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Leggere libri. Non è mai troppo tardi, non è mai troppo presto – Idee 73

La presidente brasiliana Dilma Rousseff ha avviato un esperimento: in alcune prigioni del paese ai detenuti vengono scontati quattro giorni di reclusione per ogni libro letto, e per un massimo di 48 giorni ogni anno. È una bella storia.
Ma non è solo una bella storia. È un’iniziativa che mette insieme una visione (non è mai troppo tardi per imparare ad amare i libri), fiducia nella potenza del leggere (un libro può cambiare in meglio una vita) e una dose di pragmatismo (per incoraggiare qualsiasi non lettore ad avvicinarsi all’entità aliena che è un libro, è inutile  fargli un predicozzo. Meglio dargli un incentivo giusto, trasformando la lettura in un’opportunità irrinunciabile). Promuovere la lettura vuol dire proprio questo: incoraggiare chi non legge a provarci e chi legge poco a farlo di più, e trovare motivi convincenti per ciascuno.

Ma, qui da noi, il leggere viene spesso considerato come un dovere astratto, aristocratico, faticoso e complicato da assolvere. Forse anche per questo – su NeU l’ho scritto più volte – le campagne ministeriali in favore della lettura vengono fuori poco efficaci: irrilevanti per i non lettori e, per via del tono condiscendente e degli argomenti a capocchia, irritanti per i lettori. È sbalorditivo che le molte entità interessate (editori, ma anche insegnanti, biblioteche, famiglie) non protestino.
Eppure, proprio in Italia c’è un gran bisogno di modificare l’atteggiamento nei confronti della lettura. Guardatevi questo rapporto ISTAT sull’editoria: solo il  45,3% degli italiani  con più di sei anni legge almeno un libro (non scolastico) all’anno (pag. 1). Meno di 4 maschi su 10 leggono almeno un libro all’anno, e nel 2011 in generale la propensione alla lettura decresce (pag. 9). Al Sud, solo una persona su tre ha letto almeno un libro nel 2011 (pag. 11). Il 56,7% degli italiani ha meno di 50 libri in casa, e il 9,9% non ne ha nessuno (pag. 14).

E adesso vorrei dire due cose.
Questa è la prima: un’iniziativa sulla lettura risulta efficace e non campata per aria solo se  è segmentata in modo da poter rispondere in maniera convincente, per ciascun target, a queste tre domande (pensateci: l’esperimento brasiliano lo fa alla grande):

1) perché proprio io dovrei leggere un libro?
2) perché dovrei farlo adesso?
3) qual è il vantaggio?

E questa è la seconda cosa: se in Italia si vuole promuovere la lettura sul serio e in maniera incisiva bisogna ragionare sul lungo periodo e cominciare dai bambini in età prescolare. Conviene fare così non solo perché avvicinare i piccoli a un nuovo comportamento (la lettura) è infinitamente più facile che modificare un comportamento adulto (la non lettura), ma anche perché tutti i bambini amano le storie e ne hanno bisogno: ascoltandole, imparano a mettere meglio in fila sia le parole, sia i pensieri.
Dunque, si tratta di incoraggiare i genitori a leggere storie ad alta voce. E, in questo caso, alle domande qui sopra si possono dare risposte specifiche.
1) Ogni storia che racconti a tuo figlio è un regalo speciale che gli fai: qualcosa che lo diverte, lo appassiona e lo fa crescere. Ti bastano pochi minuti al giorno ed è facile.
2) Questo è il momento magico per leggere a tuo figlio tutte le storie che vuole.
3) Se tuo figlio impara a conoscere la lettura da piccolo, i libri saranno suoi buoni compagni per sempre: sarà più intelligente e capace. Se la caverà meglio a scuola e nella vita.

Qui da noi c’è una bellissima iniziativa per promuovere la lettura precoce. Si chiama Nati per leggere. È molto radicata nel territorio ma se ne parla ancora troppo poco. E chiunque (guardatevi bene il sito) può dare una mano. A proposito di dare una mano: ora guardate che cosa si sono inventati in Perù per sostenere una fondazione che incoragggia la lettura dei bambini.

Se tutto questo vi sembra interessante, fate girare. Se potete riprendere il tema, per favore fatelo. Se avete altri buoni motivi, o esperienze da raccontare, per favore aggiungeteli nei commenti.

