graphic design

Il meraviglioso mondo del graphic design – Idee 99

La grafica (o per dirla all’inglese, che sembra più cool – e anche la pagina di Wikipedia è meglio: il graphic design) è un mondo meraviglioso.
Per me, che so chiamare per nome solo una manciata di caratteri tipografici,  e che sto dalla parte dello scrivere e non da quella del comporre, dell’impaginare e del lavorare sulle immagini, è una specie di magia: ordine, autorevolezza, comprensibilità, amichevolezza, bellezza, equilibrio, rigore, attrattività… e molto altro.
Ho avuto la fortuna di lavorare con persone che ne sanno tanto.
Ho osservato. L’ho fatto dai tempi in cui si usavano bisturi, pennarelli e la mitica cow gum (e guai se spariva la caccola: cioè quel malloppo di gomma rappresa che serviva per sgommar via gli eccessi di colla senza danneggiare il lavoro). Non ho imparato, ovviamente. Ma, dai e dai, se adesso mi capita di vedere un’impaginazione sgarbata provo un certo fastidio, e una specie di groppo alla gola.
È troppo tempo che non parlo di grafica su NeU. Rimedio ora, con una serie dei link che potrebbero piacere anche a chi non ha una competenza tecnica specifica, ma almeno un interesse estetico e culturale nei confronti dell’argomento. E a chi, magari senza neanche sapere bene perché, sente quel groppo alla gola se vede una pagina o un manifesto sbilenco.

Il racconto dei 100 migliori caratteri di sempre. Il web è pieno di raccolte di font di ogni tipo. Vi suggerisco questa perché ogni font è brevemente presentato con la sua storia, con la biografia dell’autore e con la riproduzione di alcuni documenti originali. Per esempio: sapevate che il Frutiger nasce (1977) come carattere ad alta leggibilità per un aeroporto? Che il Franklin Gothic, il carattere del logo del MoMa, viene disegnato (1903) da un ingegnere meccanico? Che il Trajan (e questo potrebbe suggerirlo il nome) viene progettato sì nel 1989, ma a partire dai caratteri incisi quasi 2000 anni prima sulla Colonna Traiana?
Se volete due-tre dritte per districarvi tra le famiglie di caratteri, un video delizioso vi racconta in pochi minuti le differenze, e l’intera storia della tipografia.

Le infografiche sono una gioia per gli occhi. Vi dicono una quantità di cose in un modo tanto garbato quanto sintetico. Ma la cosa interessante è che possono parlarvi, in diversi modi attraenti e chiari, di qualsiasi cosa. Guardate la selezione di infografiche vecchie e nuove che il Guardian mette online. E la raccolta pubblicata su Pinterest dall’editor Simon Rogers. Ci avete preso gusto? Qui  c’è un intero sito che pubblica e premia le infografiche migliori.

Digressione storica: Brain Pickings vi presenta un estratto dal libro 100 diagrams that changed the world. Il primo tra quelli pubblicati (e, immagino, in assoluto) è la Stele di Rosetta. Ma torniamo ai font. Qui un grazioso video minimalista-ambientalista, dove i caratteri, letteralmente, fioriscono.

Se volete  condividere altre chicche di grafica nei commenti, siete più che benvenuti.
Concludo con 50 motivi per non fidanzarsi con un graphic designer. E su questo, se volete, apriamo un dibattito. Ma, anche se non vi ci fidanzate (dopotutto si tratta di gente che fa strane cose perfino coi codici a barre), ricordate che frequentare grafic designer è sempre interessante. Tra l’altro, in un battibaleno sono capaci di mettervi dritti al millimetro tutti i quadri che avete appesi in casa.

Se vi è piaciuto questo post potreste dare un’occhiata alla selezione di buoni siti che trovate in
grafica, illustrazione, foto

9 risposte

  1. …ancora non molto tempo fa a nominare la parola ‘infografica’ (“Ma tu di cosa ti occupi…?”) vedevo passare un velo buio dietro allo sguardo del mio interlocutore.
    Ora sembra quasi che siano di moda, le infografiche. Al punto che per rendermi più interessante parlo di information design e visual communication. Poi però torno a casa e dò sfogo alla mia turpe voglia: solo libri.

  2. Una precisazione…. noi “grafici” non usiamo il termine “graphic design” perché vogliamo sentirci più fighi parlando inglese; il termine “grafica”, in italiano, è un termine monco, perché manca dell’accezione “progettuale” che è fondamentale ed è presente, invece, nell’espressione inglese grazie al termine “design”, che in italiano significa appunto “progettazione”, o progettare.

    “Grafica” è una espressione incompleta, e fuorviante, che rimanda esclusivamente all’aspetto visivo della professione, certamente una componente importante ma che è imprescindibile dalla pratica progettuale.

    Ecco perché noi graphic designer ci definiamo tali, e non “grafici”. Un semplice caso in cui l’italiano è meno adeguato dell’inglese nel descrivere qualcosa.

    Saluti.

    1. Ciao Gloria. Condivido la tua percezione (e infatti ho trovato un modo per usare entrambe le definizioni).
      Devo però aggiungere che anche il termine italiano, almeno se diamo retta all’Enciclopedia Treccani, comprenderebbe la componente progettuale: http://www.treccani.it/enciclopedia/grafica/
      Certo, in italiano non aiuta il fatto che lo stesso termine sia impiegato sia per definire la disciplina nella sua complessità, sia per indicare l’impostazione tipografica di una pubblicazione (la “grafica” di una rivista, per esempio).

      1. Ciao Annamaria, grazie per la precisazione. Sì, la Treccani la definisce “pratica progettuale”, perché di fatto di questo si tratta; il problema come dicevo sta nel termine che, di per sè, non dà alcun indizio di tale pratica, a differenza di altre lingue.

        Non a caso l’unica rivista in Italia dedicata alla grafica/comunicazione visiva, che sicuramente conoscerai, si intitola “Progetto Grafico”, graphic design, appunto.

        Le università stesse non offrono corsi di “grafica” (con cui vengono definiti quei corsi, non universitari, solitamente più incentrati sulla tecnica e sull’uso dei software, per esempio): nel dare i titoli ai corsi di laurea si parla solitamente di “comunicazione visiva” (che pone l’accento sull’elaborazione visiva di un >messaggio<, anche questa mancante nel solo termine "grafica") di "visual design" o appunto "graphic design".

        E' un problema di termini comune a tutte le discipline del progetto, che in altri ambiti si è risolto aggiungendo il termine : design della moda, disegno industriale, design degli interni – come accade per l’inglese.

        Mi sono permessa di fare queste precisazioni in quanto le ritengo argomento importante, e interessante, soprattutto in un momento storico come questo in cui il progetto grafico in Italia soffre di grande svalutazione rispetto al passato, sia come disciplina che come professione.

        Buona continuazione,

  3. Sono affascinato dalle infografiche ed uno dei miei obiettivi futuri è proprio quello di imparare a realizzarle.

    Se fatta bene una infografica vale molto più di mille parole, anche se a volte una sola parola è per sempre …

    In attesa di avvicinarmi alle infografiche, mi coccolo i miei codici a barre, fonte di grandi emozioni, soddisfazioni e che hanno aperto le porte del mio “secondo tempo”.

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