Nuovo e utile

Qualità, creatività, meritocrazia. E la Porta dell’Antibagno

A separare la stanza più grande del nostro uffico dall’antibagno c’è una porta fatta su misura. È spessa e pesantissima. Dai e dai, a furia di muoverla i cardini si svirgolano, la porta collassa sul pavimento e, a ogni strisciata, incide sul parquet righe semicircolari sempre più profonde.
È marzo. Chiediamo all’artigiano che l’ha fatta di aggiustarla. Telefoniamo mille volte: appelli accorati, minacce… nisba: ci rimbalza.
Finché la porta viene giù. Per fortuna non finisce in testa a qualcuno, ma il problema è diventato urgente. Parte il passaparola e troviamo un altro artigiano da chiamare. Telefonata mercoledì. Arrivano venerdì pomeriggio, in due. Rifare la porta costa un patrimonio. Ma forse possono mettere un cardine in più: insomma, dicono che si faranno venire qualche idea e se la cammellano via.
Tornano martedì pomeriggio. Si sono, urca!, inventati di svuotare la porta dall’interno. Adesso è leggerissima e sta su che è una meraviglia. Tra andare, tornare, inventare ed eseguire, ci sono voluti meno di due giorni e meno di duecento euro, ovviamente fatturati.

Vi racconto questa storia non solo perché mi ha messo di buon umore. Ma perché, credo, dice in modo semplice alcune cose non banali su che cos’è la meritocrazia, nella pratica.
– Qualità del servizio è a) esserci quando un cliente ha bisogno, b) capire bene di che cosa ha bisogno c) proporgli una soluzione efficace, conveniente e definitiva d) se le soluzioni ovvie sono insoddisfacenti, avere la disposizione e la competenza necessarie a inventarsene una nuova.
– Creatività è andare oltre le apparenze e capire qual è la natura non formale (la porta è rotta, cambiamola) ma sostanziale (la porta è pesante, alleggeriamola) del problema.
– Meritocrazia è che ho quasi voglia che si rompa qualcos’altro per richiamarlo, quell’onesto e bravo artigiano. E che gli dedico questo post: a lui, l’Eroe della Porta dell’Antibagno.

11 risposte

  1. Thomas Edison, inventore con oltre 1093 brevetti, fra i quali il fonografo e il proiettore cinematografico (la lampadina no: è dell’italiano Cruto di Alpignano) aveva il cancelletto di accesso alla sua abitazione pesantissimo. Tutti i visitatori, ed erano tanti, si lamentavano per la sua durezza, della resistenza del battente sui cardini durante l’apertura e la chiusura, dubitando della genialità dell’inventore. Solo in punto di morte Edison svelò il mistero: ai cardini era collegata una pompa artesiana che convogliava l’aqua dal pozzo alla piscina. Ogni persona in transito provvedeva inconsapevolmente a lavorare gratis per qualche secondo. Siete certe, ora che avete la porta leggera, che la cassetta di scarico dello sciacquone sia piena? A parte questo, condivido la necessità d’individuare il problema sostanziale, e Edison era uno capace di farlo.

  2. E’ proprio così. Quando incontriamo uno serio e che si fa carico delle esigenze degli altri (delle nostre, meglio ancora), ci rallegriamo perchè non è la norma. Anzi è proprio un’eccezione. Eppure spesso non fanno nulla di particolare. Io la chiamo Ordinaria Eccellenza. Che, in realtà, di eccellente non ha proprio nulla e non è affatto ordinaria. Solo che si confronta con un mondo di cialtroni e di quasi-monopolisti. Serve una grande trasformazione che ha in sè diversi ossimori. Andare verso un modello libertario e sociale, in cui chi vuole, sa e ha buona disposizione non deve avere ostacoli a fare ma viene fermato se diventa un predatore. Laissez faire e Stato minimo? Apparentemente, ma serve spingere in quella direzione, non solo liberalizzare. E allora no, lo Stato e l’Amministrazione servono eccome. Un po’ vago e utopistico? Sì. Ma come uscire da questo pantano in altro modo? Bisogna lavorarci.

  3. @jac. No, dai, non si possono mettere indirizzi sul web così, a cavolo. Al massimo, se qualcuno ci scrive a info@nuovoeutile, possiamo passare il contatto al bravo artigiano. E lui deciderà che ne vuol fare. @ guidebord. Storia magnifica: grazie! E… lo scarico dello sciacquone funziona. Almeno per ora 😉 @ Il concetto di Ordinaria Eccellenza è incantevole. Credo proprio che si tratti di qualcosa da promuovere, valorizzare e premiare. Anche, semplicemente, raccontando i casi virtuosi.

  4. IL BRONZO DI SANTA MARIA DEL FIORE Qualche lustro fa una amico fabbro che lavora per l’Opera del Duomo di Firenze, mi ha raccontato che le porte in bronzo a tutta anta del Duomo, sono piantate da secoli sui cardini e nessuno sa come diavolo aprirle (si ha accesso da miniporte di servizio ricavate dentro le grandi ante) Non ho appurato se è una leggenda metropolitana, ma se fosse vera sarebbe una bella sfida per menti acute e dispensatori di olio di gomito.

  5. La soluzione di un problema può, talvolta, causarne un altro: direi che ora, quell’antibagno, necessita di una radio 🙂

  6. L’esempio è molto significativo. Mi riconosco nell’atteggiamento del tuo artigiano. Detesto, tuttavia, quando il cliente si appropria della tua creatività sostenendo di essere lui l’autore di quella soluzione o quando sminuisce il valore della porta alleggerita…. grrrr!

  7. Cara Annamaria, io sono avvocato civilista. Sono d’accordo sul fatto di: a) esserci quando un cliente ha bisogno (lascindo perdere la maleducazione dei clienti che vorrebbero sentrti per ogni stupidaggine, salvo poui lamentarsi della pacella…); sono d’accordo di: b) capire bene di che cosa ha bisogno. Ma proporre a un cliente che varca la soglia di uno studio legale “una soluzione efficace, conveniente e definitiva”, con una giustizia allo sfascio, non esiste proprio. Le soluzioni le propongo, ma ci sono clienti che “scientificamente” non ne vogliono sapere. Cordiali saluti. Francesco Di Bartolo

  8. cara annamaria, la storia è esemplare. È esattamente quello che cerchiamo di fare ogni giorno, ma come ricorda l’avvocato sembra che scientificamente i clienti non vogliano percorrere strade nuove. ma non disperiamo.

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