16 risposte

  1. … dimenticavo: Libri tattili, ovvero leggere con le dita … purtroppo qualcuno non può farlo con gli occhi. Per questo motivo segnalo questa bella iniziativa (link tratto dal mio blog) a cui ho partecipato con i miei bimbi per far capire loro che non tutti siamo uguali: http://alesatoredivirgole.wordpress.com/2011/02/04/di-che-colore-e-il-vento/ Molto molto interessante anche per chi, come il sottoscritto, ha la fortuna di poter vedere … Alesatoredivirgole

  2. Buongiorno a tutti. Io personalmente mi sono avvicinato alla lettura (libri) in età adulta. Da sempre ho letto, e leggo tutt’ora, fumetti. Ma ad un certo punto della mia vita, è scattato un qualche cosa, un bisogno di qualcosa di più. E’ avvenuto il tutto in maniera molto naturale. Da sola. Onestamente mi sono chiesto il perché di questa (evoluzione?) Ed ho provato anche a darmi una risposta: perché nessuno me l’ha imposto. Sin dai tempi delle elementari, ricordo la maestra che diceva ai miei genitori: “deve leggere qualcosa, anche se fossero fumetti, ma lettura è importante”. Quindi questo imperativo (costrizione) mi spingeva nella direzione opposta. Ora la sera, dopo il lavoro appena arrivo a casa, non vedo l’ora di continuare a leggere il romanzo di turno per sapere come andrà a finire… Onestamente, e qui ammetto la mia ignoranza, non credevo che un libro potesse accrescere la propria cultura personale. Credevo fosse una frase fatta o un luogo comune. Invece un libro, ti apre la mente. Ti fa esplorare mondi fantastici o reali. Ti fa pensare con la tua testa e questo è bellissimo. Probabilmente per invogliare le persone a leggere, bisogna trovare la chiave giusta per aprire quella porticina che è in ognuno di noi. Ci sono diversi libri, per diversi gusti personali. Tutto sta nel trovare la chiave giusta (genere) per aprire la porta alla persona giusta (gusti personali). Questa mattina tra veglia e sonno mi è venuto in mente un ipotetico spot pubblicitario. Mi son detto: e se il leggere, venisse comunicato come se fosse un trailer di un film? Azione, dialoghi, musiche e poi… stacco. Primo piano su un ragazzo. E’ comodamente seduto sul suo divano, dietro di se si intravede una libreria. Con aria stupita esclama: wow! (nel frattempo il campo si allarga). Ed un claim che possa esprimere il concetto di “esperienza” vissuta con un libro. L’idea potrebbe essere declinata su diversi generi: thriller, amore, fantascienza… 🙂 Concludo col fatto che concordo nel crescere i bambini con la lettura. Bisogna abituarli (instradarli) da piccoli. Sembra però che questo concetto non appartenga alla nostra cultura, o si è semplicemente perso nel tempo da quando le famiglie hanno sostituito i libri con la televisione…

  3. commento il post n. 6: condivido pienamente la teoria delle costrizioni; è verissimo; anche l’ idea del comunicare e sponsorizzare la lettura come se fosse un trailer è molto bella. Aggiungerei un particolare però, nell’ analizzare il difficile approccio alla lettura (di molte persone). Adesso più che mai, ma anche dagli anni 2000 sino ad oggi, la vita social-web, la reperibilità assoluta (ovunque, per chiunque e a qualsiasi ora – alludo ai telefoni cellulari) e, il bisogno di affermarsi profesionalmente; hanno spinto e spingono le persone a dei ritmi frenetici (anzi supersonici) di condurre ogni attimo della giornata (multitasking day); si pranza, si controlla il web e si chatta contemporaneamente. A queste persone, la lettura toglie tempo…. (per loro prezioso solo materialmente). Io, da lettore posso dire (perchè lo faccio quotidianamente) di amare il “ritagliarmi tot ore (o minuti) al giorno per dedicarle alla lettura” ma, i “non lettori” devono prima imparare a fermarsi, respirare, ritagliarsi un attimo di tempo nel quale non pensare a nulla; dovranno concentrarsi solo su se stessi e rigenerarsi cerebralmente. Il secondo passo sarà occupare quel lasso di tempo, con una lettura (magari inizialmente utile al proprio lavoro – per poi spaziare d’ argomento). La lettura tranquillizza e aiuta l’ essere umano a dedicar tempo alla sua quiete. Potrebbe curare anche la depressione, gli attacchi di panico e magari alcune dipendenze dovute a stress emotivi. Fossi un medico, includerei la lettura come sistema di prevenzione per stati di stress o depressione nascente.

  4. Suggerisco di dare un’occhiata (una letta) al blog di promozione della lettura che da maggio scorso ho avviato per la biblioteca in cui lavoro (Spinea – Venezia). Si chiama LETTO&DETTO e questo è il link: http://lettoedetto.wordpress.com/ Se volete farmi sapere cosa ne pensate, sono su Facebook 🙂 Grazie Marino Marini

  5. PS: ho linkato l’interessante articolo LEGGERE LIBRI: NON È MAI TROPPO TARDI, NON È MAI TROPPO PRESTO alla pagina del gruppo FB della Biblioteca di Spinea (VE) 🙂 Marino Marini

