Nuovo e utile

Turismo e sviluppo sostenibile: un progetto buono e utile

Immaginate di trovare quasi per caso un ristorante (avete preso l’indirizzo con due clic sul telefonino e non avete bene idea di che razza di posto sia) e immaginate di leggere una carta che comincia con queste parole “il nostro menu é preparato nel rispetto della biodiversitá marina”.

Attorno a questa affermazione mettete un vecchio edificio abusivo riqualificato e recuperato con scelte architettoniche semplici e sicure, un giovane chef di talento, una cooperativa di pescatori, un ambiente naturale strepitoso – si tratta di una laguna vicino al mare dove, insieme ai fenicotteri, nidifica il gabbiano corso – un piccolo, curatissimo museo sui cetacei, un acquario con diverse vasche di pesci, un centro per la cura delle tartarughe marine, un sentiero tra mare e macchia mediterranea che vi racconta quali arbusti e quali piante state guardando, una serie di messaggi argomentati e semplici sulla tutela dell’ambiente e la possibilità di farvi un giro in canoa lí attorno.
Tutto questo potrebbe essere a Long Island o in un paese  del Nord Europa… e invece no. Perché si mangia anche in maniera strepitosa (a un prezzo più che accettabile), si bevono eccellenti birre artigianali e buoni vini, e allora dobbiamo essere per forza in Italia.

Per l’esattezza, siamo nel sud della Sardegna, a Nora, un posto vicino a Pula. La cooperativa é nata trent’anni fa e offre quindici posti di lavoro ai ragazzi del luogo. Il giovane chef si chiama Emanuele Senis e cucina il pesce come pochi. Il progetto si é sviluppato solo con risorse locali (sardi sia l’architetto sia l’ingegnere che hanno ristrutturato il posto, sardi i soci, sardi i giovani, cortesissimi e sorridenti ragazzi in sala) e senza nessun finanziamento italiano o europeo.

Be’, NeU non recensisce ristoranti e luoghi turistici, ma questo é, mi sembra, qualcosa di diverso e di più. É un’idea di sviluppo che mescola ambiente, territorio, cultura materiale, turismo, architettura, impresa, recupero e riqualificazione, sviluppo e tutela. Se aggiungete il fatto che Nora é un importante sito archeologico, e che facendo pochi passi potete anche vedervi le rovine fenicie, il cerchio si chiude.

In un post di qualche tempo fa vi invitavo a immaginare la cultura come un ecosistema. Solo la scorsa settimana su NeU ho pubblicato gli appunti del seminario Eurisko, che si concludono con l’invito a sviluppare le eccellenza italiane.
Ecco: se si tratta di unire turismo e sviluppo sostenibile, si può fare. E ogni tanto, per fortuna, si fa.
Questo é il sito della cooperativa. Qui trovate qualche altra foto che vi dá un’idea dei luoghi. Qui trovate i dati del ristorante. Qui notizie sul sito archeologico. E non dite che questo non é un post buono e utile.

7 risposte

  1. Ottimo il post e le numerose informazioni positive che fornisce e che allargano il cuore.
    Chiedo però: perchè c’è scritto “il giovane chef” se poi questa è una donna? Non si può dire “la giovane chef”?

    1. Gentile Annamaria, grazie per la risposta. Mi scuso per il tono un po’ aggressivo, dovevo pensarlo che si trattava di un errore di battitura. Non poteva che essere così per chi ha scritto un libro meraviglioso come “la trama lucente” e mi offre un sito di straordinaria ricchezza (oltre che molto attento alle questioni di genere).

  2. Davvero encomiabile il lavoro di questi giovani, in un luogo che merita tutte le attenzioni. Ho visitato diversi anni fa il sito archeologico gestito da ragazze davvero appassionate e anche il museo delle attività contadine dotato di una notevole raccolta di utensili e attrezzi di lavoro e domestici. A pochi chilometri c’è la spiaggia Campana dune (Chia, comune di Domus de Maria) che è davvero uno spettacolo.
    E poi c’è capo Teulada e la base militare Interforze che per gran parte dell’anno è utilizzata per esercitazioni di soldati di mezza Europa che sparano con proiettili veri, sia sulla terraferma che in mare per qualche miglio dalla costa a sagome o a imbarcazioni predisposte. Con il risultato di un inquinamento da uranio depotenziato, residuati inesplosi, inquinanti chimici d’ogni natura, tant’è che la zona è denominata dagli stessi militari “penisola interdetta”, dato che l’accesso a gran parte dell’area è vietata agli stessi soldati, causa radiottività. Il fondale è ricoperto di bossoli di ogni dimensione e di carcasse di imbarcazioni affondate. Tutta la potenzialità di intelligenza e uso corretto delle risorse è inficiata da servitù militari che occupano aree rilevantissime della Sardegna, e più in là c’é Sarroch che per inquinamento non è molto inferiore a Taranto…

  3. Complimenti per l’articolo, scritto con grande attenzione che mette in risalto il lavoro di ragazzi che da anni hanno fatto della sostenibilità ambientale e della biodiversità un valore aggiunto in termini di offerta turistica, della quale Pula è orgogliosa di possedere.

  4. “Land art”: arte BIOdegradabile nostrana tra turismo e paesaggio.

    Idee, design, utilizzo o ri-utilizzo di materiali biodegradabili: la creatività di alcuni artisti del territorio (a km zero) esposte in 26 suggestive installazioni in nove comuni dell’Appennino.

    Tutto questo è “Arteumanze, Sentieri di Umana Natura” un percorso di idee che si snoda nei luoghi dell’Appennino tosco-emiliano, una mostra a cielo aperto in cui si possono trovare: maisonette per cinciallegre, B&B per cicogne, pallotolieri per stelle, mostri di lago e tanto altro.

    Questa mostra non prevede una chiusura, ogni installazione verrà lasciata sui luoghi prescelti per consentire ai materiali utilizzati di tornare, con i loro tempi, alla natura dalla quale sono stati presi a prestito. http://www.parcoappennino.it/newsdettaglio.php?id=22631

    Qui il catalogo degli artisti e dei luoghi: http://www.parcoappennino.it/pdf/Catalogo-Arteumanze2013.pdf

    https://www.facebook.com/Arteumanze

    Tutto questo racchiude idee, territorio, ambiente, recupero, tutela, turismo … e buoni piatti 🙂

    Credo sia una buona idea con “costi ed impatti quasi zero” da copiare e magari espandere/esportare.

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