cibo per pensare

Cibo per pensare e intuizioni da mangiare – Idee 16

Cibo per pensare: non è un paradosso.
È la ricerca del cibo ad accendere la creatività negli animali: scimmie e corvi inventano e usano strumenti per trovare da mangiare. D’altra parte usare il fuoco per cuocere alimenti, un’invenzione di circa 500.000 anni fa è uno dei fattori critici per il successo evolutivo della specie umana (se volete accendere un fuoco come faceva l’Homo erectus, potete imparare da uno di questi video).
In sostanza, la ricerca di cibo da mangiare (e di modi per renderlo più facilmente commestibile) si traduce anche nell’acquisizione di “cibo per pensare”: attorno alla produzione del cibo si sviluppano le nuove società agricole, la produzione degli utensili, le prime forme di divisione del lavoro, le regole che normano il possesso delle terre e la trasmissione dei diritti di proprietà e mille altri aspetti che danno forma alla società umana. Insomma: se fossimo rimasti cacciatori-raccoglitori, e mangiatori di alimenti crudi, forse oggi continueremmo a muoverci e a organizzarci in modo non troppo diverso da quello delle grandi scimmie nostre cugine.
Ormai è tempo di riscoprire (o, forse, di ri-inventare) un rapporto sano e sensato con l’alimentazione: potremmo immaginare che il cibo per pensare ci apra, ancora una volta, una nuova prospettiva. Potremmo farlo privilegiando le pratiche virtuose (ed evitando di farci venire in mente idee balorde). Poi mangiando meno carne e favorendo una nuova cultura alimentare, amica della biodiversità.
E quando, per caso, ci viene voglia di portare un po’ di scienza in cucina, possiamo rubare idee, ricette e trucchi ai video di Moebius.

21 risposte

  1. Gli amici di NeU su Facebook (sì, NeU è anche lì) ci segnalano l’iniziativa Il pane e le rose: incontri fra scienza e cultura dell’alimentazione. I seminari saranno tenuti da scienziati e ricercatori, storici, filosofi, letterati, giuristi, economisti, sociologi, appassionati di cibo. Verranno affrontati temi relativi al rapporto fra cultura e alimentazione, sostenibilità ambientale delle produzioni agro-alimentari, distribuzione delle risorse alimentari, modelli di consumo e di produzione. Sono organizzati dall’Università degli studi della Basilicata (Corsi di Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e in Scienze e Tecnologie Agrarie). … ( ore 16.20: e intanto aspettiamo i risultati delle elezioni…)

  2. Sono stati fatti finora due seminari: “Cibo e cultura nella Grecia classica” e “Dal grano al pane”, sul posto occupato dall’alimento primario nella civiltà mediterranea, italiana e meridionale in particolare. Il prossimo – previsto per fine Aprile – riguarderà ciò che si agita all’interno di noi 🙂 e avrà per titolo “E se la Marcuzzi avesse ragione?”, relatore un microbiologo dell’UniBas.

  3. Ma, ragazzi e ragazze, dopo questo ennesimo disastro io, con franchezza, non ce la faccio più. Se questo paese si consegna a banditi e furbetti che vincono solo soffiando sulle paure degli immigranti o promettendo stronzate che non hanno mantenuto e non manterranno mai, io mollo. E, soprattutto, e passatemi, almeno, una volgarità, non mi sfiniscano più i coglioni sugli intellettuali di sinistra snob che non capiscono le masse e i problemi della gente.

  4. Nelle Marche, regione appartata e virtuosa, il PDL ha perso punti. Il centrosinistra e la sinistra hanno avuto un bel successo, anche perché hanno eletto persone perbene e fuori apparato. La tradizione familiare socialista, comunista, repubblicana e anarchica dei piccoli e medi imprenditori (e veramente anche dei grandi, Della Valle e Merloni) funziona ancora. Nel quadro generale secondo me, se non ci fossero stati gli autogol del centrodestra, poteva andar peggio. Ma io, grazie a Dio, sono ottimista. Graziano, non mollare. Gli intellettuali di sinistra sono tra quelli che reggono nel paese. E sono pure tanti. Nel topic, per l’alimentazione sana e sensata aspetterò dopo Pasqua e pasqetta. Grandi auguri ad Annamaria e a tutti. Un abbraccio.

