Nuovo e utile

Un gioco letterario per guardare più avanti

Ve ne sarete accorti. L’idea di fondo, che NeU vi presenta, cucinata in tutte le salse settimana dopo settimana, è questa: conviene guardarsi attorno e, soprattutto, guardare avanti con curiosità, un po’ di leggerezza e magari, se si può, giocando.

In questo spirito, oggi NeU vi propone un nuovo gioco letterario. Stavolta si tratta di scrivere un racconto molto breve (massimo 1000 caratteri spazi inclusi. Equivalgono a 15 righe circa di commento). Ovviamente va benissimo anche più breve di così. Scrivete il vostro testo e incollatelo qui sotto come commento: così, tutti possono leggerlo subito.

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Poiché si tratta di un gioco, però, ci vuole una regola.
La regola del gioco è questa: siete del tutto liberi nell’invenzione per quanto riguarda il luogo (dalla panetteria sotto casa ai bordi estremi della galassia (e oltre i bordi estremi della galassia), dalla foresta amazzonica ai grattacieli di Hong Kong) e per quanto riguarda i protagonisti (siano esseri umani, marziani, animali o robot: su NeU ogni personaggio è benvenuto).
Attenzione, però: il tempo in cui si svolge la vicenda narrata è, invece, ferreamente stabilito dal titolo, che dev’essere comune a ciascuna delle storie che invierete.
Il titolo, vincolante per tutti i giocatori, è:

L’INDIMENTICABILE CAPODANNO DEL 2020

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In realtà c’è almeno un modo (e forse, a essere bravi, ce n’è più di uno) per forzare, almeno parzialmente, anche il vincolo temporale pur rispettando la regola del gioco e restando pertinenti al titolo. Ma non ve lo dico: tanto, ci arrivate da soli.

Se volete scoprire quanti giorni mancano al capodanno del 2020, guardate qui.
La cosa importante è che giochiamo insieme a guardare avanti. E, se tutto va bene, avremo su questa pagina molti racconti, molto diversi, che si svolgono tutti nello stesso momento di un futuro lontano ma non troppo. Sarà interessante leggerli.

Agli autori dei cinque racconti più graziosi a insindacabile giudizio della redazione (ammesso che si siano fatti riconoscere e abbiano aggiunto un indirizzo email, o che siano iscritti alla newsletter di NeU, o che riusciamo in qualche modo a raggiungerli per avere un recapito) spediremo una borsina di NeU, di valore economico pressoché nullo, ma d’inestimabile valore simbolico e di buon augurio.

Intanto, e da ora, buon divertimento a tutti voi.
(le immagini dei mondi sono di Catherine Nelson).

105 risposte

    1. Ero solo. La mia ragazza mi aveva lasciato e tutti i miei sogni se n’erano andati con lei.
      Solo nella baita di famiglia sui monti. La stanza sempre più fredda, la fiamma nel camino sempre più esile. Mancava legna. Avrei dovuto andare fuori a prenderla. Ma non mi importava di niente. Guardai fuori dalla finestra. Le montagne blu alla luce della luna piena: che senso aveva tutto questo?
      Tanto valeva che andassi nel bosco a camminare nel buio fino a perdermi: il gelo di fuori non poteva essere più di quello che avevo dentro.
      Ero appena uscito quando sentii il rumore. Girandomi verso la legnaia, lo vidi. Mi guardava senza paura, con quelle sue incredibili corna. Poi scomparve.
      So che può sembrare sciocco, ma in quel momento assieme a lui vidi tutti gli animali, tutti i capodanni, tutto il dolore e tutta la gioia della terra. Che cos’ero io? Niente più di un cervo.
      Quel capodanno del 2020 nacque il Cervo. Quello che tutti conoscono e nessuno sa chi è, il mito della rete, l’incredibile Cervo.

      1. Aperti gli occhi non riconobbe nulla intorno a se. Per un minuto rimase lì, seduto a terra, sotto la finestra.
        La stanza gelida. La fotoelettrica sul palazzo di fronte e un cono di luce sulla parete dove Cornelius, seduto, era immobile con la schiena al muro e gli occhi fissi. Piccoli fiori rossi rimbalzavano sul pavimento e sui muri. Lontano scoppi ovattati e sibili acuti.
        Ricordò tutto in un istante. Era Capodanno 2020. Proprio un anno prima Maria. Così dolce e folle. L’aveva baciata.
        Poi, di nascosto, l’albergo squallido che era stato per un anno il loro rifugio. L’invito per Capodanno. Cornelius, il marito di lei e suo amico, lo accoglie sornione. Nessun altro invitato. Cornelius piange, Maria urla. La pistola e gli spari. Lei è morta subito. Il suo corpo giace lì, invisibile, al buio.
        Disarmare Cornelius. Ucciderlo. Poi le sirene, la polizia.
        Decise. Non avrebbe iniziato l’anno uccidendo ancora. Balzò in piedi e i fiori rossi conversero sul suo petto: “Eccomi Maria”.

    2. Dannati acrilici. Accidenti all’ umidità che sposta gli umori, arriccia i capelli, e bagna le quinte. Dovrò dirlo, a Pippo, di non appoggiarsi al pannello, se no sembrerà che l’abbiano ammazzato, quell’improbabile Cristiano che fa Francesco. Meno male che Cristiano era già sciocco di suo. Ancora un po’ di rosso, qui. Adesso fisso il balcone, se no domani mi ci muoio a fare Rossana. Quant’è che mi pagano, per essere attrice, direttore di scena, scenografa, scrittrice e costumista no non lo voglio sapere. Che poi Cyrano. Cosa caspita gli frega, ad una donna, del tuo naso, se arrivi a farla sentire unica? A me lui lo dice spesso, che sono unica. Ma meglio non farsi illusioni. Certo che andare in scena l’uno sera… ottantasei poltrone le riempiamo, mi sa. Veniteci, a teatro, dai! Iniziate l’anno con la cultura. Chissà che ora è.
      Chi è là!
      Ma guardalo. E’ venuto da me con la bottiglia da stappare, in questo teatrino di periferia. Io mi ci sento, amata. E comincio a pensare di meritarmelo.

  1. 2020 era il numero che gli avevano tatuato il giorno in cui era stato acciuffato, era sempre stato un tipo da strada ma non aveva mai fatto male a nessuno. L’avevano sbattuto in una cella senza tante domande, poco cibo e nessuna visita, come se fosse stato dimenticato dal mondo. Sarebbe stato ormai il terzo Natale che passava lì, in quel buco. Quella mattina però c’era un po’ di trambusto, frastuono di cancelli sbattuti, aperti e richiusi, rumore di passi. Ad un tratto due occhi apparvero oltre le sbarre e, dopo tanto tempo, il cuore gli si scaldò, aveva visto lei e si era innamorato. Di botto. Lei aveva sette anni e disse: “Mamma, possiamo portare a casa questo qui? Mi sembra così impaurito.”. Lo chiamarono Jack e fu l’inizio di una storia fantastica. Il suo prossimo capodanno sarebbe stato davvero indimenticabile.

    il futuro può essere fantastico, ma ci vuole pochissimo a farlo arrivare prima.

  2. Dal tetto del grattacielo gli sembrava di poter vedere tutto il mondo. Come se non avesse più segreti. Paesaggi fatti per essere ammirati durante questo Capodanno 2020.
    Un immenso proiettore lanciava un countdown sul cielo scuro. 5, 4, 3, 2, 1, Happy New Year!
    Scambiò brindisi insonorizzati con Danny e Ron, baciò le guance ad alta definizione di Sheila e Patricia. Poi un improvviso blackout lo consegnò alla realtà.
    Provò a riavviare il proiettore di ologrammi, ma ci voleva tempo per potersi riconnettere. Si mise a sedere e buttò giù un sorso di champagne. Il silenzio era violento come una cinghiata sulla schiena. In quel momento udì uno strano rumore. Non lo riconobbe subito, era un rumore duro, sgarbato. Lo risentì e finalmente capì: era il campanello di casa. Un suono che gli apparve antico. La casa era di trent’anni prima e da tempo nessuno lo suonava.
    Si avvicinò alla porta, abbassò la maniglia e si fece travolgere dall’emozione prima ancora di vedere chi ci fosse oltre.

  3. Ho sempre pensato di vivere in una famiglia atipica, d’altronde mamma è una Twitch star e papà un mercenario di armi rare in Ingress, ma ci vogliamo bene e siamo molto legati alle tradizioni. Lo scorso Dicembre in uno dei nostri pranzi di famiglia su Hangout accadde un avvenimento bizzarro: un Glitch bloccò lo streaming di papà in una posa davvero buffa mentre teneva in mano la sua ultima conquista, la HNY2020: una bomba che fa un gran botto e conquista i portali vicini, davvero uno spettacolo che la Resistenza difficilmente avrebbe digerito! Mio padre era davvero entusiasta e sapeva che avrebbe portato dei gran benefici alla comunità. In quel momento io e mamma armati di Pandoro e Spumante prendemmo il primo treno per raggiungere papà la sera stessa. Nacque così la nostra piccola tradizione di famiglia, la nostra simpatica Anomaly: ogni 31 Dicembre ci riuniamo fisicamente e lanciare una HNY2020, per festeggiare insieme una nuova conquista, compresi i 2 milioni di viewers di mamma.

    Uno sguardo surreale e a tratti eccessivamente estremizzato sulla rappresentazione della famiglia, della guerra, delle tradizioni e del consumismo ai tempi dell’Internet 🙂

  4. Strani personaggi quel trentun dicembre 2020 per le vie della città. Forestieri, figuranti, invitati da fuori alla grande festa di inizio anno? Anche il traffico ne sta risentendo, il convoglio extra cittadino con cui normalmente mi sposto nei dodici minuti necessari
    per percorrere i 600 km da casa al centro è in ritardo di 24 secondi.Comunque stanotte sarà festa nei dodici satelliti del nostro pianeta ed è confermata la presenza di molti ospiti perfino alcuni scrittori.

  5. Ci siamo. Domani sarà l’1 Gennaio 2020. Pensavo non ci saremmo mai arrivati a questo “capodanno” e invece sì. E’ passato un anno da quando ci hanno fatto evacuare la Terra per occupare la nostra nuova “casa”, un pianeta abitabile ai confini della Via Lattea chiamato RT-821, “Gea-bis” per gli amici. Non ho mai amato il capodanno: i trenini, i brindisi, quella fasulla sensazione che allo scoccare della mezzanotte le nostre vite possano cambiare in meglio. Penso non ci sarà nulla di tutto questo, stasera. L’aria è intrisa di buoni propositi, di quell’ottimismo autentico tipico dei nuovi inizi. Dicono che la tecnologia può cambiare, il mondo e il pianeta su cui abiti possano cambiare, ma che le nostre tradizioni restano. Sicuramente ognuno di noi guarderà il cielo stanotte e dentro sé, festeggerà silenziosamente quello che sarebbe stato un nuovo anno sul nostro vecchio pianeta. Il nostro, è davvero un nuovo inizio: chi ha bisogno dei fuochi d’artificio quando ci sono le stelle a sfavillare speranzose nei nostri occhi?

  6. Salimmo sul Sole ed il filo che teneva insieme Giove e Satutno si spezzo ancora. Non riuscimmo a fare l’albero quella sera. Avevamo attaccato mille stelle a Sirio ed ora ci sfuggivano tutte le sfere e le loro lune e le polveri di Saturno si sparsero ovunque nel fondo del silenzio. Seguimmo Plutone tornarsene giù nell’ultimo degli anelli ed il rumore dei terrestri diffondersi caotico nel nero degli spazi senza tempo. Guardammo la luna inciampare sui cigli dei vulcani di Marte e restammo ad aspettare così, in un sogno iintetstellare, il ventesimo degli anni nel capodanno più fantasioso di sempre.

