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Quando l’insight accende la creatività – Metodo 1

L’illuminazione creativa, o insight, è il punto culminante del processo creativo. Il termine si riferisce all0 scaturire  dell’intuizione improvvisa di una soluzione nuova e utile.

IL MOMENTO MAGICO. Il termine “insight” viene coniato agli inizi del secolo scorso, quando cominciano a svilupparsi i primi studi strutturati sulla creatività. Wolfgang Köhler, uno dei fondatori della Psicologia della Gestalt, teorizza l’esistenza di un momento di “illuminazione”, cioè di riorganizzazione istantanea del pensiero, che può portare alla soluzione di un problema senza che sia necessario  – come sostengono gli psicologi comportamentisti – passare per un lungo processo di prove ed errori.

LO SCIMPANZÉ ILLUMINATO. La cosa curiosa è che la teorizzazione di Köhler non si fonda sull’osservazione del comportamento di un essere umano. Al centro dei suoi studi c’è  Sultano, uno degli scimpanzé ospitati nella stazione zoologica di Tenerife, dove Köhler lavora mentre in tutta Europa sta infuriando la Prima guerra mondiale (qui vedete i video di Köhler. La qualità è quella di inizio ‘900).
In sostanza, Köhler mette delle banane fuori dalla portata di Sultano, che deve “inventarsi” un modo per raggiungerle (e ci riesce). La storia è graziosa, e a questa pagina la trovate raccontata in modo esteso, insieme ad altre fantastiche storie di animali creativi.
Come è ovvio, le illuminazioni creative degli esseri umani possono riguardare problemi assai più complessi del raggiungere una banana. Un esempio notissimo di illuminazione creativa si trova nella storia di Archimede e la corona d’oro.

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ILLUMINAZIONE E PROCESSO CREATIVO. L’insight è la terza fase del processo creativo così come lo descrive Graham Wallas. È preceduta da una fase di preparazione, in cui le caratteristiche dal compito da svolgere vengono analizzate e le informazioni e i dati necessari per lavorare vengono raccolti  e strutturati, e da una fase di incubazione, nel corso della quale si alternano pensiero logico e analogico. Mentre il cervello cerca nuove associazioni, il suo livello di attività (arousal) decresce: sonno e incubazione creativa sono analoghi, e il primo favorisce la seconda. Ecco perché osservare una persona creativa immersa in una fase di incubazione è noiosissimo: può sembrare quasi addormentata.

LA SAPIENZA DI ARCHIMEDE. Dunque l’insight non vien fuori dal nulla, all’improvviso e senza lavoro preliminare. Perfino quella che può apparire come un’illuminazione creativa estemporanea scaturisce sempre da un lavoro, una preparazione o una competenza precedente: se Archimede non fosse stato Archimede, nemmeno passando una vita immerso nella vasca da bagno avrebbe risolto il problema della corona d’oro.
Le immagini che illustrano questo articolo: dettagli neurali ottenuti con le più recenti tecniche di neuroimaging.

14 risposte

  1. siamo sicuri che la discussione resta open? ho provato ad inserire il mio responso e non ce l’ho fatta!

  2. @ anonimo2: può darsi che, come ogni tanto succede, il CMS faccia i capricci. Domattina faccio controllare subito. Comunque sì, la discussione resta aperta e i contributi sono benvenuti.

  3. Ricordo ancora con stupore e piacere quella notte in cui mi svegliai con la soluzione di un problema di analisi matematica a cui avevo dato la caccia per tutto il giorno precedente. Preso un veloce appunto, mi sono riaddormentato. La mattina dopo l’esercizio era risolto. Anche la ricerca di soluzioni a problemi logico-matematici è creatività, specialmente se si seguono percorsi alternativi e logica parallela. — Lionello

  4. Cara Annamaria, questo post è tra il precedente topic e questo qui. Conosciamo poco le nostre capacità intuitive. Nel ’93 comprai Tipi psicologici e posso dire di non aver mai meglio spese 34mila lire. Lì l’intuizione è descritta bene e nel caratteristico modo junghiano, che si fonda esclusivamente sulle sue esperienze di terapeuta. L’intuitivo corre dietro alla possibilità; ne è dominato e, finché la intravede, è curioso, entusiasta, ottimista. Le visioni, che produce in abbondanza inesauribile, hanno le radici nelle immagini dell’inconscio, e queste creano possibilità di concezioni nuove e nuovi potenziali d’energia. Conosciamo anche poco il potere del pensiero analogico, soprattutto il potere di chi sa come produrlo. Di fronte alla dimensione analogica di un’intuizione, la logica può farci dire : ” Ma che c’entra?”. Eppure il pensiero logico da solo non è abbastanza. Temo che la poesia e la pittura, dalla seconda metà dell’800 in qua, non siano generalmente capite e meno ancora amate. Certo anche i grandissimi dell’antichità e dell’Età Moderna usavano sia la dimensione logica che l’analogica, ma se ne valorizzavano soprattutto la capacità sistemica, l’equilibrio della classicità, la maestria della costruzione drammatica, meno le veloci capacità associative , l’individuazione delle somiglianze e corrispondenze che Baudelaire descrive così bene. (Parlo di arte perché è il mio campo, ma, come suggerisce Lionello, nella scienza è ancora più evidente). Dare credibilità solo ai nessi logici codificati non può bastare per capire l’età nostra, né per contrastare le sirene del Grande Comunicatore e le capacità spiazzanti della sua parola. Forse non è tempo per i “sederi di pietra”: siamo fermi al concetto che l’economia è il cuore del sistema (e lo è). Solo che il Mercato ha trovato nuove strade e nuove parole per imporre ciò che è utile e ciò che è inutile. E qui cominciano i nostri guai. P.S. Ho pagato sempre tutte le tasse, sia perché “le tasse sono belle” se ci assicurano i servizi, sia perché essendo nota cattocomunista sapevo di dover essere come la moglie di Cesare. Gabri Il marchingegno per i commenti funziona male.