  6. Natale di molti anni fa. Un mio caro zio si accorge di essere rimasto senza sigarette, rubate dai figli. Anche le riserve nascoste sono sparite. Scende a vedere in auto, niente. Un vicino gli dice che, forse, la tabaccheria di via xy è aperta. Macché, decide di andare a vedere in stazione. Nulla. Forse all’ingresso dell’autostrada c’è un bar tabacchi sempre aperto. Alle 14 si rende conto di essere a circa dodici chilometri da casa quando i telefonini sono ancora di la da venire, con moglie e figli disperati e al contempo vagamente certi della ragione dell’assenza. Segue un pranzo di Natale memorabile. L’episodio mi è venuto in mente qualche sera fa, mentre rovistavo in cerca di una ri-lettura, dato che non avevo nulla di nuovo da leggere. Se ti abitui, i libri sono peggio delle sigarette. Spesso mi chiedo come si fa a non leggere mai. La mia nipotina, quasi due anni, ha già una bella biblioteca e il suo spazio nella libreria, ogni tanto si siede in terra a sfogliare le pagine con attenzione, spesso leggiamo insieme -beh, io leggo, lei ascolta e guarda, attenta- e forse lo fa per imitazione, ma funziona.

  7. Grande tema. Suggestivo, concreto, praticabile, ricco di effetti collaterali positivi e molteplici. Grazie Annamaria. Antonio

  8. Quanti ricordi ora, di mio padre e mia madre che la sera mi leggevano un racconto sempre diverso; di loro, mi piaceva (e mi piace tutt’ ora) il modo tranquillo e pacato di condurre la lettura. Io infatti, provavo poi ad imitarli; in classe o solo in cameretta. Ed è qui che farei leva per “divulgare” il buon “vizzio” della lettura; sulla replica. Indipendentemente dall’ età, per far fare qualcosa di costruttivo ad un persona, la devi indurre a ciò. Se non ci riesci, agisci d’ astuzia e raggirala, conducila (a fin di bene). Occorre far diventare la lettura e la cultura, una moda. Lobbysti della lettura unitevi e rendete moda ” l’ Uomo e la donna con il libro sotto braccio; la biblioteca stracolma; il ragazzo che non viene truffato, grazie alle tecniche apprese dai suoi testi. Portate la lettura nella moda, in tv, nella politica… ovunque! Per indurre a “far qualcosa”, funziona molto il sistema premiante. Se una “cosa” viene poi “fatta” da una persona affermata, nota e famosa, si genera un’ imitazione a catena. Io, fossi un sindaco, chiederei ai ragazzi del mio paese, di leggere ogni giorno, una storia ad un anziano, ad un malato o ad uno straniero (all’ interno di strutture dedicate), in cambio di un aiuto economico per l’ acquisto dei testi scolastici.

  9. Un tema davvero importante, in Italia, pare che tutti scrivano e nessuno legga. Mi chiedo come possa avvenire ciò visto che le due cose sono inscindibili. Del resto chi non legge come può scrivere? Io tra le altre cose scrivo libri e per la maggior parte sono per bambini e ho osservato che effettivamente molti di loro sono attratti dalla lettura, quella fatta dagli adulti in particolar modo, specie quando non sanno ancora leggere bene. Durante uno stage nella scuola ho notato che leggere loro delle favole li tranquillizzava e li aiutava a concentrarsi, inoltre, sono molto attratti dalla musicalità delle parole. Si dovrebbero attuare molte più iniziative a favore della lettura. Credo che le cose in generale andrebbero meglio se la lettura diventasse un’abitudine quotidiana di tutti.

  10. La notte dei racconti : http://www.reggionarra.it/2012/notteracconti/index.htm Adulti e bambini riuniti in piazze, case o chissà dove per raccontare, leggere e leggersi storie. vedi anche http://www.reggionarra.it/2012/index.htm … anche negli OSPEDALI si raccontano storie e leggono libri: http://www.casinadeibimbi.org/2012/06/casina-dei-bimbi-e-reggionarra-ne-monti/ I miei figli apprezzano molto queste belle iniziative, ed anche noi genitori condividiamo questi momenti con entusiasmo. Sotto la vigna in campagna, in collina, in città, all’aperto, in casa, ogni luogo si presta per leggere storie nuove, allegre, paurose, a volte anche strambe. Alesatoredivirgole http://www.storietestacoda.it

  11. ottimi spunti, soprattutto quello ‘brasiliano’ e sui genitori che danno l’esempio ai figli, leggendo. Che ne pensate del bookcrossing? Io sto provando ad introdurlo in un logo un po’ insolito della mia città, staremo a vedere..

  12. Per motivi di lavoro, a me hanno “consigliato” di non leggere quello che abitualmente pratico. Dicono che per fare il copywriter è sconsigliato studiare e approfondire. Fregandomene alacramente ho con me a lavoro un testo di Samir Zeki, “Splendori e miserie del cervello”.

  13. Ho raccomntato delle favole alla mia bambina e in seguito le ho scritte. Dopo un lungo periodo di separazione, sono quelle favole che hanno tenuto vivo un legame di amore che altrimenti si sarebbe spezzato. E adesso racconto le stesse favole ai miei nipoti.

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