Zuckerberg

Zuckerberg e la sfida a leggere libri: 5 cose da sapere e 3 da notare

1. LA SFIDA PER IL NUOVO ANNO. Poco prima della mezzanotte del 2 gennaio 2015, e dopo aver chiesto suggerimenti online e averne ricevuti oltre 50.000, Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, pubblica sulla sua pagina questa “sfida per il 2015”: leggere un libro ogni due settimane, con l’obiettivo di imparare qualcosa di nuovo su differenti culture, convinzioni, storie e tecnologie.
La Zuck-sfida è ormai una tradizione. Eccone alcune degli anni passati: studiare il mandarino, parlare ogni giorno con una persona che non lavora a Facebook, scrivere ogni giorno una lettera di ringraziamento a qualcuno che rende migliore il mondo, portare la cravatta…

2. IMPEGNI MANTENUTI. Bene: sappiamo, per esempio, che ormai Zuckerberg col mandarino se la cava mica male, anche per via della moglie cinese, e che per tutto il 2009 ha effettivamente portato la cravatta (obiettivo: segnalare la serietà di Facebook). C’è da immaginare che anche quest’anno, coi libri, farà sul serio.

3. IL LIBRO. Il primo libro proposto è The End of Power, di Moisés Naim. È uscito nel 2013 ed è tradotto in italiano da Mondadori. Mi sarei aspettata che andasse esaurito (e sembra che questo sia accaduto) ma ora non è così e potete facilmente trovarlo anche online.
Se volete avere un’idea di quel che dice, qui potete, cliccando su “Sample”, leggere qualche decina di pagine.  Oppure potete cominciare a guardarvi la Ted Conference di Naim. L’idea di base è che, nel 21° secolo, il potere non solo si sposti (prima era “forza”, ora è “intelligenza”. E va verso l’Asia, le startup, il ciberspazio) ma che sia più facile acquisirlo, più difficile usarlo, molto più facile perderlo.
I centri di potere si frammentano. I governi sono assediati da moltitudini di contendenti. Le grandi aziende sono meno stabili. Perfino le guerre contemporanee vengono oggi vinte dalla parte più debole assai più di quanto non succedesse in passato. I presìdi del potere sono oggi più facili da superare, aggirare o minare perché i singoli cittadini hanno di più, si muovono di più, hanno maggior spirito critico. Il vuoto di potere significa maggiore libertà ma può trasformarsi in instabilità e paralisi. Per questo c’è bisogno di rivoluzionare il modo in cui pensiamo alla politica e governiamo noi stessi.
È una prospettiva interessante.

4. DISCUSSIONE MODERATA, E NIENTE O.T. C’è una pagina Facebook per discutere di questo e dei prossimi libri e per suggerirne di nuovi. Ora, mentre scrivo, si sta guadagnando tra i due e i quattro “mi piace” al secondo. La gestione della pagina è affidata alla logica della carota e del bastone o, se preferite, della libertà disciplinata (e anche questo c’entra col potere): c’è l’invito esplicito a restare on topic, cioè in tema, e c’è l’annuncio che i commenti saranno moderati.
Il primo punto riguarda un buon comportamento da promuovere, il secondo una tendenza a controllare o a escludere i commenti  che si sta diffondendo online (da noi, di recente ha fatto questa scelta internazionale.it). Le testate che non accettano commenti indirizzano la discussione sui social media dove, con ogni evidenza, il problema della moderazione si ripropone.

5. LE PRIME REAZIONI. Quello proposto da Mark Zuckerberg potrebbe diventare il più grande club del libro del mondo, scrive Time. Il Telegraph e il Guardian si aspettano grossi impatti sulle vendite dei singoli titoli, come è successo con l’Oprah Book Club. The Atlantic, oltre a pavoneggiarsi perché  Moisés Naim è un collaboratore, segnala che tutto ciò fa parte della strategia di Facebook, che si propone di essere parte tutto ciò che voi fate in rete. Delinea intese con Amazon e ricorda che Mr. Zuck ha la reputazione di essere un furbacchione.
L’Independent ironizza sul fatto che, dopo essersi impegnato a “mangiare solo animali uccisi personalmente” (un’altra delle sue sfide annuali) oggi Zuckerberg sia in cerca di un diverso tipo di nutrimento. ABC News va a indagare i suoi gusti letterari (dall’Eneide alla fantascienza). BBC e CBS segnalano il temporaneo esaurimento del libro, che comunque ha rapidamente scalato la classifica dei bestseller di Amazon (in precedenza era al 123° posto). Il New York Times sottolinea che tutto questo successo improvviso di un singolo titolo può essere, per gli editori, sia un sogno sia un incubo logistico.

