Mi sono imbattuta nei limerick (e in un intero mondo di fumetti di qualità) leggendo dal primo numero (parlo di metà anni Sessanta) quella meraviglia di mensile che Linus è stato, e imparando ad amarne gli autori: da Charles Schulz, il papà dei Peanuts, a Hugo Pratt con Corto Maltese, agli indimenticabili Wolinsky e Pichard (Paulette)…
Quasi tutti gli autori scovati da Linus sono diventati più che popolari. I limerick, invece, almeno qui in Italia sono rimasti una passione di nicchia. Ecco di che si tratta: brevi filastrocche sul filo del nonsense, fatte di cinque versi in rima secondo lo schema AABBA, coi versi B più brevi (due accenti) gli A più lunghi (tre accenti), una località geografica, un protagonista che fa qualche bizzarria e possibili giravolte tra satira e umorismo sexy.
Anche se molti li rimandano alla città irlandese di Limerick, non si sa bene come e dove i limerick siano nati davvero. Sembra che dalla Francia medievale la forma poetica sia passata all’Inghilterra. Shakespeare ne usa il ritmo nella Tempesta e nell’Otello.
A metà Ottocento i limerick si diffondono grazie al Book of Nonsense (potete scaricarlo qui) di Edward Lear. La rivista Punch arriva a organizzare un Giro d’Inghilterra in limerick. E scrivono limerick Rudyard Kipling, Robert Louis Stevenson, Lewis Carroll e Mark Twain. Da noi, ci si è cimentato Gianni Rodari.
Qui un esempio di Lear ambientato a Lucca: parla di una fanciulla che, abbandonata dai propri amanti, si arrampica su un albero, imbarazzando i concittadini e prefigurando il Barone Rampante.
There was a young lady of Lucca
Whose lovers completely forsook her;
She ran up a tree
And said “Fiddle-de-dee!”
Which embarrassed the people of Lucca.
Ancora oggi trovo i limerick interessanti per la loro leggerezza e divertenti da leggere e da inventare. Una volta sono perfino riuscita a convincere un cliente ad approvare una campagna pubblicitaria tutta fatta di limerick: scelta meno bizzarra di quel che può apparire, dato che il prodotto non era sommamente seduttivo (si trattava di programmi per preparare paghe e fare altri conti), gli spazi a disposizione erano piccoli formati sui quotidiani, e il forte radicamento territoriale costituiva uno dei maggiori vantaggi offerti dall’azienda.
Bene: ci riprovo. Consiste nell’inventare un limerick (qui trovate diversi esempi in italiano) il gioco che NeU vi propone oggi. Ma attenzione: visto che ormai, coi rimari online, inventare filastrocche diventa fin troppo facile, c’è una regola in più, se no non ci divertiamo.
Usate il nome del posto in cui siete davvero adesso e raccontate quel che vi frulla per la testa, o che cosa state scoprendo o combinando. Così, se arrivano un po’ di contributi, riusciamo a costruire una specie di mappa degli amici di NeU.
Comincio aggiungendo (nei commenti) il primo contributo.
E se per caso siete a New York… beh, beati voi: e per la rima vi inventerete qualcosa. Buon divertimento a tutti.
Tutte le immagini che illustrano questo articolo sono di Jacek Yerka
Da Piacenza
Annamaria, guidando per Piacenza
Tra rime e ritmi cercava una cadenza.
Finalmente, all’improvviso
un pensiero assai preciso:
stava proprio restando senza benza.
Nella nostra mansarda di Moena
Di andar vale sempre la pena
Su e giù per le montagne
Masticando castagne
Passeggiamo fino all’ora di cena
Laura Grazioli, al lavoro a Minerbio
venne rapita da un tipo caparbio.
Mettimi giù!
No! Prima tu
paga il riscatto: ti costa un avverbio.
Io, spossato in quel di napoli,
pensavo a tutti quei poveri diavoli
col condizionatore rotto,
e il caldo ininterrotto,
che invocano gennaro i suoi miracoli.
Pe mmetrica Renzi è spondeo,
de cognome Grillo è ttrocheo,
Rodotà è anapesto,
ma intanto fa ttesto
che Bbrunetta pe mmetro è ppigmeo.
Eccellente!
Qui d’estate il lavoro è una rogna
tocca stare sempre a Bologna
e patire i tormenti
del caldo e dei vari clienti.
