vincoli

La creatività ama gli ostacoli, i limiti, i vincoli

Al giovane Phil Hansen tremano le mani per via di un danno neurologico permanente, e non c’è rimedio. Lui sta frequentando una scuola d’arte, non riesce più neanche a tracciare una riga dritta e il tremore peggiora quanto più cerca di controllarlo, fino al punto in cui lui non riesce più a tenere in mano niente. Abbandona il progetto di diventare artista. Poi, finalmente, incontra un neurologo che gli domanda perché non abbracci questo tuo tremore?
E Hansen fa così. Lascia che la sua mano tremi mentre disegna. I risultati sono interessanti, e questo è l’inizio di una carriera che lo porta a sperimentare diverse sorprendenti forme d’arte. Dipinge danzando. Usando il fuoco. A colpi di karate (si procura una contusione al mignolo).

La creatività ama gli ostacoli, i limiti, i vincoli

SONO I VINCOLI A STIMOLARE LA CAPACITÀ CREATIVA. Hansen si accorge di due cose importanti: l’eccesso di possibilità è paralizzante. E sono i vincoli a stimolare la sua capacità creativa. Così, decide di imporsene di nuovi: comporre un’opera i cui materiali costino meno di un dollaro. O lasciar perdere la tela (dipingerà 30 immagini sul proprio petto).
Infine, producendo opere che si autodistruggono, Hansen impara a lasciar andare ciò che ha creato. Lui racconta e mostra il proprio percorso artistico in una Ted Conference che dovreste proprio guardare.

Molti pensano che la creatività abbia bisogno di una condizione di libertà assoluta e totale. Eppure, anche se può apparire controintuitivo, le cose non stanno in questa maniera. Uno scrittore negozia costantemente coi vincoli imposti da linguaggio, trama, struttura. Un pittore, con la bidimensionalità del quadro, coi confini della tela, con le caratteristiche dei colori, coi limiti del gesto pittorico. Un cuoco, coi vincoli della commestibilità, del gusto, della chimica dei cibi… ciascuno fa un gran lavoro che riguarda il superare, l’aggirare, il rifondare, il reinterpretare le regole della sua disciplina. Perfino per rompere le regole è necessario che esistano delle regole.
E ciascuno negozia ulteriormente coi propri interiori criteri di qualità.

La creatività ama gli ostacoli, i limiti, i vincoli

TROVARE MODI DIFFERENTI. Ma non solo: il pensiero creativo riguarda la variazione: il trovare modi differenti per fare o concepire le cose. In assenza di vincoli esterni o autoimposti che ci obbligano a fare uno sforzo in più, tutti noi tendiamo a replicare ciò che già, su questioni analoghe, ha funzionato in passato, oppure rischiamo di perderci per strada. Per produrre nuovo pensiero abbiamo bisogno di ostacoli nuovi da superare. L’unica regola è che i vincoli stessi non consistano nell’ingiunzione “replica ciò che è stato fatto in passato”.
La questione ancor più importante, e già segnalata da Hansen, riguarda la paralisi da eccesso di possibilità: troppe strade potenziali possono risultare soverchianti, specie per un individuo perfezionista. Se una barriera ne esclude buona parte, procedere diventa più semplice.

La creatività ama le costrizioni, dice agli studenti della Stanford University una giovane Marissa Mayer, attuale presidente e amministratore delegato di Yahoo. Vincoli e costrizioni sono ciò che ispira Frank Gehry, l’architetto progettista di quella meraviglia che è il Guggenheim Museum di Bilbao. Lo stesso Gehry ricorda invece come terribile l’esperienza di dover progettare una casa “senza vincolo alcuno”. A raccontarlo è un articolo su Forbes, che commenta anche una ricerca svolta su un milione e settecentomila vincitori di riconoscimenti aziendali per idee innovative sviluppate a partire, ovviamente, da vincoli.

Le costrizioni ci offrono sempre un punto di partenza e materiali su cui lavorare, afferma l’articolo, per poi lanciarsi un una lirica esaltazione della creatività come ars combinatoria: mescolando i tre soli colori fondamentali (giallo, rosse, blu), o le sette note, o i 118 elementi chimici conosciuti possiamo ottenere infiniti risultati. E provate a indovinare in quanti modi si possono combinare sei singoli mattoncini Lego (nel caso non abbiate voglia di andare a leggervi la fonte, ve lo dico in fondo a questo post).