  7. Capodanno 2020.
    Résumé: Mi ricorda il Capodanno 2015. La bilancia non si è spostata di un etto. Siamo gli stessi improbabili esseri umani. Continuiamo a commettere i medesimi errori. Vico aveva ragione con i suoi corsi e ricorsi della storia. Il problema è che non so in quale di quelli mi trovo adesso.

  8. L’indimenticabile Capodanno del 2020
    (quando ho avuto il coraggio di diventare mamma)

    Io lo avevo sempre pensato che nascere d’inverno non era opportuno. Anche 9 mesi fa, quando papà aveva sussurrato a mamma: “Facciamo un figlio”. E lei, stretta stretta, avevo risposto: “Facciamo un figlio”. Che d’inverno l’ospedale è ancora più triste, con quell’alberello spelacchiato e la stellina di plastica nell’atrio, tra le porte scorrevoli che si aprono ad intermittenza. Io lo avevo sempre pensato che a nascere d’inverno ti accorgi subito di che mondo ti aspetta. Che la prima tutina che ti mettono, quando sei ancora rosso rosso per il pianto, è quella sbiadita di tuo cugino maggiore. Io lo avevo sempre pensato che nascere d’inverno non piace neanche agli altri. Con il medico seccato e distratto che pensa solo al Cenone saltato. Mamma urla mentre fuori fischiano i botti e papà aspetta terrorizzato, pensando a me che arrivo e ai conti da pagare. Che meraviglia, però, quest’inverno e questo 2020 gelido che inizia con gli occhi lucidi di mia madre e le braccia calde di mio padre. Quasi me lo dimentico che sono nato d’inverno.

    Tanti auguri a tutti voi

  9. Mancano pochi secondi, il conto alla rovescia da dieci a zero e poi via alle danze: le bollicine si moltiplicano dentro a bicchieri superstiziosi sbattuti l’un l’altro in cerca di un po’ di fortuna, gli occhi che s’incrociano e la speranza che quel pugno di lenticchie mandato giù insieme al cotechino, almeno questa volta, possa portarci bene. L’intimo, se possibile, rosso, non dimentichiamoci che poi bisogna fare l’amore per tutta la notte, altrimenti nel corso del nuovo anno si rischia di non vedere il becco di un orgasmo. Buoni propositi? Sempre tanti, forse troppi, sicuramente la pace nel mondo, ma adesso non c’è tempo per pensarci. A.. Un selfie, di gruppo, in famiglia, oppure un autoscatto solitario per poi scrivere un messaggio di auguri rivolto a tutti gli amici immaginari che abbiamo sui social. Per non parlare dei trenini, file indiane di esaltati che si toccano e che ti obbligano a partecipare. Capodanno 2020: siamo ancora, troppo, anni ’90.

  10. Bello quest anno il messaggio di auguri a reti unificate dei 4 Papi. Nessuno ci avrebbe creduto dopo che il successore di FRANCESCO (ritiratosi per potersi curare meglio), si era quasi subito dichiarato “Guida suprema dell’Islam” creando uno scisma che avrebbe portato in men che non si dica al soglio pontificio S.S. VERONICA I^. Nessuno ci avrebbe creduto anche perchè la minaccia neppure velata di far saltare in aria la città di Roma all’indomani dello scisma era avvalorata dalle apparizoni costanti in tunica imbottita di candellotti di dinamite di questo autonominato ABEL MOHAMED I°, attorniato di hezbollà anch’essi con cinture esplosive ed in mano numerosi detonatori. Fortunatamente si rivelava vincente la mossa a sorpresa della comunità Hyppie mondiale che, dopo essersi autotassata ed autoridotta le dosi di droghe sintetiche, aveva noleggiato aerei con i quali aveva irrorato, con dosi dei propri prodotti di sintesi, le aree del Mondo colpite da guerre e scontri etnici. Il risultato era questo stato di pace e grande equilibrio su tutto il Pianeta che induceva i 4 Papi ad esprimersi in concordia sulle sorti del Mondo. Oggi nevica, neve di colore blu cangiante all’arancione… ah sì ci sono 25 gradi all’ombra e giriamo tutti a petto nudo a parte le femen (solite protestanti) e vi giuro che ho visto un dinosauro in giardino (ci sono i testimoni). Non male per il 31 dicembre 2019.

    1. Bel messaggio a reti unificate dei 4 Papi. Nessuno ci avrebbe creduto dopo che il successore di FRANCESCO (ritiratosi per cure), si era dichiarato Guida Suprema Dell’Islam creando uno scisma che portava al soglio pontificio S.S. VERONICA.
      Nessuno, anche perchè la minaccia di far saltare in aria Roma era avvalorata dalle apparizoni costanti in tunica imbottita di dinamite di questo autonominato ABEL MOHAMED.
      Fortunatamente si rivelava vincente la mossa a sorpresa della comunità Hyppie mondiale che, autotassatasi ed autoridottasi le dosi di allucinogeni, aveva noleggiato aerei per irrorare di droga le aree del Mondo colpite da guerre e scontri etnici. Il risultato era questo stato di pace e grande equilibrio che induceva i 4 Papi ad esprimersi in concordia sulle sorti del Mondo.
      Oggi nevica, neve blu cangiante all’arancione, ci sono 25 gradi e giriamo tutti a petto nudo a parte le femen e vi giuro che c’è un dinosauro in giardino (ho testimoni). Non male per il 31 dicembre 2019.

  11. Gino il robot portava il vassoio del cotechino. Le rotelle delle sue gambe saltellavano leggermente tra i listelli del parquet, facendo cadere qualche piccola lenticchia. Alessandro non ci badò più di tanto, guardò sua moglie Elena vestita di tutto punto che con un tovagliolo raccoglieva i pezzetti di lenticchie sparsi sul pavimento. Il resto dei commensali si era accomodato in veranda. Era senza dubbio il dicembre più caldo del secolo e lo scoccare della mezzanotte avrebbe introdotto l’ennesimo anno ricco di incognite: le macchine volanti diventeranno piccole astronavi? Il sole diventerà meno bollente? Il Presidente della Repubblica tornerà a fare i discorsi di fine anno come gli anni passati? Ma soprattutto, i robot la smetteranno di sporcare?

    Auguri a tutti voi!

  12. Le Sorelle passano di sedia in sedia (a rotelle) con in mano una bottiglia che fa le bolle. Betty, la mia vicina, mi fa segno: buono! E anche, con l’indice che ruota su se stesso: fa girar la testa.
    Cavoli, la vecchiaia diventa interessante!

  13. Mi sedetti sotto al portico, guardando il mare, aprendo Le Memorie di Adriano. Aspettai la mezzanotte e poi iniziai il 2025, leggendo qua e là. Quand’è che avevo preso quest’abitudine? Già: quell’indimenticabile Capodanno 2020. Quando mi resi conto, leggendo quello stesso libro, che desideri vaghi e polverosi erano diventati il mio presente.
    E dunque ad ogni Capodanno avevo cercato, da allora in poi, altri desideri dentro al passato, leggendo di ricordi e di memorie.
    Quella notte, all’inizio del 2020, desideri e ricordi fluttuavano dentro a spazi lontani, nell’acqua, nel ritmo lento delle onde. Spazi, ritmi e suoni che oggi erano il mio presente. Un presente da dove continuare a guardare avanti, cercando dietro di me nuovi, ma vecchi sogni. Da realizzare.

    Buone Feste!

  14. Le note stentoree di Strauss dalla TV lo risvegliarono dall’incubo postprandiale. La programmazione RAI manifestava l’atavica tendenza a ripetersi oltre ogni decenza. Più che il rispetto per i classici, trasmettere il capolavoro di Kubrik in occasione del capodanno 2020 manifestava una carenza di fantasia o, peggio, di una valida alternativa. Ritrovando la posizione eretta sulla poltrona della sala TV, Ulisse cercò di inforcare gli occhiali, per ridarsi un tono al cospetto degli altri ospiti. Solo allora realizzò che la sala era vuota. Più interdetto che spaventato fece un’altra scoperta: sulle altre poltrone, attorno al tavolo, sul pavimento, c’erano solo i vestiti sformati degli altri abitanti di Villa Arzilla. Possibile che tutti si fossero teletrasportati altrove proprio durante la sua pennichella? La sua RAM era troppo piena per avventurarsi in ipotesi più verosimili. Preferì riaddormentarsi e tornare all’incubo da digestione. Non c’era posto per altre odissee, in quell’ospizio.

  15. …guarda dai, è proprio così…il 2020, eccoci!…”ma sei pazzo? quale 2020?” domandò lei distratta e un po’ annoiata, in quella sua calda e sinuosa consapevolezza di chi non aveva più bisogno da tantissimo tempo…del Tempo,appunto…!…“ma ti rendi conto”, incalzai io, “siamo già nel 2020”! “e chi te lo dice?” insistette lei minacciandomi con il suo sguardo eterno…e aggiunse: ”guardati, ascoltati, conta i tuoi respiri, anche quelli di cui non hai più memoria e renditi conto che non c’è un punto di partenza, non c’è numero primo, non c’è fine, ma c’è luce e luce e luce…anche nel buoi la luce trova sempre il modo di gravitare…e far nascere le stelle…chiediti perché ti ritrovi sempre a vivere le stesse esperienze…chiediti perché conosci sempre le stesse persone…perché ti fai le stesse domande e non ascolti le nuove risposte che ti arrivano…impara a meravigliarti delle nuove vie d’uscita che la Luce ti offre…mi abbandonai sconfitto…era tempo di togliere i veli, i filtri, le scuse e guardare al tempo senza averne più bisogno…buon 2020!

  16. l’indimenticabile capodanno del 2020

    Ecco solo per lei in anteprima il nuovo, NUOVISSIMO configuratore situazionale “l’indimenticabile capodanno del 2020”!
    Non perda l’opportunità di scegliere prima di tutti la location migliore, il set di invitati più interessanti, la migliore sceneggiatura dell’evento! Viva ogni secondo al meglio, il suo situa-film verrà generato in tempo reale e inviato a tutti i suoi contatti.
    Acceda 30 secondi prima degli altri, a solo 4 crediti sociali!

    E stia pronto, stiamo già lavorando al nuovo, NUOVISSIMO “indimenticabile capodanno del 2021”!

  17. Si accingevano a brindare per l’arrivo del nuovo anno. La musica ruppe il silenzio che avvolgeva quell’enorme stanza.
    Da anni erano abituati ad ascoltare playlist di musica personalizzata direttamente nelle loro cuffie. Isolati fisicamente dagli altri, per comunicare nella stessa stanza usavano una chat del pensiero che scorreva sui loro google glass.
    Lui no. Si era opposto a quel modo conformato di fare e quella sera irruppe col suo violino.
    Si posizionò al centro della stanza e iniziò a suonare. In un primo momento tutti lo osservarono senza poterlo sentire, quasi ignorandolo. Tuttavia il suo modo di armeggiare con quel violino, quella classe, quei movimenti che lo rendevano un tutt’uno con il suo strumento, rapirono lo sguardo dei più. Si tolsero le cuffie, ascoltarono quella musica, commentarono tra di loro e si ricordarono di quale bella esperienza sia parlare con gli altri, con gli sconosciuti. Si accorsero quanto può essere emozionante ascoltare la musica prodotta da uno strumento e non pompata dalle cuffie nelle orecchie.
    Ma era tutta una finzione. Quel violinista era un ologramma, non esisteva,
    L’umanità era sempre più connessa, tra chat, musica personalizzata, video emozionali.
    Non c’era scampo, gli uomini erano destinati alla solitudine e all’infelicità.

