“Tutto quello che poteva essere inventato è già stato inventato”. L’avrebbe detto Charles M. Duell, capo dell’ufficio americano dei brevetti, nel 1899. Non è vero, e probabilmente anche la citazione è falsa. E’ vero invece che (questo è Poincaré) creatività è trovare nuove connessioni utili tra elementi esistenti. Dunque, nel nuovo c’è sempre una parte di ciò che già esiste. Il cocktail di innovazione e utilità può essere descritto in vari modi. Quello proposto da Irving A. Taylor non è male e può, per esempio, aiutarci a capire qualcosa in più dei processi artistici.
Scopro con un giorno di ritardo, grazie alla segnalazione di un lettore di NeU, che una campagna del secolo scorso può essere un buon esempio di lavoro su elementi esistenti. Già esistente il titolo (liscia, gassata…o Ferrarelle?), esistente l’immagine (la Gioconda di Leonardo), esistente l’idea di intervenirci sopra (la Gioconda coi baffi di Duchamp): l’intervento del copywriter consiste nel cambiare la punteggiatura del titolo (Liscia? Gassata? O Ferrarelle?) in modo che supporti le tre immagini (appunto: la Gioconda liscia, o riccia, o al naturale) ideate dall’art director. Dico da sempre che, da copywriter, non ho fatto un cavolo a parte cambiare la punteggiatura eliminando qualche virgola (cfr La parola immaginata, Pratiche editrice,1988). Tutto ciò non toglie che, senza scandalo, l’immagine possa essere usata di nuovo, e di nuovo…
Mi scuso per l’aneddoto personale e giuro che per un po’ di post non parlo più di pubblicità. C’è un sacco di altre cose (più) effervescenti in giro.

13 giorni in Islanda, tra verde, nero, grigio e blu
Questo è il secondo di una serie di tre articoli che raccontano in dettaglio il viaggio di 13 giorni in Islanda che ho fatto con
La Sibilla Cumana, dal suo dromos del noto antro, della Sibilla appunto, riceveva i guerrieri in procinto di andare in guerra e a loro recitava: “ibis et redibis non morieris in bello”. Pare che l’interpretazione del vaticinio si basasse sul tono posto sulla parola “non”. E le cose cambiavano. E di molto. Ibis et redibis, non morieris in bello; cioè andrai e ritornerai, non morirai in guerra. Ibis et redibis non, morieris in bello; cioè andrai e non ritornerai, morirai in guerra. Una virgola vale! Vale anche una vita.
Concordo con la parte finale dove scrive: C’è un sacco di altre cose (più) effervescenti in giro. Un elenchino per vedere se condividiamo le cose effervescenti? Perchè, per me, è, per esempio, la cacciata di Berlusconi mentre, per lei, magari è l’Expo… E allora sarebbe meglio chiarirsi! O no?
Pensate un pò alla bici, fino a qualche decennio fà pensavamo che posse un oggetto perfetto, ormai così elaborato da non prevedere nessuno sviluppo… e poi sono arrivate le bici per la città, per il cross, per il turismo, per i giocolieri, per i portatori di handicap, in alluminio, in fibra di vetro, in fibra di carbonio, in bamboo e chissà quando finirà saluti
@ dovecom. Di virgole e altri accidenti di punteggiatura parla Lynne Truss (virgole per caso, Piemme 2005. Il titolo inglese (Eats, shoots and leaves) rimanda a una storiella divertente. Un panda entra in un bar, spara, mangia e se ne va. Interrogato sul perché del suo strano comportamento, spiega che un manuale sui panda afferma che un esemplare della sua specie ha esattamente questa abitudine. Tutta colpa di una virgola: eats shoots and leaves, senza virgola, significa invece “mangia germogli e foglie” @ anonimo. A proposito della vicenda berlusconiana mi vengono in mente molti aggettivi, diversi dei quali piuttosto coloriti, ma faccio farica a definirla “effervescente”. Per avere un’idea di quali sono, per me, alcune cose interessanti in giro le basta dare un’occhiata ai contenuti di NeU, o anche all’intestazione “teorie e pratiche della creatività”. Fra l’altro, diversi autorevoli quotidiani italiani e stranieri, e una quantità di siti sul web, si stanno occupando egregiamente del tema che le sta a cuore. NeU, nel suo piccolo, e anche perché tutto scorre e niente è eterno, prova a guardare altrove, e soprattutto oltre. Infine. Avere prospettive diverse è, credo, legittimo. E può essere produttivo, magari. @ wc. Ottimo esempio. Tutto il mondo del design, con il supporto dei nuovi materiali, ne offre di fantastici. Appunti di viaggio. Non venivo in Puglia da turista da molti anni. Ho trovato una quantità di cambiamenti positivi. Cittadine linde e animate. Restauri meravigliosi. Una grande attenzione al cibo e al territorio. Mille imprese turistiche o agroalimentari guidate da giovani competenti e cortesi. Masserie, anche semplici e anche in posti davvero sperduti, sistemate con gusto contemporaneo e con gli standard dell’accoglienza internazionale. Una campagna tenuta quasi dovunque benissimo. E certo… qui e là restano aree di miglioramento (e… sigh, da molte parti ricevere una telefonata o connettersi è un’avventura) ma l’impressione generale è eccellente. Tanto di cappello per gli amici pugliesi, e una nota positiva per le sorti del bistrattato turismo nazionale. 🙂
Condivido che nel nuovo c’è sempre una parte di ciò che già esiste. E come potrebbe essere altrimenti? Del resto, non ce lo insegna anche la fisica che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma? Avrei un paio di domande da rivolgere a Dio: dì la verità, da dove hai copiato l’universo? =) Paolo
Una virgola oltre a dare un senso diverso alle parole in alcuni casi è una vera e propria finezza, un tocco di classe, un’eleganza; così come trovo l’argomento della settimana una risposta elegante alle insensate polemiche dei giorni scorsi…magari, se qualcuno avesse letto un bel libro sulla pubblicità, forse, non ci sarebbero state. Per quanto riguarda le cose effervescenti se consideriamo che anche una cosa semplice semplice come l’acqua può esserlo….