  5. Sono d’accordo con Gabri, conosciamo poco delle nostre capacità intuitive. Le sperimentiamo anche nel nostro piccolo quotidiano, ne ravvisiamo l’importanza, la meraviglia, la necessità e ci sfugge però il meccanismo che le nutre o che le potenzia, troppo articolato, non semplificabile e tantomeno riproducibile. Proprio perché non sono solo il frutto del pensiero ma dell’insieme di quello – logico e analogico – di percezioni e di emozioni, l’insight è L’Intuizione, è la cosa più vicina alla conoscenza assoluta. Senza insight non esisterebbero le visioni…

  6. Dato che nessuno posta-siamo calamitati altrove-, racconto una storiellet. Stamattina ho incontrato un conoscente, fan di B., con cui non discuto mai, tanto è inutile. Ma era molto su di giri. Ho detto:” Ma si tratta di timbri, di firme, tutta roba concreta, facile da controllare. E dunque (l’ho testato, sono una discola) che logica c’è in tutta questa indignazione?”. E lui :” Logica, che c’entra la logica??”. Patatrac.

  7. E’ vero: conosciamo poco delle nostre capacità intuitive. Per cui siamo poco creativi. In parte, perché si viene iniziati da piccoli a sovrastrutture la nostra dotazione naturale, instaurando subito una gerachia in cui la capacità logica domini su quella analogica. In parte perché il sistema pedagogico imperante non lascia nessuno spazio all’esplorazione, al riconoscimento e alla valorizzazione di tutti i vari momenti del processo creativo (siano essi, tre, sette o mille). Ci si abitua a ragionare, per lo più, ed esclusivamente per schemi: pensiero verticale senza pensiero laterale. Pensiero consequenziale senza immaginazione. Anzi, la svisata, il deragliamento dal binario dell’ordinarietà è spesso condannato come distrazione, divagamento. Poi si continua da adulti ad aderire a pensieri (e desideri) gia bell’e confezionati, serviti quotidianamente. E non si è capaci di avere una visione pu riconoscendone la necessità. Eleonora

  8. Mi piacerebbe tantissimo inserire un mio commento ragionato. Ma proprio non ce la faccio. E’ un ragionamento, quello proposto, molto complesso e, per “volgarizzarlo” da non tecnico, mi porterebbe via troppo tempo e troppa fatica. E il risultato non sarebbe granchè, temo. Il fatto, però, che “l’intuizione di una soluzione nuova e utile” arrivi improvvisamente l’ho sperimentato tante volte nella mia vita. E non ho mai riflettuto a lungo sul processo, credo inconscio, che il mio cervello aveva fatto. Affascinante, comunque.

  9. MIRA LA MOSCA L’ingegnere Doung Kemple, pianificatore delle scelte per l’aeroporto di Schiphol ad Amsterdam, ha avuto la brillante idea di inserire una decalcomania vicino ai fori di deflusso degli orinatoi dei bagni pubblici dell’aeroporto. Questa semplice e geniale intuizione, fa si che il fruitore del vespasiano tenti, durante l’uso, di scacciare la mosca, quando la minzione finisce e si accorge che è uno scherzo, con un sorriso lascia contento il bagno. Questo giochetto fa ridurre dell’80% le fuoriuscite di urina, facendo risparmiare in detersivi e manodopera per la pulizia una qualtità enorme di denaro ai gestori della stazione, oltre che lasciare i bagni più puliti. Walter

  10. @ Walter. Nel film Hot Chick il custode della toilette per uomini suggerisce : ” Mira la mosca”. Sarà il caso che ogni signora si procuri la decalcomania. Sull’intuizione. Non è che parlando di intuizione si rischia, come Bergson, di esser presi come chi preferisce l’irrazionalità? Cioè che si voglia contrapporre la conoscenza intuitiva alla conoscenza dell’intelletto? Chi riconosce le potenzialità dell’intuizione non nega la funzione dell’intelligenza come strumento di conoscenza, ma li accredita come due saperi: la conoscenza completa sarebbe un ” misto”. Due semplici esempi dell’ “esistenza” dell’intuizione: – la soluzione dei tantissimi problemi di Neandertalman – ” Un’ora, non è solo un’ora, è un vaso colmo di profumi, di suoni, di progetti, di climi”. ( M. Proust)

  11. @ Gabri: “Non è che parlando di intuizione si rischia, come Bergson, di esser presi come chi preferisce l’irrazionalità? Cioè che si voglia contrapporre la conoscenza intuitiva alla conoscenza dell’intelletto?” Personalmente credo di no. Porre l’accento sulle diverse componenti dell’intuizione e della conoscenza non mi pare proprio una scelta politica. Per fortuna… Buon sabato a tutti

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