  18. Dalle finestre piovevano fogli di carta, agende nuove e vecchie, matite, calamai, penne, gessetti, colori, pennelli, telecamere, telefoni e telefonini, televisori, radio, computer, mobili, vestiti in disuso e masserizie varie… di tutto ormai non occorreva più nulla e niente! Nell’indimenticabile CAPODANNO DEL 2020 una rivoluzione era in atto. Dal primo gennaio sarebbe bastato pensare alle cose per averle in 3 dimensioni e in materiali sintetici ovviamente. Persino il pensiero sarebbe potuto arrivare telepaticamente e direttamente a chi di dovere. Tutto poteva avvenire. Maestri e professori insegnare da casa, senza costi né stipendio, mentre gli allievi avrebbero appreso senza spostarsi. Con le banche non ci sarebbe stato più alcun problema il danaro non sarebbe più servito quindi potevano fallire senza danni. Abiti e scarpe si sarebbero potuti produrre sintetici esattamente come la maggior parte dei capi precedenti. Per l’abitazione nessun problema si sarebbe potuto cambiarla a piacimento solo immaginandola. Ma acqua e cibo non si sarebbero potuti ottenere e si sapeva. Con il nuovo anno tutti, grandi e piccini, si dovevano tenere pronti perciò a zappare, annaffiare, raccogliere e conservare una parte dei semi per riseminarli. Ognuno doveva portare con sé un animale per accudirlo ed allevarlo quando tutto si poteva produrre col pensiero anche le guarigioni.

  19. Si pelava dal freddo noi tre: CXduemila, Percento e io. Ci muovevamo da piazza Glise17, col monumento dedicato al primo incontro ultra-terrestre, a piazza Urano, per via Marziana. Camminata magnifica, perché verso metà strada fanno capolino tre pinnacoli madreperlacei dei resti della navicella atterrata sulle coste metropolitane, attorno al 3500. Furono, pare, gli ultimi robotiani a trasportarla al Centro di Ricerca Governativo; dopo centianni divenne parte della città. Non ho mai visto un robotiano. Gli storici di Futuro Antico parlano di filamenti metallici progressivamente diventati tendini; facevano turisti sulla galassia vicina e picnic sulla Luna, senza bisogno di mezzi shuttle. Dalla scoperta di Terra, è iniziato quel processo che oggi, vigilia di capodanno del 2020, è detto Umanizzazione. E io stavo sperimentando quello che, dalla formazione dei primi cuori a pompa, chiamano Amore. Allo scoccare del primo giorno 2019 lo scoprii del tutto: CXduemila mi baciò. (ricordi, 21/12/15)

  20. Smartphone scarico, auto in avaria: ero in Québec e diluviava, era la notte di capodanno del 2020. Secoli di progresso tecnologico e ci ritroviamo ancora più spaesati, impotenti di prima? Anni di studio per non saper far ripartire l’auto? Esco dall’abitacolo perché in auto mi sento solo e voglio che qualcuno mi veda. Mentre sento dei fuochi d’artificio (che anno è?) senza poterli vedere, la pioggia mi assesta schiaffi in diagonale e l’erba della prateria si piega mansueta sotto il potere del vento gelido; crea un mare ondoso nero argento e io intuisco una matematica nella natura. La luna ora illumina e ora scie lattiginose di vapore coprono le sue trasparenze. Intorno la vita continua il suo corso, sento l’odore caldo di terra annacquata. Si spengono pure i fari: peggio di così… Passa un’utilitaria verde, si ferma quattrocento metri dopo ma il suo conducente torna indietro ad aiutarmi. Il capodanno del 2020 imparai il sentimento della gratitudine e scoprii di non essere solo.

  21. Il frenetico incedere dei camerieri rendeva la sala gremita un’esplosione di movimenti.
    Nella radiosa magnificenza del futuro avanzava  una fragorosa rivoluzione delle menti: che il dinamismo abbia la meglio, il cervello è sveglio, abbasso i lenti!
    Si spolpavano scampi con i denti come stilemi passati, e le altre correnti sembravano noiosi dati da dimenticare in un tripudio di fantasie da dissidenti.
    Scoccò la mezzanotte futurista dell’anno 20 e si festeggiava nel ristorante sul porto Duemila vènti.

  22. Mi capita spesso di sentire la mancanza della carta. L’odore acre dei fogli di bassa qualità, il calore dell’inchiostro ancora umido, il rumore di errori di stampa accartocciati con rabbia tra le mani.
    L’ultima copisteria di Torino spense le stampanti sull’ultimo foglio della mia tesi di laurea triennale.
    Non si usava più carta. Non c’era più inchiostro.
    Camminando, oggi come allora, tengo tra le mani quel plico di fogli rilegati di finto cuoio blu. Incrocio tanti ragazzini, il volto illuminato dalla funerea luce di smartphone sempre più grandi; i loro occhi guardano la mia carta come fascinosa materia di contrabbando.
    Abbasso lo sguardo, cammino più veloce. Alle mie spalle una scia di petardi e fittizie luci colorate sancisce l’inizio di questo 2020, un nuovo anno senza carta.
    Stringo al petto quell’esile mucchietto di parole e ripenso alla biblioteca dell’università.
    La comunità mi aspetta, questa volta tocca a me: sarà il fuoco della mia carta ad inaugurare il nuovo anno.

  23. Mi allontano solo per scostare la tenda pesante, ma Mariangela mi stringe la mano come se volessi scappare. La stanza è la stessa di sette anni fa, quando siamo diventate amiche tra le lenzuola e le perette di una casa di riposo. Io nel fulgore dei miei 31 anni, lei che soffiava 88 candele.

    La guardo e noto che le sue rughe si sono fatte più profonde, la memoria è assente, il respiro sembra mancare. Mi ricordo i suoi racconti di balere, macchine da scrivere e bagni nel Ticino. Mi suggeriva di non sposarmi e di amare il mio lavoro.

    Fisso il vuoto: sono solo le 18.00. Ceniamo insieme, la imbocco con delicatezza. Accanto al letto lampeggia la luce di un vecchio cellulare. Chiacchieriamo senza filo logico, ridendo, fino a quando l’infermiera non mi obbliga ai saluti.

    «Buon 2020, Mariangela». Lei mi scruta con occhi pieni di vita e labbra che cercano un bacio. Fuori mi aspetta Mara. «Ti va un film? Stanotte voglio festeggiare “vintage”. Che ne dici di “La vita è meravigliosa?”».

  24. Mancano pochi minuti all’inzio del 2020, tutti in famiglia aspettavamo questo Capodanno perchè pare che sarà il Nuovo Inizio per tutti.
    Siamo qui tutti riuniti a casa di mamma e papà.
    Non siamo mai stati grandi fan del Capodanno, molto meglio il Natale.
    Il Capodanno è una festa obbligata in cui pare che ci si debba per forza divertire, bevendo spumante in qualche posto figo insieme agli amici.
    Invece no, noi lo vogliamo passare tra di noi, perchè in un mondo dove siamo schiavizzati dal web, a noi piace stare attaccati ai valori veri, e ci attacchiamo con le unghie.
    Sono cambiate molte cose dal 2015, in cui tutto andava verso il peggio.
    Mi guardo intorno e vedo mamma e papà con le rughe molto più evidenti, e mia sorella bellissima e ciccionissima con il suo pancione arrivato all’ottavo mese.
    La nostra tanto desiderata Greta è in arrivo, e io non vedo l’ora di conoscerla.
    E poi ci sono io, che nel 2015 ho perso la persona che amavo con tutta me stessa, ma mi sento che il 2020 sarà l’anno buono, quello in cui tutto ricomincerà a funzionare.
    Sì, me lo sento nel profondo.
    Vengo spazzata via da questi pensieri grazie al countdown… 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1….. Auguri!! Papà stappa la bottiglia di spumante e brindiamo a questo tanto desiderato 2020.

  25. Il dottor Clarke è perplesso: quella stella, un enigma! L’astronomo reimposta i suoi calcoli.
    Rigore! Amici che partita! – la voce del cronista rimbalza nelle case, nei bar e nelle piazze – La rincorsa: è un missile! – Ma sembra alla moviola.
    Dal monte Sion si vede la Città Vecchia. Al mirino del cecchino sono solo rovine, carcasse di veicoli e fantasmi: sta cercando la sua preda. Il tracciante lascia dietro se una scia luminosa. Che congela in aria.
    Le note di Ne me quitte pas. Serata romantica, sul tavolo una bottiglia. Ma è veleno in cambio di tradimento. Un flute frange a terra. Lentamente.
    Le finestre del reparto di neonatologia vibrano, una giovane coppia si stringe al figlio. L’ospedale è in zona rossa e il Vesuvio sta entrando in eruzione. La nube ardente rimane sospesa.
    E Clarke capisce. Il cuore della cometa è una singolarità, avvicinandosi al perielio il tempo si ferma!
    Tardi per avvisare, ma che Capodanno indimenticabile sarà: tutti quei baci, eterni come le foto di Doisneau.

  26. 20 più 20 fa 40: quel capodanno del 2020 avrei varcato la fatidica soglia, il numero che indicava per me lo spartiacque tra la vecchia vita, fatta di divertimento, noia e disimpegno, e la nuova, quella che mi ero immaginato fin da piccolo, nel chiuso della mia stanza di bambino, fantasticando sotto le lenzuola. A 40 anni si mi sarei dedicato alla famiglia e avrei messo la testa a posto: lavoro, figli, doveri, orari da rispettare, camicie stirate, scarpe lucide e barba sempre ben rasata, possibilmente tanti soldi. Peccato che non era andata esattamente come prevedevo e che nessuno mi aveva spiegato che la mia vita immaginaria aveva la necessità di essere, in qualche modo, preparata. Insomma, l’ordinarieta non si improvvisa e se ancora non avevo quel lavoro stabile, con carriera in ascesa e moglie bionda accanto con stuolo di bambini al seguito, un motivo ci doveva pur essere. E chi l’avrebbe spiegato a quelli là fuori che mi aspettavano per festeggiare il tanto “ambito” traguardo?

  27. L’indimenticabile capodanno del 2020

    10. Piatti sporchi, bicchieri mezzi vuoti, briciole. Nella stanza sono già tutti in piedi.
    9. Lo schermo sintonizzato sul conto alla rovescia, in diretta.
    8. Sganciata la gabbietta dello spumante, strappata la stagnola dorata, il tappo è in posizione.
    7. Il lampadario rigorosamente fuori tiro.
    6. I flûtes sono già pronti al centro del tavolo.
    5. Fuori si sentono i primi botti: qualcuno ha l’orologio un po’ avanti.
    4. Gli innamorati si avvicinano gli uni agli altri.
    3. Ricordi che riaffiorano.
    2. Speriamo che il 2020 porti tante cose belle.
    1. 0.

  28. 31/12/2020

    Silenzio.
    Non ricordo ormai più che cosa significa svegliarsi con un suono diverso dallo scoppiettare dei rifiuti nel caminetto improvvisato, ricavato nell’angolo della stanza. Non mi ricordo nemmeno quanti mesi sono che non incontro un’altra persona, e mi sta bene così. Meglio soffrire la solitudine che essere divorati a capodanno.
    Guardo fuori dalla finestra e come ogni mattina vedo tutto grigio. Prego tutte le notti che questo dannatissimo pulviscolo radioattivo smetta di cadere, ma nessuno ascolta le mie preghiere. Dio solo sa cosa darei per rivedere un’altra volta il cielo azzurro prima di morire.
    La maschera antigas è lì ai miei piedi che mi guarda, mi chiama. Devo dargli una pulita prima di uscire per cercare provviste, già che mi reggo in piedi a stento di mio non vorrei cadere in un qualche rudere diroccato.
    Ieri nella casa all’incrocio dell’isolato ho trovato una trombetta, dei fagioli e un brick di succo d’ananas ancora sigillato: stasera si brinda all’anno 3!

