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Promuovere libri e lettura: impareremo a farlo, prima o poi?

Promuovere libri e lettura è importante per mille motivi, e qui su NeU ne abbiamo discusso molte volte.
Leggere migliora le singole persone. Leggere – ce lo dicono molte ricerche – stimola il cervello e alimenta il sistema cognitivo. E ancora: leggere narrativa accresce la tolleranza e l’empatia migliorando la metacognizione, cioè la capacità di interpretare e capire quel che pensano, sentono e credono gli altri.
Leggere migliora la comprensione della parole e la capacità di usarle, e quindi la capacità di comunicare e di farsi capire: una delle competenze trasversali più importanti, strategica anche in termini di occupazione in questi tempi ipertecnologici.
E leggere è una forma di apprendimento permanente.
Migliorando le competenze delle persone, la lettura aiuta a ridurre le disuguaglianze. Accrescendo la comprensione, la lettura accresce la tolleranza. E, quindi, migliora l’intera società.

NON SIAMO PROGETTATI PER LEGGERE. Ma leggere non è per niente facile. L’invenzione della scrittura risale a soli 5000 anni fa, e noi non siamo “progettati” per leggere. I nostri occhi non sono fatti per restare incollati a lungo su una pagina o uno schermo, il nostro cervello deve fare un intensivo, costante e velocissimo sforzo di riconoscimento, interpretazione e memoria. Un’operazione che diventa meno defatigante man mano che si impara a leggere meglio.
La stessa lettura silenziosa è una conquista recente. Greci e latini leggevano compitando ad alta voce, o sussurrando. La lettura silenziosa si sviluppa attorno al 1100 e si afferma definitivamente, secondo gli studiosi, solo nel 1600.

LA LETTURA SI APPREZZA SOLO PRATICANDOLA. Insomma, leggere è un’operazione tanto importante e gratificante quanto complessa, faticosa e impegnativa, specie per i principianti. Che vanno motivati a cominciare e a continuare a leggere, perché solo leggendo si apprezza, sempre più, la lettura, e lo stesso atto del leggere diventa via via più facile, più piacevole e più appassionante.
Ma per motivare le persone a leggere bisogna parlare di libri, di storie e di lettori. Bisogna, letteralmente, aiutare una passione a nascere, facendo leva sul desiderio, sulla curiosità, sull’immaginazione, sull’emulazione, sulle emozioni, sulla gratificazione personale e sull’orgoglio.
Oggi perfino le automobili o i surgelati si vendono suscitando emozioni. A maggior ragione, e per i motivi che vi dicevo, bisogna farlo ogni volta che ci si propone di promuovere libri e lettura. Ma succede proprio così?

MODESTI ESEMPI ITALIANI. Forse ricorderete le più recenti campagne governative italiane per promuovere libri e lettura. La prima  (siamo nel 2009) mostra un gruppo familiare che scorrazza qua e là per un prato scambiandosi libri. E trasforma il leggere in un’attività elitaria (bisogna essere vestiti di bianco), astratta e misteriosa (che diavolo stanno facendo quei signori?). È meno elitaria, ma ancor più surreale (guardatela, per favore) la nuova puntata della campagna, che esce nel 2011.
Un’ulteriore campagna, uscita nel 2013, propone motivi per andare in edicola, in libreria o in biblioteca costruendo una lambiccata argomentazione attorno alla parola “muro”, e ai suoi molti significati possibili.

PATERNALISTICI E SUSSIEGOSI? MEGLIO DI NO. Ma perché mai, quando si tratta di promuovere libri e lettura, il tono dev’essere sempre paternalistico, sussiegoso e condiscendente, oppure riduttivo e fuorviante? Viene quasi il sospetto che questi messaggi siano stati progettati da qualcuno che, con i libri, ha una dimestichezza così scarsa da non sapere bene che cosa sono, a che cosa servono e come si usano. E che non ha la minima idea di come si fa a promuovere libri.
Certo, riuscirci non è semplice. Ma non è neanche impossibile.
Per dimostrarlo, ho raccolto alcuni dei più graziosi video dedicati a libri e lettura usciti nell’ultimo decennio.

USARE LE PAROLE. Certo, leggendo si impara anche a usare le parole (e, magari, parole più complesse di “muro”). Ma c’è modo e modo per dirlo. Così come c’è modo e modo per raccontare la passione per la lettura. Per cominciare, guardate questo indimenticabile spot canadese del 2006. È l’altro modo per dire che i libri aiutano anche a usare meglio le parole. E che le parole, se usate bene, possono essere irresistibili.

