come far fuori una idea creativa

Come far fuori una idea creativa, in 60 secondi – Metodo 94

Far fuori una idea creativa è la cosa più facile del mondo: basta un attimo.
Far fuori una idea creativa è gratificante per chi ritiene che le persone che svolgono lavori creativi siano privilegiate e lavorino solo per modo di dire, e quasi per hobby, in qualsiasi ambito: design, moda, fotografia, pubblicità, editoria e scrittura, web, eventi e promozione culturale, cinema, artigianato, musica, radio e tv, teatro, arti visive, spettacolo.
A questi ambiti andrebbero aggiunte anche la ricerca di base e la ricerca applicata, inspiegabilmente escluse da tutte le stime sul valore della creatività nazionale: come se per inventare un farmaco, un materiale inedito o una tecnologia verde non fosse necessaria una consistente dose di competenza creativa.

Anche se si limita a censire i settori più classici escludendo (secondo me, a torto) la ricerca, il recente studio Italia creativa stima in 46,9 miliardi di euro il valore della produzione culturale e creativa italiana. Sono un milione di posti di lavoro e quasi tre punti di pil, un terzo in più del valore dell’industria dell’automobile (devo aggiungere che questo sito diffondeva dati analoghi già nel 2011 quando ancora, in Italia, nessuno ne parlava).

Il lavoro creativo è duro e intenso. È guidato dalla passione e teso a raggiungere l’eccellenza. Può essere logorante perché procede nell’incertezza. Può essere frustrante perché è esposto al rischio del fallimento. Viene troppo spesso frainteso, svalutato, svuotato del suo senso profondo di produzione di qualcosa che sia nuovo e utile.
Il lavoro creativo è il motore dell’innovazione, in ogni campo. Eppure, nel nostro paese, continua a godere di scarsissima considerazione sociale, ad avere poche tutele o nessuna, a non trovare rappresentanza né giusto riconoscimento economico, anche perché è polverizzato e distinto in mille professionalità che spesso non riescono neppure a identificarsi dotandosi di parametri di qualità stabili e condivisi.

Forse anche per questi motivi lo sport di far fuori una idea creativa è così intensamente praticato, nelle forme più diverse: in questi 60 secondi di video ne ricordo alcune.
Il tono è scherzoso. Il contenuto riassume oltre quarant’anni di esperienze professionali di interazione con committenti, referenti, dirigenti, uffici-acquisti e un’altra miriade di soggetti che di che cos’è produrre buoni risultati creativi avevano un’idea meno che pallida.
L’esortazione implicita è, mi auguro, chiara: le idee creative andrebbero sostenute e valorizzate, e maltrattare chi dovrebbe produrle non è esattamente una strategia brillante.

Il video, realizzato con il bravissimo Nicola Basile, è il terzo prodotto da NeU. I primi due raccontano, sempre in 60 secondi, che cos’è la motivazione e che cos’è la creatività.

5 risposte

  1. Credo che il problema siano le persone che si spacciano per creative, pur non facendo niente di realmente creative. Gli altri vedono che fanno come mediocri ma si atteggiano da rivoluzionari e visionari, vedono che sono elogiati e che nessuno fa un’analisi critica del loro lavoro. E nel caso, si giustificano dicendo: sono troppo Avanti, la gente non capisce.
    Queste rovinano l’immagine dei “veri” creativi.
    Esistono in tutti I campi, ma quando la “materia” è immateriale, il sospetto è più facile (per gli artigiani si può dire che lavorano male, ma alla fine fanno qualcosa di tangibile).

  2. le banalità sul nostro lavoro le ho sopportate per annnnnnni perchè comunque dal punto di vista di riconoscimento e di gratifiacazioni concrete ed intellettuali non ho mai avuto problemi. ma ti danno tutti quei soldi per questa cazzata? si. e come si fa? impara, studia e se hai anche il culo di essere creativo forse lo puoi fare anche tu. questo tipo di colloquio mi è successo taaaaaanti anni fa, ma me lo ricordo ancora, ma non mi fa più male

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