conseguenze inattese

Conseguenze inattese: quando le cose non vanno come previsto

La pagina inglese di Wikipedia intitolata “conseguenza inattese” (unintended consequences, ma anche unanticipated o unforeseen consequences) non ha un corrispondente italiano. Se qualcuno la traducesse farebbe proprio un bel servizio, aiutando a importare nel paesaggio cognitivo nazionale una buona chiave di lettura per una molteplicità di eventi.
Il concetto di unintendend consequencies infatti è non solo curioso e interessante, ma anche attuale: dall’economia alla politica, dalla medicina alla tecnologia, alla vita di tutti i giorni, nelle conseguenze inattese capita continuamente di inciampare. Saperle nominare, e riconoscere per quel che sono, è già fare un passo avanti utile, se non a evitare l’inciampo, almeno a superarlo. O a non replicarlo tale e quale la prossima volta.

UNA POSSIBILITÀ REALE. Ehi, un attimo… vi è subito venuta in mente la citazione Follia è continuare a fare le stesse cose aspettandosi risultati differenti, da molti attribuita a Einstein? Quello è un cliché, e sembra proprio che Einstein non abbia mai detto qualcosa del genere.
Le conseguenze inattese, invece, non sono un cliché, ma una possibilità reale quando la situazione su cui le persone o i governi agiscono è dinamica e comprende molte variabili, difficili da analizzare o misurare. O quando la fretta di ottenere risultati immediati fa trascurare i rischi di lungo periodo O quando la stupidità umana ci si mette di mezzo.

L’IMPREVISTO DIETRO L’ANGOLO. A parlare estesamente di conseguenze inattese, rendendo popolare la definizione, è stato nel secolo scorso un brillante sociologo americano, Robert Merton. Lo stesso che ci ha regalato un altro paio di chiavi di lettura utili a decifrare il divenire della cose: l’idea di profezia che si autoavvera (self fulfilling prophecy), e il concetto di modello di ruolo (role model).
Ma vediamo meglio di che si tratta. Una “conseguenza inattesa” è in sé qualcosa di controintuitivo: noi compiamo intenzionalmente certi atti proprio perché vogliamo ottenere certi risultati, no? Eppure, non sempre le cose vanno come ci aspettiamo o speriamo.

Conseguenze inattese 1

DALLA PENICILLINA A INTERNET. Qualche volta le cose vanno perfino meglio di quanto pensassimo. Qualche volta vanno diversamente, e qualche altra vanno proprio peggio.
Quando le cose vanno meglio del previsto (e per fortuna può succedere), parliamo di serendipità: ottenere qualcosa di totalmente inaspettato. È Cristoforo Colombo che trova l’America mentre cerca una rotta per le Indie. È Fleming che scopre la penicillina, il primo antibiotico e uno dei maggiori farmaci salva vita, imbattendosi in una muffa, il penicillium notatum, che ha distrutto una delle colture di batteri su cui stava lavorando.
Ma è anche, in piena Guerra fredda, la decisione di creare Arpanet, una rete di comunicazione tra scienziati impegnati a contrastare i russi nella corsa per la conquista dello spazio. Nel corso di un quarantennio, e al di là di ogni possibile previsione, Arpanet si evolverà fino a diventare internet, lo spazio virtuale in cui ci stiamo incontrando adesso.

AIRBNB E IL MARITO INDIANO. O è la storia di un padrone di casa che aumenta la pigione ai due inquilini. La conseguenza inattesa è l’invenzione di Airbnb da parte dei due che, per far quadrare i conti, decidono di affittare i tre materassi ad aria che hanno in casa (ecco il perché del prefisso Air).
Ed è la storia di una mia conoscente che, tornando dall’India, rinuncia dietro un piccolo compenso offerto dalla compagnia aerea a prendere un volo in overbooking, e sul volo successivo incontra l’uomo che diventerà suo marito.

