bruciare libri

A bruciare libri son sempre i cattivi

Nelle storie, e nella Storia, a bruciare libri sono sempre i cattivi. Dal falò delle vanità del Savonarola in cui si perdono decine di copie del Decamerone a Fahrenheit 451 di Bradbury, dai roghi nazisti al pastore Jones che minaccia – roba di pochi mesi fa – di bruciare il Corano. Di fatto, bruciare libri sembra essere uno degli sport favoriti dei tiranni e dei dittatori.
L’assessore alla cultura (sic) della provincia di Venezia simpaticamente propone di togliere dalle biblioteche pubbliche mezza letteratura italiana contemporanea (dai Wu Ming a Giuseppe Genna passando per Tiziano Scarpa). Non si tratta proprio di bruciare libri, ma quasi. Neanche tre giorni dopo l’assessore regionale all’Istruzione (sic) riattizza la polemica, invitando «tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nelle biblioteche i testi diseducativi degli autori che hanno firmato l’appello a favore di Cesare Battisti».
Cultura e istruzione: mica male. Bisognerebbe spiegare ai due assessori che i libri sono fatti per essere letti, discussi anche ferocemente, contestati anche radicalmente, amati o detestati. Ma che bruciare libri, in termini sia reali sia metaforici, non è altro che un segno di impotenza e di paura:
Si potrebbe anche, ai due assessori, ricordare il detto attribuito a Voltaire: disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo. Il guaio è che magari rispondono: Voltar, che cosa?

22 risposte

  1. Il problema “vero” del nostro Paese, cara Annamaria, sta nei due sic che hai messo nel tuo post.

  2. Si tratta di bieca barbara ignoranza, anche del ruolo che questi figuri sono chiamati a svolgere. Invito tutti a mobilitarsi, perché la notizia abbia la giusta eco (e inoltre: mandare a casa gli assessori-censori sarebbe cosa buona e giusta).

  3. Non potremmo ricordare a lor signori che la presidenza del consiglio fa pubblicità ai libri, dicendo A NOI che sono cibo per la mente, e di passare parola? Del resto, se dare dei soldi a una minorenne per le sue prestazioni viene considerato un atto di generosità, qualcosa che rende migliori certi signori, che non vogliono fare altro che ‘aiutare’, che NOI non sappiamo quanta gente ha bisogno, soprattutto quelli che VENGONO DA FUORI?????

  4. Non mi stupisce che questo becero appello arrivi dal Veneto: terra di piccola e grande borghesia reazionaria, arricchitasi con tanto lavoro e tanta evasione dove i Valori, di sacra romana chiesa, maestra di libri all’indice, valgono solo la domenica, quando si deve parcheggiare il Cayenne in piazza sagrato. Per il resto due mantra: “fate furbo, moro…” e “chi fa per sè fa per tre”. Io giro molte biblioteche da Treviso a Vicenza, e quelle che funzionano, lo fanno grazie all’iniziativa eroica di appassionatissimi dipendenti pubblici. Quanto ai dirigenti e ai sindaci, meglio lasciar perdere….Damiano

  5. Da italiano trovo molto più che preoccupante questi appelli ad una barbarie di questo genere, da veneziano non posso far altro che inorridirmi e gridare allo schifo che un rappresentante della mia provincia osi dire una scelleratezza del genere nella terra in cui trovarono rifugio molti liberi pensatori e che, anche grazie alla diffusione della carta stampata, trovo nelle menti di molti l’appellativo di “libera”. Ora viviamo in un’epoca dove conviene essere stupidi e vendere il proprio corpo, e noi veneti viviamo in una terra che si allontana sempre più dalla cultura, soppraffatta dalla bieca ignoranza e dalla cieca avidità. A volte mi vergogno di essere italiano. Giovanni

  6. Cara Anna Maria tempo fa su un mio blog arrivarono dei commenti polemici da parte di alcuni leghisti, accettai il confronto ed anche io cominciai a scrivere ogni tanto dei commenti sul loro blog, il confronto era acceso ma si manteneva in limiti accettabili. La cosa finì un giorno quando una tipa, dopo essersi professata più civile dei meridionali, raccontò disgustata che la professoressa della figlia aveva dato da leggere alla classe un libro di Camilleri e comunicò ai suoi affezionati compagni di partito la sua voglia di bruciare tutti i libri scritti dai meridionali!! La civiltà, la cultura, la democrazia, il rispetto degli altri per alcune persone sono concetti mal digeriti, rappresentano un’esile crosta, un sottile paravento che in certi periodi storici può venire giù rivelando il peggio e facendo tornare indietro la società di decenni se non di secoli. Anche io penso che questi fenomeni non vanno mai sottovalutati.