  5. Sì Graziano, non ci si riconosce proprio in questo elemento. Mi dedico all’uovo marinato del video di Moebius e lascio gli hamburger italiani a chi ne ha voglia, mica mi possono costringere a mangiarli. La mia nonna aveva ragione, le persone si impara a conoscerle da come mangiano e l’”etichetta” ha nulla a che vedere con il “come”. Ho un rapporto complicato con il cibo, allergie alimentari pesanti mi limitano in molte cose, ma devo confessare che spesso uso il mio handicap per mettere una distanza tra me e le persone con le quali ho difficoltà di condivisione. In tutti gli altri casi non ho di certo problemi, mi basterebbe porre solo un po’ di attenzione e rinunciare magari ad assaggiare una torta di mandorle! Al mio papà agricoltore impenitente nonostante l’età non lo farò leggere l’”idea balorda”, tanto ci confrontiamo costantemente squotendo la testa sui prezzi della frutta: io la compero a 2 euro al chilo e lui la vende a 30 centesimi… Un giorno avevamo pensato persino di mettere un marcatore in un frutto e seguirne la tracciabilità, mica siamo convinti che i passaggi e i servizi legittimino i costi, né in quantità né in qualità, purtroppo rimane nell’ordine delle opinioni e di qualche denuncia che si perde nell’etere. Buona Pasqua a tutti, vado a trovare il mio papà e la mia mamma con i miei figli e non ho idea di cosa mangeremo, cose semplici e di sicuro soltanto l’uovo di cioccolato fondente senza tracce di nulla! 🙂

  6. Il voto ci consegna un’ talia dai molti volti come la sua tradizione culinaria. La crema è impazzita e i fenomeni in movimento sono veramente variegati. Alcuni evidenti, altri più carsici. Ne elenco alcuni solo per iniziare. Astensionismo militante e robusto di destra e di sinistra (per me una riserva di energie positive); padanizzazione leghista nel nord (novità realmente significativa, una destra non berlusconiana); un laboratorio Puglia dove si afferma un presidente anomalo rispetto alla tradizione culturale del centrosud (e varrà la pena di rifletterci attentamente); un centrosinistra sofferente ma vivo che sarà costretto a rivedere molta della sua proposta e delle sue alleanze; l’affermazione (un po ovvia) dela lista radicale di Grillo (per me la più inutile); ma, soprattutto, rimane insoluta la vera anomalia di questi anni: la presa populista del fenomeno Berlusconi. Ci attendono tre anni incredibili, tosti e feroci per riformare e rifondare il paese. Ci sarà da riflettere, rinnovare in profondità e iniziare finalmente a progettare il futuro. Sono sicuro che anche Graziano sarà dei nostri. Per ora auguri a tutti. Antonio

  7. DI RESILIENZA E CREATIVITA’ Resilienza: capacità di un materiale di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi (Zingarelli). La resilienza, insieme alla tenacia e al coraggio, è uno dei tratti fondamentali della personalità creativa. Questo paese soffre di un deficit diffuso di consapevolezza e informazione. Invito caldamente TUTTI a leggere (almeno) l’ultimo capitolo de La cultura degli italiani di Tullio DE Mauro (Laterza 2010). Anche a partire da quanto, con allarmata lucidità, scrive De Mauro, credo che sia importante, in questo momento, tenere aperti spazi di confronto e di condivisione di idee nuove. Ed estendere l’opportunità di discussione, in modo non formale ma sostanziale, a chiunque voglia contribuire, a patto che lo faccia in modo civile e produttivo. Già questo, qui e ora, è un piccolo miracolo. Torneremo a parlare di futuro tra poco (a Pasqua, prendiamoci una pausa più lieve…), magari con Open Democracy che, come forse non tutti hanno visto, (guardate qui il commento 21) ha apprezzato il contributo di NeU.

  8. ASPARIGINI E AGLIO SELVATICO Se avete la possibilità potete fare un giro in un bosco, un pò lontano dalle città, addentrarvi nella selva più intricata, seguite i profumi, e, con un pò di fortuna e pazienza, forse riuscirete a trovare qualche pianta di asparago selvatico, che dalle sue radici talvolta fa spuntare degli esili e saporitissimi asparagini. Tagliateli alla base, lasciando le radici nel terreno, riponeteli delicatamente nel cesto e raccogliete, se vi capita, qualche aglio selvatico mentre tornate a casa. Pulite tutto grossolanamente con un coltellino, fate scaldare in un padellino in ferro un pò d’olio d’oliva, adagiatevi dolcemente un paio di uova e a fine cottura (brevissima) spezzateci sopra le punte degli asparagi, con un pizzico di sale e pepe se gradite. E che la Pasqua vi sia lieta in questa Italia un pò troppo plastificata. Walter

  9. LO SPUTO ELASTICO A proposito della resilienza, esiste un’altra capacita dei materiali utile di questi tempi, l’elasticità. E uno dei materiali che inaspettatamente assolve al meglio per queste capacità è appunto la saliva, che anche metaforicamente da un’ulteriore carica alla tenacia e alla resistenza dei nostri corpi e dei nostri spiriti. (come sapientemente racconta James E.Gordon in “Strutture, ovvero perchè le cose stanno in piedi”, Milano 1979, Mondadori Est) walter

