A guardarlo dal vero, ha le dimensioni – e il colore, e l’aspetto – di un cavolfiore piuttosto piccolo. C’è voluto un sacco di tempo per capire come funziona, e ancora oggi ne abbiamo un’idea abbastanza sommaria, ma comunque enormemente più dettagliata di una manciata di anni fa, grazie alle tecniche di neuroimaging. E fra una decina d’anni forse ne avremo un modello esauriente grazie al progetto Blue Brain.
Sì, il cervello umano è la singola struttura materiale più complessa dell’universo conosciuto. La sola corteccia cerebrale ospita un milione di miliardi di connessioni tra neuroni. Se le si contasse, una connessione (o sinapsi) al secondo, si finirebbe dopo circa trentadue milioni di anni. Lo scrive il Nobel Gerald Edelman, nel bellissimo Sulla materia della mente.
I processi mentali, compresi quelli creativi, sono il risultato della vorticosa, istantanea attività del cervello. Se volete avere un’idea di che cosa succede e del perché tutto quanto è connesso anche con il movimento, ve lo spiega Daniel Wolpert, neuroscienziato, in questa Ted Conference (sottotitoli in italiano).
Contrariamente a quanto si riteneva in passato, sembra che nuovi neuroni vengano prodotti nell’arco dell’intera vita: ma, se non sono costantemente sollecitati attraverso l’apprendimento, muoiono (addio!) in poche settimane. In effetti, i ricercatori dicono che anche per il cervello vale il proverbio “Use it or lose it“: o lo usi, o lo perdi. Un buon motivo per non smettere mai di leggere e di imparare in modo attivo a fare cose nuove, e di muoverci nel mondo.

13 giorni in Islanda, tra verde, nero, grigio e blu
Questo è il secondo di una serie di tre articoli che raccontano in dettaglio il viaggio di 13 giorni in Islanda che ho fatto con
Annamaria, spegnere “questa” tv aiuta di sicuro. Sto diffondendo questo appello e chiedo di fare altrettanto, anche via sms: Martedì sera dalle 21 alle 23 spegni “Porta a porta” ed accendi una candela per la libertà ed il pluralismo dell’informazione. PASSAPAROLA AGLI AMICI! Aldo M.
a tal proposito, vorrei segnalarvi un simpatico progetto: vi piacerebbe vedere il vostro cervello? http://www.youtube.com/watch?v=B-INIHMkg7Q http://www.brainmirror.se/index.htm
ciao ! vorrei segnalarvi un libro interessante che ho comprato proprio ieri Proust e il calamaro. Storia e scienza del cervello che legge di Maryanne Wolf a presto 🙂 roberta
Dunque c’è speranza anche per i neuroni delle persone di una certa età… se ben esercitati. 🙂 È da sempre che lo penso e lo predico. Ciao! Giovanna
@moltagente e roberta: grazie delle segnalazioni. Brainmirror è un modo brillante per spiegare una roba davvero complicata. Bravi… e l’idea del cervello che si modifica, se fa qualcosa di innaturale come leggere. è affascinante. A proposito di abitanti degli abissi, però: vorrei segnalarvi un ottimo articolo sull’intelligenza dei polpi . Dai, non fate gli snob e date un’occhiata. E’ interessante. @giovanna: sì sì sì. Però: se ben esercitati, appunto. E qui si aprirebbe tutto il tema dell’educazione permanente, diffusissima all’estero, ignorata in Italia.
Non ho letto l’articolo sull’intelligenza dei polpi, ma lo farò. Ciò che posso testimoniare è che durante un’immersione subacquea in una secca ho incontrato un polpo piuttosto grande. Non aveva nascondigli e si è fermato a osservarmi, io sono rimasto immobile e ci siamo guardati negli occhi per qualche minuto. È stata un’esperienza che non dimenticherò mai, era come fissare una persona. C’era un’intelligenza misteriosa e remota in quello sguardo che frugava direttamente nell’anima.
Consiglio vivamente : ” BRAIN -Il cervello istruzioni per l’uso” di Rob DeSalle e Ian Tattersall. L’ho preso alla mostra, ma credo sia poi reperibile altrove. Leggerlo è vantaggioso in entrambi i sensi che descrivi: si imparano cose stupefacenti e si conservano i neuroni! 🙂 Parla anche di polipi e meduse e di molti altri impensabili cervelli.
La mostra a cui si riferisce Barbara Berendis è questa:
http://www.arte.it/calendario-arte/milano/mostra-brain-il-cervello-istruzioni-per-l-uso-5133
Ho consigliato ai miei studenti di andare a vedersela (mi auguro che qualcuno l’abbia fatto) e lo suggerisco anche a voi, confermando che il libro di DeSalle e Tattersall (l’ho preso anch’io) è davvero interessante e ben fatto.