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Lo stress riduce la creatività. Come ridurre lo stress? – Metodo 82

Stress non vuol dire altro che tensione, sollecitazione, sforzo, spinta, pressione. È tutto quanto capita a qualsiasi entità venga sollecitata da agenti esterni e, per evitare ogni forma di stress, bisognerebbe essere costantemente separati dal resto del mondo. Già: ma come si convive con lo stress senza esserne sovrastati?

Sei fatti sullo stress. Li elenca l’American Psichological Association. Lo stress non è uguale per tutti e ciascuno reagisce a modo suo. Non è sempre e necessariamente negativo: se lo gestiamo bene ci aiuta ad essere produttivi e felici, se lo gestiamo male ci può danneggiare e perfino uccidere. Lo stress non è inevitabile, e chi si organizza e stabilisce le priorità lo gestisce meglio. Non esiste un singolo metodo per ridurre lo stress valido sempre, per tutti. Assenza di sintomi non significa assenza di stress: camuffare i sintomi grazie ai farmaci non risolve il problema nel lungo periodo. Nessun sintomo di stress andrebbe sottovalutato: anche se è piccolo e poco fastidioso, ci sta dicendo che ci conviene prendere in mano la situazione.

Quanto può costare lo stress sul lavoro. A fare i conti è l’Atlantic: problemi di salute collegati con livelli troppo alti e costanti di stress lavorativo costano tra il 5 e l’8% dell’ammontare dell’intero bilancio sanitario statunitense.
Uno dei maggiori fattori di stress, negli Stati Uniti, è peraltro proprio la mancanza di assistenza medica per molte categorie di lavoratori: insomma, è un cane che si morde la coda. Altri fattori di stress: orari di lavoro troppo prolungati (peraltro connessi con una generale riduzione della capacità decisionale di chi superlavora) e sensazione di non avere il proprio lavoro sotto controllo.
Se le aziende riescono a ridurre questi fattori, il vantaggio è di tutti, comprese le aziende medesime.

Lo stress non migliora le capacità creative. Le aziende, però, non sembrano consapevoli dei danni provocati dallo stress e del fatto che potrebbero ridurli con interventi strutturati.
Al massimo, ed è Forbes a scriverlo, prevedono aiuti per le singole persone sotto stress. Eppure, gli effetti deleteri del lavorare in ambienti permanentemente stressanti sono noti e dimostrati da migliaia di studi.
Sotto stress si lavora peggio. Si pensa meno bene e con minore fluidità. E anche le capacità creative e l’attitudine a innovare ne risentono: “lo stress è come sabbia fine versata nel cervello: i meccanismi, a un certo punto, si inceppano”.
Multitasking, tecnologia pervasiva e una cultura aziendale competitiva o, peggio ancora, minacciosa, possono accrescere la produttività apparente, ma riducono l’ampiezza e la profondità del pensiero. Dunque, se un’impresa punta sulla creatività dei propri dipendenti per creare valore, farebbe bene a occuparsi dei loro livelli di stress, sapendo che palestre aziendali e orari più flessibili possono sì aiutare, ma da soli non risolvono certo il problema.

Lo stress è distraente. Lo scrive il Boston Globe, citando una ricerca di Teresa Amabile, della Harvard Business School (una delle maggiori esperte di creatività e impresa): quando le persone nutrono sentimenti positivi, sono più propense ad avere idee creative. Peraltro, lo stress è distraente, e questo è uno dei motivi per cui riduce le capacità creative.

Buoni consigli per ridurre lo stress. È Smallbusiness a elencarne diversi (se cliccate sul link arancione li trovate tutti). E sì, certo: conviene restare focalizzati, calmare la mente, affrontare i problemi in modo positivo e non alimentare pensieri ossessivi (facile scriverlo, eh…).
I tre consigli più rilevanti mi sembrano, invece, questi: renditi conto che non puoi risolvere qualsiasi problema, né tuo né di altri (e fattene una ragione), gestisci le tue energie più che la tua agenda, coltiva il tuo sense of humor.

La creatività, invece, riduce lo stress (e allunga la vita). Il tratto di personalità maggiormente correlato con le capacità creative è l’apertura mentale: significa flessibilità cognitiva e disposizione ad accogliere idee nuove. Scientific American dice che tutto ciò è associato con minori rischi metabolici, miglior salute del cervello e maggiore speranza di vita. E anche con una maggiore capacità di tenere lo stress sotto controllo e di mitigarne gli effetti, mantenendo il cervello in migliore salute.

5 risposte

  1. Purtroppo in tempo di crisi aumentano gli imprenditori o direttori che pressano smisuratamente ed a volte senza ragione gli impiegati, i quali al momento non hanno molte alternative.
    Dove lavoravo con la crisi hanno cominciato a fare terrorismo, pur assumendo nuove persone perchè il lavoro aumentava.

    Possibile che in 10 giorni nessuno abbia commentato? O nessuno ha stress o tutti lo temono al punto di non parlarne.

    1. ..sono pienamente d’accordo con l’articolo.
      Roberto, in quanto alle alternative, penso che un suggerimento valido stia proprio nell’articolo stesso…
      Penso anche che le persone non temano lo stress, ma temano l’incontro con gli ostacoli abituali e l’impegno che ne deriva, al momento di prendere in considerazione il citato “stress”.

  2. Lo stress non è dovuto solo a cattivi contesti professionali, anzi. Lo si dice bene all’inizio del,post. Purtroppo gli esempi riportati sono tutti relativi a situazioni negative riscontrate nei luoghi di lavoro.
    Segnalo questo TED Talk, molto bello e divertente, in cui la psicologa Kelly McGonigal mette in discussione alcuni luoghi comuni sullo stress e offre alcuni spunti per iniziare a cambiare prospettiva:

    https://www.ted.com/talks/kelly_mcgonigal_how_to_make_stress_your_friend?language=it

    ciao!
    ilaria

    1. Bellissimo Ted… credo anche io che certe reazioni è meglio farsele amiche piuttosto che combatterci.

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