Tutti noi ragioniamo e, di conseguenza, ci comportiamo, sempre nel modo che ci sembra più intelligente, giusto e adeguato alla situazione.
Dai, è ovvio: nessuno si propone di comportarsi in modo stupido, ingiusto e inadeguato, no?
Se però, quando ragioniamo, dimentichiamo qualche fatto o dato rilevante, o se proprio non ne siamo a conoscenza, ragioniamo meno bene. E quindi rischiamo anche, non volendolo, di comportarci peggio di quanto potremmo e vorremmo.
Se c’è di mezzo il Covid-19, non comportarsi bene è un rischio vero.
FASE DUE. Siamo appena usciti da una situazione del tutto inedita e molto drammatica. Con la riapertura che è stata battezzata “fase due” stiamo affrontando una nuova situazione inedita. Sta a ciascuno di noi far sì che non risulti anche drammatica come la precedente. O ancora di più.
Al di là di tutti gli appelli e le prescrizioni che sono stati diffusi in questi giorni, ci sono, secondo me, tre suggerimenti che potrebbero tornar utili per orientare le nostre percezioni riguardanti il Covid-19.
Se ce li ricordiamo, ci risulterà più facile evitare di fare sciocchezze che possono avere pessime conseguenze per noi e per gli altri.
BIAS DELL’OTTIMISMO. In primo luogo: stiamo attentissimi al bias dell’ottimismo (optimism bias).I bias, lo ripeto ancora una volta, sono automatismi mentali fallaci che alterano il nostro giudizio. Di recente, diversi bias hanno con ogni evidenza disorientato i decisori politici.
Un lungo articolo sul sito della BBC racconta come specificamente il bias dell’ottimismo abbia fuorviato le percezioni riguardanti il covid-19. Tra l’altro, questo bias porta regolarmente le persone a sottostimare l’impatto delle notizie negative e a sovrastimare quello delle notizie positive (per esempio: evviva, è fatta!, siamo nella fase 2!).
INVULNERABILI? MA VA LÀ. Il bias dell’ottimismo è simpatico e perfino utile, perché ci fa sentire fiduciosi e invulnerabili, portandoci a pensare che le cose brutte capitano sempre agli altri: così ci aiuta a mitigare l’ansia e ad affrontare con maggiore serenità la nostra vita.
CAUTELE QUOTIDIANE. Ma, con questo, ci fa sottovalutare o a trascurare l’importanza delle piccole cautele quotidiane che possono metterci al riparo (a segnalarlo è ancora BBC) sia dal rischio di infettarci, sia dal rischio di trasmettere ad altri il virus.
Ricordiamoci di congratularci con noi stessi ogni volta che ripetiamo un gesto di protezione. Mettiamo la mascherina al nostro personale bias dell’ottimismo, innaffiamolo di gel disinfettante, e convinciamolo a stare abbastanza lontano dai bias dell’ottimismo altrui.
SFASAMENTO TEMPORALE. In secondo luogo: non lasciamoci ingannare dallo sfasamento temporale.
Con il Covid-19, stiamo giocando una partita a ping-pong truccata. Ciascun colpo che ci arriva adesso è la risposta a un colpo che abbiamo tirato tra i sette e i quattordici giorni fa. Se fosse, invece, una infinita partita a scacchi, la mossa dell’avversario che vediamo ora è quella che lui ha fatto tempo prima, e che è stata seguita da altre mosse che ancora non conosciamo.
CAUSA-EFFETTO. La nostra percezione intuitiva del tempo e dei rapporti di causa-effetto non funziona così. Siamo abituati ad aggiustare i nostri comportamenti minuti e quotidiani man mano che ne vediamo le conseguenze immediate.
Siamo più a nostro agio con lo sfasamento temporale, invece, quando decidiamo, per esempio, di comprare oggi un biglietto per un evento che si terrà tra due settimane.
GITA IN AMBULANZA. Bene: visto che non possiamo partecipare a eventi, prendiamo un pizzico di quella capacità di gestire lo sfasamento temporale e applichiamola alla prevenzione. Ricordando che una sciocchezza fatta oggi potrebbe coincidere con l’acquisto di un biglietto per una gita in ambulanza tra quindici giorni.
TUTTI DETERMINANTI. In terzo luogo: consideriamoci tutti determinanti nel contrasto alla pandemia da Covid-19.
In una lunga, illuminante intervista che vi consiglio caldamente di leggere per intero, l’epidemiologo Alessandro Vespignani, uno dei maggiori esperti di previsioni al mondo, ci dice diversi fatti interessanti.
VIROLOGI ED EPIDEMIOLOGI. Per esempio, spiega bene qual è la differenza tra un virologo e un epidemiologo, che fanno due cose molto diverse: il primo studia i virus e cerca i vaccini. Ragiona da biologo e da medico. Osserva quel che fa un virus in un corpo umano.
Il secondo studia la diffusione delle epidemie. Ragiona da matematico, sui grandi numeri. Usa modelli previsionali. Osserva come si muovono masse di persone dentro una città o una nazione.
SOTTOTRACCIA. Vespignani ricorda che un focolaio, all’inizio, coinvolge pochissime persone. Per settimane l’epidemia galoppa nascosta, sottotraccia, invisibile. Un flagello che poi esplode. Per questo oggi bisognerebbe fare i test, tracciare i movimenti delle persone contagiate, e poi trattare in modo adeguato chi si contagia, isolandolo.
