tono di voce

Tono di voce: la parte emozionale di quel che diciamo – Idee 142

C’è un aspetto di tutto quanto diciamo o scriviamo, e di tutto quanto ascoltiamo o leggiamo, che ne influenza in maniera sostanziale l’efficacia, la credibilità, la forza, la memorabilità, e perfino l’interpretazione. È ciò che viene definito “tono di voce”.

LA MACCHINA CHE CI FA PARLARE. La voce che ciascuno di noi ha è una faccenda di polmoni, corde vocali, laringe, bocca, denti, lingua… una complicata macchina per parlare.
I polmoni pompano aria, e l’intensità della voce (dal sussurro all’urlo) dipende da quanta aria viene pompata. L’aria fa vibrare le corde vocali, che producono suoni di diversa frequenza: dalla lunghezza e dalla tensione delle corde vocali deriva la qualità della voce (gli uomini hanno corde vocali più grosse e voci più gravi delle donne o dei bambini).
Il tono e il timbro (squillante, cristallino, roco…) invece, sono modulati soprattutto dalla laringe. E le parole articolate si formano ancora dopo, tra labbra, denti, lingua. Tutto questo complesso apparato viene guidato dall’area cerebrale di Broca.
Una scoperta recente, e assai affascinante, riguarda il fatto che, anche quando articoliamo un pensiero in silenzio, il nostro cervello “pensa” attraverso i suoni.

tono di voce

TONI CARISMATICI. I leader politichi che parlano con voci più profonde vengono percepiti come più carismatici e determinati. Gli uomini li considerano più dominanti, le donne più sexy, ma la percezione cambia anche da paese a paese e da cultura a cultura. È la BBC a raccontarlo, riprendendo un recente studio dell’Università della California.
Per esempio, i francesi preferiscono una tonalità media, che viene percepita come più prudente, calma e affidabile. Gli italiani preferiscono una tonalità più bassa, percepita come più determinata (e anche come più autoritaria e minacciosa: vi ricordate la voce rotta, sussurrata e profonda di Marlon Brando che interpreta Il Padrino? Qui in lingua originale).


Le caratteristiche interiori di un politico vengono sempre percepite attraverso il tono di voce che usa, racconta Rosario Signorello, che conduce la ricerca.
Signorello mette a confronto le voci del brasiliano Lula da Silva (profonda e autoritaria), dei francesi Hollande (uniforme, lenta e con lunghe pause rassicuranti) e Sarkozy (poche pause e frequenti cambi di tono, che trasmettono dinamismo). Ma ha cominciato anni prima, analizzando i cambiamenti intervenuti nella voce di Umberto Bossi. Prossimamente Signorello si dedicherà alle voci delle donne della politica: sarà interessante scoprire se trova delle differenze nella percezione, o se le regole valgono per tutti.
Del resto già nel 2012 alcuni ricercatori canadesi provano a manipolare la tonalità della voce dei leader politici, rendendolo più profondo o più acuto, e scoprono che il favore degli ascoltatori e il loro orientamento di voto si modificano di conseguenza.

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MODULARE LA VOCE. In realtà tutti noi, quando parliamo e in maniera più o meno consapevole, moduliamo la nostra voce: una voce del tutto uniforme appare robotica. Per esempio, calibriamo il volume (l’intensità) della voce non solo in relazione alla condizione e alla distanza di chi ci ascolta, ma anche in base alla nostra condizione emotiva.
Soprattutto facciamo in modo che il tono che usiamo sia congruente con la qualità emozionale del messaggio che vogliamo trasmettere: una frase semplice come “ti stavo aspettando” può essere detta in mille toni, che possono trasmettere mille coloriture emozionali diversi, da “che gioia vederti”, a “bene, adesso che sei qui, datti da fare” a “fortuna che sei arrivato!” a “sono infuriato e vorrei strangolarti con le mie mani” a “sei inaffidabile e non cambierai mai”.
L’incapacità patologica di usare un tono di voce congruente con quanto si sta dicendo si chiama parafonia.

