A cura di Eurisko, la prima ricerca della percezione che gli italiani hanno della creatività. Una serie di focus group evidenzia stereotipi, pregiudizi e distorsioni diffuse in ogni classe di età, élite a parte.
Le domande sono state affrontate in gruppi guidati da uno psicologo, dedicati a 4 segmenti della popolazione italiana: – gli élitari (cultura, reddito, professione) – le donne di età centrale (33-46 anni) – gli uomini di età centrale (33-46 anni) – i giovani nel ciclo universitario. I 4 segmenti rappresentano gli italiani più attivi, appartenenti alla popolazione produttiva e giovane-adulta.
Per i giovani la creatività è soprattutto impulsività, non controllabilità, prevalenza dell’emotività e della fantasia. Centratura sul sé, sull’agire per sé, in una sorta di atto gratuito, senza pianificati scopi utilitaristici, senza apparenti riflessi sugli altri.
Per le donne di età centrale, la creatività è il bello: pittura, design, letteratura, arti non applicate, spettacolo. Coincide con il talento artistico. Per gli uomini la creatività è il buono: scienza, tecnologia, genialità portata al problem solving.
Per le élite produttive, invece, la creatività è innovare, conoscere, associare, connettere, ragionare. Essere colti, avere molto appreso dagli studi e dalle esperienze. In sostanza, un processo, un percorso, per scopi e obiettivi.
Tutti gli italiani, se si escludono le élite, hanno della creatività un’idea vaga e “irresponsabile”:per i giovani, impulsività e fantasia anche deviante. Per le donne, il bello e lo spettacolare. Per gli uomini, il genio innato.
Gli italiani sembrano mancare della consapevolezza dei percorsi, degli strumenti, dei processi e delle necessarie competenze preliminari, della fatica, della dimensione sociale, del lavoro e della responsabilità individuale.
Tecnico, in italiano.

Che succede con l’intelligenza artificiale?
“Non perfetta ma straordinariamente impressionante”.Così McKinsey, società internazionale di consulenza strategica, descrive in un recente articolo la prestazione di ChatGPT, il modello di intelligenza artificiale
Tratto da un articolo di Mariagiuseppina Bo su “il Resto del Carlino” dell’11settembre 2013: Il progetto:” la creativita’ si puo’ insegnare, e’ di tutti.
La creativita’ si insegna e si impara. (…omissis…)
Un progetto europeo Creanet: Creativity in preschool education sulla creativita’ infantile, durato tre anni. Al progetto hanno partecipato: il dipartimento di Educazione di Scienze Umane dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia, il comune dI Scandiano ed il Sern (Sweden Emilia Romagna Network), 12 Stati, 40 partner, 400 insegnanti italiani, 4000 europei e migliaia di bambini.
Una delle coordinatrici Roberta Cardarello ed Antonio Gariboldi hanno raccolto i principali risultati della ricerca nel volume “Pensare la creativita’ “: http://personale.unimore.it/rubrica/pubblicazioni/rcardarello
Dal 12 al 14 settembre il progetto si concluderà con una conferenza internazionale a Reggio Emilia e Scandiano:
http://www.creativityinpreschool.eu/creanet/scancon3.htm
L’enigma Escher:http://www.palazzomagnani.it/2013/07/lenigma-escher/
Percezione, creatività, tecnica.
L’ho visitata e la consiglio.
Un commento: pazzesca.
Opere che mi hanno stregato: tutte, in particolare:
– nastro di Mobius
– cascata
– altro mondo
– tremondi e …
– … metamorfosi
In realtà ci sarebbe una stupenda xilografia (o litografia? non ricordo) che rappresenta un mare in burrasca, però non ricordo il titolo.
Solo quella vale il prezzo (parere personale di un ignorante in materia: io).
Una frase (di Escher): “non riesco a smettere di baloccarmi con le nostre incrollabili certezze”
Un articolo molto interessante, grazie.
consiglio la lettura di “La specie creativa. L’ingegno umano che dà forma al mondo” di A. Brandt e D. Eagleman e che sviluppa l’argomento creatività quale capacità umana di dare forma al mondo e non solo di misurarsi con l’ambiente per aggirarne gli ostacoli, come invece sanno fare anche le specie animali.
C’è anche un podcast di Radio3 Scienza
https://www.raiplayradio.it/audio/2019/03/RADIO3-SCIENZA-del-19032019—Perch195169-siamo-diversi-9242a5a0-e6d5-431a-aaa1-e39ce0639238.html