nonsense

Il nonsense in retromarcia. Giocate? – Idee 88

Nonsense! Questa è la parola d’ordine di oggi.
Che cosa succede se prendiamo delle parole inventate e vediamo di fargli dire qualcosa? È lo spirito del gioco che vi propongo. Ma, prima, vi suggerisco un breve giro tra nonsense, grammelot e altri linguaggi inesistenti. Per cominciare, un ottimo articolo uscito su Alfabeta e intitolato Il complesso di Peeperkorn ovvero l’arte di non dire nulla. E poi:

– NONSENSE. L’esempio più noto riguarda la Supercàzzola prematurata del Conte Lello Mascetti, uno dei protagonisti del film Amici miei girato da Mario Monicelli. O Supercàzzora brematurata secondo l’eccellente pagina di Wikipedia, che ci informa inoltre dell’esistenza di importanti antecedenti in Boccaccio, nel Pantaguel di Rabelais, nei Viaggi di Gulliver di Swift, e di un buon numero di ulteriori prove moderne o contemporanee.

– GRAMMELOT. Di certo vi viene in mente Dario Fo. Ma c’è anche Adenoyd Hynkel ne Il grande dittatore. E ci prova perfino Adriano Celentano, nel 1977. Linkati, trovate i video. Segnalo che il brano di Celentano viene riscoperto negli USA a fine 2009 e definito il primo esempio di rap.

– PAROLE-MACEDONIA (PORTMANTEAU WORDS). Il maestro indiscusso è il Lewis Carroll di Attraverso lo specchio. Humpty Dumpty a un certo punto recita ad Alice una poesia fatta di parole inventate: ‘‘Twas brillig, and the slithy toves / Did gyre and gimble in the wabe: / All mimsy were the borogoves, / And the mome raths outgrabe...
Il quesito interessante è questo: come si traduce una poesia fatta di parole inventate? Per esempio, così: Era rombo e i fangagili chiotti /  girascavano e succhiellavano i praliati / tutti erano infoli e cenciopi / e lo spirdito primaticcio murpissi.
Qui una curiosa discussione sull’argomento, con diverse traduzioni di un’altra poesia di Carroll (Jabberwocky – Il ciarlestrone) messe a confronto.

– RRECIDIVA. Guidati da un antico ricordo vi state per caso domandando se sulla questione dei nonsense sono recidiva? Be’, sì e no. La campagna Golia Bianca (1981) in realtà vanta con grande precisione e parole appropriate la performance del prodotto: rinfrescare l’intero cavo orale.

– NONSENSE 2 (LA VENDETTA). Il linguista Noam Chomsky formula la frase incolori idee verdi dormono furiosamente per dimostrare che si può costruire una frase del tutto corretta sotto il profilo grammaticale, e tuttavia priva di qualsiasi senso.
Il linguista Roman Jakobson obietta che noi vi isoliamo un soggetto al plurale, “idee”, del quale ci si dice che ha un’attività, “dormire”; ciascuno dei due termini è caratterizzato: le “idee” come “incolori” e “verdi”, il “sonno” come “furioso”. Queste relazioni grammaticali danno vita a una frase dotata di senso che può essere sottoposta a una prova di verità. (pag 176, ultimo capoverso).

ED ECCO QUEL CHE VI PROPONGO. Prendete questa frase e traducetela in italiano rispettandone la struttura grammaticale, ma mettendoci dentro quel che volete, tanto da produrre, appunto, un nonsense in retromarcia. Sono molto, molto curiosa di vedere quel che ne vien fuori.

Grozzi e almuti, i cravi ostivano il perdeconte uteno. Un cravio sgravallò frantimente, tarcando la stissana  e dertendola.
I falterni, luttimati, alinarono morfitti e trubbero.