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TONO DI VOCE E COMUNICAZIONE INTERPERSONALE. Non si tratta soltanto di strillare o sussurrare: il concetto di “tono di voce”, nell’ambito della comunicazione e al di là della fisiologia, oggi si applica in senso esteso alla maniera speciale in cui noi diciamo tutto quello che stiamo dicendo, o percepiamo tutto quello che qualcun altro dice, in base alla sua maniera speciale di dirlo.
Il tono di voce è cruciale nella comunicazione interpersonale: basta immaginare che cosa succede se, all’interno di una coppia, il tono di voce che Mario usa per esprimere “sono esausto” viene percepito da Maria come “non mi importa niente di te”. Ma anche nelle interazioni sul luogo di lavoro il giusto tono di voce – lo ricorda il Washington Post – è importante.
Il tono di voce è anche una parte fondamentale (e troppo spesso trascurata) di qualsiasi progetto di comunicazione, individuale o collettivo, aziendale, istituzionale politico, proprio perché riguarda le emozioni che trasmettiamo, e le conseguenti risposte emozionali.

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IL MAMMESE: UN TONO DI VOCE SPECIALE. È il modo tipico in cui le mamme istintivamente parlano ai bambini piccoli: tonalità più acuta della norma, frasi semplici e scandite, coloritura emotiva più accentuata eee… prendi il cappottino… su, da bravo… bello il cappottino… che ti tiene caldo caldo caldo… adesso… coi bottoni lo ab-bot-to-niamo… fino in fondo…
Il mammese, lo ricorda il New Yorker, è “dinamite per lo sviluppo del linguaggio”: cattura l’attenzione dei più piccoli come una calamita. È al centro di un interessante progetto americano per migliorare la competenza linguistica (e la possibilità di essere, crescendo, scolari migliori) dei bimbi provenienti da famiglie disagiate.
Il mammese si può usare non solo per parlare, ma anche (altra cosa importantissima) per leggere ai bambini e, naturalmente, possono parlarlo non solo le mamme, ma anche i papà, i nonni e tutti quanti girano per casa.

LA SCRITTURA HA UNA VOCE? Certo che ce l’ha. Ed è opportuno che sia riconoscibile, e che la voce di ogni testo rafforzi, e non contraddica, quanto il testo sta dicendo.
“Trova la tua voce!” è l’appello che si sente ripetere spesso nei corsi di scrittura. E, in effetti, è proprio il tono di voce ad aggiungere alla scrittura creativa peso, rilievo e valore. E ancora: vi basta comprare cinque quotidiani (o andare su cinque diversi siti di notizie) nello stesso giorno per scoprire quanto ciascuna testata abbia un tono di voce tipico e riconoscibile, e quanto questo orienti l’interpretazione dei fatti. Ma l’argomento merita un articolo a parte e, prometto, lo riprenderò a breve. Intanto, se avete domande o curiosità scrivetele nei commenti: farò del mio meglio per rispondere a tono.
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Stile e tono di voce: qual è la differenza per chi scrive

29 risposte

  1. interessantissimo post che si aggancia alle brillanti teorie di De Saussure (la ‘parole’ in opposizione alla ‘langue’ – https://en.wikipedia.org/wiki/Langue_and_parole ) e all’arte del teatro ‘di voce’.
    Una delle distinzioni informali tra gli attori infatti riguarda gli attori cosiddetti ‘di corpo’ (mimi, acrobati, commedia dell’arte, ma anche attori cinematografici di arti marziali e film d’azione) e ‘di voce’ (oratori, attori drammatici, ma anche i meravigliosi doppiatori italiani).

    Per valutare alcuni attori di voce bisognerebbe sentire certe performance attentamente e scoprire quanti sottotesti riescono a trasmettere, e con quanta chiarezza, con frasi anche molto semplici – e spesso trasmettendo un significato opposto al testo.

  2. salve,
    dopo un ictus cerebrale a chi occorre rivolgersi per recuperare il tono, il colore, il timbro della comunicazione? ho subito l’ictus 11 anni fa mi accordo di essere sovente menomato nella mia comunicazione, sia pubblica che privata. grazie. gianni boscolo

    1. Gentile Gianni Boscolo,
      non sono un medico e non sono proprio in grado di darle una risposta.
      Credo proprio che dovrebbe chiedere a un bravo neurologo, e magari anche a un bravo logopedista.
      Un saluto cordiale e in bocca al lupo!

    2. Gentile Gianni,

      pare che si ottengano enormi risultati grazie al Braingym, una pratica che può completare il lavoro del logopedista. Può contattare qualcuno degli operatori al seguente indirizzo:
      http://www.eduk-braingym.it/home.html
      Non sono una specialista, ma semplicemente una corsista molto motivata. Ho visto enormi risultati sull’andamento scolastico di mia figlia. C’è tutto un ramo del BG che si occupa della riabilitazione post traumatica.