LEGGERE AD ALTA VOCE. Bisogna cominciare ad amare la lettura prima ancora di imparare a leggere. Un magnifico modo per trasmettere  la passione per i libri e per le storie è leggere ai più piccoli ad alta voce. Tra l’altro questo è, per i genitori, anche un magnifico modo per sviluppare intimità e per passare del tempo insieme ai piccoli.
Sull’importantissima pratica del leggere ai bimbi ci sono spot assai belli. Eccovene uno, ancora canadese, che invita a “rendere il favore alla mamma” (e vabbè, lo si può fare perfino regalandole un e-reader). 

LEGGERE AI PICCOLI. È dedicato al leggere ai bambini anche il grazioso video egiziano che vedete qui sotto. Fa parte di una serie, ed è interessante vedere anche gli altri: qui in altro soggetto dedicato alla lettura per i più piccoli. Qui un soggetto dedicato ai giovani adulti e ai ragazzini che leggono. Qui un ulteriore soggetto dedicato (credo) alla coesistenza di  libri di carta e nuovi media.

DARE IL BUON ESEMPIO. C’è anche un grazioso spot spagnolo del 2007 a ricordarci che per incoraggiare la lettura nulla vale più dell’esempio familiare.

LA GRANDE PASSIONE. La passione per la lettura è pervasiva e assoluta. Lo è anche se si tratta di e-reading,  e ammetterete che questo spot lo racconta con humor:

Ed eccovi la stessa storia, raccontata coi libri di carta in uno spot argentino di qualche anno fa. A dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che la lettura è lettura, qualsiasi sia il supporto. Tra l’altro: sembrava che i libri di carta fossero avviati a un rapido declino ma non è per niente così, ed è più che probabile che l’e-reading sia avviato a restare un fenomeno minoritario.

HUMOR SPAGNOLO. Esalta i libri di carta questo spot brillante, che fa spiritosamente il verso alle presentazioni di nuovi strumenti tecnologici. È stato realizzato a bassissimo costo da un libraio spagnolo nel 2010 e si è guadagnato milioni di visualizzazioni.

Volete qualcosa di più magico e visionario? Eccovi questo cortometraggio. Non è esattamente il mio genere e ho il sospetto che sia anche vagamente depressivo, ma comunque offre una prospettiva interessante e mi sembra giusto mostrarvelo.

 Un altro modo per esprimere la magia dei libri viene dalla Nuova Zelanda.

HUMOR BRITANNICO. Devo ammettere che uno dei miei spot favoriti per la lettura è è questo magnifico esempio di black humor, del 2009. Un gruppo di amici, fanatici lettori, gioca alle sciarade. E poi succede che…

L’altra mia campagna favorita resta questa “catena di letture” per il National Year of Reading 2008.

PROMUOVERE LIBRI E LETTURA PER QUALIFICARE ALTRE OFFERTE. Ora vi segnalo quattro campagne per altri prodotti – un’automobile,  viaggi in treno, biglietti d’auguri, un whisky – che trovano il proprio punto qualificante nel parlare di libri e nell’esaltare la conquista intellettuale e culturale della lettura.

Eccovi la divertente campagna Mercedes: “la bellezza è niente senza cervello”.

Ed eccovi il graziosissimo spot olandese che promuove viaggi internazionali (grazie ad Anne Branbergen per avermelo segnalato). C’è il racconto delicato e acuto di una bella storia d’amore che vede protagonisti (questo è un ulteriore punto di valore) due personaggi non proprio giovanissimi. La storia comincia con un libro, e si conclude in una libreria. In mezzo, un sacco di chilometri. La musica è Take this waltz, di Leonard Cohen.

Questa, invece, è la campagna per i biglietti d’auguri Hallmark realizzata a Los Angeles. Il video è stato premiato.

PATHOS SUDAFRICANO. Concludo con la – secondo me, assai bella – campagna sudafricana per il whisky Bell. Un’altra storia di orgogliosa conquista della lettura che si conclude trionfalmente al bar, ma comincia in libreria. Con l’augurio che presto anche da noi si riesca a fare, se non qualcosa di simile a tutto quanto avete visto, almeno qualcosa di meno improbabile di quanto fatto fino a ora, e di più seduttivo.

Ho presentato questa selezione di video a Venezia, alla Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri. Se vi va, scrivete nei commenti qual è il vostro preferito, e perché. E se conoscete altri buoni video su libri e lettura che meritano una segnalazione, per favore segnalateli, sempre nei commenti. 🙂

19 risposte

  1. Interessanti i “giochi” per promuovere e condividere la lettura, dove l’esempio di una madre di un padre, della famiglia in generale, di un amico, è, a mio avviso, motore del tutto.
    Mi piace vedere, andando oltre, i video di ragazze e ragazzi – ce ne sono in inglese in spagnolo in italiano … – che parlano periodicamente dei libri che leggono, delle loro esperienze, talvolta una specie di recensione alla trilogia che stanno finendo, insomma, un modo per trasmettere la loro passione, le loro inquietudini, per es.: https://m.youtube.com/watch?v=EvmS6wCw_Q8
    Grazie Annamaria, prezioso questo suo spunto.
    Buona giornata.