    1. hai letto ‘la strada’ di cormac mccarthy?
      il tuo racconto, appena sopra il mio, è incredibilmente sulla stessa riga

  29. Oggi mio figlio compie dieci anni. Ho faticosamente tenuto il conto delle lunghe notti trascorse dopo la catastrofe. Seduti sulla terra bruciata davanti a un fuoco di sterpi, consumiamo il cibo di fortuna che ancora rimane nello zaino. Doveva essere una festa, non ho un regalo da offrirgli, solo angoscia. Cerco di sorridere mentre una lacrima scende furtivamente lungo la guancia annerita del bambino. E allora ricordo il capodanno in cui venne al mondo, 2020, io ero nato nel 1990. La mia vita sembrava legata alle cifre tonde, mia moglie aveva trent’anni. Sembrava che tutto potesse andare per il meglio, contro le previsioni più nere. Una relativa stabilità politica, economica e sociale a livello mondiale erano succedute ad un periodo di grandi dissesti, guerre e terrorismo. Poi il disastro, improvviso. Ho visto la morte ovunque, mio figlio ha visto morire sua madre. Se non avessi il bambino non sarei più qui. Fuggiamo ogni giorno a bande di assassini verso una luce che il cielo fuligginoso nasconde.

  30. Kim0 era giunto in luogo noto d’Europa per le sue luci d’artista.
    Mancava un ora alla mezzanotte e l’attesa di incontrare i personaggi magici del giardino incantato, rendeva il respiro rapido e la pelle lievemente fredda e sudata.
    Sarebbero stati in mille a festeggiare il 2020, tutti i partecipanti della gara del benessere a chilometro zero. Gli ultimi quattro anni ero stati memorabili e Kim0 intendeva assaporare ogni minuto di quell’emozione collettiva che avrebbe raggiunto l’apice nel ricordo di quanti scambi di reciprocità erano riusciti ad attivare in un territorio all’epoca pervaso da un senso di frustrazione e scarsa sinergia.
    Ma il bello e l’amicizia erano prevalsi ed ora era il tempo della felicità di incontri di sano business che avrebbero continuato a portare prosperità nella comunità delle luci.

  31. Dopo immani sforzi intellettuali avevo capito la Relatività speciale o ristretta di quel genio di Einstein e avevo provveduto… Sì, con l’aiuto di Giova’, grande elettrotecnico diplomato, ho costruito questa favolosa astronave che ho venduto ai Russi e che sta per accelerare alla velocità della luce (o pressapoco) nello spazio intergalattico…. Ecco sono tornato. Stanno festeggiando il 2020 qui alla base. Marina, l’astronauta più fascinosa e generosa (con me), è ingrigita e porta nel viso chiari segni di lifting. Boris ha messo una pancetta! Mi collego in skype coi miei nipoti che esclamano: “Nonno non sei invecchiato affatto!” Loro invece sono cresciuti e mi aggiornano. Capisco quasi subito che tutto va come l’ho lasciato 5 anni fa. Rifletto. Riparto magari con Marina che comunque… Torno nel 2050 e poi riparto. AUGURI!

  32. Fece consegnare gli inviti, scritti rigorosamente a mano su rumorosa carta di riso, da Adele, la domestica che ormai era diventata parte integrante della famiglia.
    Poi sfogliò un vecchio libro di Pellegrino Artusi, uscito fuori come per magia dall’enorme libreria che tappezzava tutte le pareti dell’enorme sala, per trovare le ricette originali dei cappelletti in brodo e del coniglio alle erbe aromatiche.
    Accese il camino, scelse con cura dove posizionare le candele e quando ebbe finito, quando ogni angolo della casa era in vario modo rischiarato da quelle calde luci, decise che era il momento di guardar fuori dalle finestre e attendere i primi fiocchi di neve che immancabilmente arrivarono con la loro festosa silenziosità.
    Era tutto pronto, il tavolo apparecchiato, la vecchia sveglia che avrebbe annunciato la mezzanotte posizionata per bene e gli ospiti già alla porta.
    Soddisfatto cliccò ENTER e si infilò felice in quel sogno.

  33. Quattro anni per raccogliere i denari; in un barattolo prima, su una ricaricabile, poi.
    Ho deciso così, di punto in bianco. Lasciata da un fidanzato brutto fuori che credevo splendido dentro, avrei conservato tutti i soldi destinati a raggiungerlo in giro per l’Italia, investendoli in un semestre sabbatico.
    Ho percorso l’ultimo chilometro a piedi, sono smontata dal bus n. 3 nella curva larga che porta ai sentieri facili. Con lo zaino in spalla e gli scarponcini ai piedi, il mondo è nitido e i pensieri si rapprendono con il fiato.
    Mi godo il silenzio rarefatto di questi minuti. I passi affondano nella neve, attutisco l’emozione tra i crepitii delle suole. Pocol, frazione di Cortina d’Ampezzo m 1.527. Percorro gli ultimi metri lasciandomi alle spalle il fantasma dell’hotel Tofana. Le otto e 35 del 31 dicembre 2020. Sono in viaggio da cinque mesi e 12 giorni. Ho scritto, fotografato e raccontato le mie avventure.
    Mi siedo al bar, ad aspettare che gli altri scendano per colazione. Tu mi sorridi e mi guardi tra le ciglia. So per certo che questa tappa resterà fuori dalla guida che sto scrivendo.

  34. 1468 giorni dopo …
    “Mamma da quanto tempo siamo in viaggio?”
    “Quasi 1500 giorni …”.
    “Così tanti mamma?”.
    “Sì, è passato molto tempo da quando siamo fuggiti dalla terra, quella vigilia di Natale … ”.
    “Fuggiti? E papà …?”.
    “Vedi … Vedi quelle stelle là fuori? Papà è tra loro e ci protegge in questo viaggio”.
    “Mamma, dove stiamo andando?”.
    “… verso un futuro nuovo e spero migliore”.
    “Mamma … quando arriveremo?”
    “Mamma ! MAMMA !! MAMMAAA !!!”
    I suoi occhi si aprirono lentamente.
    Gli ci vollero alcuni istanti prima di riconoscere un paio di sagome sbiadite muoversi attorno a lui, parevano angeli.
    Il torace si muoveva a ritmo costante grazie alla complessa macchina cui era collegato.
    All’improvviso distinse due occhi colmi di lacrime che gli si avvicinarono e, dopo qualche istante, qualcosa di umido gli bagnò la fronte.
    Dopo 1468 giorni tornò alla vita.
    Quello fu l’indimenticabile capodanno del 2020.
    Sono trascorsi 30 anni da allora, io avevo 5 anni e quello … era mio padre.

  35. Sto aspettando che arrivi finalmente la mezzanotte. Sono talmente tanti anni che sto aspettando… questo Capodanno è quello giusto, quello in cui ci hanno detto che riusciremo a vederli tutti, anche quelli che sono andati all’inferno, anche quelli che non si sa dove sono andati, perché non credevano ci fosse un posto dove andare… è l’anno in cui potrò finalmente rivedere mia madre. A me sembra un’eternità a lei per fortuna solo pochi secondi.
    La mezzanotte dell’anno 2020 è il momento in cui ci hanno detto che i vivi e i morti avranno una finestra di 5 minuti 5!! in cui potranno parlare, toccarsi, abbracciarsi, ubriacarsi di felicità per soli 5 minuti! Basterà pensare intensamente ad 1 persona che vuoi davvero rivedere, dovrai far incontrare la tua anima con il tuo cuore ed il tuo pensiero… amare davvero e la persona comparirà, ma dovrai essere all’aria aperta, perché sprigiona energia pura, non può essere contenuta… Una persona sola, per soli 5 minuti…
    Poi bisognerà aspettare altri 5 anni…
    Buon anno… anzi mi manchi…
    Auguroni a tutti e grazie per questa bella iniziativa

  36. Davanti alla finestra Laura si appoggiava coi gomiti per sostenersi! Il suo sguardo fisso era eterno e immobile! Non più li, ma nella notte di capodanno tra 2019 e 2020, trascorsa qualche giorno prima, vagava la sua mente! Lui era tornato per rifugiarsi da lei e dichiararle il suo amore! Lei si era sposata a aveva avuto due bambini! Quando guardava fuori da quella finestra chiusa vedeva solo lui, il ricordo del suo amore la fece rabbrividire, si sfioro le braccia, si abbracciò essa stessa, strinse la camicia da notte al petto! Francesco suo marito, è pronto per andare al lavoro, ed entra in camera per salutarla, lei sente i suoi passi, si gira, fa come per scrollarsi qualcosa che le é rimasto impigliato addosso! Scuote la testa ! ” A cosa pensi ?”le chiede Francesco. Laura lo guarda coi suoi occhi grandi! Si rifugia nel suo petto lui l’ abbraccia!Dopo qualche istante lei gli accarezza il viso , trattenendo la mano sulla guancia, lo sguardo di lei é pieno ,il viso rilassato, ” vai ora, se no farai tardi al lavoro” sussurra accennando un sorriso.

  37. Un secondo. Mancava un secondo all’indimenticabile capodanno del 2020. Ancora un secondo e poi sarebbe iniziato il 2019. Poi un altro numero finito di secondi in attesa del 2018 e così via. Fino a quel primo inizio di un nuovo anno. Il primo, pochi giorni dopo la Sua nascita. Così gli stava raccontando Il Padre, in quell’indimenticabile capodanno, quando il movimento infinito del pendolo era ad un secondo dal suo apice. Ancora un secondo ed il tempo avrebbe continuato a scorrere all’inverso. 2020. 2020 anni dopo Cristo. 2020 anni prima della Sua nascita. 2020 anni prima della nascita di Sua. Sua sorella.

    In quell’indimenticabile capodanno del 2020 Sua stava per iniziare il suo viaggio. Poiché si trattava di un viaggio temporale Sua indossò l’impermeabile e prese l’ombrello.

  38. -OPEN-
    WOW. E’ fantastico non ci credo.. forse ho raggiunto l’apice della mia carriera.. non ho lavorato gli utlimi 3 mesi giorno e notte dormendo pochissimo.. ne e’ valsa la pena.. Ora sto scrivendo l ultimo pensiero confuso..Sinceramente non so’ neanche come reagira’ mia madre.. sono al settimo cielo ed incredibilmente coincide con l anno 2020! certo.. un luogo migliore per festeggiare mi sarebbe piaciuto e invece sono qui.. solo.. all ultimo piano di questo edificio in disuso.. non avendo manco una finestra per poter anche solo vedere un orizzonte.. ma per fortuna mi e’ rimasta l immaginazione! e’ con lei che ho avuto una possibilita’.. e’ con lei che ho avuto un lavoro faticoso ma che mi piace.. e’ con lei che ho superato i momenti difficili della mia malattia..ed e’ con lei che investiro’ il mio futuro.
    Ringrazio tutti gli amici del equinozio e quelli che mi sono stati vicini.. in particolar modo “David” l unico che ha creduto in me dall’inizio alla fine e non vedo l’ora di vederlo appena usciro’ dal prossimo ventre della BIG MAMA 5.0 e mi scuso se non riusciro’ a farmi capire da tutti..ora la cosa piu’ importante e’ esprimersi non importa come o dove o con chi ma farlo e b
    -CLOSED-

  39. Stille incandescenti scoppiettano impazzite, schizzano alte e mi si appiccicano addosso.
    La nebbia e le nubi avvolgono ogni cosa come un mantello di tenebra.
    Lacerati, trafitti e unti, li proteggo e non li abbandono.
    Insieme siamo investiti inesorabilmente da un caldissimo vento.
    Nessuna voce, nessun rumore, solo un incessante ronzio e l’irrespirabile aria.
    All’improvviso un trillo inconfondibile, una luce abbagliante, aria fresca ed un urlo feroce.
    Ora è tutto terribilmente chiaro: il Roasted Bugs è carbonizzato.
    Ah dimenticavo, il mio nome è Teglia e questo è ciò che accadde quell’indimenticabile capodanno 2020.

  40. Sì, lo so manca ancora una manciata di secondi alla mezzanotte e tu, giustamente, non puoi entrare. Bene allora ti presento il conto velocemente mentre sei sulla soglia.