69 risposte

  1. selvatici e sparagni le popolazioni barbare bloccarono il passaggio interno tra le due colline. un barbaro scaracollò furiosamente ribaltandosi sull’armatura e sconquassandola. gli alleati, listati a lutto, si disposero sui confini e seppero

  2. Volgari e rumorosi gli ultrà sbeffeggiavano il capitano della squadra avversa.
    Uno degli ultrà scavalcò esagitato le barriere separatrici, portando con se una bandiera, per sventolarla impudentemente.
    Gli spettatori, intristiti, si alzarono con un senso di sconfitta e abbandonarono velocemente lo stadio.

  3. Grossi e panciuti, gli allevatori di capre occupavano il pascolo comunale. Un allevatore cadde rovinosamente, diveltendo la recinzione e rovesciandola a terra. I pastorelli, colpiti dal luttuoso avvenimento, si ritirarono mortificati e restarono in silenzio.

  4. Grossi e unti i corvi ostruivano il percorso interno. Un corvo gracchiò freneticamente disperdendo la compagnia e divertendola. I piccioni, dispiaciuti, arretrarono mortificati e tubarono.

  5. Una cantante all’opera stona note conosciute da tempo. In quell’attimo sognava di essere ancora bambina. I pensieri così presero a zampillare, uccidere, vivere per poi morire e fermarsi per sempre.

  6. Squamosi e glabri, i crostacefali controllavano il terracqueo argine. Un gamberonte ardimentò oltre, aggirando il controllante e schernendolo. I cavalluccioli, risperanti, contemplarono allibiti e sommossero.

  7. Tra i linguaggi inventati, quelli belli però, non dimentichiamo le Fanfole di Fosco Maraini. In particolare consiglio in Gnosi delle Fabfole, Un giorno ad Urlapucchio, un bellissimo esempio di fonosimbolismo
    Linda Liguori

  8. reietti e brevetti si accorsero che il giorno in giorno cambiava così, senza un motivo plausibile ma, tutti sapevano che, appena desti e sinistrorsi, il sole brillante e pungente li avrebbe colti nel sonno o meglio tra la veglia e il sonno non misero il dito: erano zanzare.

  9. Caldi e ammutoliti, i vecchi scrutavano il nobile decolté. Un vecchio scivolò forzatamente, toccando la sottana e fiutandola.
    I desideri, legittimi, sbocciarono perfetti e crebbero.

  10. Grandi e armati, i samurai impedivano l’ingresso al sicofante alieno. Uno di essi si scagliò platealmente, sfoderando la katana, e giù fendenti.
    I subalterni, umiliati, arretrarono sconfitti e si dispersero.

  11. Gaglioffi e tronfi, i politici mangiavano a palazzo insieme.
    Un politico ruttò sonoramente, facendo un gestaccio e vantandosi.
    I giornalisti, allibiti, finsero disinteresse e uscirono.

  12. Numerosi e brutali, i goblin muovevano l’ariete imponente. Un goblin urlò selvaggiamente, scardinando la porta e distruggendola. I folletti, sovrastati, caddero trafitti e morirono.

  13. Gracili e affamati, i bambini smembravano il putrido cadavere. Un bambino ringhiò minacciosamente, leccando la guancia e succhiandola.
    I topi, ammassati, arretrarono sconfitti e piansero.

  14. Lieti e ridenti, i giurati applaudivano la candidata prosperosa. Un giurato sospirò visibilmente, toccandosi la cravatta e allentandola.
    I telespettatori, sconcertati, si esasperarono e spensero.

  15. Grossi e muti i buttafuori bloccavano l’affollato ingresso.
    Un ubriaco li insultò sguaiatamente brandendo una bottiglia e rompendola.
    I presenti, sbigottiti, storsero il naso e tacquero.

  16. Porose e succulente, le fragole seducevano il consumatore sprovveduto. Un consumatore s’infuriò improvvisamente, sparpagliando la frutta e maciullandola.
    I commessi, esasperati, sospirano affranti e pulirono.

  17. Confusi e sfumati, i ricordi affollavano il sogno perdurante. Un ricordo lampeggiò fortemente, turbando la coscienza e destandola.
    I sensi, alienati, affiorarono intorpiditi e trasalirono.

