) di un negoziato con il tempo, la manutenzione non consiste e non può risolversi solo nel mantenere le cose tali e quali. È in parte un adattarle, in parte un sottrarle al trascorrere del tempo. E in parte un rileggerle alla luce del tempo che passa, che forse le logora e le rompe, e forse invece le rende, almeno potenzialmente, più preziose.

RIMETTERE INSIEME I COCCI. Un paio d’anni fa, scrivendo un articolo su errori e lacune, mi sono imbattuta nel kintsugi, la pratica giapponese di rimettere assieme vecchi cocci riparandoli con l’oro o l’argento e rendendoli, in questo modo, assai più affascinanti e del tutto unici: una forma di manutenzione che sfiora la poesia.
Anche ciascuno di noi come individuo deve fare i conti col tempo che passa. Per questo sono andata in cerca di buoni suggerimenti per la manutenzione di alcuni beni immateriali individuali che ciascuno dovrebbe tenersi cari.

Date un’occhiata: potreste scoprire due cose. La prima è che anche in questi casi spesso si tratta, metaforicamente, di riparare con l’oro e l’argento. La seconda è che tutto quanto viene suggerito vi era già in buona parte noto: la manutenzione non è altro che prendersi cura.
Se un’area di miglioramento c’è, potrebbe riguardare il tradurre le teorie in pratiche costanti. Forse, anche per questo, un ripassino può servire.

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PRENDERSI CURA DELLE AMICIZIE. Il 10 per cento degli inglesi non ha un singolo amico, scrive il Guardian. Le amicizie sono preziose ma fragili, e quanto più un’amicizia è stretta, tanto più può risultare difficile mantenerla: l’onestà ne è parte integrante, ma essere del tutto onesti può risultare difficile e gli amici, come i coniugi, si vogliono bene, ma devono anche sentirsi autorizzati a odiarsi, qualche volta. E poi la natura stessa dell’amicizia cambia nel tempo: quella che era un’associazione per divertirsi diventa una sorellanza, o una fratellanza, di veterani segnati dalle battaglie e consapevoli di essere fallaci come tutti gli esseri umani.

PRENDERSI CURA DEI CLIENTI. Ne scrive Forbes: la comunicazione è strategica e i clienti vanno tenuti informati, senza però travolgerli con notizie irrilevanti. Bisogna essere onesti e mantenere la parola data. Bisogna entrare in relazione con loro come persone, e non considerarli come pure fonti di guadagno. Focalizzarsi sui nuovi clienti trascurando di coltivare quelli già consolidati è un errore fatale.

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PRENDERSI CURA DEL CERVELLO. Questi i quattro suggerimenti della Harvard Medical School: bisogna fare esercizio fisico (almeno mezz’ora cinque volte la settimana) ed è meglio se si tratta di esercizi complessi. Insomma, ballare o fare sport è meglio che camminare. Viva la dieta mediterranea: riduce sia il rischio cardiaco sia il rischio di demenza, e più di una dozzina di studi l’hanno dimostrato.
Già negli anni Novanta è stato anche dimostrato che mantenere relazioni sociali soddisfacenti è fondamentale, e che la qualità delle relazioni è più importante della quantità. Infine, compiti sfidanti a livello intellettuale (imparare una lingua, o a suonare uno strumento) funzionano meglio che fare cruciverba.

PRENDERSI CURA DELL’AMORE. L’illustratrice coreana Puuung pubblica sulla propria pagina Facebook una serie di illustrazioni che rappresentano piccoli gesti quotidiani d’amore. Non valgono solo in Corea. Ho la sensazione che funzionino (questi, e diversi altri che ciascuno può immaginare) per qualsiasi relazione, di qualsiasi tipo, forma, misura e qualità. La serie potrebbe perfino sembrare sdolcinata e per certi versi lo è, ma è rimbalzata in rete da un capo all’altro del mondo.

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PRENDERSI CURA DEI FIGLI. I genitori hanno spesso una percezione fuorviata dei propri figli: li vedono come vorrebbero che fossero, scrive Psychology Today, citando una quantità di ricerche. Questo fenomeno non ha una singola causa: in parte dipende dal fatto che ciascuno, genitori compresi, osserva il mondo a partire dal proprio punto di vista, e in parte, dal fatto che ciascuno tende a ritenersi per qualche verso speciale. Tutto ciò porta concreti benefici psicologici: per esempio, incoraggia a essere ottimisti e dà l’impressione di poter tenere sotto controllo il proprio futuro.

I genitori tendono a estendere queste percezioni positive ai propri figli. Ecco i sette fraintendimenti più diffusi: Pensare che seguiranno le orme dei genitori, anche se l’evidenza suggerisce il contrario. Pensare che siano superdotati. Non accorgersi che sono cresciuti e continuare a considerarli bambini. Essere, all’opposto, troppo esigenti coi primogeniti. Non accorgersi del sovrappeso dei figli e considerarlo “sano” (succede alla metà dei genitori americani di figli sovrappeso). Negarne qualsiasi rapporto con il bullismo, né come vittime né come aggressori. Pensare che continuino ad apprezzare i consigli dei propri genitori anche da grandi e coniugati.

Ho scattato le foto che illustrano questa pagina al Parc Güell di Barcellona. Gaudì mette insieme cocci di ceramica e vetro come fossero tessere di mosaico.

7 risposte

  1. Credo che il punto di partenza sia quello di sforzarsi a mantenere se stessi (la propria “macchina”), non a livello estetico (o non solo) ma in modo particolare nella gestione dei rapporti con gli altri e con quello che ci circonda, con le nostre aspettative e le nostre (nuove o vecchie) idee.
    Siamo i primi “meccanici-manutentori” di noi stessi anche se troppo spesso lo dimentichiamo e ci giustifichiamo aggrappandoci a fattori esterni non dipendenti da noi.
    Non esiste un libretto di “uso e manutenzione” che ci possa aiutare, tantomeno esiste una manutenzione valida per tutti, siamo “macchine” uniche e complesse.
    Manutenzione significa “garantire il buon funzionamento della macchina nel tempo” … NEL TEMPO.
    NEL TEMPO è un grande e sconfinato contenitore che comprende: la nostra salute (fisica e mentale), le nostre competenze, le nostre amicizie, i nostri rapporti con gli altri (di lavoro e non), le nostre ambizioni, le nostre passioni, i nostri successi ed in nostri fallimenti e tanto altro, NEL TEMPO è il nostro futuro su cui dobbiamo investire.
    Questo significa che più il tempo passa e più la manutenzione deve essere, oltre che prevista e periodica(es. aggiornamento professionale continuo) molto accurata, a volte perfino mirata a migliorare o sostituire parti usurate (es. vecchie idee, punti di vista, competenze) con altre nuove e magari più performanti, adeguate al contesto reale piuttosto che al mercato.
    NOI siamo i primi possessori delle chiavi e degli attrezzi giusti per fare “auto-manutenzione”, non dimentichiamolo e teniamo la cassetta degli attrezzi sempre a portata di mano senza paura di sporcarci le mani.

  2. This is a fantastic reminder to all of us! To take care of what really matters and even things that might be discardedby some can regain new life if given the proper care and “maintenance”. Recently I found a pair of old boards in a field that were all dirty and full of musk but I was fascinated by them and I said to myself: These two boards would make a beautiful table. I never made a table before but I was determined to bring them back to life. They did. Here is the result.https://www.linkedin.com/pulse/making-table-five-life-lessons-maurizio-morselli?trk=mp-reader-card

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