    Tuo fratello 2015 ci aveva promesso: la fine della guerra, la sconfitta dei tagliagole, le banche oneste e poi una scicchezzuola personale, cioè le formali scuse dal tour operator (io e i miei compagni di disavventura non vogliamo denaro, solo scuse) che ha trasformato la bella vacanza a Nosy Be in stress.

    Bene, mister 2020, metti tutto a posto e facciamo pace.

    …5, 4, 3, 2…ENTRA, 1…Brindisi. Applausi. Sipario.

  41. L’aria è frizzante a Qui. Il respiro stenta a riscaldarsi mentre entra nelle narici.
    Dicembre sembra aver allontanato tutte le nebbie. E insieme a loro, le polveri cosparse nell’atmosfera.
    A piedi tutti insieme verso la piazza.
    Che meraviglia spostarsi da un luogo all’altro di Qui con le proprie gambe! Lungo le strade, pini, querce, magnolie, camelie. E avere tempo. Il tempo per incontrare persone e chiacchierare.
    Qui è un miracolo!

    Questa sera trascorriamo il Capodanno tutti insieme nel locale della piazza.
    E’ in legno ed emana calore. Prepara piatti con le verdure coltivate dai vicini contadini.
    Vogliamo regalare sorrisi e brindare con il vino che Patric si è divertito a fare.
    Ci sono anche Yan, Tami, Michelle, Philippe, Ken, Luc, Amelie, Hassan, Himanshu, Chaouki, Tomasz, Asad.
    Ognuno di noi di Qui è tutto il mondo. Ognuno di noi vive a Qui portato da altrove.
    E a Qui ci siamo trovati.

    In questa magica notte, Qui mi appare una meraviglia.
    Ma Qui è solo bello del brillare della sua splendida luce.

  42. Sarah sapeva che di lì a breve avrebbe dovuto prendere una scelta importante; si trovava sul cornicione di un edificio della Fifth Avenue, sotto di lei la strada gremita di gente in festa.
    Mancavano pochi minuti allo scadere della mezzanotte e Marion, un artista-stralunato-exalpinista-vagabondo, cercava in tutti i modi di attrarre (invano) l’attenzione del pubblico troppo preso a raggiungere il centro per festeggiare l’arrivo del 2020.
    Sarah prese fiato e si lanciò nel vuoto, lasciandosi alle spalle qualche lacrima ed un dolore mai dimenticato.
    Ad un tratto Marion fu colpito da un tonfo improvviso, seguito da un urlo di donna.
    Un pò ammaccati e spaesati i due si guardarono negli occhi per capire cosa fosse successo; entrambi avevano chiesto di trascorrere il capodanno con qualcuno e le loro richieste li aveva portati ad essere li in quel istante.
    Dopo 6 mesi in ospedale di prognosi riservata per contusioni e rotture di ossa varie, i due si sposarono e vissero felici e contenti, ricordando sempre quell’INDIMENTICABILE CAPODANNO DEL 2020.
    Bisogna stare attenti a quali richieste fate all’universo perché si potrebbero avverare veramente.

  43. Ci hai salvato, proprio tu che sembravi fuori posto in ogni circostanza, eh papà? La testa altrove, sparivi e ricomparivi, come se avessi una botola tascabile in cui rifugiarti. Troppa cattiveria in giro, devo ricaricarmi, dicevi.

    Non ci stupiva più di niente di te, fino a quel giorno al congresso, quando te ne uscisti con quell’idea bislacca. Ricordo le risate della gente quando parlavi… “Al Capodanno 2020, il calendario andrà a ritroso”.

    Se non fosse stato per quel presidente, lunatico come te, non ci avremmo mai provato. La gente era talmente disperata che andò a votare sì, facciamolo, come se fosse un suicidio di massa. Sono trascorsi 1460 giorni da allora, il progresso si è preso una pausa di riflessione. Alcuni paesi si devono ancora assestare, ma psicologicamente tornare sui propri passi sta funzionando. Hai fatto terapia di gruppo all’intera razza.

    Oggi è il 1° gennaio 2016. Ti voglio bene, papà.
    Festeggia un buon 2015, laggiù nella tua nuova botola.

  44. Manca poco. Qualche minuto, forse. Nel 2020 cambierà qualcosa? Qui in città è tutto così silenzioso… Anni fa, il nuovo anno era pretesto per cercare speranza, un momento per fare qualcosa di stupido. Lanciare petardi, ubriacarsi o iniettarsi qualcosa di tosto, di solito. Non ho mai avuto la voglia di fare qualcosa di estremo, ma ho sempre sperato in un cambiamento nella mia vita. Scrivere qualcosa di eccezionale, per esempio. Anche adesso sto scrivendo qualcosa, ma è tutto fuorché eccezionale. 40 secondi. Certo, è qualcosa di unico, come vedere un vecchio grattacielo che crolla davanti a te. 30 secondi. Come stare seduti al parco a scrivere, immersi nel silenzio, mentre il vento soffia pesanti esalazioni fredde dell’inverno. 20 secondi. Come scrivere degli ultimi secondi dell’anno morente. 10 secondi. Come scrivere del cielo che s’infiamma e dell’orizzonte limpido che collassa. 5 secondi. Come scrivere di una fine e di un inizio. Tre, due, uno.

  45. La nebbia m’insegue: striscia e ulula, una bestia rabbiosa. Contorce le sue molecole tossiche frementi come spire. È proprio dietro di me, sul ciglio della strada. Nonostante la sua furia, non è veloce. Corro lo stesso: il rifugio è vicino, a pochi isolati da qui, si riesce anche a vedere tra le macchine distrutte. Il cancello blindato è aperto. Penso di avercela quasi fatta. Solo un po’… Attraverso il campo da basket a rotta di collo, incespicando sulle ossa che oramai ricoprono il terreno dal Doom Day. Che giorno è oggi? Ricordo solo che è dicembre. Fa piuttosto freddo… Inciampo su un teschio. Cado violentemente, ferendomi la mano. Non importa, mi rialzo. La nebbia sibila vicina. Un altro passo. Un cumulo d’ossa è spazzato via, dietro di me. Un altro passo. Sono in pratica arrivato. Ho l’entrata davanti a me. Mentre sento l’aria dietro di me bruciare, mi lancio dentro. Le porte del silo si chiudono. Sono a terra, sanguinante, ma vivo. E nel 2020, è già qualcosa. Si apre un anno fortunato?

  46. La pistola pesava infilata nella tasca del cappotto di venti anni fa. Non lo indossavo da quando ero stato arrestato per colpa di Silvestro. Mi aveva venduto e aveva riportato la sua pellaccia a Napoli. Oggi ero qui per fargliela pagare. Lo trovo a casa a festeggiare. I botti copriranno gli spari. Sarà un indimenticabile capodanno del 2020 a riscattare i venti anni di galera fatti per colpa sua. La porta si spalanca e… Il sorriso sempre quello, aperto, sincero. Sembra contento di rivedermi. Mi strappa con un abbraccio dalla soglia e mi fa entrare in casa sua. Stringo con forza il calcio della pistola. Silvestro intanto mi spiega che non c’entra col mio arresto.
    Non gli credo, sfilo lentamente la mano dalla tasca, mentre nella casa si sente il conto alla rovescia che precede la mezzanotte. Tre, due, uno… Silenzio. Nessun botto.
    “Hanno vietato i botti da quest’anno. Abbracciami amico, festeggiamo il nostro incontro”
    Estraneo ai miei guai? Da allora faccio finta di crederci.

  47. Avvolto nella tipica vestaglia, Yugen emana con la sua bellezza l’eleganza e il fascino del Buthan. Ci racconta che ci vorranno molte ore per raggiungere Punakha anche se la distanza è breve; Sorride, sarà come un massaggio, forse un po’ forte, la strada è in costruzione ma Karma conosce bene il percorso. Saliamo fino al passo, e lo spettacolo dell’Himalaya riempie di gioia Anna mentre saltella da un punto all’altro per le sue riprese. Suo marito è molto preoccupato, sa che lei soffre di vertigini ed ha paura del vuoto. In precedenza ha avuto reazioni molto forti. Attraverso la macchina da presa, i dirupi, le frane, quei piccoli omini curvi intenti a spostare pietre sembrano parte del film. Anna è affascinata ed inebriata dalla bellezza della natura. Riprende ogni minimo particolare fino a quando punta l’obiettivo verso un’enorme cartello che fa capolino e scompare ad ogni tornante. Cosa ci vogliono dire Yugen con quella scritta in fondo alla discesa, chiede Anna senza mai staccare gli occhi dall’obiettivo della macchina da presa. “Termine dei lavori 1 gennaio 2020”. Che bello, dice rivolta al marito, potremo tornare in tutta comodità!

  48. Il cuore prese la ragazza per i capelli. Tolse dalla terra le sue radici e gliele fecce vedere… La ragazza morì per un po’. Le sue radici no. Loro giravano scalze per la città con addosso il corpo della ragazza morta, rossetto e poco profumo.
    Un giorno, mentre le radici prendevano il caffè, il cuoricino sulla tazza si stacco e corse ad abbracciare la bocca della ragazza morta. Fu un abbraccio lungo e passionale. La ragazza ricominciò a vivere. Il suo marito la adorava.
    Le sue radici erano ora sepolte nel cuore nel vaso delle rose. Proprio all’entrata del padiglione d’Italia.
    2020 connecting hearts, creating the future.

  49. Undici minuti. Giusto il tempo dell’ultima sigaretta. Mi sporgo sul davanzale: le luci livide della città invadono gli spazi angusti del mio appartamento, penetrando come una lama i vetri sudici delle finestre del soggiorno. Un’ultimo commiato alla città che mi ha ospitato in questi ultimi tre anni. Sette minuti. Accendo la TV. Non si sta poi così male, qui: Times Square, la tradizione americana, la gente nelle strade, il polpettone della vicina che ora giace indecifrabile come una poltiglia di metà settimana, nel piatto degli avanzi umidi sul pavimento, accanto alla bomba. Ora che la osservo nella penombra della stanza, una punta di orgoglio mi penetra come uno spillo tra le viscere. Sedici megatoni: New York avrà i botti più belli della costa orientale, quest’anno. Tre minuti. Chiudo gli occhi. Nel buio torna Samira, come tutte le notti, le vesti strappate e lorde di sangue dopo il bombardamento del villaggio. Mi sorride e tende la mano. Trenta secondi. Ci siamo. Tra qualche istante il commentatore inizierà il conto alla rovescia. Ancora un momento. Ecco.
    Dieci.
    Nove.
    Otto.
    (Padre mio, perdonami)
    Sette.
    Sei.
    (Consegno a te la mia anima)
    Cinque.
    Quattro.
    (Samira)
    Tre.
    Due.
    (Sono a casa, amore)
    Uno.

  50. I miracoli che alle volte fanno i social network come Facebook: a distanza di quasi dieci anni, aveva ritrovato la sua Giusy in rete. Lei era stata la sua ragazza tra il quarto e il quinto superiore, ma le cose tra loro erano andate male. Lui troppo immaturo e frettoloso, non era riuscito a lasciare neanche un bel ricordo ai suoi genitori. Eppure qualcuno sembrava avergli dato una seconda occasione facendoli incontrare di nuovo, si piacevano ancora, erano ancora l’uno l’anima gemella dell’altra. I genitori, invecchiati e più saggi, avevano saputo perdonare definitivamente l’adolescente di diciotto anni per accogliere l’adulto trentenne che era apparso davanti a loro.
    E ora erano lì, insieme su quella nave. Spiccavano sotto le luci dei fuochi d’artificio le loro fedi indossate solo poche ore prima. Il 2020 era appena iniziato, partivano per il viaggio di nozze in nord Europa ufficialmente in due, segretamente, intimamente, in tre con il loro bambino che già cresceva nella pancia di lei.