      Cordialmente, Lara

  3. Vi segnalo, a proposito del Tono di voce nella scrittura, un’interessante sequela di esempi che una certa Annamaria Testa riportava in un suo “antico” volume dal titolo La parola immaginata.
    Scriveva, dunque, la Testa:
    “Pensate a un detersivo per lavatrice che si chiami “Brix”, che offre il vantaggio di lavare a 30°. Il concetto da comunicare è “lava a fondo rispettando i colori”. Ed ora vediamo come può esser comunicato, sfruttando vari toni di voce.Tono romantico “Brix dà vita ai colori che amate; Aggressivo “Brix distrugge lo sporco ma salva i colori; Ironico “Brix: la sottile differenza che c’è tra grigio sporco e grigio pulito; Concreto “Brix è forte contro lo sporco, delicato con i colori, anche a 30°; Evocativo “Tolto lo sporco, brilla il colore; Provocatorio “Tutti possono lavare i capi colorati, ma quanti sanno mantenerli colorati?; Rassicurante “Con Brix, anche in lavatrice i vostri capi sono in buone mani; Coinvolgente “La prima volta che ho usato brix non credevo ai miei occhi; Tenero “Nuovo Brix fa felice il bucato; Disinvolto “Nuovo Brix: Niente calore tutto colore; Snob: Nuovo Brix, il maestro del colore.” Ecco.

    1. Splendido. Qui siamo andati al di là del “tono” di voce e siamo nel campo delle modalità di comunicazione, a seconda del risultato che si vuole ottenere. Traducendo poi queste frasi nel linguaggio, potrà entrare in ballo Il tono di voce che può essere ancora più differenziante per ciascuna delle frasi che viengono scelte.

  4. Visto che tempo fa si parlava dell’uso eccessivo di parole inglesi in italiano, mi chiedo perché si debba dire ‘emozionale’, che fa molto calco da ‘emotional’. In italiano non si dice ‘emotivo’?

    Grazie, Lara

    1. Ciao Lara.
      In italiano si usano entrambi i termini. In particolare, “emozionale” arriva sì dall’inglese (o dal francese), ma arriva da noi, dice il De Mauro, oltre un secolo fa, e ora è registrato in tutti i dizionari:

      e | mo | zio | nà | le
      agg.
      1893-1911; cfr. ingl. emotional, fr. émotionnel.
      TS psic. relativo all’emozione, alle emozioni: stato emozionale, spinta emozionale

      Mi sembra che tra “emotivo” ed “emozionale” ci sia una differenza di senso: “emotivo” più riferito al provare (intense) emozioni (Luigi è un tipo emotivo), “emozionale” riferito sia al provare sia al suscitare emozioni, intense o lievi. E infatti si parla di geografia emozionale, sfera emozionale, amplificazione emozionale, design emozionale e, ahimè, perfino marketing emozionale.

  5. Beh, io su facebook leggo mentalmente gli aggiornamenti di status degli amici con la loro voce, quando la conosco. Non riesco però ad immaginarne una per leggere allo stesso modo gli altri

  6. Complimenti signora Annamaria! Io sono una studentessa di comunicazione; leggo sempre molto volentieri i Suoi articoli e, da essi, trovo spesso molti punti originali su cui riflettere e utili per approfondire le varie tematiche trattate.
    Desidero ringraziarLa anche per quest’ultimo contributo dedicato alla voce. E’ magnifico! Penso che la voce, per ognuno di noi, con tutte le sue sfumature, sia un dono altamente prezioso e, se opportunamente gestito, un’arma formidabile!
    Con ammirazione.
    Cordialmente, Luisa.

  7. Sempre argomenti che adoro. Questo mi manca della scuola, imparare ed essere in mezzo a persone con la vita davanti che vogliono apprendere (o almeno è più facile da immaginare). Da quando ho capito quanto era importante ho cercato di pensarci, ma è difficile. Sono un uomo con una voce che al telefono viene scambiato per donna. La cosa non accade quando parlo da qualche parte, ma che la mia voce si ininfluente è chiaro. Probabilmente questo riduce il mio ascendente ed è nella natura delle cose. Non so come cambiare la voce che ci viene data dalla natura. Dovrò riflettere su questo. Inoltre, credo, la voce è un aspetto e quindi fa parte del cosiddetto “abito che fa il monaco”. E lo fa, lo fa. Sto pensando a Obama. Ho avuto modo di sentire la sua voce originale, credo che un timbro di voce “importante” abbia significato molto in campagna elettorale, forse più di quello che diceva. Del contenuto.

