Nuovo e utile

Destra e sinistra: materiali per un nuovo vocabolario

Dunque: abbiamo preso le liste e i commenti che avete postato sui diversi blog. Abbiamo cercato, per quanto possibile, di ordinarli cronologicamente (se ce ne fossimo perso qualcuno, per favore segnalatecelo). Abbiamo fatto un minimo di editing, rispettando i testi ma togliendo le sporcature del discorso, le richieste di precisazione, gli scambi di dettaglio tipici di una chiacchierata sul web. Abbiamo formattato tutto perché risultasse decentemente leggibile. Poi abbiamo provato a distinguere tra liste e commenti. Le prime ci danno un vocabolario (e non solo) relativo a destra e sinistra, le seconde un contesto (e non solo). E abbiamo provato, con Wordle, a costruire un primo tag cloud (30 parole) di alcuni termini riferibili a una destra e a una sinistra moderne. Potete vedere il risultato qui.
Non è che l’inizio. La parte preliminare di qualsiasi processo creativo: raccogliere materiali, ordinarli, trovare una prima struttura. Ma abbiamo intenzione, Giovanna Cosenza ed io, con il vostro contributo, di lavorarci assai. Contiamo di restituirvi, entro una ventina di giorni, un lavoro a partire dal quale vi chiederemo di fare un passo ulteriore.

13 risposte

  1. Ben Mi pare che nessuno faccia la lista solo per la destra. Alcuni la fanno per la destra e per la sinistra elencando per entrambe valori positivi. Altri la fanno pure per entrambe, ma la lista di destra è una lista di cose presentate come negativi. Fra quelli che fanno una lista solo di sinistra, alcuni la fanno in un modo che pure implica che i valori di destra sono negativi, sono disvalori. Vari politologi sostengono che in Italia, più che in altri paesi, vi è una frattura fra sinistra e destra. Semplificando, per i sinistri i destri sono egoisti e disonesti. Per i destri i sinistri sono lavativi e fessi. Questo test conferma in parte la prima di queste due tesi (che appaiono complementari): per non pochi che hanno scritto da sinistra, la destra è una brutta cosa. Siccome nessuno ha scritto chiaramente da destra, la seconda tesi non viene nè confermata né disconfermata. Quelli che scrivono entrambe le liste e mettono in entrambe valori positivi escono dallo schema della frattura. Non mi dispiace essere fra questi. Non ho contato quanti siamo, credo pochi. Ben P. S.: la mia doppia lista mi pare venga presentata due volte, la seconda a nome di Ugo, che non ne ha colpa. :-))

  2. Mi sembra un ottimo lavoro, a dimostrazione del fatto che visualizzare aiuta a pensare. Voglio cercare ciò che manca per disegnare la differenza.

  3. Scusate il ritardo. Secondo me NON può esserci SINISTRA senza: – partecipazione – progetto – società – dubbio – trasformazione – gruppo – intreccio – condivisione – pubblico mentre NON può esserci DESTRA senza: – gerarchia – controllo – status symbols – certezza – conservazione – indviduo – confine – selezione – accumulazione – privato Un saluto caloroso

  4. Carissime Annamaria e Giovanna, la prima volta che ho sentito forte l’animo della destra è stato nella risposta che mi dette un compagno di Università alla mia domanda perché avesse lasciato una supplenza solo dopo poche settimane:”Non sono mica matto a dire agli altri quello che Io so!”. Ora naturalmente è di destra o forse è…niente. Voi invece, con gesto squisitamente femminile, “condividete”, vi “dedicate”. E ci avete lasciato un bellissimo pdf. Grazie a voi e alle vostre collaboratrici e ai collaboratori.

  5. Mi piace molto ragionare su questa prima selezione di parole. Trovo interessante che nel territorio della destra non compaia la parola “cultura”. Benché di questi tempi sia un termine iperutilizzato sia in riferimento alla formazione e ai saperi, sia per definire elementi di unificazione di gruppi umani, di fronte alla nostra destra non ce la facciamo proprio ad utilizzare la parola cultura. Un’altra cosa interessantissima è che a sinistra, sia pure in piccolo, compaiono “individuo” e “individuale”. A destra compare solo “individuale”. Eppure in questo periodo l’individuo andrebbe pensato e ripensato, ma non riusciamo proprio a vedere questa nostra destra che in qualche modo si occupa dell’individuo. E se è vero che non nutriamo grande stima neppure per questa nostra contemporanea sinistra, in un atto di affetto abbiamo la capacità di astrarre e di attribuirle contorni più adatti, con la destra non ce la facciamo proprio! Ho capito perché non riuscivo a produrre elenchi. elisabetta