  18. Rozzi e muti, gli uomini sedevano nella caverna. Un uomo scappò coraggiosamente abbandonando la caverna e non rimpiangendola. Gli uomini, incatenati, rimasero sconfitti e morirono.

  19. Sgarbati e ostili, i soldati tormentavano il prigioniero straniero. Un soldato avanzò furiosamente, sguainando la spada e agitandola.
    I presenti, spaventati, indietreggiarono svelti e fuggirono.

  20. Ritti e chiassosi, i bambini attendevano il preciso segnale.
    Un bambino scattò improvvisamente, lasciando la maestra e divertendola.
    I compagni, agitati, salutarono tutti e risero. (Ultimo giorno di scuola)

    Goffi e silenziosi, i bambini odiavano quel preciso momento.
    Un bambino entrò lentamente, posando la cartella ed aprendola.
    I compagni, rattristati, si guardano tutti e piansero. (primo giorno di scuola)

  21. Scalzi e silenziosi i fanti scrutavano l’argine opposto. Un tenente urlo rabbiosamente, ruotando la sciabola e ansimando. I subalterni, sfiniti, caddero tramortiti e risero.

  22. Esauriti e affranti, i grafici osservarono l’ennesima modifica. Il cliente telefonò improvvisamente, anticipando la deadline e lamentandosi. I colleghi, solidali, annuirono mortificati e tacquero.

  23. Stracci e scarniti, i matti occupavano il blocco lituano. Un matto sillabò stentoreamente, cavandosi il camice e facendolo a brandelli. Gli infermieri, in odore di morte, agghiacciarono senza voce e caddero.

  24. Glabri e smunti, i giovani manifestavano il disappunto urlando.
    Un giovane scavalcò facilmente, impugnando la bottiglia e lanciandola.
    I poliziotti, armati, avanzarono compatti e caricarono.

  25. Grossi e invitanti, i bomboloni giacevano nel banco refrigerato. Un bombolone scoppiò improvvisamente spargendo la crema e schizzandola. I commessi, disinvolti, leccarono rapidi e banchettarono.

  26. Sporchi e malnutriti, i barboni osservavano il desco imbandito. Un tifone infuriò improvvisamente, sollevando la tavola e rovesciandola.
    I poveracci, impauriti, rimasero attoniti e fuggirono.

  27. Grossi e acuti, i soldati colpivano il fronte interno. Un soldato scavalcò facilmente, passando la staccionata flettendola. Gli avversari, ultimati, capitolarono sconfitti e fuggirono.

  28. Boriosi e mutanti, i giocosi nutrivano le loro bocche asciutte. Un giocoso masticò freneticamente, rompendo la dentiera e trangugiandola.
    Gli ignari, soppiantati, ingurgitarono risotti e fagocitarono.

  29. Boriosi e mutanti, i giocosi nutrivano le loro bocche asciutte. Un giocoso masticò freneticamente, rompendo la dentiera e trangugiandola.
    Gli ignari, soppiantati, ingurgitarono risotti e fagocitarono.

  30. Grintosi e agili, i giocatori proteggevano il difensore estremo.
    Un giocatore scivolò malamente, piegando la caviglia e spezzandola.
    I compagni, disperati, rimasero scossi e persero.

  31. Stufi e incazzati, gli italiani rifiutavano la partitocrazia malata. Un italiano urlò forsennatamente, attaccando la casta e sgretolandola. I partiti, spaventati, si finsero cambiati e rifiorirono.

  32. Questione di punti di vista…e voi da che parte state?

    1. Grezzi e malnutriti, gli schiavi arrostivano il tirannico reggente. Uno schiavo addentò ferocemente, sbranando la giugulare e brandendola. I confraterni, inorriditi, inspirarono sconfitti e bevvero.

    2. Grezzi e malnutriti, gli schiavi arrostivano il tirannico reggente. Uno schiavo addentò ferocemente, sbranando la giugulare e brandendola. I confraterni, emaciati, esultarono soddisfatti e bevvero.