    1. Ciao Federico.
      Per fortuna nessuno di noi è perfetto, se no saremmo tutti uguali. Una soluzione è accettare serenamente le proprie caratteristiche, un’altra è lavorare per cambiarle in meglio, e la cosa interessante è che le due soluzioni non sono incompatibili.
      Credo che la voce si possa, almeno entro certi limiti, gestire, acquistandone maggior consapevolezza. Potresti andare a scuola di teatro, o entrare in un coro, per esempio. Così conosci persone, fai qualcosa di nuovo, e magari anche la tua voce impara qualcosa che prima non sapeva ;).

  8. Le persone con gravi difetti della vista o non vedenti, avendo una sensibilità maggiore e (a volte) emisferi con caratteristiche “particolari”, pensano attraverso i suoni allo stesso modo di quelle normo-vedenti?

    Il suono ed il tono della voce vengono percepiti in modo più emozionale dalle persone con gravi difetti o non vedenti?

    Il migliore udito dei non vedenti : http://www.lescienze.it/news/2005/02/01/news/il_migliore_udito_dei_non_vedenti-585388/

    A volte tento di ricreare questa “differenza” ascoltando alla radio messaggi pubblicitari a me noti visti in tv e le differenze, anche a livello emozionale, sono notevoli.

    E’ possibile fare sperimentazione “emozionale” anche con il televisore, basta semplicemente chiudere gli occhi ed ascoltare le svariate voci dei tanti messaggi pubblicitari che si susseguono.

    Per coloro che invece sono alla ricerca di “emozioni forti” una sola alternativa: azzerare il volume del televisore e “gustarsi” lo scorrere delle immagini mute …

  9. Un tema interessante e sempre attuale… il tono di voce, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella creazione del rapport, ovvero in quel meccanismo definito dalla Pnl in si crea un gioco di imitazione e ricalco tra due interlocutori.
    Ad esempio, per facilitare il rapport usando la voce si può adattare il proprio volume e la propria velocità alla voce dell’altra persona. Oppure, quando si interagisce con una persona arrabbiata si può comunicare utilizzando un tomo di voce gradatamente più basso, proprio per indurre chi abbiamo di fronte a calmarsi e fare il proprio gioco.
    Il tono di voce è uno dei pilastri della comunicazione assertiva, quindi la capacità di esprimere bisogni, esigenze, pensieri con efficacia e senza timori delle reazioni altrui.

  10. Mi ricollego a quanto scrive Paolo. Quando osserviamo due persone parlare fra loro in un contesto armonioso, si può notare una somiglianza nelle posizioni che assumono (posizione sulla sedia, gambe accavallate, mani incrociate); quando una persona cambia posizione, facilmente l’ altra persona fa lo stesso , seguendo inconsciamente i gesti dell’altro.
    Lo stesso accade ascoltando la conversazione tra persone in armonia : le voci sono “accordate” nel tono, nel volume, nella cadenza.

  11. vorrei chiedere come si puo’ avere un tono di voce piu’ alto perche’ la maggior parte delle volte il mio tono e’ molto basso. grazie aspetto vostre notizie

    1. Ciao Andrea. Come ho già scritto a un altro lettore di NeU (vedi qualche commento più sopra) dovresti parlarne con un logopedista.
      Ma forse anche frequentare un corso di teatro può aiutarti :).

  12. Salve, sono una ragazza di 26 anni il mio problema è che tendo ad urlare per esprimermi creando fastidio credo che sia legato all’emotivita ma sempre troppo spesso succede la cosa GRAVE è che non mi rendo conto e non sono sorda 🙁 vorrei invece creare pace alle persone: che fare??

  13. Sono un’ex cantante professionista e quelle come me possono confermare tutto ciò che lei ha così sapientemente scritto in questo originalissimo articolo. Ricordo, da ragazza, folle ipnotizzate dal calore e dalla potenza della mia voce. Mi sentivo come una sirena di Ulisse. Anche in questo senso la voce può essere seduttiva.

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