Dovrei esserci abituata ma non è così. Tutte le volte che vado al Salone del Libro mi ritrovo travolta dalla quantità di parole scritte e dette, rimbalzate dagli altoparlanti e centuplicate da un’acustica malandrina. Vago ciabattando tra gli stand, perdo l’orientamento e dal caos emergono solo dettagli. Però stavolta ho scattato qualche foto.
Del resto, di quel che si è detto e si dice al Salone trovate, tra stampa e rete, mille resoconti. Qui c’è qualche frammento di quel che si vede.
CURIOSI ACCOSTAMENTI. Qualche anno fa la volonterosa ragazza che lavorava a casa mia ha pensato bene di togliere dagli scaffali tutti i libri (diverse migliaia) per spolverarli. E poi li ha rimessi a posto come capitava.
Risultato lindo ma straniante: Il Piccolo Principe spalla a spalla con la Storia del paesaggio agrario di Emilio Sereni e con I lupi del Calla di Stephen King. Al Salone del Libro succede quasi la stessa cosa: lo storico editore di sinistra si trova accanto all’altrettanto storico editore di estrema destra. Il rock sta a pochi passi dal New Age (incensi compresi), che sta accanto ai frati del Messaggero di Sant’Antonio, che condividono una parete con la Polizia di Stato.
CRIMINI IN RETE. Ehi, e c’è anche la Polizia Postale. Mi ricordo dell’ottima campagna per la sicurezza in rete di un paio d’anni fa e mi fermo. Ne ricavo un libretto-omaggio che dà conto delle diverse attività di contrasto (dalla pedofilia online ai crimini informatici al cyberbullismo…), contiene una serie di consigli utili e dettagliati e un buon glossario. Do un’occhiata e mi accorgo subito che ho un paio di cose da imparare.
PROMOZIONE FAI-DA-TE. Nascosti dietro i fogli gialli ci sono due autori. Perché se ne stanno così? Chiaro: aspettano che qualcuno li scopra.
PICCOLISSIMI EDITORI. Accomodato in uno stand poco distante c’è un bel pupo perfettamente a suo agio nel passeggino nonostante il caldo e il baccano. “E lui che ci fa?”, domando. “Lui non è in vendita”, dice la mamma.
RIUSCITE A INDOVINARE DOVE SIAMO? Se ce la fate a colpo d’occhio vuol dire che immagine coordinata, format grafico, qualità, coerenza e uno stand ben progettato servono a qualcosa: per esempio, a conservare un’identità riconoscibile nel caos della concorrenza.
RESSA ALLA RAI. Però, anche se si tratta di libri, un personaggio televisivo funziona sempre, no?
UNA MANO AI SORDOCIECHI. Nel padiglione del Miur c’è uno strano congegno. Mi faccio spiegare: i bambini affetti da sindrome di Usher nascono sordi e imparano la lingua dei segni. Poi, con l’adolescenza, possono diventare anche ciechi. Allora passano alla lingua dei segni tattile: in sostanza, comunicano attraverso il tocco delle mani. Ma come comunicare a distanza con un sordocieco? Ecco: ci si mette davanti al computer e si muove la mano nel modo giusto. I movimenti vengono letti e trasmessi alla mano meccanica, che può trovarsi a migliaia di chilometri e si muove allo stesso modo. La persona sordocieca capisce e risponde toccandola. Il progetto ha ricevuto un finanziamento del Miur (ma i soldi non sono ancora arrivati). C’è anche una pagina Facebook. Nella foto, i due inventori.
BUCHMESSE A TORINO. Lo stand più accogliente è quello della Fiera del Libro di Francoforte: la Germania è ospite d’onore al Salone. Alte torri riportano frasi di autori tedeschi da completare. Per esempio Per me la meraviglia dell’Italia è che… qualcuno scrive bello fa rima con tutto. Qualcun altro posteggiando in doppia fila me la cavo con “scusa”. Nel padiglione de La Stampa, invece, ci sono i Sunday Poets, i poeti della domenica.