  33. Grossi e nerboruti, i croati occupavano il ponte interno. Un croato saltò pesantemente, troncando la stralla e rompendola. I fratelli, stupefatti, soapirarono sconfitti e piansero.

  34. Fantasiosi e ispirati, i nuovieutilini postavano il racconto intero.
    Un nuovoeutilino si infuriò improvvisamente, attaccando la trovata e deridendola.
    I redattori, allucinati, si unirono compatti e risposero.

  35. Becchi e coglioni si aggiravano disorientati per uffici, tasse multe balzelli alimenti, gli aspettava solo di restare al verde

  36. Sgravallare luttimati e morfitti trubberebbe uteno i cravi, dertendoli.
    Stissanare e alinare tarcando, ostiverebbe i grozzi .
    E i falterni almuti ?
    Frantimente … nessuno più li senti !

  37. Lucidi e viscidi, i topi ostruivano il ponte levatoio. Un ratto squittì debolmente, attirando l’attenzione e distraendoli.
    Gli elefanti, quatti quatti, imboccarono il passaggio e fuggirono.

  38. Questo gioco mi piace troppo (grazie!), ne posto un altro.

    Grassi e unti, i krapfen costituivano un pedaggio obbligatorio. Un krapfen sfrigolò disperatamente toccando la superficie dell’olio e penetrandola.
    I bambini, impazienti, osservarono i soffritti e taccuero.

  39. Stanchi e conclusi, i Greci compivano il micidiale piano. Un’asse si scostò lentamente, mostrando l’acropoli e ingannandola.
    I Troiani, intorpiditi, sobbalzarono trafitti e caddero.

  40. Errore blu in un mio precedente post. Me ne scuso con tutti. Tacquero si scrive così. Per espiare e concludere, una frase composta con i suggerimenti del correttore:
    Grezzi e alati, i travi ostavano il perdente luteo. Un cranio sgranellò frantumante, tardando la tisana e (nessun suggerimento).
    I salteri, ottimati, oliarono morsetti e crebbero.

  41. Letti e riletti, i commenti osteggiavano il predecessore uterino. Uno di quelli partorì alla svelta, contorcendo la madre e sorprendendola.
    I fratelli, in lutto, alitarono mortiferi rutti di patata.

  42. Laceri e lentigginosi, i lestofanti lubrificavano le lanterne luride. Le lingue leccarono languidamente, lambendo le lastre e lucidandole. Le lumache, lentamente, lenirono le lesioni e lampeggiarono.

  43. “Impegnati e idealisti, i giovani occupavano il parco costantinopolitano. Un idrante eruttò improvvisamente, martellando la folla e disperdenola. I giovani, colpiti, rimasero urticati e protestarono.”

    Questo sì che è un nonsense 😉

  44. Spendenti e alati angeli planarono nella baia lucente. Un angelo biondo rotolò graziosamente sorprendendo i gabbiani e ammutolendoli. I bambini stupiti si avvicinarono e felici intonarono l’Alleluia (*_))

  45. Barbari e meschini, gli Spartani ostentavano il lucente scudo. Uno spartano lanciò l’urlo di battaglia furiosamente, brandendo l’asta e puntandola.
    Gli Ateniesi, esterrefatti, scapparono spaventati e caddero.

  46. Rinvigoriti e ringalluzziti, i democristiani riprendevano il perduto potere. Un democristiano primeggiò palesemente, convincendo la maggioranza e conquistandola. I comunisti, spaesati, arretrarono spaesati e scomparvero.

  47. Grezzi e panciuti, i treni gestivano il perditempo alieno. Un treno sbarellò franticamente, grattando la magiara e divertendola. I subalterni, illuminati, camminarono diritti e caddero.