ABBATTERE L’ONDA. E aggiunge che noi abbiamo una fortuna: possiamo cambiare il racconto dell’uragano. Possiamo abbattere la forza dell’onda che vediamo sollevarsi.
Possiamo incoraggiare chi prende le decisioni che ci coinvolgono tutti a essere lungimirante, e a non farsi distrarre da ragionamenti opportunistici e dalla ricerca di facili consensi.
BATTITO D’ALI. Ma possiamo anche diventare consapevoli che ciascuno di noi è potenzialmente la farfalla il cui battito d’ali (ce lo insegnano le teorie del caos) può abbattere o accrescere la forza della pandemia. Dunque, cerchiamo di svolazzare qua e là il meno possibile, e stiamo bene attenti a dove andiamo a posare le zampette.
L’immagine che illustra questo articolo è della brava artista russa Natalia Yamshchikova. Qui la sua pagina su Behance. Qui la pagina Instagram.
L’essere umano ha ereditato una struttura neuronale che lo predispone alla reazione di lotta e di fuga per qualsiasi evento che possa indicare pericolo: un calpestio di foglie (sarà una lucertola? o un serpente?), una porta che sbatte (sarà il vento? o c’è un intruso?), eccetera. Pensare e agire a lungo termine (senza il corroborante incentivo della gratificazione immediata) ci risulta difficile. Ieri 04/05, inizio fase due: fiumane umane nella piazza (e non solo) della mia città. Il bias dell’ottimismo in azione. Speriamo bene.
CIAO Annamaria,
proprio ieri un Quotidiano Nazionale ha presentato un articolo di Michele Brambilla – a tutta pagina – dal titolo “Anche i virologi nel loro piccolo si sbagliano”.
Nell’articolo erano riportate le immagini di 1o esperti con a fianco le loro affermazioni fatte tra inizio e fine febbraio.
Il sottotitolo ha evidenziato il fatto che tali previsioni “si sono rivelate infondate” e che tanti hanno “sottostimato la pericolosità del virus, poi hanno cambiato idea”.
Ecco… questo credo dia l’idea di quanta confusione abbia generato questo COVID-19 sin dall’inizio.
Questo ha probabilmente favorito la presenza di un BIAS DELL’OTTIMISMO che non tutti sono stati in grado di gestire o eliminare favorendo comportamenti non corretti, nemmeno quando la situazione è peggiorata.
In questo caos, una moltitudine di informazioni vere o presunte ci sono piovute addosso da ogni dove alimentando ONDE di in un mare sempre più in tempesta.
Certo, difficle all’inizio prevedere quanto accaduto e ancor di più cosa accadrà “domani” ma, nonostante il dramma che stiamo vivendo, sono ancora molti coloro che sottovalutano la situazione e la pericolosità di questo virus.
Ma, come dici tu Annamaria, “noi abbiamo una fortuna: possiamo cambiare il racconto dell’uragano”.
Prendendo spunto da questa frase, vorrei segnalarti una piccola idea che parla di “racconti” che ho realizzato in questi giorni.
L’idea è quella di raccogliere le testimonianze di coloro che il virus lo hanno combattuto dall’interno.
L’intento è quello di stimolare le persone colpite da COVID-19 a raccontarsi.
Raccontarsi per tentare di “buttare fuori il dolore”.
Raccontarsi per far comprendere a tutti, anche a chi non lo ha ancora capito, che questo virus non è uno spot e nemmeno una banale influenza.
Per approfondire l’idea: https://wp.me/pYL2M-q3
L’uomo – è – un animale sociale ed è perfettamente inutile tentare di ingabbiarlo.
Premessa la mortalità ultima che ci aspetta, è possibile prendere coscienza dei rischi che si assumono in certe condizioni.
Nel caso Covid, alcune nazioni l’hanno fatto da tempo [http://www.civicolab.it/perche-la-germania-non-e-stata-travolta-dal-covid-19/], altre come l’Italia, sono ancora indecise se puntare sulla riapertura del campionato di calcio oppure della scuola pubblica …
Le copertine dei suoi articoli sono sempre bellissime e contribuiscono a rendere ancora piò originale i suoi pensieri (e non ce ne sarebbe bisogno). Io adoro la sua ricerca incredibile del dettaglio.
Una domanda: ogni volta Lei chiede il permesso a questi artisti per pubblicare le loro opere?
Grazie
Grazie!
In effetti, scelgo le immagini con attenzione, e investo un bel po’ di tempo.
Alcune delle immagini (quelle senza credit) sono autoprodotte: le ho fatte io.
Per tutte le altre immagini metto i credit: nome dell’autore e i link a siti o ad articoli che parlano dell’autore.
Se qualcuno non è d’accordo sul fatto che pubblichi una sua immagine, basta che me lo chieda e la tolgo subito. In 11 anni di attività e con quasi 900 articoli pubblicati mi è successo solo due volte.
È invece successo che un fotografo che ho pubblicato sia stato poi scelto da un editore, che l’ha scoperto sulle pagine di NeU, per la copertina di un libro. Ed è successo che molti colleghi abbiano scoperto autori che non conoscevano proprio dalle pagine di NeU.
Nuovo e Utile è un sito no profit (come avrà notato, non c’è pubblicità). Rilascia i suoi materiali sotto licenza creative commons. Parla di creatività e comunicazione.
Ho decine di richieste per pubblicare materiali a pagamento (articoli, immagini) e le ho tutte rifiutate. Per questo ho l’ambizione di credere che chi si ritrova selezionato per essere su queste pagine possa esserne più contento che scontento.