  6. Ben Il giornalista Beppe Severgnini, sul Corriere della sera il 10 novembre scorso, ha fatto una lista di 16 “aspettative di un normale cittadino italiano”, che equivalgono a una lista di valori. Di destra o di sinistra? Vedete voi. Ecco la lista di Severgnini, che è dichiaratamente un moderato (direi di destra liberale e moderata, piuttosto che di sinistra): “- avere poche regole, chiare e rispettate; invece di tante regole, confuse e aggirate – avere concorsi, esami e appalti puliti: chi viene beccato a imbrogliare, espulso e svergognato – avere una giustizia rapida: chi sbaglia, paga (e non accampa scuse ridicole) – avere medici che curano e insegnanti che insegnano – poter credere che i nostri figli vivranno meglio di noi – poter vivere in città ordinate – poter pensare che il vicino paghi le tasse – poter dissentire senza essere insultati – sapere che i parlamentari, dopo due mandati, lasceranno il campo (come i sindaci) – sapere che i giudici non scenderanno in politica (così i politici non potranno giudicarsi da soli) – sapere che gli amministratori operano come padri di famiglia (non mafiosa) – sapere che i giornalisti rispondono a voi, non a loro. – essere impiegati, non sfruttati (ricevere uno stipendio, non un’elemosina) – essere orgogliosi di aiutare l’istruzione, la ricerca e chi sta peggio di noi – essere consapevoli che il futuro va oltre il prossimo weekend – essere convinti che vivere onestamente non sia inutile” Ben

  7. @Ben: grazie per la segnalazione, abbiamo corretto il documento. Segnalateci pure eventuali altre incongruenze. La redazione

  8. Anche il mio commento sull’esempio di Tremonti manca ma non è una dimenticanza, naturalmente 🙂 e, forse, nemmeno un’incongruenza 🙂 🙂

  9. L’idea della rappresentazione del complesso dei valori tramite tag cloud è molto efficace. Vorrei condividere con voi una considerazione. Non noto sovrapposizioni particolarmente rilevanti tra valori di destra e di sinistra. Mi verrebbe da pensare che le persone attribuiscano a sinistra e destra ancora un’identità forte, anche se oggi si tende a sostenere che le ideologie non esistano più e che le differenze riguardino non tanto i valori quanto i programmi. Che ne pensate? Complimenti per tutto. Ciro

  10. Ben Rispondo alla domanda di Ciro (naturalmente la mia è solo un’opinione). Sì, la differenza fra sinistra e destra c’è ancora. Però ci sono tante cose che non sono né di destra né di sinistra, nel senso che sono giuste in una prospettiva sia di destra che di sinistra. Su questa premessa direi che c’è poco da discutere. E’ invece discutibile l’opinione seguente, che io tuttavia condivido: oggi in Italia le cose più urgenti e importanti da fare non sono né di destra né di sinistra. Potrebbero e dovrebbero farle i governi di destra, di sinistra e di centro. Potrebbero. Dovrebbero. 🙁 Ben

  11. Ragionando sul tema mi sono sì trovata a scavare fino alla sintesi estrema ma anche a constatare che cominciando a dare valore alle cose e a metterle in ordine ne saltano fuori parecchie. Tutte sono collegate, molte sono consequenziali, la maggior parte dipendono dalla prospettiva dello sguardo. Immaginando la destra e la sinistra vedevo due alberi di diversa forma e struttura; rami e rametti, foglie, fiori, frutti differenti; ma sempre alberi. Provo a spiegarmi: faccio fatica a concepire delle priorità strategiche politiche assolute che esprimano i valori di base di una destra e di una sinistra, lontani. Nella mia testa man mano che si scende nel profondo a cercare nel mucchio il valore dei valori, questo non può che essere universale. Le differenze sostanziali si manifestano salendo semmai in superficie. Compiendo più strada aumentano le connessioni e la rete si infittisce. È qui che inizia la divergenza. Inevitabile. Credo sia per questo che non mi riesce di pensare ad un qualcosa di significante, dissociato da un programma, da un’istruzione per l’uso, in un qualche modo indicatore dell’appartenenza ad un capo o all’altro della corda e – come Ben – che le cose da fare non sono né di destra né di sinistra ma sono i mezzi, i modi e le priorità a connotarle…

  12. Mi aggancio all’intervento di Laura (ciao!) con una battuta. Al mio paese (Ferrara), si dice: i taca a gnir…

  13. I VALORI, DOVREBBERO ESSERE UNIVERSALI, E’ IL MODO COME ATTUARLI CHE DIFFERENZIA LA DESTRA DALLA SINISTRA. SECONDO ME.

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