  48. quante nuove righe di ricchezze belle, Annamaria! io coniugo il tuo gioco con la voce del Conte Mascetti:

    Prematurati e supercazzoli, gli antani tarapìano il tapioca. Un vicesindaco sbidiguda ossétta, scarpa allaccia e allaccia scarpa. I tartiffuni, posterdati, occhiellano di privilegio e quintana.

    !grazie per le pagine di senso Nuovo e Utile!

  49. Immobili e attenti, i cavalieri guardavano la linea del combattimento, Un cavaliere parti all’attacco imbracciando la tromba e suonandola. I cavalli eccitati alzarono le teste e scattarono

  50. Rozzi e scalmanati, i Curiazi si ostinavano a percorrere l’erto pendìo. Un Curiazio corse e scavalcò alla “Fracchia”: caracollando e
    franando rovinosamente, divertì la folla assiepata. Gli Orazi ammutoliti, si allinearono mortificati.

  51. Chiara dalla linea snella versa ghiaccio nel tumbler e la curva del seno fa capitolare il bollente detective: l’oscurità svela 3 ossimori

  52. Scarni e calvi, gli zombies puntavano il bambino paffuto. Uno zombie inciampò maldestramente, rompendo la staccionata e sfondandola. I genitori, spaesati, osservarono paurosi e se la fecero addosso.

  53. Lucidi e grassi, i ricconi schernivano il giovane pidocchioso. Un riccone morse voracemente, masticandogli la trippa e ingollandola. Le mogli, assatanate, godevano tremando e si unirono.

  54. ma può essere senza senso anche pensare che:

    distesi e soddisfatti, i capi sortirono dal pianificato incontro. Un comune sospiro dilagò, sollevando i dubbi e moltiplicandoli. I cittadini, perplessi, sospirarono incerti e soccombero.

  55. Grossi e barbuti, i cavernicoli tenevano in ostaggio il conte disorientato. Un cavernicolo si fece avanti in modo goffo, brandendo la spada e roteandola. I valletti, terrorizzati, restarono nascosti e tacquero.

  56. Cuore e pancia, le parti di me che si innamoravano. La pancia si oppose gravemente, strappando le ali alle farfalle. Il cuore, confuso, si accovacciò ubriaco, e bevve.

  57. Torvi e muti, gli assediati ostentavano perdurante forza. Un ariete scarrocciò fragorosamente. Gli assedianti, umiliati, arretrarono sconfitti e scomparvero.

    1. Me ne sono mangiato un pezzo.
      La frase completa è
      Torvi ne muti, gli assediati ostentavano una perdurante forza.
      Un ariete scarrocciò fragorosamente, arretrando sulla torre d’attacco e demolendola. Gli assedianti, umiliati, arretrarono sconfitti e scomparvero

  58. Ampi e lucenti, i crani continuavano a perdere capelli. Un cranio passó fugacemente, mostrando la chioma e scompigliandola. I crani, mortificati, si guardarono avviliti e piansero.

  59. Strozzate e canute, le travi ostruivano lo stretto passaggio. All’improvviso una di esse rovinò fragorosamente schiacciando la camionetta e distruggendela. I militi, spaventati a morte, balzarono giù in preda al panico e si dispersero urlando.

  60. Incredibile come sia difficile scrive un VERO nonsense. La maggior parte di questi post sono brevi raccontini, non sono affatto nonsense.

    1. Ciao Paola. Il gioco che propongo consiste nel tradurre un singolo nonsense, proposto al termine dell’articolo, in una breve narrazione, rispettandone la struttura grammaticale. La cosa interessante è vedere quante diverse narrazioni ne escono. 🙂

  61. Grossi e barbuti, i tedeschi ostacolavano le colline dell’est. Un tedesco cadde fragorosamente, schiacciando la borraccia e distruggendola.
    Gli amici, affranti, camminarono sconfitti e scomparvero.

  62. Rozzi e altezzosi, i maschi urlavano il loro dissenso. Un maschio strabordò frettolosamente, toccando la tiritera e deridendola.
    I fratelli, allertati, alenarono mortificati e tacquero.

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