linguaggio

Il linguaggio, la forma del pensiero – Idee 47

Una tecnologia per intervenire sulla mente delle persone. Un potenziale strumento rivoluzionario. La condizione necessaria per l’apprendimento sociale, e il motivo per cui Homo Erectus produce la stessa ascia per 40.000 generazioni mentre noi Sapiens in trent’anni passiamo dallo Spitfire allo Sputnik: queste sono alcune delle definizioni del linguaggio che il biologo Mark Pagel propone in una bella TED conference.

Non solo il linguaggio permette di esprimere il pensiero, ma dà forma al pensiero. E ogni lingua orienta a suo modo la percezione delle cose: per esempio “ponte” è maschile in spagnolo e femminile in tedesco. Così, agli spagnoli i ponti appaiono forti, ai tedeschi, eleganti. Di questo e di molto altro parla il linguista Guy Deutscher. Qui l’articolo uscito sul New York Times.

È peculiare la lingua dei segni: consiste in sistemi di gesti, espressioni facciali e movimenti del corpo, diversi per ogni comunità di sordi. Ne parla Oliver Saks in Vedere voci. Qualsiasi pensiero che può essere espresso in una lingua parlata può essere altrettanto bene e rapidamente espresso in una lingua dei segni, scrive Massimo Piattelli Palmarini sul Corriere. In Italia si usa la LIS (Lingua Italiana dei Segni): guardatevi com’è Cappuccetto Rosso in LIS (sottotitolato).

Delle oltre 6000 lingue parlate nel mondo, 2500 sono a rischio di estinzione. 31 di queste in Italia: leggete l’articolo del Corsera. Poi concedetevi un momento di leggerezza con questo video delizioso.

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7 risposte

  1. Parafrasando Feuerbach “Siamo quello che parliamo”… In questa logica è pericoloso anche l’impoverimento delle lingue. Con sempre meno termini utilizzati, infatti, obblighiamo il cervello a fare ragionamenti mano a mano più semplici.

  2. Ciao Fede. E benvenuta. Il video è davvero molto, molto grazioso. … bello che sia italiano. E grazie per averlo postato.

  3. mi ero abbonata a queste notizie diverso tempo addietro ma dopo, forse, un paio d’anni vi avevo rinunciato. Oggi non so più se è stato per eccesso di informazioni in tema, o se perchè la pagina non era più di mio interesse.
    Oggi sono tornata a curiosare e l’ho trovata di nuovo di grande interesse.
    Cosa devo fare per essere certa che non mi sfugga un numero? Grazie per la risposta, ma soprattutto per l’interesse dei vostri link. Complimenti, bruna vergani.

    1. Ciao Bruna e bentornata su NeU.
      Per ricevere gli aggiornamenti è sufficiente che tu inserisca il tuo indirizzo mail nella casella che trovi qui a fianco sulla destra, sotto il titolo “iscriviti alla newsletter”.

      Arriva immediatamente una mail alla tua casella di posta, con la richiesta di confermare l’iscrizione con un clic. Lo fai, ed è tutto a posto.

  4. Ottime proposte oggi, Annamaria!

    Questo tema è immenso, sostanzioso con decenni di ricerche.

    Interessante e un po’ istrionico mister Pagel, ma fare i conti con Vygotskij, Piaget, Bruner, Chomsky e Itard, non è facile.

    * * *

    La lingua dei segni NON è un supporto, accidenti. Giusta segnalazione!
    Conosco Virginia Volterra per aver incrociato una ricerca sulla comunicazione a distanza e so il lavoro certosino in questa direzione.
    Nei convegni del CNR la lingua dei segni è normalmente presente (*_))

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