La creatività ama gli ostacoli, i limiti, i vincoli

SPEZZARE LE ROUTINE DI PENSIERO. Gli ostacoli e i vincoli esterni ci aiutano anche ad esaminare il nostro compito creativo in una prospettiva globale, spezzando le routine di pensiero. Wired cita un paio di test sorprendenti: studenti che devono affrontare un ostacolo in più (un disturbo visivo o sonoro) mentre sono impegnati a risolvere anagrammi risultano, in compiti successivi, più capaci di visione globale e di flessibilità concettuale degli studenti appartenenti a un gruppo di controllo.

In un terzo test, gli studenti che affrontano un più complicato labirinto al computer risultano, in seguito, del 40% più bravi degli altri nell’affrontare il RAT (Remote Association Test: un classico test di pensiero creativo). Per dirla in modo semplice: è come se il cervello, per superare un ostacolo, prendesse la rincorsa, per poi continuare a correre anche svolgendo i compiti seguenti. (qui l’abstract della ricerca).
Infine: cita l’esempio dei sei mattoncini Lego (per inciso, le possibili combinazioni sono 900 milioni) anche un interessante articolo sull’insegnamento attraverso vincoli, che regalano agli studenti direzione e struttura, flessibilità cognitiva, pensiero sistematico. Aggiungo solo che l’unico ostacolo da non infliggere a scuola, mai, dovrebbe essere: “stai buono e zitto, e impara a memoria la lezione”.

Le immagini che illustrano questa pagina sono dettagli delle opere di  Nicola Pucci. – Una versione più breve di questo post esce su internazionale.it. Se vi è piaciuto potreste leggere anche:
Creatività, competenze, carattere:  quanto lontano volerai?

Che cosa è la creatività e che cosa la uccide

9 risposte

  1. Ciao Annamaria,
    ho seguito il tuo consiglio e ho guardato (ben due volte) la Ted Conference di Phil Hansen. Sono senza parole.

    Grazie, come sempre, per i tuoi preziosissimi articoli.
    Leggere NeU è una bella abitudine quotidiana.

    Mimma

    1. Ciao Giacomo.
      Cercherò di capire che cosa è successo. Ma non ti giuro di riuscirci. La mailing list di NeU è molto vasta, e non so neppure con che nome ti sei iscritto.
      …ma perché non ti ri-iscrivi, che potrebbe essere la cosa più semplice? E poi: ha controllato se le newsletter non finiscono, per caso, nella posta indesiderata?

  2. Copio e sottoscrivo quello che ha scritto Mimma Rapicano.

    Grazie, come sempre, per i tuoi preziosissimi articoli. Leggere NeU è una bella abitudine quotidiana.

  3. Desidero aggiungere un esempio.

    Giacomo Puccini, nel 1904, ebbe una clamoroso fiasco al Teatro alla Scala di Milano con l’opera Madama Butterrfly. Non se ne conoscono le ragioni (gruppi contrari, cantanti inadeguati, etc.), ma non è importante. Ciò che conta è che il pubblico (vincolo fondamentale) decretò l’insuccesso e ciò impose a Puccini la revisione dell’opera. Rimaneggiò più volte lo spartito. Butterfly è entrata nella storia della lirica nella versione che conosciamo *_*

    n.b. Alla prima del Teatro alla Scala di quest’anno è stata riproposta la versione del 1904. I melomani non hanno apprezzato.

Lascia un commento

MENU
I post di NeU Risorse sulla creatività
Clicca per leggere le prime pagine 
TUTTO NEU
Creative Commons LicenseI materiali di NeU sono sotto licenza Creative Commons: puoi condividerli a scopi non commerciali, senza modificarli e riconoscendo la paternità dell'autore.
RICONOSCIMENTI
Donna è web 2012
Primo premio nella categoria "Buone prassi"
Primo premio nella categoria "Web"
Articoli di NeU sono stati scelti per le prove del 2009 e del 2019
creatività delle donne_CHIMICA

Creatività delle donne e patriarcato

Non possiamo smettere di parlarne. Dunque provo a raccontarvi come pregiudizi e stereotipi, sostenuti da oltre tre millenni di patriarcato, hanno impedito e tuttora ostacolano

Che succede con l’intelligenza artificiale?

“Non perfetta ma straordinariamente impressionante”.Così McKinsey, società internazionale di consulenza strategica, descrive in un recente articolo la prestazione di ChatGPT, il modello di intelligenza artificiale

Ops. Hai esaurito l'archivio di NEU.