  7. VIDEO PARETI CON GIOCHI E COTILLONS Nel libro di Bradbury, se non ricordo male, si lavora per poter avere soldi per comprare e aggiungere pareti video alle case, e essere così anestetizzati guardando programmi di intrattenimento che liberano da preoccupazioni e pensieri critici fuorilegge, presenti invece nei libri, che i pompieri ancora scovano e bruciano nelle case di alcuni sovversivi dell’ordine pubblico. L’esperimento del grande Stagista B. (avete letto bene, ho sostituito la g alla t) sta raccogliendo i suoi frutti: generazioni di bambini, adolescenti, giovani di belle speranze e anziani in pensione si temprano il carattere e amplificano i loro neuroni bevendosi il verbo del tubo catodico, e dichiarando il loro disprezzo per l’anacronistica lettura di libri, se non per quelli canonizzati nel Salotto Bianco. Il pensiero critico che devasta e immobilizza la controparte politica, negli spiriti liberi dei seguaci del Grande Stagista il dubbio non esiste, sicuri tutti, sulla testa dei sui figli, che il suo verbo è legge. Quanti anni occorreranno, se mai ci salveremo, per permettere ai nostri avversari di rimanere tali ma di pensare con la loro testa?

  8. Sono d’accordo con Annamaria e con i commenti. E aggiungo: siccome leggevo Nietzsche, Pound e “Buio a mezzogiorno” di Koestler ero molto criticata dagli amici di sinistra. Nessun Indice, per carità, ma una certa diffidenza. Per come sono andate le cose, posso dire che hanno fatto molto male a non leggere quei libri: si impara molto dai cosidetti avversari. Lo stesso errore fa la Lega (non avrei mai immaginato che al nord l’ignoranza fosse una virtù), come lo fece, e paga ancora, la Chiesa con l’Indice dei libri proibiti.

  9. Già, sono ignoranti. Parecchio. E non c’è nulla di buono in questo. Però molti ignoranti risultano efficaci per il progresso. Perchè applicano il loro buon senso (quando ce l’hanno) senza condizionamenti e per loro è più facile rappresentarsi un obiettivo concreto. Le aziende ne sono piene, soprattutto nelle posizioni chiave. Insomma nell’essere ignoranti non c’è nulla di buono, ma nemmeno di cattivo. D’altro canto anche loro hanno il diritto di dire quello che ritengono. Troppo relativista? Se mai il problema è che non c’è una voce abbastanza forte per rispondere. E non c’è un quadro di riferimento sociale e politico che consenta di collocare questa cultura al suo posto, dentro a un sistema più completo che conservi i necessari elementi di sacralità civile e istituzionale. Insomma è gente che travalica il proprio ruolo. Il problema sono loro o il vuoto che riempiono impropriamente?

  10. Luca, era tanto che non leggevo un commento così sintetico e intelligente. Non su questo spazio, ovvio, in genere. Complimenti. Torna spesso.

  11. Ben Hai ragione Luca, nel tuo splendido commento, sintetico e intelligente, concordo con UE 11. Il problema, come suggerisci tu, è il vuoto che questa gente riempie impropriamente (a volte impropriamente). Ben

  12. Forse non ti ho capito, Luca, ma gli ignoranti che preferisco sono quelli che hanno il buon senso di rispettare i libri, mica di bruciarli. Perchè la civiltà dei libri attenua gli effetti collaterali devastanti che a volte il progresso ci ha procurato.

  13. “UN DISORDINATO PASSAGGIO DI LIBRI DALLE MIE MANI ALLE TUE… Spiegare la Resistenza a una diciottenne di oggi è una missione impossibile. La strada più sbagliata che si possa immaginare è quella della pura violenza, del sangue dei vinti e dei vincitori…Io preferisco parlarti della guerra contro i libri che non fu meno cruenta” Alberto Cavaglion La Resistenza spiegata a mia figlia, 2008

  14. @Gabri. Sono d’accordo con te. Ed è anche un po’ il senso del mio post, che voleva essere un intervento sul tema, non una risposta al tuo.