La vacanza qui uno se la sogna.
sempre qui a modigliana
otto piazze e dieci vie tutte vuote
sogno spiaggia dell’havana
realtà piatta mi percuote
[non aggiungo un limerick ma altri esempi e riferimenti di Francesca Cosi e Alessandra Repossi:
I limerick in un documentario ispirato a Edward Lear e C’era un certo signore a Calcutta – I limerick di Edward Lear]
Ciao Licia, e grazie!
L’articolo è davvero interessante.
Forse (a cominciare dal mio) non tutti i limerick pubblicati sono proprio canonici sotto il profilo della struttura e della metrica, ma devo dire che sta venendo fuori, dai contributi di tutti, una meraviglia di collage iridescente di luoghi, momenti, prospettive e umori.
Siamo arrivati a Bagnoregio
Lo consideriamo un privilegio
Abbiam visto la città che muore
Dove non vivon neanche le suore
È per questo ch’è grande il suo pregio
E un po’ come al solito mi sono persa
Senza orologio in centro ad Anversa
Pazienza, birretta
Io qui non ho fretta
Mi guardo i gabbiani in quest’aria tersa.
Un cinghialetto di Licosa
Sparrì nella pineta ombrosa
Un anno passò
Chi mai ritrovò
Quel cinghialetto di Licosa?
Tanti saluti da quel di Foligno,
Cittá di provincia un pó sonnolenta
Dove il vino ha il sapore di menta,
Le galline vestono in rosso
E si mangia a più non posso,
Nel borgo borghese di Foligno.
Trascinando desolato per Busto
un fisico non proprio da fusto
non rinuncio a un intento
e mi riscopro contento
alla ricerca del pensiero giusto.
A San Francisco l’estate è scappata
un vecchio con la barba se l’è mangiata
presto dammi il cappotto
e la canottiera per sotto
ché un’app non c’è per scaldar la nottata!
Se non hai una startup non sei nessuno
nella Bay Area puoi stare a digiuno
scordati cibo biologico
e il gadget tecnologico
solo con gli homeless puoi fare un raduno.
Io, a letto a Spilamberto
penso alle ferie e non mi diverto
ci vogliono soldi
molti, molti
torno a dormire perché il viaggio è ancora incerto
Anna al risveglio a Torino
Gode con gioia il freschino
E pregusta nell’amato paesaggio
Il consueto passeggio
al fluido passo cittadino
Il lavoro d’ufficio è ormai terminato
ma il condizionatore, ahimè, s’è scassato,
armato di pizza e mortadella
birra e pennichella,
a Ostia mi sono ustionato.
Mi sono appena svegliata in una Firenze già silenziosa,
Mi sento libera, un po’ assonnata e molto oziosa.
Non ho programmi da fare,
nè amici da chiamare:
il silenzio alle volte è una condizione meravigliosa!
La luna blu accende gli amanti,
confusi, allegri e molto piccanti.
Arriva in una notte d’agosto rovente
e illumina forte il buio più accecante.
Non provare a screenshottarla, perché è impossibile catturarla.
Oggi siamo a Verzuolo,
che deve il nome al verde suolo.
Cielo coperto,
tempo incerto.
Relax al suon di un usignolo.
Atterrare inosservato ci riesce anche un bambino
Soprattutto a Fiumicino
Qui nessuno ce fa caso parti arrivi o te dai foco
L’importante è farlo in loco
Mi chiedevo come fare per andare e non tornare
Forse è meglio naufragare?
Meglio l’onda in mezzo al mare..
Pedalando a Varese fra portici ombrosi
davanti mi appaion sederi formosi
li guardo stupito
mi scolo un chupito
Finisco avvinghiato a dei rami frondosi.
L’idea di incontrarti a Varese spaventa
sentir la tua voce molesta m’annienta
vampira schifosa,
di plasma golosa
Ti schiaccio sul muro, che tu sia redenta.
[Parte #2: il rientro da Anversa 🙂 ]
Nei vicoli a Genova odori malsani
I gonfi bagagli ho ancor per le mani
Valigia, sacchetti
Borsette, biglietti
Sapore di casa, ben altri gabbiani.
[Liberamente tratto da una cosa appena successa]
Mi chiama confusa, anche lei di ritorno
La collega riccia da fuori Livorno
“Lo amo!” – mi dice
Lui non le si addice
Eppure in Olanda fu un caldo soggiorno.
Laura, non so chi tu sia ma mi stai illuminando il lunedì mattina in ufficio 🙂
Escon di casa agguerrite a far spese
bellissime sciùre per saldi a Varese
la scarpa elegante
la gonna intrigante,
i mariti lamentano – Hai troppe pretese -.
