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Ragazzi che leggono: una buona notizia, finalmente

È davvero una notizia confortante. I ragazzini, da sempre meno interessati e meno bravi a leggere delle ragazzine, stanno colmando il divario. Lo attesta il Progress in International Reading Literacy Study (PIRLS) del 2011, di recente pubblicato, che indaga le competenze nella lettura dei nostri studenti di quarta elementare e assegna loro, con pochissima distanza (tre punti) tra maschi e femmine, un onorevole punteggio di 540 su una media mondiale di 500 punti.

Qualcuno per caso si sta chiedendo perché continuo a insistere sulla capacità di leggere, e perché NeU pubblica così spesso post sulla lettura? La risposta è semplice: leggere (libri, giornali, fumetti… su carta e su schermo, a scuola e altrove) serve a capire, a procurarsi conoscenze nuove e a continuare a imparare.
In un mondo che cambia, se uno non continua a imparare per tutta la vita è tagliato fuori da ogni possibilità di comprendere quanto gli succede attorno, di esprimere pienamente se stesso e la propria cittadinanza, di decidere, e perfino di votare sapendo chi vota e perché. E (appunto) leggete quel che scrive Benedetto Vertecchi a proposito di lettura e competenze di base nazionali.
Solo i ragazzi che leggono hanno probabilità di continare a farlo anche crescendo. Non la certezza, però: tra gli adolescenti e gli adulti, la lettura femminile continua a superare quella maschile. C’è da sperare che la nuova ondata degli scolari lettori maschi cambi presto le cose.

Il numero dei ragazzi che leggono cresce per una serie di motivi: entrano più libri in famiglia, ci sono più occasioni  e più stimoli a leggere (anche su schermo) e i libri per ragazzi sono diventati più appassionanti: onore dunque a Harry Potter, al Signore degli Anelli, a Coraline e al Diario di una schiappa, all’esilarante collana Brutte Storie
Nel primo articolo che ho linkato in questo post, lo stesso Vertecchi dice però se i maschi hanno scoperto la lettura mi fa un gran piacere, ma non dipende dalla nostra agonizzante istruzione pubblica, bensì da una maggiore attenzione delle famiglie. Temo che abbia alcune ragioni e, già che ci sono, incrocio le dita (fatelo anche voi, eh) per scongiurare la scelta di chi-so-io come prossimo ministro per la Pubblica Istruzione.

Già che ci sono, vi segnalo due cose interessanti che c’entrano con la lettura: c’è una curiosa campagna pubblicitaria francese (qui la vedete tradotta in inglese per renderla comprensibile al pubblico internazionale) che segnala gli equivoci in cui può incorrere chi non sa leggere. E guardate con quanta grazia l’East London Book club promuove le proprie lezioni di disegno (già: leggere libri è anche un modo per incontrarsi, conoscere nuove persone e scoprire i propri talenti. A Londra, almeno).
Ma torniamo alla performance dei nostri ragazzini italiani: credo che andrebbe celebrata. E lo faccio con questo tenero, bellissimo video che parla di sport (e che cos’è la lettura, se non sport per la mente?) di coraggio, di fatica, e di un ragazzino che è fuori da ogni retorica ed estetica del successo. E che, però, ce la mette tutta, e accetta la sfida.

2 risposte

  1. Sì, bella notizia davvero!

    Incrocio anche io ragionamenti e anche le dita “per scongiurare la scelta di chi-so-io come prossimo ministro per la Pubblica Istruzione”, come scrivi nella nota.

    Sono impegnata a scrivere un articolo su “apprendere con emozione” e ovviamente a documentarmi rovistando nella mia esperienza di insegnate e nelle ricerche e riflessioni.

    Ho incrociato il lavoro di due docenti di Roma3 e lo condivido. Credo sia pertinente e, per chi vuole approfondire, merita un po’ del vostro tempo.

    http://lms.teleskill.it/tlc-uploads/77/pagine/602/A5.pdf

    Alla prossima nota (*_))

  2. sì, è proprio una buona notizia. Io per fortuna ho due figli, bimbo e bimba, che adorano leggere o sentir leggere. Dio voglia che rimangano così e non scelgano le scorciatoie dei videogiochi, della televisione, del cazzeggio per sms.
    (:o)

    bell’articolo, mi piace leggerti, mi metti sempre di buonumore,
    grazie

    (:o)

    marco

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