Educare in rete

Divulgare ed educare in rete: perché la forma conta così tanto

Educare in rete si può. Ma bisogna saperlo fare bene: dirlo è un’ovvietà, riuscirci lo è un po’ meno.

COSE DIVERTENTI, INTERESSANTI E UTILI. Tra notizie false e discorsi d’odio, ormai è fin troppo facile preoccuparsi di quanto succede in rete. E temo che anch’io a breve tornerò a offrirvi qualche ulteriore elemento di preoccupazione.
Non dobbiamo mai dimenticare, però, che ci sono anche un’infinità di cose divertenti, interessanti, utili. E che, a saper cercare, si trovano anche informazioni di qualità, e siti che si propongono di educare in rete. E ci riescono piuttosto bene.

EDUCARE IN RETE: 25 BUONI INDIRIZZI.Tante persone, compresa la sottoscritta, sono innamorate delle Ted Conference. Sono esempi di divulgazione ben fatta (cioè semplice, sintetica, impattante, e di norma accurata) sui temi più diversi. Ma ormai da qualche anno ci sono anche tanti siti che offrono ottimi contenuti educativi.
Un articolo di Lifehack ne elenca 25. Il titolo dell’articolo dice letteralmente 25 killer sites for free online education, ma non si tratta certo di “siti assassini”. Il termine “killer” rimanda al gergo dell’informatica, e in questo caso sta per eccellente, di successo.

MOOC E ISTRUZIONE PERMANENTE. Molti di questi siti fanno capo a università americane, da Stanford al Mit: offrono i Mooc (Massive Online Open Courses), sono progettati per l’educazione permanente e rilasciano anche un certificato di frequenza (Wired vi spiega come funzionano).
Altri siti, come Kahn Academy, che contiene migliaia di video di pochi minuti ciascuno (anche in italiano) su diverse discipline, chiedono un impegno minore in termini di tempo, e offrono comunque contenuti di qualità, e di altissima fruibilità.

PROPOSTE ITALIANE. Molti Mooc offerti da università italiane si trovano sulla piattaforma Eduopen. Dalla filosofia di Wittgenstein al contrasto del cyberbullismo (corso base per insegnanti, genitori ed educatori) all’inserimento sociale delle persone disabili, dagli insetti commestibili alla promozione turistica grazie ai media digitali, ci si trova davvero di tutto. Alcuni corsi assegnano crediti formativi (CFU) riconosciuti dalle singole università.

ALTRE PROPOSTE ITALIANE. Chi vuole  imparare qualcosa di interessante, ma non se la  sente di affrontare un intero corso universitario, ha diverse altre possibilità. Due esempi per tutti: il primo è il magnifico blog Didatticarte, a cura di Emanuela Pulvirenti. Contiene, oltre a un sintetico ma efficace corso di storia dell’arte, una quantità di articoli sfiziosi su pittori, colori, dipinti, stili e molto altro.
Per esempio, guardate questo articolo, intitolato Rompete le righe! Oppure questo’altro, dedicato alle uova nell’arte, da Lucien Freud ai vasi greci, da Piero della Francesca a Fabergé (le foto delle uova prodotte per gli zar russi sono una gioia per gli occhi).
Il secondo esempio riguarda un campo del tutto diverso. È Scienza per tutti, (beh, devo dirlo: “quasi” per tutti) ed è a cura all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Ospita, tra le altre cose, una serie di percorsi divulgativi (per esempio, questa breve storia del vuoto) e le risposte degli esperti alle domande più bizzarre. Per esempio: esistono i buchi bianchi? (In teoria, sì).

VIDEO BEN FATTI PER EDUCARE IN RETE. Sono abbastanza convinta (ma le Ted Conference e Kahn Academy lo dimostrano) che video ben fatti siano un ottimo modo per non solo per insegnare qualcosa in rete, ma anche per invogliare la gente a impararlo, quel qualcosa.
Ed eccovi, in video, un altro ottimo esempio italiano. È realizzato da un giovane matematico e un giovane fisico che si occupano con leggerezza e precisione di argomenti troppo poco trattati, come l’educazione finanziaria.
Per inciso: l’Italia è ultima in Europa per educazione finanziaria delle persone. L’ha ripetuto ancora pochi mesi fa il governatore della Banca d’Italia. Ehi, l’educazione finanziaria non è una cosa astratta, noiosa e irrilevante! È alla base delle scelte economiche che facciamo ogni giorno.