Com’ero contento a Lisbona
L’estate sembrava padrona
l’erasmus finì
Son tornato qui
A Merate ci piove e ci tuona
Lo dico convinta e senza paura
Non scendo giù a Roma con questa calura!
Non più a Garbatella
Ma qui in camporella
Rimpolpo il concetto di temperatura.
@Stefano Pinori 😀
Lisbona è un incanto, mi ha proprio ammaliata
Ma poi che goduria quei pastel de nata!
Assieme a uma bica
Dio li benedica!
Al solo pensiero già sono ingrassata.
Ivano, svogliato in Sardegna
un pennuto sgraziato con la penna disegna.
Un becco inquietante
La testa gigante
Che strazio il pennuto che Ivano disegna!
Tornato a Venezia
Medito sulla facezia
Strano portento
Son cuorcontento
Denudati, cara Lucrezia!
Il tipo frigna: voi di Barcellona
avete a cuore solo il dio Mammona!
Ma è ben chiara la magagna:
questo sta alla quinta caña!
E torno a Gracia, a prender l’aria buona.
In montagna mi trovo in Val Soana
e per me non e’ una cosa strana
La casa di famiglia
il cuore mi scompiglia
e torna un’epoca lontana…
A Konstanz ricordo un po’ tutta una festa
Il Reno, il lago, la nera foresta
La bici, i colori
Sensuali i tremori
Di quelle serate la voglia mi resta.
Parigi mi annoia, c’è poco da fare
Così inflazionata, non c’è manco il mare
Turisti invasati
Tutti innamorati
Per cambiare idea ci dovrò tornare.
Ivano, d’improvviso in Sardegna
sente ciarlar l’uccel che disegna.
“Fammi un bel busto!”
“Rendimi un fusto!”
Che pennuto vanesio, Ivano disegna!
Mi ritrovo a Busto Arsizio
e non perdo mai il vizio
con la pioggia e con il sole
di giocar con le parole
Nella ridente città di Busto Arsizio
C’era una certa Crisde a Macerata
era sonnambula e un po’ sciroccata.
Una notte le apparve la Sibilla
Bambina, non fare la bulla!
Di lei nulla si seppe più a Macerata.
Ivano, sulla scrivania chino
faceva al pennuto un bel corpicino.
“Guarda che ali!
“Due unghie letali!”
diceva all’uccel dal bel corpicino.
ora mi provo a creare un limerick
Ho scritto per Linus tra fine 80 e primi 90. Era ancora molto bello
ero una giovane ragazza di Milano
scattavo foto, scrivevo bei pezzi pei giornali
la vita era bella, avevo due ali
o forse più. Ma il tempo è così strano:
ora sono una vecchia signora di Milano
In una Scauri assolata
Per il caldo son crollata
Un pisolin farò
E una bibita berrò
Aspettando che la notte sia calata
Eccomi a Vis
in tenuta da miss!
E sebbene il croato
non abbia ancora imparato,
l’estate ventura so che farò il bis.
L’estate nella città mia
È una caldissima agonia.
L’umidità in pianura
Aumenta la temperatura.
Reggio cara, me ne vado via.
Da Bilbao la sottoscritta,
Vi saluta un poco afflitta.
Caldo qua
Proprio non fa!
Il bel tempo è già in soffitta.
Ivano, spaurito davvero,
vede una donna vestita di nero.
“Dio, ciofega!”
“Sono una strega!”
Urlò la donna di nero vestita.
(piccola correzione al terzo verso: “Dio, che ciofega!”)
Al mio risveglio nel trullo
Cercando nel mio cuore brullo
Improvviso ho sentito
Un boato ardito
Sicuro vorrei del lieto trastullo
In quel di Cherasco
mi godo un po’ di fresco.
Mentre svuoto le valigie
penso a giornate grigie
poi mi riprendo e rido, pazzesco!
Di Nizza ricordo un mare lucente
Le barche attraccate, gli spaghetti al dente
Pastis giù a iosa
Sciroppo di rosa
Peccato per quella chiamata fetente.
A volte, da sola, e in giornate meste
Ripenso al mio giro veloce a Trieste
Di un’aria irredenta
Non troppo contenta
Le piazze lì indossan la sua antica veste.
A Ravenna
c’era una renna
che prendeva il sole
e faceva capriole
Volo via a preparare la strenna.
Prendo lo zaino per il mio viaggio brado
Strada infinita, si curva di rado
Grappa e badanti
Dogane e santi
Su questo bus da Milano a Belgrado
Che bella! Comunque ce ne sono tante valide, bravi!!!
L’altrodì, girando per Torino
vidi sulla Dora un airone cenerino.