  10. Io mi devo ancora riprendere. Sono frastornata, e non dal prevedibile risultato elettorale. Trasecolo davanti alla mia sorprendente capacità di soprendermi ogni volta, come se davvero qualcosa dentro di me avesse aspettato un segnale, anche minimo, di ripresa. Dei sensi, almeno. Comunque, prima di soccombere (momentaneamente, eh? Lo sconforto passeggero è anch’esso un tratto fondamentale del creativo ;)) sotto il mio pollyannismo, butto là un paio delle duemila cose che mi ha fatto venire in mente il post – ut solet, ad altissima densità – sul cibo. Che è molto connesso alla politica. Fare la spesa oggi è un po’ come votare, no? A me piace molto quello che dice anche questo ragazzone: http://fora.tv/2008/05/16/Raj_Patel_Discusses_Stuffed_and_Starved http://fora.tv/2010/01/06/Raj_Patel_The_Value_of_Nothing e vi invito a seguire questi suoi interventi, un po’ lunghi, ma la divisione in capitoli magari può essere d’aiuto a chi ha meno tempo. L’altra riflessione riguarda il lavoro che ci aspetta: credo che la Puglia di Vendola possa essere un esempio. E non parlo di obamismo all’italiana: non sono alla ricerca di redentori o di un deus ex machina. Piuttosto di un metodo, che avevamo indicato anche qui, come “risolutivo”, terapeutico all’attuale berluschinismo. Quello che inocula idee e cultura, che lavora da sotto o da dentro, lentamente. Se Nichi&Co. in cinque anni è riuscito ad arrivare a questo risultato…allora resilire, resilire, resilire. E zappare, ché poi ci tocca anche seminare. Eleonora

  11. @Walter, i libri di James E. Gordon sono fantastici: peccato sia difficilissimo trovarli… Eleonora

  12. ASPARIGINI E AGLIO SELVATICO Nel bosco andai/ neanche un asparago trovai/ l’aglio poi…giammai!/ allorchè al mercato di zona andai/ove tanti asparagi trovai/li comprai e, confesso…mi abbuffai/e infine esclamai:perchè mai nel bosco andai/ a scarpinar come non mai/se poi neanche un asparago trovai?/ ps) l’ovetto, lo ammetto, lo trovai nel tiretto! Omelette

  13. L’andar nel bosco, più lo conosco, come senso ha proprio questo: che tu vada lento o lesto gioia avrai a scarpinar come non mai. E se questa gioia non c’è, il bosco non fa per te. Frittatina selvaggia

  14. MMMMH… mi sa che fra un po’ vi propongo due giochi per Pasqua e dintorni. Del resto, giocare è un’attività rispettabilissima. Allarga la mente e allunga la vita 😉 Tantissimi auguri

  15. Ogni tetraggine si deve fuggir, si deve fuggir, sol con i compagni si può gioir, sol con i compagni si può gioiiir!!! La Vispa Teresa, Alice e Pollyanna.

  16. Per Graziano: Non è una questione di forza, ma di abitudine, di modo di fare. Proprio di un’anima gentile e garbata? No, non nel mio caso. Chi vive con me percepisce la ferocia, quando è nascosta in una filastrocca o in un raccontino. Qui non c’è cattiveria, non ce ne sarebbe motivo. Ma forse non è totalmente un gioco. Le rime di Omlette possono essere lette in modo più ampio, non strettamente culinario. Io ho interpretato il tutto come:”perché darsi tanto da fare quando poi nulla si raccoglie? La delusione spinge a fermarsi, a battere in ritirata, ad accontentarsi di ciò che si trova pronto a portata di mano” Ed io, attraverso Frittatina selvaggia, rispondo: “Avresti ragione se il processo non avesse di per sé un valore, anche indipendente da quello del prodotto al quale si tende. Il mezzo, il darsi da fare, spesso è qualche cosa per cui vale la pena, anche quando non riesce a raggiungere il fine.” Ma questo è un pesantissimo sermone, opera chiusa, mentre le filastrocche sono leggere e sono un’opera aperta. Gabri poi ci ha messo la ciliegina su regalandoci prima memoria e radici, poi nuovi imprevedibili scenari. Per non parlare di Walter che sempre ci lancia meravigliosi appigli con i suoi aneddoti pieni di vita e di emotività. Aspetto che tu scenda in campo. elisabetta

  17. Scusate, nell’ultimo messaggio anonimo di oggi 2 aprile, ho omesso di firmarmi “Giuseppe”.

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