insegnamenti rubati

Insegnamenti rubati – Metodo 85

I bravi artisti copiano. I grandi artisti rubano. L’aforisma è suggestivo e l’idea è interessante, ma la cosa ancor più interessante è che l’aforisma medesimo sia stata a sua volta “rubato”, con una serie di variazioni, da diversi ladri assai noti e talentuosi.
Parlano di arte, di copiare o imitare e di rubare il poeta Thomas Eliot negli anni Venti, il critico letterario Lionel Trilling e il compositore Igor Stravinsky negli anni Sessanta. Negli anni Settanta l’aforisma viene attribuito al romanziere William Faulkner. Steve Jobs, fondatore di Apple, lo riprende negli anni Novanta.
Jobs lo attribuisce a Pablo Picasso, ma si tratta di un’attribuzione postuma e tuttora non certa, anche se ampiamente diffusa in rete. Trovate l’intera storia su Quote investigator. È invece certo che Picasso abbia detto, assai più sbrigativamente, se c’è qualcosa da rubare, io rubo.

insegnamenti rubati

È una meravigliosa storia di insegnamenti rubati quella della pittrice Suzanne Valadon: nata poverissima e cresciuta bellissima, diventa modella di Degas, Toulouse-Lautrec, Renoir e molti altri pittori, e amante di alcuni di loro. Ma, durante le pose, osserva quel che succede e ruba, da totale autodidatta, la tecnica e lo sguardo pittorico di chi la sta ritraendo.
Valadon sarà, nel 1894, la prima donna ammessa alla Société Nationale des Beaux-Arts. In seguito, e anche per tenerlo lontano dall’assenzio, insegnerà a dipingere al figlio avuto a diciott’anni, che a sua volta diventerà noto con il nome di Maurice Utrillo.
A 44 anni lascerà il marito, agente di cambio, per un pittore di ventun anni più giovane di lei, insieme al quale rappresenterà se stessa in un quadro intitolato Adamo ed Eva, e con il quale vivrà per trent’anni (qui una biografia estesa, in sette parti).

insegnamenti rubati

Si intitola Furti ad arte una conversazione tra Tullio Pericoli e Italo Calvino, in occasione della mostra di Pericoli intitolata Rubare a Klee. Il mestiere va rubato, dice Paolo Rossi. Ma insegnamenti rubati sono anche i trucchi della fotografia, o le sonorità e le atmosfere di Bob Dylan (il ladro, stavolta, è Francesco De Gregori).
Lo scrittore Austin Kleon esorta a “rubare come un artista”: seguono 160 pagine di consigli per riuscirci, comprendenti uno specchietto che distingue tra buoni e cattivi insegnamenti rubati. Le due coppie di alternative più convincenti mi sembrano Approfondimento contrapposto a Superficialità e Rubare a tanti contrapposto a Rubare a uno solo. Ma avrei aggiunto un’ulteriore coppia di alternative: Osservare cercando le logiche contrapposto a Sbirciare cercando i trucchi.

insegnamenti rubati

Non è necessario essere un artista per trovare vantaggio negli insegnamenti rubati. In realtà si può (anzi, si dovrebbe) rubare ciò che può essere sì imparato, ma che è impossibile da insegnare perché il fatto stesso di insegnarlo sembra impedirne, paradossalmente, l’acquisizione.
Si tratta di tutto ciò che ha a che fare sia con l’espressione di un talento individuale, sia con l’esigenza di tener conto di molte variabili e di gestire l’incertezza, l’ambiguità e l’imprevisto.
Si tratta, insomma, di osservare un “fare”, che va intuito e ricostruito e reso proprio (appunto: va “rubato”) accostando pazientemente esempi e indizi. Non si tratta in alcun modo di ascoltare un “dire” astratto e teorico, che risulta nella maggior parte dei casi inutile, e in alcuni può essere addirittura fuorviante.

insegnamenti rubati

Mi spiego: posso raccontare e anche insegnare – l’ho fatto molte volte – che cos’è un processo creativo, come funziona e che cosa può favorirlo, ma la capacità di pensare in modo creativo è difficile da codificare, e può essere solo rubata osservando il modo in cui procede chi è, in qualsiasi campo, capace di pensare proprio in quel modo lì.
Ma insegnamenti rubati possono riguardare la capacità di prendere decisioni, quella di negoziare o quella di gestire le persone. È fatto di insegnamenti rubati l ‘occhio per tutto quanto riguarda il gusto e lo stile. Sono fatte di insegnamenti rubati l’arte di potare gli ulivi e quella di sistemare vecchi mobili in una stanza ottenendo un insieme armonioso. Le regole possono essere apprese. Le capacità vanno rubate, e poi sviluppate a partire dal possesso di una refurtiva di qualità.
Così come si impara meglio se si sa imparare, si ruba molto meglio se si sa quali insegnamenti vanno rubati. Questo vuol dire scegliere bene sia i soggetti sia, di volta in volta, l’oggetto del furto, e avere pazienza: le competenze si rubano poco alla volta. Alcune sono più preziose dell’oro.
E come si impara a procurarsi insegnamenti rubati? Facile: osservando i ladri migliori.

5 risposte

  1. Mi chiedevo quale era lo scopo ( e il disturbo, in quanto lettore di questo post ) della parola rubare. Non ha senso rubare qualcosa dal narcisismo delle persone, se uno vuole tenere qualcosa per se non lo mostra agli altri, e non ha neanche senso per un artista perché il bisogno umano di comunicazione fa si che un un’ opera sia sempre sociale e quindi in parte collettiva. Poi mi sono risposto da solo; grazie per la segnalazione del sito fotocomefare.com che risponde ad un mio momentaneo bisogno.

    1. Ciao Lazzaro. A proposito di “rubare”.
      Dai, è una metafora, facilmente riconoscibile come tale in questo contesto e ampiamente usata in molti ambiti.
      E, metaforicamente, si possono anche rubare: baci (baci rubati), cuori (tu che hai rubato il mio cuore), tempo (non ti voglio rubare altro tempo! Ma esiste un tempo “rubato” anche in musica), spazio (questo piccolo apparecchio non vi ruba spazio in casa), e così via.
      Niente di penale, insomma, almeno in casi come questo 😉

  2. Grazie Annamaria.
    Queste immagini mi scaraventano in un passato dove, lo ammetto, fin da bambino ho cercato di “rubare” tanto: dai piccoli gesti quotidiani alle fatiche del lavoro nei campi; dalle semplici riparazioni al lavoro ripetitivo in officine polverose; dai primi testi scritti ai fiumi di parole odierni.
    Ho ancora molto da imparare e proprio per questo “osservo i ladri migliori” … a partire dai miei figli.

  3. MARIUOLI

    Beh, se si tratta di scegliere bene i mariuoli migliori, io non esito a dichiarare che saccheggio a piene mani molti dei post scritti su NU e anche le appendici ramificate nei tentacoli dove seguendo i suoi ragionamenti riesce ad infilarsi.
    Poi ci penso, provo, rielaboro, non ci dormo la notte, mi facci uscire il sangue dal naso dallo sforzo e alla fine li digerisco, sperando che di tutta questa indigestione di stimoli almeno qualche neurone superstite abbia un bagliore di riflesso.

    grazie

  4. Rubare il mestiere. Un tempo si riusciva a metterlo in atto, poi si sono moltiplicate figure professionali talmente improbabili che, è diventato davvero difficile anche questo.

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