Cosa assai strana,
non fosse pantegana:
ma prima di volar, morse un gattino.
C’era una donna di Milano
che stava sempre con le mani in mano
quando decise di veder la sua città
provò solo pena e pietà
quanta tristezza per quella donna Milano
A Montepescini ogni giorno si colgono pomodori
sotto il sole d’agosto altro che allori!
Il gallo che canta
La voglia di mare è tanta
Ma d’inverno la salsa ci ripagherà degli estivi sudori
In attesa che il fresco giunga a Parma,
cerco numi illuminanti sul mio karma.
Ecco, il temporale!
Un Agosto niente male.
Rimango sotto l’acqua, vi rivelo la mia arma.
Un irriverente giovane di Trani
sfregava lentamente le mani.
Per bacco! disse
guardando le clarisse
quell’avvenente giovane di Trani.
In viaggio per Sabaudia con Gavino
Jack Pincher dal breve intestino
Sonnecchio un po’ qui
flatulicchio no pe’ di’
E tutto ciò per starvi vicino
A Taranto c’è afa e tanto caldo,
non posso che tuffarmi nel suo mare smeraldo.
Lascio occhiali e ciabatte,
che sarebbero poco adatte.
Che dite, lo metto il bikini preso in saldo?
L’altra sera entrando in bagno
ho scoperto un mega ragno
dopo vari tentativi
e parecchi incentivi
il mega ragno è morto in bagno
Reclusa in ufficio in quel di Dueville
la verità è che sono davvero a mille
ultimo giorno di lavoro
domani sarà un’alba d’oro
in giro a crode e addio Dueville.
È mora, sportiva e sta a Zugliano
ma domani andrà lontano
raggiungerà alte vette
senza il peso delle tette
che è decisamente piatta l’alpinista di Zugliano.
recente un viaggio a Trieste
furiosa volava la veste
nuvole, vento
umore contento
tornata, volan carte meste.
Laggiù a Sarajevo non ero felice
Eppure è rinata, in giro si dice
Barboni nei varchi
Le tombe nei parchi
Di guerra ancor mostra la sua cicatrice.
Riga, ti dico, non è niente male
Ma c’era un mercato a dir poco anormale
Le merci rubate
Le facce annoiate
E un gusto diffuso per l’arte banale.
per me si sta ma a firenze
diss’egli al prosecco frizzante
nulla mi manca
viaggiare stanca
pazienza se il letto è cocente.
Già da due mesi sul far del mattino
ci vado al mare in Salento e incontro il creativo
non è il bagnino
è un’idea per la testa
nulla da fare di fatto non so nuotare
A Siena il Palio è stato rimandato
colpa del tempo un po’ bagnato
anziché di lunedì
si corre di martedì
oggi a Siena il Palio è un po’ sfigato
Un pino marittimo di Lacona
ristora con l’ombra ogni persona
che si avvicina alla riva del mare
ma solo resina vuol respirare
quel pino odoroso di Lacona.
Acc.. manca un “di” all’inizio dell’ultimo verso
Al bacino di Arcachon
tante le specialità di poisson
ma anche ostricoltura
e tanta natura
al bel bacino di Arcachon
Un ragazzo a Pontecagnano
pensa ad un mondo lontano lontano
lo spazio, le stelle, le terre deserte
viaggia con la mente e si diverte
vicino è lontano a Pontecagnano
Son costretto a passar tutta l’estate in ufficio,
e dunque per non soffrire studio ogni artificio
ora l’autunno si affaccia
e il mar terrò tra le braccia
da Gallarate alla Grecia per mio gran Beneficio.
A Roma Andrej è arrivato
dalla guerra in Ucraina come rifugiato
è ospite di Valentina
passa il tempo in cucina
ma il buonumore lo ha abbandonato
Dalla spiaggia di Orosei
io da qui non me ne andrei,
mare e barche
lavorar perché?
in ufficio proprio non rientrerei!
Nella mia casa di Muratello
Pure internet pare bello!
E se soldi non ho
E in pizzeria non ci vo
Me ne sto a Muratello e…tanto di cappello
La strega, perfida megera assai pericolosa
voleva del pennuto sardo diventar la sposa
“Con un incantesimo nuovo,
lo trasformerò in uomo”
disse puntando il dito la megera pericolosa.
In quel di Speicher
ci arrivai con la spider
dolci colline
arie settembrine
ma che bello vivere a Speicher
C’era un tipo di Marghera
innamorato di una nave da crociera
Le fece un po’ la corte
Ma lei non se ne accorse
Il che dispiacque a quel tipo di Marghera
Un’Anatra nata a Pechino
sapeva parlare latino.
