Il coltellino svizzero

Il coltellino svizzero, eccolo. Con tre cose che voglio dirvi

Il libro di cui vi parlo è uscito da qualche giorno. L’ha pubblicato Garzanti. Si intitola Il coltellino svizzero perché ha l’ambizione di rendersi utile senza occupare troppo spazio o infliggere troppo peso ai suoi lettoriRaccoglie, riordina e collega diversi tra gli oltre ottocento articoli che ho pubblicato in rete, qui sulle pagine di Nuovoeutile e sul sito di internazionale.
Sono gli articoli più apprezzati, nel senso di più letti e condivisi.
Insomma: scegliendo, e grazie al riscontro della rete, sono andata sul sicuro.

GRAZIE, GRAZIE! Ci sono tre cose che voglio dirvi subito. La prima è questa: a convincermi a mettere in un libro il meglio di quanto ho raccontato in questi anni sono state le tante (tante davvero!) persone che di volta in volta hanno commentato “ehi, questo articolo mi è servito” oppure “ehi, questo spunto è interessante”. Ringrazio tutte e tutti di cuore, per l’attenzione e per l’affetto.

SFIDANTE. La seconda cosa è questa. La parte più faticosa e sfidante dello scrivere, per me, non è tanto costruire un discorso. O confrontarmi con le fonti. E non è nemmeno cercare, in maniera abbastanza maniacale, devo ammetterlo, una forma comprensibile e piacevole.
La parte più sfidante e irrequieta comincia quando cerco di capire quale fenomeno o processo in quel preciso momento impone o merita di essere raccontato. E, prima ancora, circoscritto e nominato.

SORPRESA. È un po’ come andarsene in giro in una città molto caotica con una piccola polaroid e scegliere se fotografare un semaforo, il tramonto, una crepa nel marciapiede o il riflesso di una vetrina. Facendolo ogni settimana, per molti anni.
La sorpresa del riordinare e connettere tutto quanto è che ne vien fuori, mi sembra, un’immagine coerente, e molto più grande. 

BREVE. Ed ecco la terza cosa: ho sempre il timore di parlarmi addosso, ed ecco perché questo articolo è più breve della media. In compenso ho scelto un fondo esagerato per la foto (in realtà è un vecchio tavolino indiano).
Infine: spero che Il coltellino svizzero piacerà a tutti gli amici di NeU, e magari ai loro amici. Se avete voglia di vedere le prime pagine, vi basta un clic qui.

RAGIONARE. Qui, se avete voglia di dare un’occhiata, c’è la presentazione del Coltellino a Quante storie, su Rai3. Qui c’è una lunga intervista uscita su Il Libraio, dalla quale viene fuori l’idea-chiave che è imperativo ragionare su come ragioniamo.
Infine: non nego di essere curiosissima delle vostre reazioni, dei vostri commenti e dei vostri consigli. Intanto, a chi vorrà, auguro buona lettura.

27 risposte

  1. Cara Annamaria, lo leggerò con molto piacere.

    Condivido la tua attenzione maniacale e soprattutto il che cosa scegliere anche in funzione del lettore.

    1. Ho già letto un suo interessantissimo libro ” trame lucenti”, sicuramente comprerò anche questo, è una tematica importante e complessa. Grazie per il suo lavoro

  2. Grazie Annamaria, Nuovo e Utile mi è stata compagna per anni in diverse parti del mondo. Lieta di riprendere questo fil rouge.

  3. Direi che la parte che ritieni più difficile é quella che ti riesce meglio! Mi trovo sempre molto interessata a ciò che scrivi quando lo scrivi, quasi riuscissi a leggere nei miei pensieri!
    Come scrivo sempre quando condivido un tuo articolo o ne parlo con qualcuno, nel mio governo ideale saresti il Ministro dell’Educazione (che dovrebbe tornare a chiamarsi così, a mio avviso, oggi piùche mai). E sarei fiduciosa che una bella fetta dei problemi dell’Italia potrebbero essere risolti.

    1. Eh, Veronica, grazie per la stima. Ma mi riesce (spero) bene solo perché ci investo una discreta quantità di attenzione.

  4. Grazie Annamaria, non vedo l’ora di leggerlo.
    Anche io, che sono schizzinoso sui libri, penso proprio di andare sul sicuro.

  5. Non commento quasi mai, pur leggendo ogni singolo articolo di NeU e tutti i suoi libri, tanto da aver subito individuato le 5 righe finali in più dell’articolo sulla sindrome dell’impostore, presenti sul libro. Ma se i commenti sono un incentivo a scrivere nuovi libri, allora cambierò subito abitudine!

    1. Cara Antonella,
      grazie per essere qui.
      Sì, i commenti e il sostegno degli amici di NeU sono molto importanti per me: la motivazione più forte a continuare, settimana dopo settimana, a guardarmi attorno, a trovare argomenti potenzialmente interessanti, a cercare di capire, e a scrivere.