TRE ELEMENTI NOTEVOLI E VIRTUOSI. Mi sembra che da tutti i commenti che ho letto finora manchi qualcosa. Prima di tutto, Zuckerberg invita a leggere in maniera intensiva (due libri al mese: il doppio di quanto serve in Italia per essere considerati lettori forti).
Questo è un messaggio importante, in controtendenza rispetto alla lettura negata, o allo stile di lettura episodico o frammentato che sembra essere dominante  (ehi, leggere diverse centinaia di pagine in un paio di settimane è possibile! E c’è gente che lo fa! …gente come noi, che poi ci chiacchiera su Facebook!).
Il senso del messaggio (e questo è il secondo punto) è ancora più dirompente rispetto alle abitudini dei social network. Mr. Zuck scrive che books allow you to fully explore a topic and immerse yourself in a deeper way than most media today. Vuol dire che online si può sì discutere di argomenti rilevanti, ma solo dopo essersene fatti un’idea approfondita. La lettura, insomma, non viene presentata come volonteroso esercizio fine a se stesso, ma come strumento fondamentale per pensare, e per capire molto di qualcosa. Mica male, specie se penso a tutti gli sconclusionati, superficiali appelli a leggere così, perché fa tanto fine, che abbiamo avuto qui da noi.
In terzo luogo, questa è una sfida condivisa con tutti gli utenti di Facebook: imparare il mandarino o mettersi la cravatta non lo erano di certo. C’è un salto, dalla narrazione delle proprie aspirazioni o idiosincrasie personali alla proposta di un comportamento collettivo positivo.
Non so se Zuckerberg sia, come sostiene The Atlantic, un furbacchione, e in questo contesto la questione mi appare anche poco rilevante. Mr. Zuck è comunque virtuoso nel momento in cui propone efficacemente in rete un buon modello di ruolo e di comportamento. Infine: sono curiosa di vedere se, tra i prossimi suggerimenti di lettura, ci sarà qualche romanzo, e quale.

6 risposte

  1. Sperando che possa essere da esempio per tutti coloro che indugiano ore su Facebook, semplicemente vagando. Spegni Facebook, accendi un libro. Potrebbe gradirlo Zuckerberg come slogan?

  2. Non mi stupirei se, dietro questo annuncio, vi fosse la volontà di capire chi vince oggi tra carta ed e-book … e magari investire qualche dollaro in un secondo momento in funzione di usi, costumi ne gusti dei lettori.
    In fondo stiamo pur sempre parlando di Face-book … 😉

  3. Trovo interessante la proposta di Mr. Zuck e faccio un paio di considerazioni.

    – Concordo con Annamaria, soprattutto nel passaggio “…discutere di argomenti rilevanti, ma solo dopo essersene fatti un’idea approfondita. La lettura, insomma, non viene presentata come volonteroso esercizio fine a se stesso, ma come strumento fondamentale per pensare, e per capire molto di qualcosa”

    – Sono perplessa sulla “moderazione”, non vorrei divenisse censura. Nel gruppo “Letture” di Linkedin, interessante per approfonditi dibattiti, c’è in brutto esempio di questa pratica.

    Vedremo gli sviluppi *_))

  4. ERRATA CORRIGE
    Trovo interessante la proposta di Mr. Zuck e faccio un paio di considerazioni.

    – Concordo con Annamaria, soprattutto nel passaggio “…discutere di argomenti rilevanti, ma solo dopo essersene fatti un’idea approfondita. La lettura, insomma, non viene presentata come volonteroso esercizio fine a se stesso, ma come strumento fondamentale per pensare, e per capire molto di qualcosa”

    – Sono perplessa sulla “moderazione”, non vorrei divenisse censura. Nel gruppo “SCRITTURE” di Linkedin, interessante per approfonditi dibattiti, c’è in brutto esempio di questa pratica.

    Vedremo gli sviluppi *_))

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