Diceva: qua rè
quocumque quoquè
quell’Anatra nata a Pechino.
Avevo un amico Algoritmo
che s’era sconvolto il bioritmo
per un’Equazione
di bassa estrazione
scappata col suo Logaritmo.
Un’arida dama di Todi
aveva sceltissimi modi.
Diceva “la prego”
con grande sussiego
quell’arida dama di Todi.
Filippa di Bergamo Bassa
sedeva impettita alla cassa;
nessuno mai seppe
che aveva le zeppe
Filippa di Bergamo Bassa.
Restare a Milano d’Agosto?
mi pare davvero un bel posto
quassù sul Naviglio
il caldo lo piglio
leggendo poemi d’Ariosto.
scusate i precedenti che sono fuori tema, non avevo letto bene le consegne: a legger Limerick mi sono entusiasmata, ne ho un centinaio in serbo …
È l’ultimo giorno che sto a Lugagnano
Che da stasera si torna a Milano
Passando per l’ingorgo
Con fare accorto e ingordo
Lasciando ciò che amo laggiù a Lugagnano
Addio oh collina piacentina
Nel succhiare una mentina
In coda sotto al sole
Lungo l’Autosole
Già fermo da minuti una ventina
Dar l’addio è assai straziante
Ma non si può dire vincolante
Che fra cinque giorni torno
A girarmene là intorno
E pigrando sotto il melo, cantante
Nel momento che supera l’alba da 12 ore mi desto nella landa di quel che è Frosinone aihmè chiamata terra del leone ma del Leone vi è ben poco,la gente grida come se andasse a fuoco ma è solo fervore per la palla,il Giuoco.
Vagando col mio amor per Creta,
bevendo raki e mangiando feta,
Il soggiorno è stupendo.
Il telo in spiaggia stendo,
E la consiglio a tutti come meta.
Del pensiero sono fiero, non mi accordo con il testo ma sogno o son desto del domani non mi curo ma ci penso di sicuro e siccome sono fiero se non vinco il primo premio ci riprovo senza impegno
Oggi nella mia casa di Empoli
Uno sbadiglio ed esclamo Accidempoli!
Non sono al mar?
Neanche a sciar?
E contentare mi devo di Empoli
Sul lago di Costanza
È estate a oltranza
Nel blu tante vele
Come in pittoriche tele
Solcano il lago di Costanza
Sorpreso e incredulo, gemette Ivano
quando vide il pennuto diventar umano.
“Ecco la mia sposa
bella davvero, come una rosa!”
disse il pennuto diventato umano.
Nel Cantone di Appenzello
a volte ci vuol l’ombrello
ma su verdi prati
e picchi imbiancati
splende anche il sole in Appenzello
Strega e sposo fuggirono lungo la Sulcitana
lasciando la mente di Ivano un poco insana.
“Che storia surreale,
ma che finale banale!”
disse abbozzando il disegno di una rana.
(Così, finisce la storiella!)
C’ e’ un pesce a Viverone
che si chiama coregone
qualcuno poi lo pesca
ma si sgancia dall’ esca
questo bel pesce di Viverone
Dalla Sardegna sono tornato
e il gioco del mese è ormai terminato.
Come vedete
tanti han giocato sfruttando la rete.
Un grazie sincero a chi lo ha ideato 😉
A Pecetto una signora in giardino
pettina l’erba fin dal mattino;
ma quanti insetti
su fiori foglie e rametti!
Li toglie a mano con un bastoncino.
Lla signora di Pecetto in giardino
viene colta da un pensiero malandrino:
sull’erbetta pettinata
sogna una storia appassionata…
…ma in quella le suona il telefonino.
In giardino a Pecetto ad agosto
s’è intrufolato il gatto di nascosto.
“Uh la bestiaccia!”
La signora lo scaccia,
ma intanto è sparito l’arrosto.
Guardo Roma diciassette piani più in alto
e penso che in fondo non sarebbe male il salto…
tra giardini sonnacchiosi, cupole sacre e fanfare
nella volata ci sarebbe un sacco da ammirare!
Resto ancora un po’ sul mio aliante immaginario…et voilà! S’è asciugato lo smalto.
Siam stati a Guarcino a mangiare amaretti
Abbiam festeggiato due sposi perfetti
E quando è il gran giorno
Di fare ritorno
Ci avvediamo di non avere i biglietti…
Che bella! Comunque ce ne sono tante valide, bravi!!!