  51. Bisognava far presto! Le Nazioni Unite, in accordo con l’SIS (Società Internazionale Scientifica) avevano deliberato già nel 2018, che la straordinaria scoperta, verificata al CERN di Ginevra, generata dalla fisica quantistica, avrebbe avuto inizio a capodanno 2020.
    Si sarebbe passati al nuovo sistema numerico, chiamato “quan-due”.
    Il vecchio sistema binario sarebbe stato dismesso in quanto ci stava portando all’autodistruzione. Tutti gli apparati tecnologici
    In questi due anni sono stati aggiornati.
    Il sistema 02 02 avrebbe aperto le porte finora segrete dell’antimateria, ci siamo attrezzati tutti con i nuovi “panvision” auricolari in grado di recepire le bi-onde ultrasoniche che stimolando le sinapsi ci daranno la possibilità di entrare nei nostri sogni e viverli con la stessa intensità con cui fino ad oggi abbiamo identificato il presente con la parola reale.
    Io son qua, con la mia sedia a dondolo a guardare il vecchio pendolo che fa tic tac.
    Tra pochi minuti il vecchio mondo svanirà ed io entrerò nei miei sogni

  52. Erano bastati tre anni dopo la Catastrofe del 2017 per cancellare tutto quello che era esistito prima. C’erano stati tanti morti, quello lo sapevano tutti. Ma al di là di quello, c’era stata la paura e la dura legge della sopravvivenza. E i rapporti nel clan.
    Uno dei rituali scandiva il passare del tempo, cercando di mantenere un punto fisso di passaggio in un clima impazzito dove a Dicembre quest’anno erano fioriti i ciliegi, e ad Agosto due anni fa il tifone aveva spazzato via per sempre Venezia. E poi la pianura padana intera era stata sommersa, nel giro di poco più di un anno.
    A Capodanno, si era deciso da quest’anno, i clan erano in tregua, e si poteva mangiare quanto si voleva, senza razionamenti.
    A Capodanno, chi ancora si ricordava storie del passato poteva raccontarle a tutti. Si contavano i morti, i vivi, e si benedicevano i nuovi nati. Adesso che il passato era morto, iniziavamo finalmente a cercare un nuovo futuro.
    Capodanno 2020 lo ricordo come un momento felice, dopotutto.

  53. Quel capodanno fu memorabile perché per la prima volta attraversai il vuoto e lo vidi. Ero sola e quel che accadde fu sorprendente. Le calamite sul frigorifero si staccavano da sole ed io sentivo la caduta sottolineata da un inequivocabile rumore metallico, anche se delle calamite non c’era traccia. La gatta, sentendo gli strani rumori provenienti dalla cucina, si era appollaiata di fianco al frigo per cercare di svelare l’arcano con le sue doti feline. Dopo un lungo silenzio, la udii emettere un miagolio cupo e profondo, al che mi alzai dal divano con passo incerto ed entrai in cucina. Fu così, che senza neanche rendermene conto, lo vidi. Vidi il vuoto, pieno di ogni cosa. Vidi il rovescio della medaglia e la spada di Damocle, vidi il tallone di Achille e la perfezione apollinea. Vidi il bandolo della matassa sciogliersi e l’erba voglio che cresceva fitta e in grande abbondanza. Vidi, infine, il cigno cantare con estrema ma riluttante grazia, e una luce alla fine di questo tunnel: il frigorifero era aperto e la gatta aveva fatto man bassa della mia cena, lasciando un laconico, indefinibile, inopinabile, vuoto.

    1. Bello, brava Andromeda. Lo trovo personalmente uno dei migliori. Pur restando effimera nel contenuto (scelta che mi piace essendo molto stretto lo spazio di manovra per cercare realismo), riesco a avere un coinvolgimento visivo, divertente peraltro. Complimenti.

      1. Grazie Bracco, mi sono divertita molto, è un bellissimo “gioco”. Effimero è il termine giusto, considerando anche il suo significato letterale. Ancora grazie 🙂

  54. Caspita, ma allora era tutto vero! Doveva accadere a mezzanotte, questa mezzanotte, quella tra un anno e l’altro, tra un 2019 sfigato e un 2020 senza speranza. L’ora X è passata da 1 minuto soltanto e tutto è già successo. Chiudo gli occhi e li riapro, mi pizzico la faccia e mi guardo le mani: sono io, la stessa di un minuto fa, non mi sento ne meglio né peggio, né più giovane né più vecchia, magra uguale, con gli stessi capelli crespi come carta. Ma se quelli che mi camminano accanto dovrebbero starsene addormentati con una pietra sul petto e se lo sguardo che mi viene incontro è proprio quello di mio nonno, allora, cazzo, non è questione di sognare! Se mia mamma, che l’anno scorso si era arresa al suo dannato tumore, ora è qui e bacia mio padre che qualche minuto fa fissava scettico la parola “FINE” stampata sullo schermo del televisore, non può che essere tutto vero. E ne sono persino felice. Mi resta solo tanta curiosità di dare un’occhiata di là, ancora per un istante, uno soltanto, per vedere se davvero quel vecchio mondo ora è deserto. O se sono semplicemente morta in braccio a mio padre.

  55. Tre anni sono passati, dopo decenni e secoli di delusioni sul futuro, la nostra vecchia cara terra si è svelata ha finalmente parlato, un giorno qualunque il 24 febbraio del 2017, ricordo che ero in taxi e stavo andando ad una riunione in una città trafficata e grigia, abbiamo tutti sentito una parola “cuore ” sembrava una voce intima come una madre che parla ad un figlio appena nato comprensibile in tutte le lingue del mondo, dopo tutto è divenuto luce, i nostri vecchi corpi si sono sciolti come neve al sole, il nostro cervello si è fermato e non abbiamo più ascoltato il nostro fastidioso chiacchiericcio mentale, i sentimenti per i nostri genitori, figli amici parenti si sono sciolti anche loro in una fusione totale con la nostra vera essenza. le case, le auto e tutto quello che abbiamo costruito in vari millenni scomparsi in un attimo come fossero sempre stati sogni indigesti. Oggi sarebbe il capodanno del 2015, sto viaggiando con le mie nuove ali a velocità smodata (velocità che si avvicina alla velocità della luce) osservo la nuova terra che si fa sentire in ogni nostro cuore sorridendoci, è luminosa rigogliosa oserei dire magnificente, gli ex esseri umani sono punti luminosi e danzano veloci fra le montagne, le foreste, i fiumi. Tutto quello che conosciamo ha lasciato la materia è e siamo solo pura energia. il cielo ormai è spalancato all’infinito e non c’è più separazione fra i miliardi di mondi che vivono nell’universo. Forse Un vecchio uomo del passato vedendo da fuori tutto questo, potrebbe pensare con la sua vecchia visione che la terra sia esplosa che qualcuno talmente pazzo abbia schiacciato il tal bottone della suddetta valigetta e boom!!

  56. Mi sono accorto di aver messo l’anno attuale rimedio. Colgo l’occasione per fare i più sentiti auguri a tutti e a Nuovoutile.it

    Tre anni sono passati, dopo decenni e secoli di delusioni sul futuro, la nostra vecchia cara terra si è svelata ha finalmente parlato, un giorno qualunque il 24 febbraio del 2017, ricordo che ero in taxi e stavo andando ad una riunione in una città trafficata e grigia, abbiamo tutti sentito una parola “cuore ” sembrava una voce intima come una madre che parla ad un figlio appena nato comprensibile in tutte le lingue del mondo, dopo tutto è divenuto luce. I nostri vecchi corpi si sono sciolti come neve al sole, il nostro cervello si è fermato e non abbiamo più ascoltato il nostro fastidioso chiacchiericcio mentale, i sentimenti per i nostri genitori, figli amici parenti si sono sciolti anche loro in una fusione totale con la nostra vera essenza. Le case, le auto e tutto quello che abbiamo costruito in vari millenni scomparsi in un attimo come fossero sempre stati sogni indigesti. Oggi sarebbe il capodanno del 2020, sto viaggiando con le mie nuove ali a velocità smodata (velocità che si avvicina alla velocità della luce) osservo la nuova terra che si fa sentire in ogni nostro cuore sorridendoci, è luminosa rigogliosa oserei dire magnificente. Gli ex esseri umani sono punti luminosi e danzano veloci fra le montagne, le foreste, i fiumi. Tutto quello che conosciamo ha lasciato la materia è e siamo solo pura energia. il cielo ormai è spalancato all’infinito e non c’è più separazione fra i miliardi di mondi che vivono nell’universo. Forse Un vecchio uomo del passato vedendo da fuori tutto questo, potrebbe pensare con la sua vecchia visione che la terra sia esplosa che qualcuno talmente pazzo abbia schiacciato il tal bottone della suddetta valigetta e boom!!

  57. Sdraiata sul divano, sorseggiava spumante ascoltando Bach. Non avrebbe mai creduto di arrivare a vivere una vita che sentiva aderire perfettamente alla sua pelle, alla sua natura. E invece, al contrario di tutti i segnali che il passato le aveva recapitato, era esattamente dove voleva essere, in compagnia dell’unica persona con la quale desiderava davvero trovarsi, il suo amatissimo compagno, che la guardava e sorrideva.
    Era quasi mezzanotte, e loro erano nella loro bella casa, calda e accogliente, soli.
    E non desideravano nient’altro che ciò che avevano.
    Respirava lentamente, godendo di ogni istante che li avvicinava alla ciclica rinascita dell’anno; pensava con orgoglio all’anno passato, ringraziandolo mentalmente per tutte le opportunità che le aveva offerto, per le persone che aveva conosciuto, per la nuova vita, che lei coltivava con tutta la dedizione e l’amore di cui era capace. Avvicinò il viso a quello del suo amato e lo baciò come fosse la prima volta, come sempre.

  58. Era la notte del 31 Dicembre. Stava per balzarci addosso quel nuovo ed alchemico anno: il 2020. Almeno così ci appariva, contenendo in sé due coppie di numeri uguali. Io e Leonardo eravamo intenti all’ osservazione del cielo particolarmente stellato di quella sera particolarmente limpida. La passavamo così la notte di Capodanno, io e lui, da un po’ di tempo a quella parte. Anche se lui aveva ancora 5 anni. Io molti di più. Discorrevamo disordinatamente di dinosauri e numeri infiniti, di oggetti ma anche del moccico al naso. In mezzo a quel caos schizofrenico, con le stelle sempre immobili lassù, quella sera uscì la teoria sulla nascita più plausibile che avessi mai sentito: “Leonardo ma secondo te come fanno a nascere i bambini?”. Silenzio. Sguardo pensoso.
    “Ecco, ho un’idea: c’è un semino che sta lì nella pancia delle femmine e ad un certo punto cresce e diventa un bambino”. Io domando, perplessa: “Si ma come ci fa ad arrivare quel semino? Perché alcune femmine fanno bambini e altre no?”. Silenzio. Poi: “Perché sono i globuli rossi. Le femmine ne hanno più dei maschi. In alcune i globuli rossi portano l’ossigeno ma anche quel semino che poi annaffiano per farlo crescere”. Nel 2020 i maschi non serviranno più, tanto ci sono i globuli rossi.

  59. So da dove sono venuta e so dove voglio andare quando mi imbuco in una corsia , dopo aver diligentemente abbassato il finestrino e ritirato un cartoncino .E’ l’ultimo giorno dell’anno e voglio raggiungerti entro domattina .

    Nel frattempo , con me c’è David Bowie , lo esorto di essere a a palla ,
    Ma l’ho messo troppo presto. La galleria inizia ora , lo inserisco di nuovo con la mano destra che s’è messa a traballare . Heros accompagna la prospettiva creata dal susseguirsi dei fari appesi alle pareti .
    Sussulto , sudo , tremo. C’è un telefono alla parete con un visibile SOS. Devo ignorarlo, sono in battaglia , non posso ritirarmi , né arrendermi.
    C’è un articolato che si allinea alla mia sinistra

    Non finisce più tanto è lungo.