EFFETTI COLLATERALI. Qualche altra volta le cose vanno diversamente dalle previsioni, e il risultato positivo atteso non si verifica, o è di breve durata, o si porta dietro effetti collaterali negativi. Gli esempi sono infiniti, e alcuni risultano davvero curiosi.
Per esempio: siamo nell’India coloniale e il governo è preoccupato per il numero eccessivo di cobra in circolazione. Quindi offre un premio a chiunque ne uccida uno. Risultato: all’inizio la popolazione dei cobra diminuisce, ma poi le persone cominciano ad allevare cobra per poi ucciderli e guadagnarsi la taglia.
Quando il governo se ne accorge, sospende i pagamenti. Dunque i cobra non hanno più valore, e chi li allevava li lascia liberi. In conclusione, il numero dei cobra aumenta e la storia diventa nota come Cobra effect.

conseguenze inattese 2

DAL PROIBIZIONISMO ALLE PASSWORD. Oppure: negli anni Trenta, il proibizionismo non riesce più che tanto a ridurre il consumo di alcol negli Stati Uniti, ma in compenso accresce enormemente gli affari del crimine organizzato (tutto ciò non ha insegnato nulla ai molti che continuano a sostenere logiche proibizioniste).
Ma c’è anche la storia dell’Airbus380, progettato per essere molto silenzioso e migliorare così in confort dei passeggeri in volo. Il problema è che, silenziato l’aereo, si sentono molto di più rumori ancora più fastidiosi: lo sciacquone del bagno, bimbi che piangono, gente che russa…
Oppure: le password complicate dovrebbero rendere più sicura la navigazione, e in effetti è così. Ma, poiché sono complicate, le persone fanno fatica a ricordarle, quindi le appuntano su bigliettini che lasciano in giro, o le scrivono tutte assieme in un unico documento, riducendo così la sicurezza.

RISULTATI PERVERSI. Qualche volta, infine, quelle che sulla carta sembrano decisioni ottime o necessarie producono risultati perversi. C’è, per esempio, lo Streisand effect: siamo nel 2013, e Barbara Streisand fa causa a un fotografo che, effettuando riprese dall’alto per motivi scientifici (sta studiano d’erosione costiera) ha scattato un’immagine della sua villa e l’ha pubblicata sul proprio sito. Anche se la foto è stata vista da sole sei persone, Streisand fa causa al fotografo per violazione della privacy. Risultato: la notizia (foto compresa) fa il giro del mondo. Streisand, fra l’altro, perde la causa.

conseguenze inattese 4

DAL WHISKY ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Oppure: siamo in Giappone, e il whisky Johnnie Walker Black Label è molto apprezzato e venduto, perché ben collocato, come tipico dono aziendale, all’interno della complessa ritualità nazionale dei regali. L’importatore pensa bene di abbassare il prezzo per conquistare ulteriori quote di mercato e sbaragliare i concorrenti. Risultato: con un prezzo inferiore la qualità percepita crolla, e con quella crollano l’immagine del prodotto e le vendite.
Sulle possibili conseguenze inattese dell’intelligenza artificiale si è di recente pronunciato Stephen Hawking, con Elon Musk e molti altri. Lo stesso discorso vale per la robotizzazione.

Infine: quando a decidere e ad agire non sono i singoli, ma i governi, si tratti di tasse, politica estera, sviluppo economico, immigrazione, le conseguenze inattese possono essere drammatiche e di lungo periodo. È un motivo in più per diffidare delle soluzioni sbrigative e ovvie in apparenza. Ma solo in apparenza.

Le immagini di questo articolo: i deliziosi collage di Eugenia Loli. Qui una biografia e una selezione dei suoi lavori. Una versione più breve di questo articolo esce anche su internazionale.it

4 risposte

  1. Ottimo articolo, come tutti gli altri. Sono ricchi di spunti utili e di informazioni che, in alcuni casi, sapevo già ma che non riconoscevo. Grazie ai tuoi post, molto spesso hanno un nome e una collocazione .
    Riguardo alle conseguenze che non ti aspetti, ne conosco un bel pò, anche perchè mi piace avventurarmi in cose nuove e, quindi sconosciute o quasi. Ho imparato, con l’esperienza, a fermarmi, a prendermi del tempo per valutare ciò che è successo, e poi a rimettermi in moto. Se è una conseguenza bella, ne faccio tesoro e la prossima volta cerco di fare ancora meglio. Se è spiacevole… imparo e cerco di non ripetere gli stessi errori. Magari più belli, più utili, ma mai gli stessi!

  2. Meglio sempre controllare una volta in più un testo prima di metterlo online. Fa male al cuore osservare il crescendo inarrestabile di errori in testi di ogni genere, giornali, libri, pagine web, blog. Fa ancor più male se si tratta di testi di notevole spessore.

    Questo che riporto sotto è un esempio veramente desolante.
    “… riprese dall’altro per motivi scientifici (sta studiano d’erosione costiera)”

    1. Gentile Alessandra,
      grazie per aver segnalato il refuso.
      Devo però dirti che, forse, le cose “davvero desolanti” sono altre.

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