  2. Si promuove la lettura dimostrando che le parole sono vive, e sanno farci vibrare, e questo stato intimo con loro va indossato. Si promuove la lettura divertendosi assieme, con la forza creatrice dell’immersione nelle storie e il contatto vivo con le nostre emozioni più profonde, i rimandi, le domande aperte. Io ci provo con tutta me stessa, e i risultati sono splendidi!

  3. A me piacciono, in quest’ordine:
    – A Reader’s Passion, perché da lettrice appassionata mi sono immedesimata in ognuno di loro, ci si perde davvero in un proprio mondo quando si legge (quanta acqua mi è evaporata, prima che mi ricordassi che stavo per buttare la pasta!).
    – Book. Un producto revolucionario, perché spiega in maniera divertente che le innovazioni tecnologiche “migliorano l’esperienza di lettura”, ma non inventano nulla, e in fondo il lettore punta più sulla sua passione per la lettura che sul supporto da cui legge.
    – Tu lees, ellos leen, perché sono convinta che il buon esempio sia fondamentale, e spesso gli adulti sono i primi a non leggere, a non sapere cosa sia davvero la lettura per un lettore, e a ripetere frasi fatte sull’importanza di leggere (finché i figli vanno a scuola, poi sono tutti liberi, genitori e figli, da questa palla al piede).
    – Lo spot canadese “i libri aiutano anche a usare meglio le parole” (primo video): non capisco cosa dice, ma l’espressione della maestra mentre legge dice tutto.
    Grazie per questa carrellata di video!

  4. Questo è il testo del biglietto nello spot canadese:
    How tired I am
    Of this unbearable distance between us
    How I long for the toll of the recess bell
    Have you forgotten me?
    Grown mindless of me?
    Tell me I am not writing into an abyss
    Or that is what will become of my heart.
    🙂

    1. Posso azzardare una traduzione per chi non mastica l’inglese:

      Sono stanco
      Di questa insostenibile distanza tra noi
      Da quanto attendo la campana della ricreazione
      Mi hai già dimenticato?
      Sono tornato invisibile ai tuoi occhi?
      Dimmi che queste parole non precipiteranno in un abisso
      O esso è tutto ciò che rimarrà del mio cuore.
      🙂

  5. Interessantissimo articolo su Internazionale che mi ha rimandato a questa illuminante ricerca sulla comunicazione per l’educazione alla lettura (già raccontatami da un’amica che era a Venezia e che magicamente ritrovo qui). Quanta strada dobbiamo ancora fare anche noi librai!! Userò il suo articolo e questa ricerca nel mio lavoro! Grazie

  6. Bravi, video per promuovere la lettura, ma magari abbassare i prezzi no? L’iva al 4% e libri che costano un patrimonio, in primis einaudi e adelphi che propongono libri da neanche un centinaio di pagine a 12 euro. Vogliamo parlare poi dei saggi? E vi aspettate che un ragazzo si metta a spendere per comprare libri?

  7. Penso che esista un paradosso di fondo, impopolare perché amo sfaccettare gli argomenti: è vero che ci sono tanti autori interessanti che varrebbe la pena di promuovere ma è altrettanto vero che si pretende dai giovani un rapporto passivo con la lettura. Noto che nelle librerie prevalgono gli stranieri o gli scrittori di una certà età. Forse le nuove generazioni non si sentono rappresentate, vorrebbero che i nuovi linguaggi di scrittori o poeti che amano perché sentono più vicini al loro vissuto entrassero nelle scuole e fossero proposti come avanguardie di un mondo che si sta spaccando in due e forse contrapponendo. La lettura dev’essere piacere e il piacere si sceglie, non s’impone. Noi adulti dovremmo disporci maggiormente all’ascolto, per capire e per integrare le scelte dei giovani, comprese le LORO (e non le nostre) letture preferite. Se fossi insegnante, farei scegliere alla classe l’autore preferito da approfondire, lasciando margini di osservazione critica a tutti gli studenti.

  8. Pare semplice la cosa, e, a costo di rischiare di essere saccente, la dico, l’intuizione: come in tanti altri ambiti, qui da noi parla di qualcosa “l’esperto del qualcosa” anziché chi c’è dentro: uno sguardo straniato, stile antropologo, sull’ Homo Legens

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