  6. Da tempo leggo anche i suoi scritti, sia sul sito che su Linkedin. Trovo siano un mio “pensar ad alta voce”, oppure hanno il gusto di una chiaccherata davanti ad una bevanda rilassante in amicizia. Sto seguendo da un anno a questa parte l’abitudine di mettere sui social una immagine ed un “pensierino” legato ad essa. Come dice Lei in SORPRESA mi sono ritrovato con un insieme con molti significati. Ho ripercorso i cambiamenti del mio lavori e della mia vita. Li sto raccogliendo in un “diario” o meglio in un “Block notes” a solo uso personale ma altamente significativo per me. Se non altro ho potuto constatare che il mio pensiero (mini) è stato come le foglie di un bosco che crescono nel silenzio ma servono a tutto il bosco. Buona giornata.

  7. Io ritengo che “la trama Lucente” sia un capolavoro…quindi complimenti in anticipo e voglio godermi l’immensità de “il coltellino svizzero”…

  8. Sono stato tante volte nel castello delle meraviglie. Un castello pieno di idee fantastiche e concrete. La Regina, un po’ maga, un po’ fata, quando si apre una porta del suo castello fatato costruisce all’istante una nuova stanza con nuove porte. Ogni stanza contiene un nuovo pensiero che coinvolge e avvolge, illumina, rende ogni cosa più chiara. Così viene voglia di entrare in ogni stanza, e ancòra e ancòra, per una continua scoperta. Del castello ora c’è un modello di carta che, quando si apre come fosse un libro, si trasforma, come quelli per bambini che dalle pagine fanno ergere draghi, paesaggi fantastici, case per bambole. Riduttivo il titolo: il Coltellino svizzero, perché non solo racchiude mille usi e mille funzioni utili. È anche un viaggio che apre a tante nuove visioni impensate. Un “il Milione” che ci guida alla visita di nuove terre poco esplorate della razionalità.

  9. Annamaria, questo tuo libro sul “ragioniamo su come ragioniamo” lo adoro .. ci sono tante riflessioni interessanti.
    Non ti sei parlata per niente addosso!
    Spero che questo mio messaggio ti aiuti a liberarti, anche solo per poco, della sindrome dell’impostore 🙂 🙂

    stefano

  10. Stefano, ma grazie!, davvero
    (la Sindrome dell’impostore ormai fa parte di me, ma, come si dice, me ne faccio una ragione)
    😉

  11. Sto leggendo LE VIE DEL SENSO.
    Fantastico, qualcuno che la pensa come me.
    Ho pensato di spedirle i miei microracconti del 2011( titolo : DI POCHE PAROLE) sperando in un apprezzamento, Noi peones che navighiamo fuori della cittadella editoriale -immagine giusta è Dubrovnik- elemosiniamo un’apertura tra le mura, o solo una carezza.
    Poi, la consapevolezza di essere uno dei 12.316.425 italiani che si dedicano alla narrativa e rompono le palle al prossimo, mi ha frenato. Sono poco social e da anni il mio rapporto con i giornali è di molto affievolito. Non con i libri. Ma nessuno è perfetto, diceva l’ultima battuta di un film.
    Ho solo un paio di domande: ma quanta energia ha? ma quanti neuroni ha?
    Continui così.
    Sandro Santori

    1. Ciao Sandro.
      Non mi azzardo mai a dare pareri sulle cose scritte da altri. Sì, ne ricevo, ma tutte le volte svicolo chiedendo comprensione per la mia reticenza. Avrei fatto lo stesso anche con te 😉

      Sono felice che Vie del senso ti sia sembrato interessante: l’idea di base era raccontare – e, soprattutto, mostrare – un fenomeno complesso in modo semplice e intuitivo.
      Tradurre questa idea in pratica è stato una faticaccia, ed ecco la ragione per cui VdS è un libro a cui tengo molto.
      Per quanto riguarda le energie e i neuroni: tranquillo, sono certa che siano nella media, né di meno né di più. Forse, rispetto alla media, sono un po’ più secchiona, ma questo è tutto.

  12. Ho appena letto Le Vie del Senso e ho subito ricominciato a leggerlo (che è un po’ diverso da ho-cominciato-a rileggerlo). E’ un testo di una tale densità da richiedere questo immediato bis. Poiché mi occupo professionalmente di diritto industriale e sono particolarmente interessata ai marchi e ai segni distintivi in genere, ho letto il libro soprattutto da questa angolazione. Mi fermo qui e corro a procurarmi Il coltellino svizzero e poi via via gli altri suoi lavori. Con vivo apprezzamento.

    1. Ciao Fernanda, e grazie di cuore per l’apprezzamento!
      Marchi e segni distintivi sono un ambito davvero complesso (e tendente, ne sono certa, a diventare ancora più complesso in un futuro prossimo). Sono felice che Vie del senso ti abbia offerto qualche spunto o suggestione in più.
      Spero che anche il Coltellino ti sembrerà interessante!

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