procedure che aiutano e procedure che stroncano

Procedure che che salvano, procedure che stroncano – Metodo 55

Non tutte le procedure hanno lo stesso valore. Per capire come mai, cominciamo dall’inizio.
Procedura: l’insieme di norme, formalità, usi e consuetudini che regolano la pratica di un’amministrazione o lo svolgimento di un compito.
Una procedura non è altro (o meglio, non dovrebbe essere altro) che questo: il modo corretto, sperimentato, efficace per fare tutte le cose che servono.

PROCEDURE CHE AIUTANO. Tutti noi applichiamo, spesso senza neanche accorgercene e in modo del tutto automatico, una quantità di procedure. C’è una procedura per bollire un uovo, una per parcheggiare, una per fare bene la valigia.
Se dovessimo ogni giorno inventarci i modi per fare le cose non combineremmo più niente e sbaglieremmo molto di più: perfino imparare un lavoro vuol dire anche interiorizzare tutte le procedure che con quello sono connesse.
Non a caso, sottovalutare le procedure e non interrogarsi su quale sia la procedura migliore per svolgere un compito è un classico errore da principianti. E inventare una nuova procedura, più efficace, per sviluppare in modo più efficace un processo è un grande esercizio di problem solving e un gesto fortemente creativo.

procedure che aiutano e procedure che stroncano

PROCEDURE CHE SALVANO. Le procedure sono fondamentali se il compito da svolgere è molto complesso e se ogni singola fase e la corretta sequenza delle fasi sono cruciali per il buon esito dell’intero processo. È il caso delle check list, le liste di controllo: vengono introdotte per la prima volta nel 1937, quando la Boeing produce per l’esercito americano il B-17, più noto come fortezza volante, un aereo così complicato da meritarsi la definizione “too much airplane for one man to fly”. Soluzione: individuare tutte le operazioni che il pilota deve eseguire, e farne un semplice elenco di voci da spuntare, una dopo l’altra.

Le liste di controllo vengono adottate nel 2003 per ottimizzare le azioni che vanno compiute in un ambiente altrettanto critico, la sala operatoria, grazie a un’intuizione di Peter Provonost medico di terapia intensiva al Johns Hopkins Hospital di Baltimora.
I risultati superano le migliori aspettative: 1.500 vite (e quasi 200 milioni di dollari) risparmiati in 18 mesi. Nel 2008 Provonost viene inserito da Time nell’elenco dei 100 personaggi più influenti del mondo. Un’indagine condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra 2007 e 2008 dimostra che le check list riducono i decessi in chirurgia e le complicanze postoperatorie.
Oggi le liste di controllo sono ufficialmente consigliate dall’OMS e sono diffuse anche in molti ospedali italiani. Tra l’altro, già che ci siamo: c’è una procedura salvavita che tutti dovrebbero conoscere. È la manovra di Heimlich. Se invece volete dedicare mezz’ora del vostro tempo per imparare tutte le maggiori procedure pediatriche salvavita, guardate questo video (e scopritene la storia).

procedure che aiutano e procedure che stroncano

PROCEDURE CHE SCHIANTANO. Ma le procedure possono anche essere disastrose. Succede, ovviamente, quando sono inefficaci rispetto all’obiettivo e vengono stolidamente reiterate solo perché “abbiamo sempre fatto così”.
Succede ancora più spesso quando le procedure non riguardano il modo migliore per “fare” qualcosa, ma vengono istituite per garantire che qualcosa sia fatto in modo legittimo.
Poiché, in questo secondo caso, la legittimità appare più importante dell’ottenimento di un qualsiasi risultato concreto, capita che queste procedure possano crescere su se stesse gonfiandosi fino a perdere del tutto ogni connessione con le dinamiche del mondo reale, e con la reale esigenza di preservare la possibilità di ottenerlo, alla fin fine, un risultato qualsiasi.

Succede per esempio con le procedure amministrative che, dice il Sole 24Ore, costano 31 miliardi di euro alle aziende e ci confinano al 25° posto su 27 tra i paesi UE per facilità di fare impresa. Questo significa che una gigantesca sovrastruttura procedurale strangola, letteralmente, il settore che dovrebbe regolare.
Succede per i 47 giorni di lavoro (due mesi) necessari ad artigiani e piccoli imprenditori per espletare le pratiche secondo il recente sondaggio IPSOS. Questo significa che la procedura impedisce, letteralmente, il lavoro che dovrebbe normare.
Succede, più in generale, con una struttura burocratica che tende a moltiplicare leggi, commi e adempimenti intrecciandoli in grovigli inestricabili la cui logica sfugge, e il cui unico scopo chiaro sembra essere – da molti anni lo ricorda, per esempio, il giornalista Gian Antonio Stella – la perpetuazione della struttura burocratica medesima e il moltiplicarsi delle gerarchie e delle poltrone.
Così, l’unica logica rintracciabile, nei processi fuorviati dalle procedure che dovrebbero ordinarli, è quella che connette il troncio, il trucolo e lo stuzzicadenti della Val Clavicola: se non vi ricordate questa strepitosa gag di Tognazzi e Vianello vi suggerisco di riguardarvela. È tutta lì, la folle stupidità burocratica, raccontata per filo e per segno.

Le immagini che illustrano questa pagina sono del fotografo Martin Ksinan. Se vi è piaciuto questo articolo potreste leggere anche:
Metodo 29: c’è un problema? Calma e gesso
Metodo 15: il pensiero tra rigidità e rigore

3 risposte

  1. procedura di correzione bozze? :-))))
    Settima riga dal fondo, una “l” al posto di una “d”:
    ….essere – la molti anni….
    Ciao!

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