Giocare è un’attività serissima e multiforme. Tutti (bambini, adulti, e perfino gli animali) giocando sperimentano nuovi comportamenti e imparano.
Quindi la connessione tra gioco, apprendimento, cambiamento e creatività è molto forte.
Puntare sulle componenti ludiche è un buon modo per insegnare qualcosa di utile e positivo anche agli adulti, e per modificare comportamenti sociali in senso virtuoso. È la strategia della spinta gentile.
La gentilezza, unita a una dose di pragmatismo, serve a maggior ragione, (ne ho parlato al convegno per i vent’anni dell’Anlaids) quando si devono affrontare argomenti tosti. Lo dimostra il bellissimo sito lovelife. (In alto a sinistra c’è il pulsante per passare dal tedesco all’italiano. Guardate gli spot più veloci della Svizzera, la campagna 2008, la filosofia del sito): una splendida dimostrazione del fatto che la spinta gentile può essere positivamente applicata anche agli argomenti più tosti.

Che succede con l’intelligenza artificiale?
“Non perfetta ma straordinariamente impressionante”.Così McKinsey, società internazionale di consulenza strategica, descrive in un recente articolo la prestazione di ChatGPT, il modello di intelligenza artificiale
Spinta gentile sembra una contraddizione; anche la pubblicità svizzera sull’Aids sembra una contraddizione. La logica è che quando gli argomenti logici non bastano bisogna usare quelli paradossali. Se ho capito bene. Alba
Sempre a proposito di stimolare un ragionamento e favorire un cambiamento nei comportamenti, e sempre a proposito di lotta all\\\’Aids: avete visto per caso che combinano in Canada? http://adsoftheworld.com/media/print/quebec_coalition_against_aids_dog Dieg
Ciao a tutti. Vi segnalo a riguardo The funtheory, una iniziativa di Wolkswagen: http://www.rolighetsteorin.se/en/ Il sito promuove il divertimento quale motore per cambiare al meglio i comportamenti delle persone, verso se stessi, l\\\’ambiente o qualcosa di completamente differente. Trovate i video di alcune azioni virali delicate e divertenti. Have fun! Benedetta
ANCORA SUGLI IPERTESTI DI NeU Ciao Benedetta. E grazie della segnalazione. Il link a cui rimandi, però, è già presente in homepage: prova a cliccare le parole in arancione “modificare comportamenti sociali”. Ti troverai al sito che suggerisci. Come scrivevo qualche giorno fa, tutte le homepage di NeU (se vuoi vederne qualcuna trovi la raccolta scorrendo il menu e cliccando L’archivio di NeU) sono ipertesti: cioè testi che contengono rimandi ad altri testi. I rimandi, su NeU, sono tutte le parole in arancione. Clicchi e trovi i siti o gli articoli a partire dai quali l’ipertesto è costruito. E puoi, se ti va, approfondire il discorso, e scoprire un sacco di cose interessanti Nelle altre sezioni di NeU i titoli arancio linkano a siti o articoli. In sostanza, ti basta passare il mouse sul menu o sulle pagine: tutto ciò che cambia colore o acquista una sottolineatura è un link.
Tutto ciò che cambia colore o acquista una sottolineatura è un link. Però! Anche Crowdsourcing?
@Anonimo: se volevi segnalarci che il link Crowdsourcing non funziona, grazie mille. Tuttavia abbiamo verificato e ci risulta che sia tutto ok. Se hai riscontrato qualche malfunzionamento, vuoi spiegarci meglio? Grazie Manuela NeU
.. era una battuta, Manuela…
Che vergogna! Avrei voluto rendermi utile e invece mi sono (giustamente) beccata una lezione sull’uso degli ipertesti… Gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Benedetta
@Benedetta: tranquilla. Mi hai solo offerto un’ottima occasione per ricordare a tutti quelli che capitano su NeU che spesso, e anche qui, le cose più interessanti sono quelle che non si vedono subito. La fretta: e chi non ne ha, in questi giorni di novembre che finiscono prima di cominciare? Una delle persone che lavorano con me faceva il tutor, fino a pochissimi anni fa, nei corsi di alfabetizzazione informatica di una nota università milanese. E gli è successo di trovare studenti che alla prima lezione puntavano il mouse contro lo schermo come se fosse un telecomando. L’anno scorso ho presentato a un festival di letteratura per ragazzi il romanzo di una esordiente diciannovenne. Quando le ho domandato come mai la protagonista, a un certo punto della vicenda, non cercava in internet i dati che le servivano, mi ha risposto che lei, l’autrice, non aveva idea di come si navigasse. Insomma: mai dare per scontato che tutti condividano le medesime competenze, e anche quelle che possono apparire, nei diversi contesti, più ovvie. La mia scelta (anche quando sono in aula) è spiegare sempre, a costo di sembrare pedante a chi sa già. L’alternativa è rischiare di non farsi capire, e mi sembra peggio. Ma forse è una deformazione da prof. 🙂
Sono a letto con la febbre a 38 e 5 (maledetti suini…), non ho la capacità di connettere su un tema così importante e ricco di spunti ma resto sempre affascinato dalla capacità di Annamaria di proporci elementi di positività e di ottimismo. L’invito che le faccio è, quindi, siccome questo è un tema presentissimo ma mai affrontato con compiutezza, secondo me, quello di studiare un prossimo argomento sul tema, appunto, ottimismo vs. pssimismo. E sulle contraddizioni possibili. Io, per esempio, per citare un elemento mio personale, nella vita vengo considerato, da chi con me si relaziona di persona, un “inguaribile ottimista” pieno di voglia di fare e capace di trasmettere motivazione; questo approccio cambia quasi totalmente e, nei blog, il mio diventa un “tenace pessimismo”. Urgono lumi…
@Graziano. Bisognerebbe vedere quali legami esistono tra ottimismo/pessimismo e creatività. Sto giusto scrivendo un capitolo sulla personalità creativa. Per ora posso dirti che le caratteristiche dominanti in termini di creatività (e discriminanti anche in termini di risultati ottenuti), sintetizzando una cinquantina d’anni di ricerche per la maggior parte americane, sembrano essere: apertura, flessibilità, autonomia di giudizio, ambizione, controdipendenza, “drive” (che si potrebbe tradurre con “grinta”, “energia”). E’ necessaria una decente dose d’intelligenza, ma livelli eccezionali di intelligenza non sono correlati con risultati creativi eccezionali. Credo che una chiave per affrontare la questione ottimismo/pessimismo sia il tratto creativo della flessibilità: in sostanza, bisognerebbe saper capire quanto è più fertile essere ottimisti e quando lo è di più essere pessimisti, e rispetto a quale obiettivo. Ma se trovo delle evidenze specifiche e dei materiali interessanti e affidabili sì, promesso, metto tutto assieme in un discorso un po’ più strutturato. E… mille auguri per l’influenza. 🙂
Dico la mia. Sono parecchio affascinata dal tema proposto perché trovo sia bello. Sì, ne sono convinta, proprio bello esteticamente ed astrattamente incanalare la creatività in un approccio “gentile” e divertente che induca a modificare i comportamenti in positivo. Magari è questo l’atteggiamento nuovo attraverso il quale si cambia davvero il modo di fare il mondo. Ora però mi sorge un dubbio: l’abitudine di mettere sempre dei forse nei miei ragionamenti sarà pessimismo oppure ottimismo? Un augurio a Graziano di pronta guarigione. Laura bonaguro