  15. Scuserete. Sabato 22 gennaio 2011, appena sentito Veltroni al Lingotto. Devo ricredermi. La proposta politica per un’alternativa di futuro c’è. Importante, chiara, condivisibile. Ora occorre diffonderla. Democratici, orgogliosi di esserlo. P.S. Leggere Scalfari di oggi su Repubblica. La pensa, absit iniurua verbis, “esattamente” come me. Doppiamente orgogliso. Si riparte, ragazzi. http://www.repubblica.it/politica/2011/01/23/news/pd_scena-11548961/?ref=HREC1-6

  16. OT Dopo la faccenda Mirafiori, mi sono riscritta alla CGIL. Un mio ex-alunno, che lì fa il funzionario, ha esclamato:”Era ora”. Rossore.

  17. Ricordo che anche Saviano, pur non essendo tra i firmatari dell’appello per Battisti, è stato inserito nella lista degli autori dai quali biblioteche e scuole pubbliche venete dovrebbero tenersi alla larga. @ Graziano: felice di leggerti ottimista. Una caratteristica delle situazioni deteriorate e bloccate è che sembrano immutabili. E’ questo a togliere energie e orientamento, a ridurre la speranza e a rendere (ancor) più difficile il cambiamento. “Esplorate. Scoprite. Sognate”: e come non essere d’accordo? E come non provarci, anche?

  18. Breve Storia improbabile di un Futuro possibile: … Alvise mi invita a salire su di una imbarcazione del cugino ormeggiata sul canale. Mi offre un tè allo zenzero. Sottocoperta lo spazio disponibile per muoversi è all’osso, tutto attorno mobiletti che sembrano gabbie per uccelli e casse semiaperte sopra le quali si appoggiano tazzine, bicchieri e piattini. Mi accomodo nell’angolo più vicino all’ingresso subito dopo le ripide scale, davanti a me due ragazzi non si scompongono e continuano a leggere. Una signora invece si alza e facendosi strada tra gli arredi strani e ingombranti arriva ad un pomello sulla parete, apre la grata di ferro a maglia larga ed estrae sicura un libricino dalla copertina coloratissima. È proprio vero, penso, sembrano in prigione. Sono i volumi della Sezione Proibita, ormai nei luoghi pubblici sono introvabili, pure nella biblioteca storica di Alvise. Ma non in quella sull’acqua. Su quella personale stanza lui e Giorgio pagano le tasse e non fanno contrabbando; si spostano, girano e ormeggiano a piacimento. – Qui non mi dà fastidio nessuno – interviene con un sorrisetto furbo Giorgio. – È mia e ci faccio quello che voglio – Continua strizzando un occhio. Tessera speciale gratuita per la consultazione “Amici del Canale”. Si legge in barca, si prenota via SMS o via mail. C’è anche la possibilità di scambiare libri o altro materiale. – Tutto privatamente e senza tirar fuori un centesimo! E la maggior parte di quelli che vengono qui contribuiscono con qualcosa, tè, caffè, biscotti, focaccia o pizza a seconda degli “agganci”, insomma… – Interviene Alvise. – Che significa esattamente? Il fornaio o gli amici del panettiere ti regalano la materia prima?- Chiedo io aspettando la conferma. – Più o meno… – Risponde Alvise togliendomi la tazza vuota di mano. – Vuoi… crostoi? Ancò i ghe xe ma doman non se sà! – …

  19. In estrema sintesi. Veltroni ha presentato, finalmente, un programma. Serio. Lungimirante. Condivisibile. Su qualcosina non siamo d’accordo? Parliamone ma non facciamola diventare ls scusa per continuare a parlare e basta. Il programma parla al Paese, a tutto il Paese, a chi è di destra e a chi è di sinistra. Delle alleanze non può farne a meno ma vengono dopo. Di un ragionamento su Berlusconi non può farne a meno ma non è il centro del ragionamento e, comunque, quando ne parla, lo fa con nettezza e precisione. A me, per ora, basta e avanza. Poi, naturalmente, occorre passare ai fatti.

  20. @ Graziano: “sia di destra che di sinistra” invece che “né di destra né di sinistra” forse è già un fatto! 😉

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