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La creatività? Saper cambiare prospettiva – Metodo 14

prospettiva

“Prospettiva”, dice Luca De Biase, è in sé una parola magnifica, che unisce il senso dello spazio e quello del tempo. Saper cambiare prospettiva è una questione di creatività: aiuta a vedere le soluzioni nascoste dietro gli angoli. Nell’idea di prospettiva, infatti, è implicito il concetto (ricordate questa scena con Robin Williams?) di punto di vista: la posizione da cui si osserva. Modificandola, si cambia sempre anche la cosa osservata.

L’unico modo per insegnare la creatività è insegnare ai bambini a cambiare punto di vista dice Raghava KK, artista indiano, presentando (è una TED conference di 4 minuti e mezzo: guardatela) uno straordinario libro illustrato per iPad. Basta scuoterlo per cambiare prospettiva: e il bimbo protagonista cambia, per esempio, famiglia, in un trionfo di colori e humour.

Cambiare punto di vista significa anche, paradossalmente, inventare sculture (roba tridimensionale) che esistono solo se osservate da un unico punto. O inserire più prospettive in una roba bidimensionale come un quadro: lo fa Cézanne, e Erle Loran spiega come, guidandoci dentro Natura morta con cesto.

Entrare in un’altra prospettiva significa entrare in un altro mondo. Lo mostra poeticamente il russo Alexei Popogrebsky con un bel corto (se avete gli occhialini c’è anche la versione in 3d). Grazioso il cartoon Pixar che mette a confronto il punto di vista della notte e quello del giorno.

Concludendo alla grande: vi propone una prospettiva (letteralmente) cosmica il bellissimo video prodotto dall’American Museum of Natural History, che in soli sei minuti vi porta fino ai confini dell’universo conosciuto, e ritorno.

18 risposte

  1. Molto interessante. Non conosco bene Cézanne ma il cliente che lo scorso anno mi chiese di avere due punti di vista diversi nella stessa immagine (con un certo stupore mio, dell’art, delle account, ecc.) certamente conosceva la Natura morta con cesto. Ora mi è tutto più chiaro e, come spesso mi accade, realizzo la dimensione della mia ignoranza :-\

  2. Saper cambiare prospettiva è una competenza fondamentale in tutti i campi, ad esempio per uscire dai conflitti interpersonali in modo efficace. Purtroppo non è facile applicarla. Orgoglio, ricerca di coerenza nei nostri comportamenti, necessità di salvare la faccia, difficoltà di uscire da un perimetro di ragionamento, sono tutti aspetti frenanti, con cui dobbiamo fare i conti. Personalmente, le poche volte che ci riesco, vengo pervaso da un flusso interiore liberatorio. Mi capita di riuscire più facilmente quando lo considero un mio obiettivo e per raggiungerlo mi metto nei panni del Tenente Colombo: provo ad andare con modestia oltre le comuni apparenze. Concordo con Marianella Sclavi quando dice che bisogna sentirsi esploratori di nuovi mondi possibili.

  3. La mia prospettiva è cambiata così. Prima guardavo solo davanti a me: dal punto A volevo arrivare a punto B. Il mio pensiero era lineare. Ora mi metto al centro, guardo quello che sta intorno a me, esploro le diverse possibilità e scelgo la direzione prendere. Il mio pensiero ora è radiale e molto più creativo 🙂

  4. Dinamica mentale fondamentale per non bloccare la creatività con incapsulamenti e reticoli. Difficile, richiede training quotidiano. Con le piccole cose. Occorre abituarsi a spostare l\\\’occhio e il pensiero uscendo dalle caselle che tendiamo a costruirci attorno. Sandra Lasagni

  5. mi piace vedere il mondo come fa Oskar nel Tamburo di Latta di Grass: dietro il palco, ed è tutto diverso. Dall’alto siamo piccoli, insignificanti, granelli di sabbia agitati nel vento che vanno in tante direzioni diverse. Mi piace il commento n.4, anch’io ormai procedo così: da A( o comunque la si voglia chiamare) bisogna pur sempre partire; ma adesso, mi concentro più sul viaggio in se, sull’iter, anche se non so dove arriverò, so che ci arriverò, è banale ma è proprio così.