    David Bowie mi soccorre con Rebel , la prospettiva non ha nulla di rassicurante anzi si sta perdendo in una ellissi .
    Il rocker ha abbassato le armi , è quasi melodico , sono dietro una roulottina gialla quando il serpentone ci sputa fuori dal tunnel.
    La radio festeggia con Besame Mucho e io mi sento di averla scampata.
    Vorrei saper fischiettare . Lo faccio comunque. Besame mucho ancora, per tutto l’anno che arriva.

  60. Col primo stipendio presi un treno per Parigi. Era il Natale del 1980 e trovai da dormire da una ragazza che incontrai il primo giorno. Mi ospitò e mi feci ospitare fino all’ultimo treno utile per tornare indietro e chiudere la porta a quello che ero stato.
    Ho passato con lei la vacanza più spensierata di sempre, sapendo che lasciavo la giovinezza degli studi, del pub con gli amici, del presente lieve. Entravo nel mondo del lavoro convinto che mi avrebbe cambiato per sempre.
    Solo una cosa le promisi, la notte di Capodanno del 1980: “Fra quarant’anni ti chiamerò, il Capodanno del 2020. E ti chiederò di venire”.
    Ecco. Questa è una storia vera, di anni ne sono passati 35 e vedo il traguardo che si avvicina. Nell’isola del mio buen ritiro, sullo scoglio giusto, il sole davanti che brucia, sguardo lontano e cuore in tumulto, fare il suo numero e dirle: “Sono io, è una vita che ti aspetto. Vieni per favore”.

  61. Ciao amore mio lontano,
    ogni volta mi viene sempre da iniziare come quella canzone di quel cantante barbuto di Bologna, credo fosse nel 1986, come faceva? “Caro amico ti scrivo…così mi distraggo un po’…”. Ma tu non sei lontano, lo so che mi stai guardando da un bel po’ di ore, anche se un po’ mi scoccia tu mi abbia mandato un drone sopra casa per vedermi e mandare segnali video… sembra che non ti fidi di me. Per carità so che lo hai fatto perché ci tieni, perché se non fossi stato romantico non ti avrei dato quel bacio quel giorno vicino al ponte di Brooklyn prima di tornare a casa e vedere quel film di Woody Allen che somigliava alla nostra serata, come era il titolo? Che ridere… che imbarazzo, lo ricordo ancora. Mi è sempre piaciuto stare con te perché rido anche quando fai le cose sul serio. E questo non è da poco…anche ora che viviamo lontani in questo Capodanno 2020, te in Calabria ed io a New York, due mondi così esclusi, e forse anche esclusivi…Volevi starmi vicino in qualche modo. E l’unica notizia che posso affidare al tuo drone è che ti raggiungo per la festa della Befana, e il regalo è che non c’è bisogno tu mi venga a prendere all’aeroporto, sai perché? Ricordati di mettere il segnale di atterraggio in giardino, perché ho comprato una scopa volante. Sei felice? Era quello che volevi no?
    Ma il regalo più grande è che saremo in due: sono incinta.
    Tua Giselle.

  62. Emozionato, aprì la grande scatola verde. Dentro, i ricordi di un pezzo di vita: lettere, biglietti di auguri, portafortuna. Era un ragazzo spensierato allora, frequentava il liceo, giocava a pallone. Ricordava bene quel gennaio 2015: la stanchezza, la febbre, il sangue che colava dal naso. La diagnosi fu un fulmine a ciel sereno: leucemia. Da allora ricoveri in ospedale, chemioterapia, trasfusioni. Poi, lentamente, l’uscita dal tunnel, e la normalità. Ma la brutta bestia era sempre in agguato. Solo se fossero passati cinque anni, avrebbe potuto dirsi finalmente guarito! Erano le 22.30 del 31 dicembre 2019 quando arrivò un messaggio dall’ospedale: “Dottore, un’urgenza. Abbiamo bisogno di lei.” Sorrise. Lo sapeva da sempre, per i tirocinanti di medicina non esistono Capodanni! Lesse un ultimo biglietto: “Sei il mio supereroe”. Accanto, un piccolo Superman di plastica. Lo appese al taschino del suo camice. Quando uscì di casa si sentiva leggero, così leggero che gli sembrava di volare.

  63. L’INDIMENTICABILE CAPODANNO DEL 2020

    2020 è una luce viola
    nella vetrina di massaggi orientali.
    Le emozioni malvestite chiedono
    spiccioli davanti al supermercato.
    Alla fermata del tram

    coraggio e vigliaccheria ridono tra di loro.

    Orizzonti è un negozietto sottocasa

    e non capisco cosa vende.

    I dolori hanno la tuta

    gialla e si allenano in palestra ogni giorno.

    Parole e idee son bambine
    e giocano 
urlando sull’erba vecchia.

    “Tanto vale vivere” mi sussurra 


    Doroty Parker.

  64. Indimenticabile quel capodanno #ventiventi.

    A mezzanotte e un minuto la tv annunciò il mese bisesto dell’anno #ventiventi.
    L’ultima riunione dei capi di stato mondiali all’Onu nell’anno #ventidiciannove aveva posto fine all’antica regola romana del ” bis sexto die “: ripetere il sesto giorno, prima delle Calende di marzo, per allineare il calendario gregoriano, ogni quattro anni.
    Dall’anno #ventiventi, ogni quattro anni, a capodanno e un minuto, si estrarrà il mese con il “bis” al quale aggiungere il “funesto giorno”.
    I nati nel giorno bisesto festeggeranno il loro compleanno ogni quattro anni, come già succede; ma ogni volta in un mese diverso.

    – Dicembre, trentadue Dicembre – sentenziò l’austero funzionario incaricato di leggere la pallina estratta, con l’antico metodo del bimbo bendato, nel primo minuto del nuovo anno bisesto.

    Sarà un’indimenticabile fine anno #ventiventi.

  65. Ricordo il capodanno del 2020 per il lancio fortunato della moda del veglione online. I giovani la accolsero con l’entusiasmo con cui si fa largo alle grandiose novità, una trasgressione da imitare per sentirsi sulla cresta dell’onda di champagne alla mezzanotte del 31.
    Ricordo il vorticare di preparativi nei giorni precedenti per selezionare la mise più stravagante, il taglio di capelli più originale, le gustose leccornie da fare gola e quando tutto fu pronto e impeccabile, ciascuno scelse la seduta più invitante della propria casa, si asserragliò in solitario tra le quattro mura di una stanza e restò in compagnia di migliaia di pixel.
    Tutti insieme nella meraviglia impalpabile di un’onda d’etere che cullava i nostri metadati in quella mezzanotte di attesa palpitante. E con le mani intrise di foie gras e di ricordi, esprimevamo alla tastiera i nostri sentimenti di amore e di empatia, il trasporto eccitante e i propositi con cui davamo il benvenuto al nuovo anno. Allora sì che mi sentii l’utente indispensabile di un unico mondo connesso in eterno.

  66. Faceva fatica a pensare ad altro…lui…faceva fatica a non guardare ogni angolo della

    strada…lei…facevano fatica a guardarsi negli occhi, ma tenersi per mano…quello lo

    hanno fatto subito…bum bum…i battiti dei cuori cercavano di sincronizzarsi…sempre più

    veloci…bum bum bum…sentono qualcuno contare…10 9…bum bum bum bum…8 7 6

    5…bum bum bum bum bum…l’aria si faceva sempre più gelida…bum bum bum bum

    bum bum…4 3 2 1…buon duemila e ven…all’improvviso il silenzio…un silenzio che solo lo

    spazio siderale può conoscere…bum bum bum…rallenta il battito…lei è ancora

    bellissima…finalmente i suoi occhi…bum bum…la maggior parte delle persone vive

    un’esistenza di tranquilla disperazione…bum…caro Thoreau quanto lo abbiamo

    desiderato…bum….bum…….ti am……….bum…………………………………………………

  67. Ci aveva pensato per anni ed anni, senza mai giungere al punto fondamentale. Eppure era una cosa così semplice, adesso che c’era arrivato. Si trattava solo di rispondere ad una domanda, una sola domanda, semplicissima.
    Come cambiare le cose del mondo in meglio?
    Domanda rispettabilissima, che già molti si son posti in epoche più o meno passate. Se l’eran posta filosofi, scienziati e scopritori. Forse quello che c’era andato più vicino era Tesla, quando aveva cercato di dare energia gratuita a tutto il mondo. Ma chi deteneva il potere l’aveva fermato, la paura del cambiamento era troppo grande. E così, fino ad ora, nessuno aveva trovato una risposta soddisfacente.
    Eppure era così semplice, era lì, davanti a lui, in quel 31 dicembre 2020. Un semplice diagramma, un disegno che spiegava come funziona la mente, cosa succede quando siamo egoisti, altruisti, emotivi, quando scambiamo, quando siamo creativi. Un piccolo schema, una spiegazione di pochi minuti. Eppure un disegno speciale, dotato di un grande potere. Chi l’avesse visto non avrebbe più potuto nascondersi dietro le sue paure, avrebbe compreso la realtà delle cose, si sarebbe risvegliato.
    E finalmente quel disegno era pronto. Non restava che un ultimo atto: diffonderlo nel mondo. E quale momento migliore dell’inizio del nuovo anno? Quale miglior regalo?
    Il vecchio dalla lunga barba bianca premette il tasto invio.

    http://www.whymap.com

    1. 10..9..8..spumante e sorrisi si sprecano tra l’euforia generale. Ma la tua mente è più veloce del countdown e in un attimo sei li, nel mondo di ieri.
      Il tuo Bar, il posto che hai costruito per seguire la tua voglia di magia, perchè un buon barman è un po’ uno stregone e i suoi drink pozioni magiche che liberano mondi nascosti. Amore, odio, rabbia, poesia, tutto strabocca dai cuori scossi e tu al bancone pronto a raccogliere.
      E poi il tuo Bar spazzato via da un uragano e tu che ti salvi per miracolo. L’incontro con Eva e il suo aiuto nel capire che forse i tuoi sogni andavano solo scossi. Cosa in effetti scuote più di un uragano?7..6..5..Eva ti sorride e stringi il ricordo di quella sera in cui le parli dello strano cassone trovato tra le macerie del tuo bar, uragano maledetto. Un cassone pieno zeppo di soldi.4..3..2..1. Eva ti stringe forte e torni a oggi, in questo capodanno 2020 nelle terre d’Africa dove avete fatto nascere il vostro centro di recupero per chi ha perso tutto,nel cuore di una Mogadiscio sempre troppo maltrattata.
      Ogni tanto a casa prendi lo shaker e fai una magia, ma la magia più grossa l’ha fatta la vita.Cin Cin.

  68. “Ehi tu… sì proprio tu che stai leggendo questo post, proprio tu che stai pensando di scrivere un tuo racconto o che lo hai già scritto… fai attenzione, sei stato ingannato!”.

    Così avrebbe voluto iniziare quel racconto.
    Così avrebbe voluto svelare, agli occhi di quegli ignari lettori o scrittori, quell’indimenticabile inganno spacciato per “l’indimenticabile capodanno 2020”.
    Lesse e rilesse ciascuna parola nel tentativo di scoprirne il significato vero.
    Smontò ogni singola lettera soppesandola e misurandola tra le dita per riporla al proprio posto dopo averne ascoltato il suono.
    All’improvviso tutto apparve maledettamente chiaro.
    Nessun viaggio nel tempo, nessun futuro e nessun passato da raccontare.
    Nessun duemilaventi da inventare!
    Certo, il titolo riportava la scritta 2020 ma il suono era differente e suonava così: duezero-duezero.
    Duezero-duezero non rappresentava dunque il futuro e tantomeno il passato ma semplicemente il presente, l’ora, l’adesso, solo e soltanto questo preciso istante.

