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Mi è venuta un’idea. Ma da dove vengono le idee? – Metodo 19

idee

Paul McCartney si sveglia con una melodia in testa. È così compiuta da fargli temere che si tratti di un plagio. Il finto testo che ci mette sopra comincia con Scrambled eggs. Ma la parola giusta, sulla stessa metrica, sarà Yesterday.
È una bella storia, ed è la storia di un’idea. Ma conviene sapere che non sempre le cose vanno così lisce. Steven Johnson, in un grazioso video animato, ricorda che spesso le idee si presentano in forma di intuizioni incomplete, che chiedono tempo per svilupparsi. O che possono nascere dal cortocircuito tra intuizioni parziali, avute da persone differenti. Conclude con un elogio di internet e cita l’affermazione di Pasteur (il caso favorisce la mente preparata) dicendo che, oggi, il caso favorisce la mente connessa.
A patto, però, che sia anche preparata, sentirei il bisogno di ribadire.

Dell’importanza del caso e della serendipity per la creatività abbiamo già parlato (tra l’altro, la casualità forse più nota della storia della scienza, ce lo dice la Royal Society, non è una leggenda. Invece – ne discute Scientific American – viene ritenuto leggendario l’Eureka di Archimede).
Credo che nessuno possa dire di sapere davvero da dove, come, o perché vengono le nuove idee. Sappiamo quali condizioni sociali e quali attitudini mentali, e perfino quali ambienti le possono favorire. Sappiamo che si tratta di un processo incerto. E sappiamo che quando le cose, finalmente, vanno lisce e il processo si innesca, l’esperienza è così appagante e totalizzante che ci si dimentica di se stessi: ne parla in un TED talk Mihaly Csikszentimihaly, uno dei più brillanti studiosi contemporanei della creatività, e il teorico del flow. E ci sarebbe da chiedersi se, in fin dei conti, la creatività non sia nient’altro che un infinito corteggiamento del flow. Andate a scoprire di che si tratta: ne vale la pena e, probabilmente, riconoscerete una sensazione che avete già sperimentato.

4 risposte

  1. Io sono sempre più convinto che le idee vengono sempre da altre idee. L’analogia è il lievito, da cui può essere prodotto altro lievito. Tecnicamente parlando, noi non abbiamo intuizioni, diceva il mio Peirce. Invece, approdiamo al nuovo attraverso un atto di interpretazione del già esistente. La serendipity è appunto questo: essere preparati a cogliere le connessioni.

  2. Ciao Salvatore.
    Sì, metafore e analogie sono strumenti importantissimi, per tutti: dai poeti agli scienziati. E grazie per averlo ricordato.

    Ma metafore e analogie nascono, come scrivi, dal già esistente, che deve essere conosciuto: nel vuoto non si crea niente, uhmpf, arg sgurtz!
    È il motivo per cui parlo di “mente preparata”. 😉

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