LE CURIOSE CONSEGUENZE DELL’EFFETTO ANCORAGGIO. Il video parla di come valutare la convenienza di un prezzo, sfuggendo all’effetto ancoraggio, uno dei bias cognitivi più potenti e insidiosi, ampiamente usato da chiunque voglia vendervi qualcosa convincendovi che state per fare l’affarone della vostra vita, Guardate qua.

E a questo punto faccio una breve digressione: lo humor non contrasta con l’apprendimento, e imparare può non essere un’attività triste e noiosa (anzi: non dovrebbe proprio esserlo, specialmente in rete, ma non solo in rete). Lo humor diminuisce l’ansia e lo stress di chi impara, ne aumenta l’autostima, l’attenzione, la creatività, la capacità di apprendere e di ricordare, e ne migliora le prestazioni.
E dai, aiuta anche chi insegna a provarci più gusto, cosa che male non fa.

I BUONI RISULTATI DELLO HUMOR. Dunque. Se la spiegazione dell’effetto ancoraggio vi è risultata chiara e se vi siete anche divertiti, vi ricorderete più facilmente di questa curiosa trappola cognitiva e ne sarete meno dipendenti. Un risultato niente male.
Tutto questo vi dice un’altra cosa importante, che ha a che fare con la comunicazione in generale, e che non andrebbe mai dimenticata quando la comunicazione si propone fini educativi: la forma non è una componente accessoria e irrilevante del contenuto.

LA FORMA E IL CONTENUTO. La forma è parte integrante del contenuto. Ed è cruciale in termini di fruizione. Un contenuto che non si fa capire dal suo pubblico perché la forma è inadeguata si traduce in puro rumore. E un contenuto che annoia il suo pubblico perché la forma è sciatta è, diciamolo, un fallimento.
Decine di cuochi televisivi ci hanno ormai convinti che impiattare bene è tanto importante quanto cucinare bene. Appunto: anche l’informazione va impiattata bene, sempre, e specialmente quando l’obiettivo è aiutare o convincere qualcuno a imparare qualcosa. Un’impresa più difficile che aiutare o convincere un ragazzino ad affrontare un piatto di broccoli.

L’immagine che illustra questo articolo è un dettaglio di un lavoro dell’illustratore e graphic designer polacco Igor Morski. Qui il suo sito. Qui la sua pagina Facebook.

11 risposte

  1. Adoro i tuoi articoli e quando,come in questo caso, trattano temi che mi stanno a cuore, non posso fare a meno di condividere!

  2. bellissimo articolo. Sono sempre stato convinto che è chi usa internet a rendere questo una risorsa oppure una grande perdita di tempo, o peggio.
    Grazie e un saluto da Palermo.
    PS. Non so se ricordi ma ci siamo conosciuti troppi anni fa nella biblioteca della statale.

  3. Penso che il concetto che ‘la forma è parte integrante del contenuto’ andrebbe ricordato anche ogni volta che scriviamo un commento ad un post, ad una notizia, ed a qualsiasi altra informazione che incrociamo sul web.
    Aiuterebbe la comunicazione e farebbe diminuire drasticamente gli insulti gratuiti.

  4. Ciao, Annamaria. Parto dalla tua ultima osservazione “La forma è parte integrante del contenuto. Ed è cruciale in termini di fruizione. Un contenuto che non si fa capire dal suo pubblico perché la forma è inadeguata si traduce in puro rumore”. Ne sono assolutamente convinta.

    Per quanto riguarda i link nel tuo blog, che dire? Solleticano l’ingenio. Però sappiamo bene che, dopo essere stati incuriositi, bisogna applicarsi, studiare e tanto. Non é vero?

    Ultima riflessione. Torno all’inizio della tua nota: falsità etc. nella rete. Accade in questi giorni che di un grande filosofo (personalmente non lo amo, ma questo é ininfluente), Nietzsche, si scriva parlando di un misogino, nazista e via cantando. Non si può scrivere di filosofia come se si scrivesse la ricetta della frittata. Scusami, frittata, sei ottima *_*

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