    Pensò di avvertirli, prese una pena e iniziò a scrivere: “Ehi tu …

  69. 1.1.2039
    Da quando era diventata nonna la signora Caimi amava unire al regalo di compleanno per la nipotina un pensiero scritto, nella convinzione che un giorno potessero essere più preziosi di migliaia di foto e filmati.
    Quell’anno sarebbe stato il diciannovesimo e, complice una febbriciattola che le appannava i pensieri, la signora Caimi non aveva molte idee e decise di prender buona la prima: raccontare alla nipote com’era nata e spiegarle il perché di quel nome che tanto non le piaceva.
    Scrisse che la macchina mobile doveva ancora essere guidata dal papà, che si festeggiava accendendo dei fuochi rumorosi e che il piatto tradizionale era di carne animale.
    “In poche ore sei nata e poiché eri la prima dell’anno in Italya i tuoi genitori ti chiamarono Prisca. Fu una notte indimenticabile!
    P.S.non so se sono stata brava, questo coso che mi avete regalato per scrivere mi sembra troppo piccolo e 15 righe poche, ma tant’è…Largo ai giovani!
    Hai visto che ho trovato il maiuscolo?”
    Nonna Teresa

  70. Hai parlato di gabole per eludere i limiti imposti dal vincolo temporale. Credo di averne trovata una 🙂

    Xin Tao Lung prese il figlioletto per mano per non perderlo nella folla, e sorrise a sua moglie, Lin Xie Gao.
    Dovevano affrettarsi se volevano raggiungere il resto della città nella piazza principale, dove si stavano preparando i grandi festeggiamenti per la fine del 2019 e l’inizio del 2020.
    Sarebbe stato un anno fausto, come promettevano i numerologi e gli sciamani della corte dell’Imperatore, e Xin Tao Lung si aspettava grandi cose dal nuovo contratto per la fornitura delle sue porcellane a corte.
    Quando arrivarono nella grande piazza Lin Xie Gao prese in braccio il piccolo Shin Tien Mien, per non perderlo nella folla, e i tre, abbracciati, guardarono il dispiegarsi dei meravigliosi fuochi d’artificio che illuminavano la notte del capodanno come un Drago.
    Quella notte il loro glorioso impero cinese avrebbe festeggiato 2 millenni e venti anni.
    Lunga vita alla Dinastia Han!

  71. Da principio Rocco Zucchero, il segretario generale del presidente della Repubblica, l’aveva scambiata per una burla. In piazza del Quirinale, nel mese di novembre, le raccomandate con la medesima richiesta erano a malapena una decina. Ma a metà dicembre dovette informare il capo dello stato: le lettere avevano raggiunto quota trecentomila e le mail erano tre volte tanto. L’esortazione degli italiani si riassumeva in una semplicità disarmante: spostare l’abbrivio del 2020 di dodici ore più in là, dalla mezzanotte a mezzogiorno. In nessuna di quelle suppiche era specificato il motivo di quello slittamento, nè tanto meno vi era indicazione alcuna rispetto alle modalità operative, circostanza che stava invece facendo perdere il sonno al dottor Zucchero. Far durare il primo gennaio 2020 soltanto dodici ore, con la scontata conseguenza che quello sarebbe stato l’anno più corto della storia della terra dalla nascita del calendario gregoriano o rendere quel salto in avanti perpetuo? I cittadini avevano fondamentale bisogno di dodici ore in più quell’anno. Zucchero avrebbe dato loro soddisfazione.

  72. Odio il capodanno. Lo odio da qualche anno, precisamente dall’anno 2020. Dico così perchè non so leggere, ma mi si è stampato nelle orecchie, “duemilaventi, duemilaventi, evviva il duemilaventi”. Per la verità non so neanche che quel maledetto giorno si chiama capodanno, ma quando arriva me ne accorgo molto bene. L’anno nel quale ho scoperto il capodanno ero nato da poco. Avevo pochi mesi di vita, trascorsi felicemente insieme a mia madre. Mio padre non c’era più, nel senso che ha frequentato mia madre per poco tempo, poi se n’è andato. Pare che oramai funzioni così e quindi non mi rammarico della cosa. Quel maledetto giorno mi presero e mi chiusero in una stanza da solo. Capii che non lo facevano per me, ma per loro: non volevano essere disturbati. Ma lo capii dopo. Sul momento pensai addirittura ad un gesto di riguardo, fatto per proteggermi dagli schiamazzi di una festa imminente. Mi addormentai sereno, sognando quel poco di bello che avevo visto dal giorno della mia nascita. Non molto, in effetti, ma sufficiente per immaginarmi una storia allegra e divertente che non ho mai ricordato. L’unica cosa che ricordo di quel sogno è un immenso rumore, come di un fucile o un cannone. Poi quelle urla: “duemilaventi, duemilaventi, evviva il duemilaventi”. Il problema fu che io non conoscevo ne fucili ne cannoni, quindi non riuscii a capire cosa stasse accadendo. Spalancai subito gli occhi e vidi dei lampi terribili. La mia prima reazione fu quellla di urlare il mio spavento, ma riuscii ad emettere solo dei versi assurdi. Non sapendo parlare, fu l’unica cosa che riuscii a fare. Tra l’altro, neanche ora so parlare, ma andiamo oltre, non è importante. Il cuore mi partì a razzo, senza possibilitá di fermarlo. Da solo, in quella stanza, mi prese il terrore più atroce, che si fermó un poco solo quando Carla entró nella mia stanza e mi prese in braccio, stringendomi e parlandomi. Le esplosioni continuavano senza sosta, quasi come un bombardamento. D’istinto morsicai Carla alla mano. Fu quasi un gesto dimostrativo, come se lei potesse fermare quella sorta di guerra civile di un giorno, improvvisa e insensata. Oggi mi spavento un po meno, ma per un cagnetto sensibile come me, il capodanno è proprio una minchiata (non so cosa significa, ma Carla lo ripete spesso).

  73. L’INDIMENTICABILE CAPODANNO DEL 2020
    Fu un’idea straordinaria e bellissima. Quel capodanno da solo. Non una patetica solitudine da abbandono, ma una scelta meditata e condivisa.
    Volevo pensare, perciò volli star da solo. Il pensiero esige solitudine, trovarsi da soli invece, non sempre porta al pensiero, potrebbe condurre all’ansia, all’angoscia, alla noia.
    Quando scegli di pensare devi stare da solo.
    Lo feci passeggiando. Uscii di casa poco prima di mezzanotte. Non tanto freddo. Ma buona solitudine. Passanti ce n’erano, anche persone sole, andavano in fretta, controllavano l’orario.
    I fuochi d’artificio illuminarono la notte e mi sembrarono reali, più reali dei miei pensieri. Come rendere “reale” un pensiero? Stiamo parlando di astratti costrutti, non di progetti da realizzare. La mia scelta apparve inconcludente, così impalpabile da risultare inesistente.
    Poi mi fu chiaro: il pensiero trova la strada della voce per inverarsi. E parlai da solo; di cosa? Non so. Ma fu vero, un pensiero vero, inverato, fuori dell’ordinario.

  74. GIOCO DELL’ANNO NUOVO: I DIECI VINCITORI
    Gente, non ce l’abbiamo fatta.
    Cioè: non ce l’abbiamo fatta a tirar fuori solo cinque racconti. Ci avete mandato una quantità di storie bellissime, e ce le siamo lette e rilette tutte con gran gusto.
    Così, alla fine, spediremo dieci borsine. Avrebbero potuto essere anche di più, e già arrivare a dieci ci ha costretto a rinunciare ad alcune delle nostre storie favorite.
    Ecco i nomi degli amici di NeU che riceveranno il dono di nessun valore economico ma di alto valore simbolico.
    Accanto a ciascun nome c’è una parola. Non è una “motivazione del premio” (questo non è il Premio Borsina di NeU, e questa non è una giuria) ma vi suggerisce che cosa, di ciascuna storia, ci ha catturate.

    Flavia Franzese (humor), Francesca (tenerezza), Magari (prospettiva) Andromeda (paradosso), Fabrizio Centofanti (sintesi), Andrea Ferri (struttura), Chiara (cinismo), Giancarlo Manfredi (emozione), Alesatoredivirgole (pathos), Paolo Schneider Graziosi (struttura).

    Un caro saluto a tutti, grazie per aver partecipato e alla prossima!

  75. Ma che bello leggere il mio nome nella Top 10. Il premio senza nessun valore economico mi ha allargato un enorme sorriso sul viso e mi ha riempito di orgoglio! E ha prodotto anche un altro gran risultato: mi ha spinta a scrivere dopo tanto tempo. E mi ha ricordato che ne vale sempre la pena.

    E allora: Viva la tenerezza e viva NeU!!!

  76. Perdindirindina, che bella sorpresa!!!
    Un dono, per essere speciale, non deve necessariamente costare tanto, deve “soltanto” essere speciale…
    Grazie alla redazione e complimenti a tutti i partecipanti.

  77. Un ringraziamento, doveroso, va ad Annamaria per l’opportunità che ogni volta ci regala, quella di togliere un po’ di ruggine dalla tastiera, alla redazione per il suo lavoro e i complimenti a tutti i partecipanti per la creatività. Non so se siete d’accordo con me, ma raccontare storie fa parte del nostro essere umani…

  78. Wow! Grazie veramente per l’opportunità interessante e stimolante che è stata creata! Credo che il 31 dicembre 2020 penserò a tutto questo!

  79. wow, che emozione! Porterò con me la borsina almeno fino al capodanno del 2020 e quando farò quella telefonata, perché la mia storia è vera sul serio, l’avrò con me in segno di buon auspicio. Grazie mille!!!

  80. Mi unisco ai ringraziamenti di Giancarlo Manfredi: è stato un piacere partecipare ed essere un po’ più parte di questo meraviglioso blog.
    Grazie ad Annamaria e a tutta la redazione!

  81. Sono davvero sorpresa ed emozionata. La borsa sarà il mio prossimo feticcio da sfoggiare con orgoglio!

  82. Quando sei piccolo l’inizio dell’anno è qualcosa che entra a far parte delle tue vacanze. Significa che potrai stare sveglio di più, mangerai cibi più strani del solito, osserverai anche gli adulti più immobili scatenarsi in balli a coordinazione precaria e saluterai felice la mezzanotte con botti non amati ad ampio spettro.
    Poi si cresce e, alla ricerca dell’indimenticabile Capodanno, ti darai alle iniziative più svariate. Alcuni esempi? La festa in montagna (termine relativo che comprende immobili a temperatura freezer), la serata disco (dove smaltito il tasso alcolico ti rendi conto di aver speso l’equivalente di un weekend alle terme), la cena in compagnia (che ti fa fare molti passi avanti verso i disturbi cardiocircolatori) e l’evento culturale (spesso carissimo ma con un nutrito fuori programma di sperimentazione). A un certo punto (2020 o anche prima) puoi decidere che diventa memorabile quando semplicemente sei con chi vuoi a fare quello che preferisci.

  83. Ciao ,

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    Qual è il prezzo se vogliamo fare pubblicità sul tuo sito?

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    Saluti
    William jack

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Primo premio nella categoria "Buone prassi"
Primo premio nella categoria "Web"
Articoli di NeU sono stati scelti per le prove del 2009 e del 2019
creatività delle donne_CHIMICA

Creatività delle donne e patriarcato

Non possiamo smettere di parlarne. Dunque provo a raccontarvi come pregiudizi e stereotipi, sostenuti da oltre tre millenni di patriarcato, hanno impedito e tuttora ostacolano

Che succede con l’intelligenza artificiale?

“Non perfetta ma straordinariamente impressionante”.Così McKinsey, società internazionale di consulenza strategica, descrive in un recente articolo la prestazione di ChatGPT, il modello di intelligenza artificiale

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