LA MISTERIOSA OBBEDIENZA. Un altro padiglione assai ampio e opulento è contrassegnato da una sigla misteriosa. Chiedo lumi a un simpatico signore. L’acronimo appartiene a una loggia massonica “d’obbedienza mista”, aperta alle donne. Nelle vetrine libri sul sufismo, Cagliostro, la mistica islamica. Mi vengono offerti diversi gadget, compresi due cd di musica massonica.
Al Salone del libro non si vendono solo libri. Ho visto timbri, penne e matite, pupazzi, giochi di costruzioni, ciondoli col tuo nome inciso a cinque euro, profumi e incensi, magliette e manifesti, certificati azionari antichi (quattro a scelta per 10 euro), spillette, pasticcini, CD e DVD, abbigliamento esoterico, carte da gioco… ma perché mai uno dovrebbe tornarsene a casa con uno spremifrutta da 300 euro?
“AI MIEI TEMPI”. L’assordante baccano di fondo viene sovrastato da rumori più strutturati: un gruppo di ragazzi manifesta davanti allo stand di Israele gridando Palestina libera. Un signore che avrà la mia età mi guarda e sospira “ai miei tempi si diceva Palestina rossa”, dice. Già, infatti. Ai nostri tempi.
VERDE & VUOTO. Lo stand del Ministero dell’istruzione dell’Arabia Saudita (previsto ospite d’onore al Salone 2016) è a due passi, tutto verde brillante e non proprio affollato. Piccola nota sulla comunicazione: che cosa stiamo comunicando se, come accade nella bandiera all’ingresso, accostiamo un’indecifrabile scritta nella suggestiva calligrafia araba alla decifrabilissima icona di una spada?
EPISTOLARI DA SPEDIRE. Sono passate più di due ore, il contapassi del telefono mi dice che girovagando mi sono già fatta otto chilometri, tra un po’ devo partecipare a un incontro e non sono riuscita a comprarmi neanche un libro. Acchiappo al volo queste delizie: piccoli epistolari che, così come sono, si possono spedire come fossero cartoline, con tanto di francobollo.
E vabbè: so già che per le due ore di viaggio di ritorno in treno mi comprerò qualcosa da leggere alla Feltrinelli della stazione.
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A proposito di crimini in rete:
recentemente ho realizzato un paio di mappe mentali che riassumono i seguenti temi:
1. Virus, WORM, SPAM, Cookies, Crittografia ed altro.
2. Internet, Web, Information Retrieval, Indirizzo IP, ed altro.
Le due mappe si possono scaricare gratuitamente dal mio blog : http://wp.me/pYL2M-eE
Non sono perfette … servono per un primo “contatto” con la materia, una sorta di aperitivo che sembra essere (detto da coloro che le hanno scaricate) abbastanza gustoso e pratico.
Spero che le due mappe possano chiarire qualche dubbio o fornire indicazioni utili.
Per ulteriori approfondimenti affidatevi sempre a testi specifici.
NB: E’ un materia in continua evoluzione, per questo motivo acquistate sempre testi molto recenti, al passo con le tecnologie (e le frodi)di ultima generazione.
“Acustica malandrina” è dir poco e dirlo in modo molto gentile. Il panorama sonoro del Salone del libro è veramente indecente, malefico, inquietante, violento e assassino (di orecchie e buone intenzioni). Tutto il contrario di quello che potete immaginare per favorire la lettura, la conversazione, la riflessione, l’approfondimento e lo scambio.
Per il resto del l’articolo, si, è vero, gli accostamenti bizzarri e le stranezze delle merci sono davvero notevoli.
Questo salone ha avuto successo dall’inizio anche grazie al bel marchio disegnato da Adriano Benetti. Peccato che il Salone del Libro non sia stato capace di rinnovarsi e darsi una struttura maggiormente ordinata. A continuare con la festa di paese ci sono buone probabilità che fra non molto abbandoni Torino.
Grazie per il reportage. Attendo con impazienza quello sull’Expo 🙂
anche io, ai mei tempi, dicevo palistina rossa, deduco che siamo grosso modo coetanei. e mi sono identificato con il commento. e soprattutto con “acustica malandrina”