  6. Mi occupo di ufficio stampa… cambiare prospettiva è un’esperienza quotidiana: ogni volta che scrivo un comunicato mi cambio più volte di abito. Prima indosso quello aziendale, per scegliere cosa comunicare all’esterno. Poi è la volta di quello redazionale, per immaginare cosa un giornalista considererebbe interessante e degno di essere rimaneggiato e pubblicato (il più delle volte, pubblicato tout court, cambiando solo la firma…). Infine metto il vestito del lettore finale, multiforme e sconosciuto, per chiedermi: cosa leggerei volentieri? E’ un’esperienza interessante, mi piace. Sul piano personale, forse non sono altrettanto brava a cambiare prospettiva. Mi semplifico la vita sospendendo qualsiasi giudizio, quanto più a lungo possibile… avere un’opinione precisa a volte è paralizzante. Michela P.S. = amo questo sito.

  7. @ Paolo Nobile. Mmmmh… la prossima volta che qualcuno ti chiede una cosa del genere, però, puoi proporgli di pagarti la foto come se fosse un Cézanne. La Marianella Sclavi citata da Andrea Pizzonia si occupa di conflitti e mediazione. Ha scritto, tra le altre cose, un bellissimo articolo sulla gestione creativa dei conflitti. Roberta (ciao!) invece si occupa di mappe mentali. Se volete saperne di più, fate un giro nel suo sito. Alle mappe NeU ha dedicato qualche tempo fa una homepage. E naturalmente sia leggere sia scrivere sono anche un grandioso modo per uscire dalle caselle di cui parla Sandra e cambiare punto di vista. Un motivo di più per farlo 🙂 C’è stato un momento, anni fa, in cui leggendo Memorie di Adriano mi sono “sentita” Adriano. Sensazione potente. Indimenticabile.

  8. @Annamaria: ci proverò, ma credo di conoscere il risultato … . Da anni Memorie di Adriano è il mio libro preferito.

  9. A proposito: grazie della segnalazione relativa alla gestione creativa dei conflitti (che sto iniziando a leggere ora) e delle mappe mentali (che leggerò).

  10. La prima reazione è stata: ecco una cosa che manca ai nostri politici. Sono così pieni di sè, che pensano di rappresentare il tutto e pur di non cambiare sono disposti a guidarci nel baratro. La seconda reazione è stata: forse mi sto sbagliando. Questi si muovono come trottole, tanto che l’opinione del mattino, alla sera è già stata cambiata. Poi ho ragionato. I politici sono come i satelliti geostazionari. Volano a velocità incredibili, ma con la stessa velocità dei loro interlocutori preferiti. Praticamente sono fermi. Tutto questo per dire che: il cambio di prospettiva è proficuo se uno dei due sta fermo o ci si muove con modalità difformi.

  11. Cambiare prospettiva, cambiare opinione, cambiare in generale è una fatica nera. Colpisce l\\\’ego e la nostra arroganza. Le persone creative sono forse persone con il cambiamento nel dna. Per loro è facile spostarsi da un punto all\\\’altro. Da una dimensione a un\\\’altra. Per poi tornare al punto di partenza, ma anche non tornarci. Gli altri hanno un destino diverso, non per questo meno ricco. Diverso e basta. Amo i creativi, mi fanno capire che il più delle volte sbaglio. E il più delle volte loro cambiano idea. Anna ps: Annamaria sei una grande:) mi piace leggerti e spulciare tutti i link che consigli: splendidi!

  12. Punti di vista Nel suo libercolo “Qualunque cosa pensi, pensa il contrario” Paul Arden, riporta uno scambio di battute tra un giornalista le la rock star Frank Zappa: “Un Intervistatore con una gamba di legno disse a Frank Zappa: Frank Zappa rispose: < Da dove sono seduto io , tu potresti essere un tavolino>. walter

  13. Se il cambio di prospettiva è anche mettersi “dal punto di vista” di (una persona), ecco a me capita spesso, forse troppo spesso.

    Mi metto “nei panni di” e ciò crea partecipazione e talvolta sofferenza, però comprendi molte cose (*_))

    1. Complimenti a lei! Quando si fanno affermazioni simili occorrerebbe chiarezza. Quali frasi? Copiate da chi? Da dove? Anche incollate? Saluti

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