Secondo una recente indagine Censis, per i giovani italiani under 30, cioè fra i 18 e i 30 di età, anni l’affermazione della propria personalità è un valore in sé e slega il successo dal raggiungimento di obiettivi specifici e concreti. Ma forse stiamo lentamente arrivando alla fine di questo ciclo, cominciato negli anni ’70. Aspettiamo e vedremo, conclude il Censis.
Verrebbe voglia di dare una mano al cambiamento. Per esempio ricordando ancora una volta che non si può trovare un lavoro decente a partire da un curriculum avventato. Che procrastinare non è una buona idea. Che bisogna affrontare la paura dell’insuccesso, magari cominciando a chiamarla per nome (Kakorrhaphiofobia).
E ancora: che oggi (ma nemmeno ieri, né mai) il possesso di un diploma non costituisce in sé la garanzia automatica di ottenere un buon lavoro comodo, ben pagato, subito, vicino a casa. E che un under 30 oggi può, e deve, aspettarsi di cambiare lavoro più volte nella vita, e di affrontare la sfida dell’educazione permanente.
Verrebbe voglia di dare una mano al cambiamento, e agli under 30, per esempio suggerendo un ottimo strumento per promuovere le proprie idee come l’elevator pitch: una presentazione di due-tre minuti che racconta in sintesi un progetto. Online si trovano ottimi esempi, e dritte anche in italiano.
Per esempio…no, questo non è un buon esempio. Ma è un languido video sullo strano lavoro di un ragazzo giapponese. E volevo farvelo vedere.
Creatività delle donne e patriarcato
Non possiamo smettere di parlarne. Dunque provo a raccontarvi come pregiudizi e stereotipi, sostenuti da oltre tre millenni di patriarcato, hanno impedito e tuttora ostacolano
Mi piace la storia del ragazzo di Tokyo. Pensavo di scrivertelo prima o poi ma qualcosa mi ha convinta a farlo subito. ;))
Io credo che una piccola distinzione vada fatta: se il momento dell’affermazione della propria personalità ha dietro di sé momenti di costruzione e di riflessione, l’affermazione della propria personalità è un valore in sé. E’ la possibilità di autodeterminare il fine, la direzione e il mezzo, è la capacità di scelta, è il coraggio di dire no, è la condizione per poter aggiungere “creatività” alle circostanze e agli eventi. Al di fuori di questo tutto il resto è valido e merita serie meditazioni. elisabetta